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I test del Non Tifoso/ Tappa dolomitica in Model Y Long Range

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Model Y Long Range
Webinar

Luca, il nostro tester Non Tifoso, ci propone l’analisi di un viaggio invernale in montagna con Model Y Long Range 2022. Tema scottante in questo momento, sia per la stagione sia per gli accadimenti i Chicago. Ne approfitta anche per verificare i campi elettromagnetici in varie parti della vettura.

Model Y Long RangeUn viaggio al limite dell’autonomia dichiarata. Infatti…

                               di Luca Sebastiani

Ho avuto modo di guidare la Model Y Long Range per 2 giorni durante i quali ho percorso 575 km con temperature comprese tra i 7° e i -2°. Qualche cenno sulla vettura per chi non conosce il mezzo, si tratta delle versione con 75 kWh utili e due motori che garantiscono una trazione 4 X 4, con autonomia WLTP dichiarata di 533 km.

Le prestazioni sono elevate (esiste una Tesla lenta?!), circa 5 secondi 0-100 e 217 km/h di velocità massima . L’auto è dotata di cerchi da 20′ pollici e gomme invernali. Gli interni sono identici a quelli di Model 3, (diversi dal restyling 2024 di quest’ultima ), ma lo spazio a bordo è maggiore e il bagagliaio davvero enorme.

Ecco quello che non mi ha convinto

Dico subito quello che non mi ha convinto della Model Y Long Range:
– il raggio di sterzo è ridotto rispetto a Model 3 e bisogna fare molte manovre ,anche nei normali parcheggi dei supermercati ;
-Le sospensioni insieme ai cerchi da 20′ restituiscono qualche scossone di troppo anche negli avvallamenti più lievi, mi sarei aspettato più confort;
-Il rumore di rotolamento sopra i 100 km/h inizia a farsi sentire un po’ troppo insieme a qualche fruscio aerodinamico.

Per il resto la vettura si guida bene, come ogni vettura elettrica grazie al baricentro basso , nonostante la massa non indifferente pari a 2 tonnellate circa, certo Model 3 resta più agile.

 

Mi sono tolto una curiosità: ho misurato il campo elettromagnetico  della Model Y Long Range

 

Ultimamente mi ero posto la questione campo elettromagnetico in auto. Mi sono dotato di vari misuratori per praticità e portabilità durante il viaggio. Uno professionale che utilizzo al lavoro, ma di più complicata installazione. I dati rilevati nelle prove statiche non erano molto dissimili, quindi ho utilizzato il portatile per quelle dinamiche.

Sui sedili e all’interno poco o nulla da segnalare

Sulle sedute anteriori non vi è nulla di apprezzabile, in quelle posteriori nemmeno , sia da fermi che in marcia a velocità costante. Si arriva a poco meno di un microtesla in accelerazione piena sui sedili anteriori.

Misurazioni sul pianale zona piedi anteriore e posteriore , a vettura ferma nulla di apprezzabile, in accelerazione invece valori compresi tra 1 e 2 microtesla, poco meno di 1 in rigenerazioni più forti.

Ma durante la ricarica meglio stare alla larga dal connettore della Model Y Long Range

In ricarica la cosa si è fatta più interessante. Sul pianale si rilevano valori di 1-2 microtesla ovunque costanti, quasi nulla sui sedili anteriori mentre nei posteriori ci sono valori pari a 3-4 microtesla, in particolare sul lato della porta di carica, salgono a 5 vicino al montate posteriore.

Esternamente vicino al cavo e alla porta di ricarica si arriva a valori oltre fondo scala di 20 microtesla rilevabili dallo strumento portatile.

Per dare dei parametri di confronto un cellulare nella zona dell’antenna in trasmissione emette 2-3 microtesla a seconda del modello, un microonde a meno di 50 cm se ben schermato 5-10 microtesla.

CONCLUSIONI: anche in vetture termiche vi sono campi elettromagnetici apprezzabili nella zona delle antenne bluetooth e wi fi dell’ordine di 3-4 microtesla, quasi nulla nel resto dell’auto.

Personalmente se possibile eviterei la seduta posteriore durante le ricariche.

In viaggio: quante ricariche e dove?

Model Y Long Range

Parlando invece del tema fondamentale della mia prova, ovvero i consumi in inverno, come è andata? Nei km percorsi ho consumato 102 kWh per una media di 178 Wh/km, (con A2A la spesa è di circa 38 euro, ai Supercharger circa 56, a casa resta molto variabile in base alle vostre tariffe, ma se siete in viaggio non caricate a casa; nel mio caso sarebbero stati poco più di 30 euro).

Il viaggio è stato da Piove di Sacco ad Auronzo di Cadore, (347 km andata e ritorno) come per altri test effettuati. L’andata è in salita , questa volta la velocità autostradale è stata molto bassa circa 100 km/h per via del meteo (oltre 200 Wh/km nel viaggio di andata), mentre il ritorno è stato a 130 km/h (solo 150
Wh/km siamo in discesa).

Partenza con 83% arrivo con il 28%, ricarica di 36 minuti a Vigo di Cadore fino all’86% e rientro con il 41%. In questo periodo è stata necessaria una ricarica all’arrivo per rientrare. Se fosse stato più caldo forse sarei riuscito a rientrare senza soste (con Model 3 Long Range 2022 è possibile, anche in questa stagione con un margine restante del 20% di batteria).

Le colonnine merce rara nel bellunese

Come già detto il bellunese non brilla per la presenza di colonnine, quindi una volta arrivati bisogna rifornirsi nei pochi punti presenti (Borca di Cadore Supercharger Tesla, un paio di Enel X da 50 kW a Cortina e una più recente Plenitude da 100 kW a Vigo di Cadore, fortunatamente vicino ad Auronzo).

Model Y Long Range

Model Y Long Range

Il problema è proprio questo, non il viaggio ora con le FreeToX in autostrada A27 c’è un bell’appoggio, ma come muoversi una volta a destinazione, senza dover perdere tempo della giornata per trovarsi vicini ai punti di ricarica. Servirebbero davvero molte più colonnine nei parcheggi (soprattutto in AC), così mentre si è in escursione o comunque in sosta , sarebbe possibile ricaricare senza dover recarsi ad una fast per “limitare” il danno.

In giornate come questa in cui si viaggia, si arriva a destinazione, si fa l’escursione (o si scia), personalmente sento la mancanza di praticità , anche con le migliori vetture elettriche. Ecco la più fidata Model 3 Long Range mi avrebbe permesso di rientrare senza soste, moderando la velocità con il freddo ( 115 km/h in
autostrada rispetto ai 130 km/h con temperature più elevate).

Così la gita non è ancora “di piacere”

Quasi tutte le altre in commercio con prezzi “umani” mi avrebbero portato alla soluzione che ho optato con Model Y. L’alternativa è fermarsi in salita alla FreeToX in A27 arrivare con più batteria residua, non caricare e fermarsi di nuovo al rientro alla FreeToX. Però significa condizionare i tempi di viaggio e si perderebbero più dei 36 minuti di ricarica nei pressi della destinazione.

Il problema quindi è proprio in questo tipo di “trasferte di piacere”, anche se rispetto a solo 2 anni fa le cose sono migliorate, Le FreeToX non c’erano , nemmeno la Plenitude Be Charge. E 3 anni fa non c’era nemmeno il Supercharger Tesla. Saluti e al prossimo Test.

QUESTI GLI ALTRI TEST del “Non Tifoso” Luca:

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Phoenix
Vesper
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57 COMMENTI

  1. Umilmente e sommessamente faccio notare che davvero ci si stupisce che facendo passare molti elettroni in un cavo elettrico si crea un grande campo magnetico?

    E’ fisica di base 😐

    Sta a vedere che facendo passare meno elettroni il campo magnetico è minore…. 😐

    • nessun “stupimento”, ma visto che da “30 anni” a questa parte è allo studio quanto i campi elettromagnetici possano incidere sul corpo umano (alcuni studi dicono molto, altri meno), è sbagliato rilevare dove ce ne siano di più?

      PS: io porto un impianto cocleare all’orecchio sx, che è formato da 2 parti: la parte interna sottopelle (ricevente) fissata all’osso e con gli elettrodi che vanno al nervo acustico e la parte esterna (microfono/trasmittente) collegata tramite magnete. quando lo tolgo prima di andare a letto la sensazione è di “liberazione”..
      da quello precedente a questo è stata diminuita la forza della calamita: ci sarà un perché?

      • Alcuni di questi dispositivi prevededono un magnetino fissato nel corpo, e uno nel dispositivo esterno. Forse lei avverte le forze meccaniche esercitate tra due magneti, e per lo stesso motivo non dovrebbe eseguire esami RNM alla testa (campi enormi, di 1-2 Tesla), che potrebbero smuovere il magnetino

        se lei fosse in grado di avvertire i campi magnetici anche senza le forze meccaniche delle calmite, sarebbe una scoperta scientifica notevole

        può provare ad avvinare la dita della mano (mi raccomando non l’orecchio, avendo forse un altro magnetino sottopelle) a qualche magnete per vedere se ha il superpotere di “sentirlo”..sarebbe un scoperta scientifica notevole.. ci tenga aggiornati 🙂

        • complimenti per l’intelligenza.. mancante!!
          ovviamente da un “siensiato” tuttologo (qualunque sia l’argomento lui ne sa di più) di chiara fama come R.S. non potevo aspettarmi diversamente..

          professori come Cuda, che da decenni operano nel campo, oppure i vari neurologi non sono in grado di definire quanto incida a livello cerebrale l’elettromagnetismo: ora so che li potrò indirizzare tutti dall’esimio siensiato che li istruirà a dovere..

          mai fatto qualche risonanza alla testa per 30/40/50 minuti? io si.
          e ci vuole un po’ più di un paio di minuti per riprendersi completamente dallo stordimento che ne deriva.

          ora parliamo di avere dal 29 luglio del 2016 una calamita a pochi mm dal cervello: ho forse scritto di problemi cutanei (descrittomi come possibili in pre-operatoria)? no
          ho parlato di “liberazione”, nel senso che, dalla mattina quando lo collego in poi, col passare delle ore avverto una sorta di “costrizione”, “oppressione” alla testa che passa quando lo tolgo.
          non è da 0,5T e nemmeno da 2T, ma evidentemente da 8 anni a questa parte si fa sentire.. e ripeto: perché in quello nuovo ne hanno diminuito la potenza?

          NB: OMS e ISS parlano di studi trentennali dove si sono notati disturbi di perdita di memoria, sterilità ecc.. ovviamente non l’hanno presa in considerazione: io gli manderei una PEC di lamentele per questo fatto.

          • eh si.. brutta gente chi studia o peggio ancora gli “scienziati”.. brrr.. che schifo..vade retrò..

            se poi non dicono quello che dice lei allora sono pure “tuttologi”, anche se con le strumentazioni ad alti campi ci avessero studiato e lavorato

            qui siamo fuori tema, comunque vedo un paio di spiegazioni possibili alla sua sensazione

            – le pressioni e tensioni meccaniche (queste per forza sono avvertibili) che si generano tra i due magneti, quello sottopelle e quello della parte esterna

            il fatto che diminuendo la forza tra i due magneti (usando un magnete esteno più debole e non variando invece quello sottopelle) abbia giovato già le darebbe la risposta, se lei non si fosse convinto di “percepire il campo magnetico”, invece che più banalmente le forze meccaniche esercitate sui nervi e sulla circolazione dei tessuti dalla forza che si genera tra due calamite

            tra l’altro il magnete sottopellle rimane lì anche quando toglie la parte esterna però non le da fastidio

            se non è convinto una controprova la può fare facilmente posizionando il magnete esterno in un altro punto della testa per qualche ora, lontano dall’altro magnete sottopelle

            – in alternativa, potrebbero dare fastidio anche i segnali elettrici che gli elettrodi del ricevitore RF generano sul nervo acustico quando si usa il dispositivo, ma il dispositivo si basa su questi segnali elettrici, sono un aspetto voluto

            per la RNM, credo che lei può avere almeno un paio di fastidi non comuni, uno è il magnete sottopelle che subirà delle forze quando immesso nel campo magnetico del macchinario ( siamo sempre al concetto di due calamite che si attraggono), tanto che alcuni con questi impianti non possono eseguire la RNM

            un altro fastidio (teorico, è improbabile che le frequenze coincidano) può essere che il ricevitore sottopelle capti delle frequenze RF esterne, generando dei microsegnali elettrici sul nervo

            perchè la RMN oltre al forte campo magnetico perfettamente statico, genera anche degli impulsi di onde radio (RF) con cui poi genera le immagini

            per tutti gli altri, fare un RNM è una esperienza abbastanza comune, anche soporifera a parte il rumore e minime vibrazioni (di solito è questo a stordire) o possibili fastidi psicologici o l’uso di liquidi di contrasto

            rimane che il corpo umano non percepisce i campi magnetici statici, ne quelli oscillanti

            salvo effetti termici (riscaldamento) se la frequenza del campo elelttromagnetico oscillante proprio è quella delle micronde, a circa 2,4 GHz, ed avesse intensità molto elevata

            ipotetici effetti nocivi come queli che cita mi pare che sono discussi per esposizioni prolungate nel tempo a frequenze delle microonde

            tipicamente l’uso dei cellulari a stretto contatto con il corpo, e al limite con il Wi-fi dentro casa se il modem fosse messo a finco del cuscinod le letto

            mentre per altre frequenze non ricordo ci siano effetti noti, perchè l’interazioone con oggetti non metallici è infinesimale, ma la normativa applica il principio di precauzione e fissa delle soglie

            PS: nessuno è ancora riuscito a “percepire” e prendere il “segnale” dei cellulari con la mente, senza usare un cellare

            ne mettendosi in prossimità di un cavo elettrico, capire con il solo corpo, “sentendo il campo magnetico”, se dentro scorre o meno elettricità

            a parte Magneto, nei fumetti, e magari qualche pentastallato

    • ma la domanda piu importante… ha testato una tesla e misurato i microtesla , se avesse ripetuto i test su un altro marchio? chesso io.. una mahindra elettrica?😜

  2. Lodevole il rilevamento dei campi elettromagnetici, l’ho fatto anche io.

    Per le basse frequenze – motori ed impianto elettrico nell’abitacolo – ho rilevato campi analoghi a Luca sulla seduta posteriore dietro al guidatore (li sotto c’è l’inverter) solo nelle ricariche con corrente alternata 11Kw e le frenate rigenerative (trascurabili), ma salvo mio errore (non sono un professionista) durante le ricariche a corrente continua campi non ne ho rilevati.

    Per le alte frequenze invece ho rilevato un campo importante proveniente dalla centralina bluetooth posizionata sotto il “poggiabraccio” anteriore, praticamente come il modem di casa, al punto che per i lunghi viaggi lo impacchetto con un tessuto tecnico che scherma.

    E se non ho capito male sulla nuova Model 3 highland sta centralina bluetooth l’hanno spostata (finalmente) dietro i caricatori degli “smarfon”.

    • @manicheo:
      – caricando in continua il campo generato (legge di Gauss) è solamente magnetico per cui moltissimi strumenti non lo rilavano.
      – mi pare strano che tu non abbia rilevato il campo EM generato dal pad di ricarica

    • come curiosità, il bluetooth è possibile disattivarlo tramite le impostazioni del pannello? o è indispensabile per qualche funzione (“chiave” auto?) ?

      • Non è disattivabile.
        Il bluetooth viene usato sia come chiave che come invio comandi in prossimità dell’auto (apertura portiera guidatore, ad esempio) e permette lo sblocco dell’auto anche in assenza di connessione internet (proprio perchè è attivo il BT e il proprietario è in prossimità).
        Oltre ovviamente all’uso tipico del BT in modalità audio: musica e telefonate.
        Ha tre antenne: una interna, di bassa potenza e due esterne, nei montanti o negli specchietti (vado a memoria, non ricordo quale delle due), ad alta potenza, con una portata di una cinquantina di metri.
        La macchina in realtà funziona anche senza BT e senza connessione internet, purchè il guidatore abbia con sè la scheda RFID che funge da chiave e che può aprire la macchina e farla partire. Quando si legge di qualcuno che è rimasto “chiuso fuori” parliamo di qualcuno che ha il telefono completamente morto e NON ha con se la chiave a scheda (che non è la chiave di riserva: è la chiave principale! E’ il telefono che è la chiave aggiuntiva…) e non ha nemmeno la possibilità di chiamare qualcuno (con altro telefono ovviamente) che abbia la possibilità di aprirgli la macchina da remoto e farla partire (io ho mia figlia, ad esempio). La mia è semplicemente nel portafoglio insieme alla patente… Idem per mia figlia.

        • Chiarissimo, grazie
          se è come con le perifiche del PC e dei cellulari, dove il BT mi sembra sia una comunicazione con segnale molto più leggero del Wi-Fi, il segnale interno alle auto dovrebbe essere di intensità bassa

  3. La MY alle “alte” velocità è un po’ un muro, è vero però risulta sempre piuttosto valida a livello di consumi se paragonata a SUV elettrici di pari categoria. Ovviamente rispetto alla sorella minore campionessa di efficienza, sacrifica qualcosa a livello di consumi a favore di una maggior abilità/bagagliaio e comfort di viaggio (per quanto risulti comunque bella rigida per un SUV). In marcia io sinceramente tutta questa rumorosità non la riscontro, però probabilmente dipenderà anche da come si è abituati. Concordo sul fatto che per l’angolo di sterzo c’è un po’ da farci la mano, ma le dimensioni sono più generose rispetto a Model 3. Sono molto curioso di vedere come sarà il restyling.

  4. Ho scritto nell’altro messaggio una spiegazione del perchè le misurazioni di campo elettromagentico vanno prese molto con le pinze, perchè si possono misurare con intensità apparentemente simili anche “campi” di tipo innoquo rispetto a quelli del wi-fi o ai cellulari

    però incoraggio il Signor Luca ad approfondire il tema

    un primo passo sarebbe studiare le impostazioni dello strumento che sta utilizzando, e se no abbia anche diverse unità di misura o pesature considerate più simili a quelle delle normative

    • Buongiorno, lo strumento utilizzato opera nei seguenti range :
      Micro tesla:
      20 micro – gauss/0.01 micro tesla
      200 micro tesla/0.1 micro tesla
      2000 micro tesla/1 micro tesla
      Mili gauss:
      200 mili-gauss/0.1 micro tesla
      2000 mili gauss/1 mili gauss
      20 000 mili gauss/10 mili gauss
      0Hz 300Hz
      Siamo nel Range delle misurazioni dei campi alternati a bassa frequenza per quanto concerne i risultati postati, mentre il confronto con i campi ad lata frequenza è stato utilizzato uno strumento tarato tra i 10 Mhz e i 300 Ghz.
      Se vuole approfondire può contattarmi.

      • Per ora passo.. sono un po’ arrugginito ma già me ne occupavo per motivi professionali

        googlando vedo che la normativa per le basse frequenze prevede un limite di 10 microtesla nella aree dei parchi giochi di bambini con ipotesi di 4 ore al giorno di presenza

        cioè: penso siaquasi impossible che si trovino valori eccessivi sulle auto omologate e vendute; un ipotetico problema penso si possa avere al limite sulle alte frequenze dei sistemi wi-fi di bordo.. però è comunque interessante che lei provi a fare queste misure

        se riesce ha scoprire il tipo di “pesatura” che viene eseguita dal suo strumento, eventualmente possiamo riparlarne più nel merito, ma anceh gi à aggiungere se le misure trovate sono riferite alle basse frequenze o alle alte è un passettino un più per renderle più utili

        grazie per l’articolo, sempre piacevoli da leggere 😉

  5. occhio con le misure di “campo magnetico” perchè sono un po’ complicate

    il campo magnetico (statico, non oscillante nel tempo) e la sua misura (“microtesla”) sarebbero innoqui; il campo magnetico terrestre è circa 25-60 microtesla

    sono considerati innocui anche campi migliaia e milioni di volte più intensi

    ho lavorato con strumentazione che generava campi di vari Tesla, non microtesla, e con questi campi molto elevati l’unico pericolo era dovuto all’attrazione a mo’ di super calamita degli oggetti ferrosi; sono gli stessi campi intensi che si usano anche per eseguire gli esami medici della risonanza magnetica NMR, spesso il campo magnetico usato è almeno 0,5 Tesla, cioè 500.000 microtesla, e differenza della TAC, che invece fa usa di raggi X, l’esame NMR in sè è considerato innocuo

    quello che è nocivo sono i campi eletto-magnetici rapidamente variabili (oscillanti), di solito misurati in volt x metro e frequenza e analizzati nel loro vari intervalli di frequenza

    mentre lo strumento qui utilizzato sembra eseguire una specie di media su tutto lo spettro (eventualemente anche includendo campi statitici o quasi) con una sua “pesatura” tarata di fabbrica per generare un numero riassuntivo; e di queste pesature se ne possono impostare di diverso tipo anche in base alle normative in caso di strumenti professionali, in modo analogo alle pesature degli spettri sonori in acustica

    ho scritto campi rapidamente variabili perché per esempio la corrente di casa oscilla “lentamente” a circa 60 Htz (60 volte al secondo) e a parità di intensità è considerata poco rilevante, mentre potrebbe esserlo ad intensità alte ad es. presso un traliccio di alta tensione

    in particolare a parità di intensità sono molto più rilevanti (di un fattore 100) alcune frequenze del campo elettromagnetico molto più rapide, quelle vicine a 2,4 Ghz, perchè sono in grado di trasferire più facilmente energia a un materiale o a un tessuto biologico perchè è la frequenza a cui “risuona” , “entra in oscilazione”, prelevando più energia dal campomagnetico, la molecola dell’acqua, che in pratica si comporta come una antenna ad alto guadagno per segnali a 2.4 GHz, e in modo via via più attenuato anche per le frequenze limitrofe

    queste frequenze di “attenzione” sono usate di proposito nei forni a micro-onde, proprio perché devono scaldare bevande e cibi, che contengono acqua, ma inicidentalmente sono usate anche in alcune bande dei sistemi Wi-Fi, e delle telecomunicazioni, cioè anche alcune bande dei cellulari

    misurare 5 microtesla equivalenti d un campo elettromegnatico a circa 2.4 GHz (e in modo minore tra tra 1 e 4 GHz) è di interesse, perchè la potenziale dannosità, pur piccola, è nota, ad esempio usando il cellulare più ore al giorno a pochi centimetri dalla testa (viene consigliato l’uso degli auricolari) o posando un modem wi-fi sul comodino vicino al cuscuino del letto

    mentre misurarli alcuni microtesla ad altre frequenze dovrebbe essere meno di interesse, anche se la normativa prevedere lo stesso il principio precauzionale (anche in assenza di dannosità nota) e varie soglie

    in questo sedo misurare 3-5 microtesla vicino al cavo di ricarica o di ingresso in batteria, o ai cavi che alimentano il motore in accelerazione, bisognerebbe vedere che spettro di frequenze hanno contribuito a generare questo numero che non è cosi riassuntivo delle qualità dello spettro elettromagnetico in quel punto

    la loro rlevanza potrebbe variare dal molto scarso per frequenze di poco interesse, allo zero totale nel caso di campi magnetici statici (frequenza che tende a zero, frazioni di hertz), quelli banalmente generati dalla corrente statica DC che percorre i cavi di ricarica o di alimentazione del motore durante le accelerazioni

    una elettrocalamita funziona su questo principio, una corrente DC (statica) genera un campo magnetico statico, idealemente senza componenti rapidamente variabili nel tempo

    sono invece di interesse campi magnitici rapidamente variabili, ma questi sono facilmente schermabili, es. gli inveter e i motori elettrici lavorano con varie frequenze ma sono racchiusi in un involucro metallico

    dove i campi variabili non sono schermati, di solito è voluto, appunto wi-fi e cellulari, per poter tramettere a distanza un segnale

    oppure nei forni a micro-onde, al cui interno ci sono campi variabil molto intensi, e c’è una piccola fuga dalla schermatura metallica dovuta alle guarnizioni in gomma e al vetro del portello

    oppure sulle automobili termiche più vecchie, dall’alternatore e dal circuito accensione candele

    e sulle auto recenti, eventualmente il wi-fi del sistema infortaiment se ha connetività è prevista anche all’interno dell’abitacolo e non solo all’esterno tramite antenna

  6. Muoversi non è solo piacere, ogni tanto non farebbe male anche porsi il problema delle tonnellate di gas velenosi che spargiamo al nostro passaggio e delle migliaia di morti che ciò provoca, e che sarebbe possibile evitare rinunciando ad un minimo di “piacere”.

    • Allora si resta a casa, neanche andare a sciare è obbligatorio.
      La conclusione invece è che un’auto elettrica è come un figlio piccolo, si deve fare tutto in sua funzione

        • Mettendola sul ridere nessuno vi obbliga a diventare padri, da qui al 2035 almeno potete godervi la vita da single, poi magari avrete ancora la possibilità di diventare genitori adottivi di un diesel o un benzina usato, maggiorenne e vaccinato 😂

      • certo, perchè l’auto termica invece non costa 1/4 – 1/3 dello stipendio tra aquisto e mantenimento e non richiede attenzioni e manutenzioni, si l’automobile è proprio autosufficente, trova i parcheggi da sola, aiuta in famiglia, fa le pulizie e lava i piatti

      • Sarà, ma le ultime volte che ho dovuto prendermi cura della mia auto termica è stato per cambio olio e filtri olio, cambio pastiglie freni, marmitta, candele e cinghia, tutti interventi che con un’auto elettrica NON avrei dovuto fare. Anche per questo la mia prossima auto sarà elettrica.

  7. 38€ per il tragitto, praticamente nessun risparmio economico rispetto ad un diesel anzi e tanti problemi in più… E parliamo di una delle bev migliori sul mercato (ma anche molto costosa)… In queste condizioni che senso ha l’elettrico?

    • Tanti costosa non direi, visto i ribassi di questi giorni ci troviamo anche a -15 k€ rispetto alle concorrenti ICE.

    • Perché, c’è un SUV da 500CV del segmento D che in montagna fa 26 km con un litro?
      Vincè, non è per i 38€: è per i 66kg di CO² non emessa…
      In queste condizioni, ha senso che commentiate qui?
      Su Vaidiesel la prendono a iniettori aperti.

      • In realtà con 38€ su 350 basta un diesel (o anche le ibrido) che faccia i 16km/l. Per quanto riguarda la CO2 emessa lavorando nel settore navale mi fa sorridere che pensiate che qualche auto elettrica possa essere influente (altro discorso polveri sottili e nox nelle città per cui sarebbe auspicabile la diffusione di piccole auto cittadine elettriche, non maxi suv da 2 tonnellate che non hanno nessun senso). Tolti i massimi sistemi sopra avete sempre parlato di fantasmagorici risparmi con il bev ma facendosi due conti si capisce che non é così.

          • Di cui per altro la Cina detiene il 33%, gli stati uniti il 12% e la UE il 7%, india 7% e Russia 5%, e di questi l’unica che le diminuisce e la UE. Tutto ciò è solo per portare una specifica in più.

        • No. Sono 38€ per l’intero percorso. Ribadisco: trovi un SUV da 2 tonnellate che faccia 26 con un litro, a prezzi di colonnina pubblica per la BEV e di prezzo NON autostradale per il gasolio, tra l’altro, quindi caso peggiore per il primo e migliore per il secondo.
          Poi mettiamoci nei panni del ciclista che sta salendo un passo dolomitico e gli passa accanto un Discovery che accelera in salita.

          • 38 € di spesa, il diesel sta 1.7 €/l (si trova pure a meno), quindi sono 22,35 litri. Percorrere 347 km con 22,35 litri significa consumare non più di 15,52 km/l.

            Un suv enorme diesel capace di questi consumi è senza dubbio l’ultima versione della Mazda CX-60 e-SKYACTIV D che ha ottenuti questi consumi in una prova di una rivista in cui buona parte del viaggio è stata fatta in Autobahn col piede destro tutto giù, consumi confermati anche da spritmonitor https://www.spritmonitor.de/de/uebersicht/27-Mazda/2041-CX-60.html?fueltype=1&constyear_s=2023&constyear_e=2024 che tiene conto di un consumo medio (quindi con tanta città, dove il diesel va peggio), mentre in autostrada a velocità costanti l’auto consuma in realtà molto meno e vince facile la sfida.

            La Mazda CX60 è disponibile sia in versione 2wd che 4wd, con una piccola differenza di prezzo. Consumi simili e prestazioni sicuramente valide (3.300 cc da 200 e 250cv e coppia rispettivamente di 450 e 550 Nm tra 1.500 e 2.400 g/m) anche se ovviamente inferiori all’elettrico, ma di certo non parliamo di un suv “fermo”.

            Ovviamente le emissioni sono a vantaggio dell’elettrico, ma sui consumi la Mazda fa meglio, soprattutto nel test proposto. Consumi ancora migliori sono ottenuti da suv plugin diesel, ma lì si sale molto di prezzo.

          • “durante i quali ho percorso 575” e “Nei km percorsi ho consumato 102 kWh per una media di 178 Wh/km, (con A2A la spesa è di circa 38 euro)”

            Ha speso 38€ per fare tutti i 575 km, 102 kWh.

            Quindi cercate un SUV da 26 km con un litro in montagna e autostrada, quante volte devo scriverlo?

        • Ha idea di quante petroliere e superpetroliere rimarrebbero ferme se si convertisse il parco auto da ICE ad EV?
          Emissioni in meno …

    • punti di vista

      per me non avere a che fare con la manutenzione ordinaria e straordianaria del diesel, che sulle auto recenti ha costi assurdi, sono parecchi problemi in meno

      oltre a di non emettere particolato

      oltre a poter ricaricare a casa

      oltre ad avere un’auto scattante, con baricentro basso e comoda da guidare anche nel traffico come una bicicletta

      • Mah io ho avuto in prova ioniq6 per una settimana, una limousine (peccato per il bagagliaio ridicolo) confortevole e tutto, ma proprio agile non direi… Per quanto riguarda la manutenzione i tagliandi sulle auto elettriche spesso hanno costi simili a quelli delle ICE (su questo sito sono state postate esperienze di questo tipo soprattutto con Volkswagen). Per quanto riguarda la ricarica domenica io non ho questo privilegio vivendo in centro città e questo rende l’auto elettrica del tutto improponibile (caricando alle colonnine si hanno costi sovrapponibili al diesel come da esperienza condivisa sopra)

        • quello ceh inetndevo (ho un po’ di familiarità con le officine e i forum motori) è che i costi per ogni riparazione imprevista dei motori diesel e in parte benzina recenti stanno andando alle stelle, migliaia di euro per riparazioni di apparenti stupidate e che invece risultano complesse e costose, e ne capitano molte più spesso rispetto alle auto termche più semplici e meno prestazionali di 20 anni fa; questo a meno di non cambiare l’auto ogni 3 anni o di non limitare il discorso ai motori per le utilitarie

        • Certo, simili.
          Olio, filtri, candele, la necessaria distribuzione a 150k chilometri, frizione, frizioni del DSG con relativa meccatronica se hai una VAG, etc.
          Tutto molto simile

          • anech alcune manutenzioni non ordinarie..sostituzione collettori aspirazione intasati,egr, fap, rottura pompa alta pressione, pompa adblu, sonde lambda e debimetri, pompe olio difettate che aspirano aria e sbronzinano motori seminuovi, oli molto liquidi anticonsumi 0-20W che annaquati dalle rigenerazioni danno altri sbronzinamenti, motorino avviamento, etc..

            semprechè e non si cambia l’auto termica entro 3 anni

  8. Sempre tanto amore e tanta stima per Luca. Belli i contenuti che porta, geniale il test di misurazione dei campi elettromagnetici e condivisibili le considerazioni da vero non-tifoso. Bravissimo.

  9. La montagna bellunese in quanto a copertura di punti di ricarica sta messa veramente male. Nei parcheggi dei 2 più grandi comprensori sciistici non ci sono colonnine in AC (Falcade-San Pellegrino e SkiCivetta). Per andare a sciare in giornata serve un’auto premium con batteria di grossa taglia.

  10. E se invece… partenza 95%, arrivo a destinazione 40%, ricarica fino al 70% e quindi rientro a casa con il 25%. Tempo passato in ricarica meno di 20 minuti, non mi sembra un gran condizionamento.

    • Sono partito con l’autonomia residua che avevo al mio rientro a casa, quanto mancava era stato consumato per rientrare.
      Avrei quindi dovuto ricaricare prima della partenza o comunque modificare l’orario di partenza, la sosta intermedia non sarebbe stato possibile evitarla in ogni caso.

  11. se la gita “non è di piacere” andarci in giro per lavoro ancor meno secondo me ; per lavoro si è sempre tiratissimi con i tempi, incontri, commissioni ecc. non è che puoi organizzare i clienti , le attività o i ristoranti o gli alberghi dove ti fermi in base alla ricarica necessaria e nemmeno pensare di diluire i tempi con possibili attese extra di 30-40 minuti fuori percorso

      • Che discorso, ce ne sono tanti che lavorano tra i 2 ed i 3 km da casa e ci vanno in auto; dove lavoro io è la stra grande maggioranza. Io invece mi faccio un’ora andare, una tornare e poi dalla ditta prendo l’auto aziendale e ci posso fare anche altri 500 km ed il target e se possibile essere in ditta per le 17 e tornarmene poi a casa

        • Buongiorno Eraldo, può succedere ma chi come lei fa questo è una risicata minoranza. Inoltre 500 km in giornata per lavoro significa 4/5 ore di trasferimento, e forse 4/5 ore di lavoro. A meno che il suo non sia un lavoro dove è richiesta assolutamente la sua presenza, credo comunque che raramente lei debba fare 500 km in giornata. Il vero problema secondo me sono i furgoni per assistenza esterna, li siamo indietro moltissimo, non sulle automobili.

          • purtroppo o per fortuna faccio queste uscite quasi 3 giorni alla settimana, in auto. Si, dalle 4 ore alle 5 di viaggio se va tutto bene , un paio d’ore o tre di lavoro sul posto e rientro (però mi viene conteggiato il viaggio come lavoro a tutti gli effetti vale la partenza dalla ditta fino alla timbratura di rientro in sede ). Nei giorni storti (traffico/incidenti/ problemi sulle manutenzioni, i tempi si dilatano con rientri fino alla mezzanotte (tutto a vantaggio dello stipendio, un po meno per il fisico) . Alle macchine di cantiere e relativi appalti non si comanda .

        • Appunto, tantissimi fanno pochi chilometri e l’elettrico è l’ideale. Per pochi non lo è ancora. Il mio “discorso” è corretto. Punto.

          • non si era rimasti che per avere tco ragionevole in elettrico bisogna fare molti km?
            quando li si ammortizza altrimenti i 30/40k euro?
            punto?

          • Buona sera ernesto grottaferrata,
            (ti do del tu) se uno fa 80 km al giorno per 5 giorni alla settimana per 40 settimane lavorative vedrai che arrivi a 16.000 km anno, aggiungici le uscite del fine settimana e sfori i 30.000 km/anno.
            Questo è già un caso in cui un’auto elettrica ti fa risparmiare sia acquistandola ma soprattutto usandola.
            PS notizia di oggi CATL sta abbassando i prezzi dei sui pacchi batteria. Lo sapete cosa significa?
            Se non è chiaro ci sarà a breve un ulteriore abbassamento dei prezzi delle BEV ma molti più probabilmente Tesla sta già pagando di meno le batterie e per questo avrà abbassato i prezzi.
            Ah, visto che le batterie LFP che monta stellantis sono di CATL mi aspetterei un abbassamento dei listini nei prossimi mesi.

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