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Come ricaricano a Londra, on the road

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ricarica servizio pubblico
Una Volvo in ricarica in un palo dell'illuminazione pubblica, vicino a Oxford Street.
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Come ricaricano a Londra: Roberto, un lettore, ci ha inviato alcuni scatti di una Volvo in ricarica non in una colonnina, ma in un palo dell’illuminazione pubblica.

come ricaricano a LondraCome ricaricano a Londra, vicino Oxford Street

Mi trovo a Londra da alcuni giorni e passeggiando vicino a Oxforf street ho notato questo singolare punto di ricarica riservato ai residenti... “. Roberto Zappa.
come ricaricano a Londra
Una Mini-e in ricarica presso un lampione nel quartiere di Westminster.

Risposta. In Italia se ne parla da oltre quattro anni, quando fu annunciato un progetto sperimentale di Enel X nell’illuminazione pubblica di Pescara. Ma non ci risulta che il piano sia poi decollato. Qualcosa, ma sempre a livello sperimentale, è stato fatto a Verona dalla Volkswagen. A Londra, invece, rifornire l’auto elettrica nei lampioni del centro è ormai un’abitudine consolidata, ovviamente riservata ai residenti delle strade interessate. Con operatori, come Ubricity (Shell), specializzati in questo tipo di servizio. I vantaggi sono evidenti: da un lato si usano strutture già esistenti, che vanno soltanto modificate con interventi neppure troppo costosi. Dall’altro si rende evidente la presenza di una ricarica capillare, senza dovere andare a cercare le colonnine negli spazi riservati. Quel che si chiede a chi ricarica, è ovviamente di non occupare lo spazio una volta che l’operazione è terminata, per garantire una certa rotazione.

come ricaricano a Londra
Un ex distributore Shell di Fulham, Londra, riconvertito in stazione di ricarica.

Nella capitale inglese ricarichi ovunque, anche in ex distributori

Possiamo pensare a qualcosa del genere anche in Italia? Da noi è sempre tutto più complicato. Tra le migliaia di norme, ce n’è sempre una che non consente di fare quel che altrove è ormai ordinaria amministrazione. Ma l’auto elettrica raggiungerà un buon livello di diffusione solo quando avremo ovunque occasione di ricaricare ovunque, in corrente alternata (come nel caso dei lampioni) e in continua. Londra è un enorme, congestionata metropoli che riesce a dare opportunità di rifornire dappertutto. Arrivando a riconvertire vecchi distributori, con l’installazione di decine di colonnine al posto delle pompe di benzina. Il risultato è che la quota di mercato delle auto elettriche nel Regno Unito ha superato da tempo il 10%, contro il misero 3% italiano. Anche grazie a una politica di incentivi che premia solo le auto con la spina, contrariamente a quel che avviene in Italia.

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24 COMMENTI

    • Io parlavo del costo dell’impianto. Tirare i fili e mettere quadri Ovviamente ha il suo prezzo, Ma che fa tantissimo È proprio il costo fisico di prevedere i passaggi

  1. Questa è una proposta che mi trova in pieno accordo: si utilizza il palo come supporto e i cavidotti ma, evidentemente, per portare 5,5kW ci vuole una linea dedicata, una nuova fornitura e un quadro (con elettronica di controllo e contabilizzazione) dedicato.
    Ma c’è l’innegabile vantaggio di sfruttare, almeno, un’infrastruttura fisica già presente.

    • Cosa che, credo converrà con me, abbatte di un 2/3 il costo finale. occhio e croce e pronto a sbagliarmi. (lei nella vita “gioca” coi cavi elettrici, io spesso con mattoni e cemento… direi che ci intendiamo)

  2. Non è questione di rimangiarsi: mi scuso per il tono e per la frase poco educata. E lo faccio con piena convinzione. Però, mi consenta, non basta leggere una notizia ed accettarla acriticamente per considerarsi pienamente competenti in materia. In merito al dato, ho risposto due volte perché non sapevo se era stato pubblicato (sul sito è un succedersi di pop up pubblicitari fastidiosissimi che, talvolta, rendono difficile la navigazione). Sono valori entrambi corretti, se vogliamo essere più convincenti, il secondo è riferito ad una lampada da 150 W (che non si usano quasi più ma le linee potrebbero essere dimensionate per tale potenza). Il primo valore era riferito ad una lampada a led, quindi di potenza inferiore. Ma siamo ad una distanza abissale dalla possibilità di ricarica, oltre a tutti gli altri problemi che ho evidenziato ma mi prendo del boomer e o le faccine con gli occhi coperti.

  3. Egregio Massimo Degli Esposti mi spiace ma non sa di cosa parla
    A parte che ci sono tutti gli altri punti e che le linee che immagina sovradimensionate avrebbero 40 anni almeno per chi, che dice?, avrebbero anche bisogno di essere sostitute.
    In ogni caso, le lampade più potenti erano le 250 W al mercurio ma gran parte dei nostri impianti avevano lampade al massimo da 125W.
    E glielo dice una persona che si occupa di PI da oltre vent’anni.
    Poi, volete auto convincervi che è un’ideona?
    Fate quello che volete.
    Ma fino a che mantenete il confronto su questo livello, non andiamo da nessuna parte.

    • Lei non ha letto l’articolo che ho richiamato. Riporta le valutazioni di un imprenditore che si occupa di impianti di illuminazione publbica e che ha progettato un sistema per renderli compatibili con punti di ricarica per auto elettrica.

  4. Non ci siamo
    a) un palo della luce ospita una linea che alimenta una lampada con potenza compresa tra 30 (se a led) e 150 W (se sono obsolete lampade a scarica): cosa volete caricare con queste potenze?
    b) gli impianti di Pubblica Illuminazione di giorno non sono in tensione perché vengono accesi da quadro. Ergo, per avere tensione in un palo della luce, devo essere accese tutte le altre. A meno che non siano dotate di controllo punto punto, costoso e con una diffusione limitatissima (qualche %)
    c) di notte, la potenze elettrica serve ad accendere le lampade e le stesse linee sono dimensionate a questo fine
    d) mancherebbero tutti i dispositivi di controllo, contabilizzazione e sicurezza.
    In realtà, a Londra pongono solo la presa sul palo della luce ma poi ci deve essere una linea di alimentazione dedicata collegata ad un quadro altrettanto dedicato.
    Per cui, la sinergia con le infrastrutture esistenti è molto più limitato di quanto non appaia ad un primo esame superficiale.

      • Ho letto l’articolo, certo che l’ho letto
        Idea neanche tanto originale, sono più di 10 anni che se ne parla.
        Oltretutto, la PA deve rispettare i CAM che prescrivono che l’energia utilizzata per la PI serva esclusivamente all’illuminazione e non ad altri usi.
        Ma non importa.
        Se vuole, scommettiamo e ci sentiamo tra 5 anni.

      • no, caro mio, siamo a circa 0,15A

        nb chevvodì by boomer? Sarei io? Nel caso, hai dimenticato una e.
        Sicuramente non hai letto, per ogni palo della luce abbiamo tra i 30 e i 150 W.
        Pazienza, tanta pazienza

      • no, caro mio, siamo al massimo a 0,7A
        ma proprio ad esgerare

        nb chevvodì by boomer? Sarei io? Nel caso, hai dimenticato una e.
        Sicuramente non hai letto, per ogni palo della luce abbiamo tra i 30 e i 150 W.
        Pazienza, tanta pazienza e carichi. Con taaaante pazienza

  5. Nella correzione dell’articolo, si deve essere perso un avverbio.

    La frase non è

    “Da noi è sempre tutto più complicato.”

    ma

    “Da noi è sempre tutto intenzionalmente più complicato.”

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