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Ricarica nei lampioni? La soluzione italiana c’è, ma…

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La ricarica nei lampioni (qui a Londra) è una soluzione per chi non dispone di un box privato?

Non ci sono solo Londra, Berlino, Valencia o Locarno a sperimentare la ricarica nei lampioni: Demos Fuochi, con la sua italianissima  società AZeco, ha progettato e realizzato un sistema per abilitare alla ricarica la rete di illuminazione pubblica. Ne abbiamo parlato più volte. E, come lui, continuiamo a chiederci perchè nessuna pubblica amministrazione si sia ancora fatta avanti per testarlo. Inviate i vostri quesiti a info@vaielettrico.it

ricarica lampioni
Il sistema AZeco per la ricarica nei lampioni

Spettabile redazione, mi riferisco all’articolo pubblicato con il nome: a Locarno ricarica dai lampioni: da noi…? dove un Vostro lettore chiede come mai la tecnologia della ricarica dai lampioni in Italia non è ancora partita.

La tecnologia già esiste e Vi allego un depliant riassuntivo con lo schema elettrico del progetto che ha ottenuto anche la brevettazione come nuova idea di fattibilità usando i cavi interrati della illuminazione pubblica, che di giorno sono inattivi, con i relativi quadri elettrici monofasi o trifasi per l’alimentazione anche  serale e notturna delle lampade stradali sia a led che a scarica di gas.

AZeco ha il progettoma nessun Comune si fa avanti

In questi ultimi anni, quasi tutti i costruttori di centraline di ricarica hanno sviluppato il concetto di depotenziare i loro sistemi per la ricarica multipla di più vetture e quindi questa tecnologià potrà anche essere impiagata quando di sera inizia l’accensione delle lampade stradali e quindi tenere in carica per la notte, con minore potenza erogata, le auto elettriche che sono già collegate o da collegare.

ricarica lampioni
I dispositivi progettati da AZeco per abilitare la ricarica nei lampioni

Ad oggi non siamo riusciti a collaborare con nessuna società di gestione elettrica che dà energia alle illuminazioni delle città, per fare test di ricarica, se non una prova sul campo di sette mesi in provincia di Pescara in cui, un nostro cliente ha alimentato telecamere usando appunto i pali già esistenti come supporto in quanto lo scavo di 300 metri, oltre che oneroso economicamente, avrebbe comportato la rottura delle radici degli alberi del viale preposto.

Noi come azienda siamo convinti che la divulgazione massiccia dell’uso delle auto elettriche, sopratutto minicar cittadine, dovrà passare sui cavi interrati già esistenti e naturalmente occorrerà stabilire  poi anche uno standard esecutivo e di conteggio dell’energia tra illuminazione e ricarica.

Confidiamo che questa nostra introduzione all’argomento delle ricariche possa creare la giusta curiosità. Demos Fuochi

 Mix di ricariche lente in strada, lampioni compresi

Risposta- Caro Demos, siamo perfettamente d’accordo con lei,  e lei lo sa. La soluzione di una rete di ricarica che sfrutti al massimo quel che già c’è (reti e supporti per i caricatori) è l’unica percorribile, in prospettiva di una diffusione di massa della mobilità elettrica anche nelle grandi città, dove la maggioranza dei veicoli resta in strada anche di notte.

AZeco ha colto al volo queste esigenza e l’ha ingegnerizzata. Complimenti.

Potrà essere integrata da infrastrutture aggiuntive sul modello del City Plug lanciati da A2A. O da “fabbriche della ricarica” nei grandi parcheggi della semiperiferia, come ha proposto Alessandro D’Aiuto. E come pare stia già facendo la catena di supermercati Sme non solo a Pordenone.

Ci segnala infatti Francesco Puicher che “la Sme di San Donà di Piave sta predisponendo una colonnina di ricarica in ogni stallo del proprio parcheggio“. A quel punto, con ricariche HPC sulle grandl direttrici di traffico e in Autostrada, e un mix di colonnine Quick, ricariche notturne lente in strada e wallbox in tutti i garage, la mobilità elettrica potrà davvero essere per tutti. Prezzi d’acquisto permettendo.

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37 COMMENTI

  1. Ha perfettamente ragione Johnny. È solo questione di elettrotecnica, null’altro. Si era già affrontato l’argomento mesi fa, dicendo che gli impianti di illuminazione attuali, NON POSSONO alimentare altri carichi supplementari, ma ero stato deriso come stare ora facendo con lui. Signori, o capite di dimensionamento cavi, quadri, interruttori, trasformatori e cabine, o non commentate per favore. È come voler far funzionare una turbina idraulica da 100 kW, con il tubo per innaffiare il giardino, uguale.

    • Ah ah ah! Provi anche lei ad andare a vedere cosa prevede AZeco, o se sa l’inglese cosa viene fatto all’estero.

      Si ripropone lo stesso schema di qualche anno fa quando i commenti erano pieni di fenomeni pronti a spiegarci che le auto elettriche non potevano funzionare per i più svariati motivi, senza contare che c’era chi quelle auto elettriche che si presumeva non funzionassero già le vendeva. Allora tutti a dire che l’energia elettrica per alimentarle non sarebbe mai bastata e bla bla bla. Tutti fenomeni abbagliati da studi prezzolati dalle case petrolifere. Ah ah ah!
      Pensi che fino a qualche anno fa nelle migliori università americane si insegnava ancora che i razzi non potevano atterrare perché il peso in più per farli atterrare avrebbe ridotto il payload al punto da renderli inutili. Stiamo parlando dei massimi esperti della materia nelle migliori università, per dire.

      • Ma perché insistere? Non c’è nessuno studio di casa petrolifera. Lei è in grado di calcolare la portata massima di un cavo in regime di funzionamento? È in grado di calcolare una caduta di tensione sulla linea?
        È evidente che un impianto dimensionato per un carico di 9 kW non può allontanarsi più di tanto da quel valore, anche se il progettista avesse ecceduto del 50% saremmo lo stesso al massimo a 14 kW.
        È questione di fisica,di sezione dei cavi, di resistenza, del tipo di posa ( aerea,interrata ecc.) di tensione e corrente. Per aumentare la potenza senza aumentare la sezione dei cavi c’è un solo modo: aumentare la tensione, come per esempio fanno sulle linee ferroviarie av dove al posto del 3kV cc si usa il 25 kV ac.
        Però poi subentra il problema dell’isolamento. E dopo le wallbox con che tensione le alimentiamo?
        E le luci spente di giorno con la linea in tensione? Montiano un crepuscolare per ogni lampione? Un comando ad onde convogliate?
        Nell’ altro articolo sul discorso di Pescara un lettore ha detto di averci lavorato e che l’impianto è stato rifatto. Se si intende mantenere la struttura intesa come pali e cavidotti ok ma i cavi sono da sostituire. E poi non è detto che dice c’è il contatore ci sia potenza disponibile per caricare tante auto insieme.
        Comunque sarei curioso di sapere come sia possibile fare un simile lavoro senza modificare l’impianto esistente, almeno imparo qualcosa

        • Allora , per fare questa applicazione bisogna aver lavorato sui quadri luci e sui quadri di regolazione di potenza. E’ tutto fattibile altrimenti non avrei ottenuto il brevetto di invenzione industriale. Il quadro luci stradale è una della macchine elettriche più vecchie ed obsoleti assieme ad un impanto di rifasamento che esiste ancora in commercio. Lavorare su questi sistemi elettrotecnici è molto semplice ed intuitivo basta avere nozioni elettrotecniche di base con una ingegneria a supporto.
          Rimango a disposizione per altre risposte.

          • Se permetti Demos, mi par di capire che molti cadano in un equivoco. La ricarica dai lampioni (o da qualsiasi altro supporto compatibile con le strade pubbliche già servite dalle rete elettrica per l’illuminazione) non ha nulla a che vedere con le colonnine pubbliche in Ac da 22 kW e tanto meno con le fast in Dc. Assolve una funzione completamente diversa che è quella di portare in strada le modalità della ricarica domestica a beneficio dei residenti che non dispongono di garage o spazio condominiale privato. Per questa funzione servono potenze anche inferiori a 3 kW, modulabili a seconda dei veicoli collegati e scalabili via via che in una strada aumenta il numero di residenti passati dalla termica all’elettrica. Residenti che oggi occupano comunque un parcheggio e domani occuperebbero sempre un parcheggio, ma dotato di una presa da cui attingere quel che si riesce nelle 10 ore di sosta notturna. Cioè quel rabbocco di 15-20 kW, 100-150 km di autonomia, necessari per il giorno successivo. E’ esattamente quello che fa chi beneficia di wallbox privata. Non so se nei Comuni italiani ci sia qualcuno in grado di capirlo. Ma ne dubito. Verifico ogni giorno che nessuno lo sa se l’auto elettrica non la possiede già.

          • @Massimo
            Ecco, grazie Massimo per aver spiegato in modo semplice e conciso quale sia il problema (o il non problema, se si preferisce).

          • Grazie Demos per la risposta. Infatti il discorso in questi termini può avere un senso: ammettiamo di riuscire ad installare anche solo 5 prese da 2 kW l’una. Si avrebbero 5 punti di ricarica a disposizione di coloro che lasciano l’auto parcheggiata per tutta la notte e in questo modo possono recuperare parecchi km di autonomia, sempre utili. L’equivoco è credere di potere installare le colonnine (quelle classiche) usando i cavi dei lampioni. Quello, concorderà con me, non è fattibile. Grazie

        • Egregio, non si usano i cavi dei lampioni ma le derivazioni che vanno fatte sui cavi di potenza della linea interrata, che come ho detto, su installazione di armature a led su una linea che portava le lampade a scarica hanno una potenza almeno doppia di utilizzo. Poi se si considera che i cavi interrati non sono mai progettati come sezione al limite dell’uso in potenza, sono abbastanza sovradimensionati e sono anche tenuti sotto terra con una temperatira di 8-10°C e quindi più caricabili in corrente.
          Un’altraprecisazione sul sistema che consente di usare i pali esistenti è che non impieghiamo nessun crepuscolare su ogni palo, ma solo il crepuscolare o orologio astronomico del sistema del quadro luci e nessuna tecnologia ad onde convogliate classiche(Power Line) ma un altro sistema molto più economico, altrimenti i costi non sarebbero ammortizzabili facilmente.

      • Comunque sul sito dell’azienda c’è questo:
        “… è un sistema semplice ed economico anche per la ricarica dei mezzi elettrici di piccola e media potenza pertanto è adatto anche per la ricarica di monopattini e scooter elettrici “Micro-Mobility”, nonché per l’alimentazione di vari servizi Smart City come telecamere, totem informativi, barriere antintrusione, fontane, passaggi pedonali, defibrillatori, e tanti altri apparati”
        Ecco fatto. Roba che consuma nulla

        • Certamente se legge soltanto la parte che sembra darle ragione.

          Però c’è la sezione dedicata alla ricarica dove ci sono scritte cose interessanti: https://www.azeco.it/wp-content/uploads/2022/08/2022-08-18-Sistema-per-la-ricarica-delle-auto-elettriche.pdf

          E, infine: “Le soluzioni sono diverse per cui si procede, come normalmente si fa, ad un sopraluogo sul posto che potrà determinare, con le opportune verifiche e misure elettriche, quale intervento effettuare.”

          Amen

          • Non leggo solo quello che mi interessa, leggo tutto. Ma da qualche giorno probabilmente io vedo un sito diverso perché leggo cose che non ho scritto io e poi qualcuno mi dice che ho capito male . Intanto si parla nel pdf del suo link di identificare UNA posizione lungo un tratto che può arrivare a più di un km per installare UNA colonnina. E ci può stare. Intanto bisogna modificare i lampioni installando quei moduli ls prime, come avevo scritto prima. Ed avranno un costo. Poi come prerequisito bisognerebbe che l’impianto fosse stato modificato da lampade a scarica con quelle a led, altrimenti le dimensioni dei cavi non saranno sufficienti durante le ore notturne, a meno che non si disabiliti la ricarica notturna, che direi sarebbe la più utile. Al punto 4) c’è scritto che si potrebbe installare UNA colonnina 2x22kW aumentando la sezione dei cavi.
            Possiamo continuare per quanto volete, le leggi fondamentali della fisica e dell’elettrotecnica rimangono quelle che ho studiato 40 anni fa e che continuo ad applicare nel lavoro di ogni giorno. Andiamo avanti, amen

          • E certo caro Ilario, le leggi della fisica non si sovvertono. Quello che critico è quella mentalità per cui bisogna vedere sempre il bicchiere completamente vuoto. Invece a volte è pieno (si può installare la presa al palo della luce introducendo i dispositivi necessari), mezzo pieno (si devono sostituire i cavi) oppure vuoto (occorre fare gli scavi e passare nuove canaline). Ma da lì a dire che una cosa non si può fare perché ci sono le leggi della fisica o perché occorre introdurre dei dispositivi di gestione della potenza (ma va? chi avrebbe mai detto che un lampione non può essere utilizzato come punto di ricarica senza fare modifiche?) ce ne passa.
            E, detto fuori dai denti, se mi dice anche che quello è il suo lavoro e invece di vederci una buona opportunità di business riesce solo a vederci complicazioni insormontabili temo che l’origine di tanto astio nei confronti di una soluzione come quella di AZeco sia il mindset con cui si approccia ai problemi, non il problema in sé.

          • Partiamo con una considerazione: tutto si può fare.
            Detto questo il mio discorso è solo uno: da quello che si potrebbe intendere da un simile discorso è che c’è un sistema facile per sfruttare gli impianti esistenti di illuminazione pubblica per installare le prese di ricarica al palo, come quella che si vede in foto. Ecco, non è così, tutti qui. Si può fare ma probabilmente per ottenere un risultato soddisfacente bisogna quanto meno cambiare le linee, al limite come ho già detto si sfruttano se possibile i cavidotti interrati ed i pali esistenti. Si faccia una domanda: perché nessuno lo fa? Qualche giorno fa ho visto installare due nuove colonnine ( eureka!) In una zona centralissima di Sanremo, assolutamente piena di lampioni. Però hanno tagliato l’asfalto e fatto passare nuove canalizzazioni fino al quadro di distribuzione stradale. Perché? Magari negli uffici tecnici sono tutti incompetenti, hanno una soluzione miracolosa a portata di mano e non la sfruttano. O forse no.
            Poi,rifletterei di un’altro problema,stavolta non tecnico: ok, installiamo le prese sul palo del lampione a bordo strada e poi che facciamo? Divieto di sosta su tutta la strada a chi non ha una bev? Ma volete veramente una rivolta popolare? Ci sono zone dove si gira un ora per trovare un buco di parcheggio libero, sarebbe una guerra civile. Io resto pienamente convinto che l’elettrico sarà la mobilità del futuro però ci vuole tempo perché il contesto si adegui, di creino le condizioni per ricariche diffuse e capillari, rapide e facili da effettuare. Tutto questo aggiunto al calo dei prezzi che dovrebbe esserci, se vogliono veramente vendere le auto dovrà prima o poi essere realtà.
            P.s. non si preoccupi per il mio lavoro che ne ho con troppo…

          • @Ilario
            Preferirei evitare di dire cosa penso della logica (o assenza di logica) con cui vengono installate le colonnine, perché farei fatica a trattenere le parolacce.
            Lei però pone un quesito molto interessante e a scanso di equivoci ci tengo a dire che quel tipo di ricariche non dovrebbe essere riservato alle sole elettriche, ma soltanto preferenziale. Soltanto i punti di ricarica standard dovrebbero essere dedicati e, cosa molto importante, prima o poi anche gli italiani dovranno in un modo o nell’altro imparare ad avere quel minimo di senso civico necessario a non fare implodere la società. Io, che sono un ottimista, credo ancora che ce la possano fare.
            P.S.: l’avevo ben capito a giudicare dai suoi commenti.

          • Rispondo subito perchè nessuno usa i pali e i cavi interrati per alimentare i sistemi a batterie. Un motivo è che preferiscono montare un nuovo POD in quanto non è il Comune che lo monta ma la società di distribuzione elettrica per cui ci guadagnano solo loro in quanto il Comune non incassa per ora nulla sulla gestione delle colonnine. Se si facessero questa domanda: noi siamo i proprietari dei pali e dei cavi interrati per cui la infrastruttura è nostra e vogliamo usare questa che è già pagata e funzionante per aggiungere questo servizio di ricarica. Sarebbe una rivoluzione nella gestione generale illuminazione + ricarica e per contro ci sarebbe anche il quesito dei carichi esogeni che non è molto complesso ma comunque andrà normato dal momento che si aggiungono carichi diversi dalla illuminazione sugli stessi cavi. Ma se non affrontiamo un problema così piccolo rispetto al business ed ai grossi vantaggi che ne deriveranno, saremmo molto stipidi.
            saluti
            AZeco S.r.l.

  2. Su questo tema ci sono enormi fraintendimenti e altrettanta ignoranza. L’impianto non può superare la sua capacità nominale.
    Un palo vecchio tipo, gestisce lampade ai vapori metallici con una media di potenza media di 300W. Un impianto con 30 pali, ha una potenza media di 9kW. Per tanto di giorno in 100-200 metri sarebbero disponibili solo 3 prese da 3 kW. Questo numero si dimezza se l’impianto è stato progettato (non convertito) a led. Di notte la potenza disponibile è zero.

    Ciò significa che gli impianti di illuminazione vanno RIFATTI. Scavi, canalizzazioni, cavi, protezioni, ecc. 2-3 impianti di questo tipo e la cabina di zona va completamente rifatta.
    Per questa ragione i comuni non si fanno avanti

    Troppe informazioni mancanti, non si possono piazzare punti di prelievo per pura volontà

    • Secondo lei un’azienda come AZeco che si occupa di illuminazione pubblica da anni non si è posta questi problemi? Il progetto comprende anche i dispositivi di adeguamento delle cabine e parte proprio dal presupposto che un aventuale necessità di adeguamento della rete non comporta nuovi scavi e nuove canalizzazioni

      • Eh Massimo, ma se risolviamo ogni problema che il caro Johnny riesce a “scovare”, di cosa si potrà occupare poi?

        • Risolvere? Non ho visto risposta alcuna che spieghi questa presunta violazione delle leggi delle fisica. Forse desidera essere lei ad illuminarci?
          Non è in discussione la capacità di AZeco, ma di chi legge male, omette o argomenta con roba che farebbe ridere uno studente al primo anno di ITIS

          Magari accettando il teorema dell’universo olografico, lei vuol proporre un cambiamento nella matrice di proiezione, al fine di cambiare qualche legge della fisica? Sarebbe uno spredo di risorse a mio parere, ma attendo il suo.

          Le raccomando prudenza nelle argomentazioni, al fine di avere un dibattito serio

          • Sì, in effetti nel sito AZeco si trovano informazioni piuttosto interessanti sulla soluzione identificata e alcuni esempi dei casi in cui è possibile evitare di sostituire i cavi, quelli in cui si devono posare nuovi cavi e quelli in cui sarà necessario procedere con nuovi scavi.
            Oltre al fatto che per la loro soluzione hanno depositato un brevetto.

          • Si, infatti. Ma Johnny vuole la pappa fatta. Troppa fatica entrare nel sito di AZeco. E da parte mia trovo più comodo cestinare i suoi interventi.

      • La prego di spiegare COME avviene l’aumento della portata dei cavi esistenti, senza violare le leggi della fisica
        Ove ciò non fosse (ovviamente!) possibile e si ritenga necessaria la posa di nuovi cavi, la prego di spiegare COME passeranno cavi con portata decuplicata (quindi enormi dimensioni), senza violare qualche altra legge della fisica sullo spazio o magari le semplici normative CEI sul rapporto canalizzazione/fascio dei cavi.

        Gli impianti non sono MAI progettati in eccesso e certamente non con eccessi x10. Quindi 9kW disponibili (3 prese in media su 100-200m) o si scava.

        Ovviamente è libero di spiegare qui di fronte a tutti, eventuali nuove leggi della fisica. Da qui il motivo COME GIà DETTO per il quale i comuni non si fanno avanti.

        • Guardi, si rivolga ad AZeco. Non ci vuole molto: nell’articolo e su Internet trova tutti i riferimenti.

          • Non si preoccupi signor Massimo. Se desidera aiuto nella comprensione del PDF AZeco, sono a sua disposizione per evidenzare la parte più interessante:

            >>>>Sarà anche possibile, qualora un quadro luci abbia ad esempio tre/quattro PARTENZE alle lampade per le rispettive strade da illuminare, dirottare tutta la potenza del quadro luci verso una unica partenza, MAGGIORANDO I CAVI INTERRATI, al fine di installare una colonnina ad esempio da 2x22KW

            AZeco afferma che su 4 partenze ci sono 11kW ciascuna, leggermente sovrastimanti rispetto ai miei 9kW di calcolo. Si ricavano 3 prese e mezzo da 3kW su una partenza (circa 30 pali in 100-200m). Il tuto come ho già affermato prima.
            Ben lontani da una presa per lampione in FULL LOAD che è IMPOSSIBILE senza scavi a meno di non farle da 300W (buone per uno smartphone)

            Se vuole sarò lieto di consigliare un decente libro di progettazione elettrotecnica, al fine di espandere la sua comprensione dell’argomento.

          • Non ho alcuna intenzione di espandere la mia conoscenza sull’argomento. Sono un giornalista e resterò tale. Indico le fonti da cui ricavo le notizie e le indico correttamente. Scriva ad Azeco e intrattenga un dialogo più costruttivo con il titolare Demos Fuochi. Addio

          • @Massimo credo che Johnny si stia divertendo a inventare requisiti non necessari al solo scopo di sparigliare le carte oppure per scarsa conoscenza delle esigenze di ricarica delle auto elettriche.
            Ritengo ciò perché scrive “lampione in full load” che vuol dire tutto e niente: se crede che full load significhi 22 kW è totalmente fuori strada, se pensa a 3 kW, non tiene conto che i sistemi di ricarica, anche quelli domestici, sono sempre in grado di ridurre la potenza o di interrompere la ricarica in modo da non superare mai la potenza totale disponibile, se necessario anche sganciando il carico, come dimostrano facilmente i molti utenti che hanno auto anche molto potenti come le Tesla e contratto domestico da 3 kW.
            L’importante è capire la differenza sostanziale delle modalità di carica principali che sono DC per l’alta velocità, AC fino a 22 kW per ricariche standard e AC in modalità lenta, che è anche e soprattutto una ricarica di opportunità.
            Tornando invece al più interessante argomento principale, ovvero perché i comuni non adottano questo tipo di soluzioni, dopo una riflessione durata un lungo weekend, ritengo che un fattore predominante potrebbe proprio essere l’ignoranza del mondo della mobilità elettrica, né mi stupirei che quando ci fosse anche l’interesse da parte di qualche funzionario, il rischio che gli uffici tecnici facciano valutazioni superficiali come quella di Johnny che portano inevitabilmente a liquidare la questione in modo troppo frettoloso non credo sia affatto remoto.
            Serve pertanto che l’informazione corretta continui a circolare e per questo una lode va sicuramente a Vaielettrico che nel suo piccolo riporta con una certa frequenza le notizie che arrivano anche dagli altri paesi.
            Concludo questo mio intervento, più lungo del previsto, con una considerazione: bisognerebbe sensibilizzare i Comuni sul fatto che un sistema di ricarica che si appoggi al sistema di illuminazione porterebbe anche la possibilità di fatturare i consumi in modo da coprire anche i costi di illuminazione: non sarebbe un vantaggio da poco visto che i bilanci dei Comuni sono spesso traballanti e ogni possibilità di alleggerimento dovrebbe essere benvenuto.

        • io non voglio cambiare i concetti della portata dei cavi. Se il quadro luci non porta la potenza che mi serve, vado su un altro quadro che magari mi permette di maggiorare i cavi trifasi( paralllelandoli di sezione uguale) oppure se il cavidotto lo permette, cambio addirittura il cavo. Tra l’altro oggi con l’imprimatur proposto da AUDI dove come ti fermi devi caricare, ci si accontenterà anche di basse potenze pur di dare energia alla batteria come molti costruttori di colonnine stanno sostenendo.

    • Ti rispondo io come Azeco in quanto mi sono inventato questo sistema perchè nel 2005 ho investito tempo e soldi nelle regolazioni statiche di potenza per regolare la tensione delle lammpade a scarica di gas per ottenere risparmi che sulle lampeda Sap che si sono attestati a 40,4% con una tensione alle lampade di 180Vca. Naturalmente come azienda abbbiamo lavorato molto anche sui quadri luci arrivando anche a potenze di fase di 200Amp ma normalmente gli impianti erano orientati mediamente da 40 a 50Kva. Per cui poter prelevare potenza dal quadro luci è fattibile ed economico. Tra l’altro parlando con Terna mi comunicarono allora che a monte dei quadri luci c’è tutta la potenza che si vuole, per cui moggiorare un quadro luci in caso di bisogno ed anche parallelare i cavi sotterranei, l’abbiamo fatto diverse volte e quindi il sistema di ricarica per stare in
      potenza può essere anche maggiorato. Questa come prima risposta ma se possimo approfonfire a voce sarei molto disposto. Demos 3371653722

  3. E’ evidente che nel tempo quasi ogni punto di parcheggio diventerà un punto di ricarica a bassa potenza, d’altra parte è meglio caricare durante il giorno mentre il fotovoltaico produce che di notte.

    • No, non è evidente. Non funziona in questo modo.
      Per avere un minimo di punti di prelievo accettabili per le elettriche, l’impianto va totalmente rifatto (scavi inclusi) e ogni tot impianti (2-3) c’è da rifare anche la cabina di zona. Anche di giorno a impianto spento, non è possibile superare la potenza nominale. Quest’ultima su una 30ina di pali (circa 100-200 metri), sarà in media di 9kW. Pochissimo.
      Questa soluzione riduce gli spazi occupati ed è anche valida sul lungo termine. Ma occorre sventrare intere città e rifare le cabine. Tempi e costi sono enormi.

      • Le cose sono due Johnny, o lei è del mestiere e sta remando contro il suo stesso interesse oppure non sa di cosa sta parlando.
        Così a occhio propenderei per la seconda possibilità.

        • Il suo futile tentativo di polemica, senza tra l’altro possedere capacità alcuna di rispondere in modo tecnico, non le sarà utile in alcun modo.
          Si faccia avanti con le sue argomentazioni tecniche e vedremo CHI conosce gli argomenti e chi farfuglia. Ha pescato la persona sbagliata, sarò MOLTO felice di dimostrarlo di fronte a tuti.
          Coraggio dunque, ARGOMENTI

    • Sssshhhh che se ti sentono i petrolhead portano i loro cani a fare i bisogni sui cavi di ricarica altrui e poi scatta una nuova paranoia …

    • Vabbè, ci metteremo le bottiglie di plastica riempite d’acqua che esposte al sole emettono un odore sgradevole ai cani.

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