Nicola dalla prima ibrida, la Toyota Prius, alla Renault Zoe, che racconta qui. Unendosi ai tanti amici che hanno raccolto i’invito a condividere un bilancio del loro “2020 elettrico”. L’invito resta aperto a tutti: scrivete a info@vaielettrico.it
di Nicola Zanella
Sono sempre stato attratto dalla mobilità elettrica (sono stato uno dei primi possessori di Prius a Trento) ma nel mirino avevo solo la Tesla Model 3.Ed invece un anno fa ho comperato la mia Zoe Zen R135 / 52KwH con batterie a noleggio.
Nicola racconta la sua “scelta d’impulso”
È accaduto un po’ per impulso dopo aver utilizzato come auto sostitutiva il modello precedente. E visto (ed innamorato) in concessionaria dell’ultimo modello che ho considerato, fin da subito, molto maturo nel suo ciclo di vita ormai più che decennale. Un modello molto normale e poco “elettrico” nell’aspetto esteriore e interiore; il segno che l’elettrico era diventata la normalità. In un anno, però, complici pandemia e home working, ho percorso solo 4.000 Km che però mi sono bastati per capire il carattere dell’auto. Come tutti i possessori di auto elettrica, ne evidenzio il comfort e la facilità d’uso e di guida. È sicuramente più di un’auto cittadina per comodità, spazi e performance. E infatti, oltre all’uso casa-lavoro (circa 30 km/giorno) alla fine in famiglia (siamo in 4) l’abbiamo usata anche per gli spostamenti del fine settimana per le escursioni in montagna. A questo proposito segnalo anche la generosa capienza del bagagliaio, davvero impressionante per versatilità.
Nicola: poca preparazione tra i venditori di auto
Servirebbe un sistema per registrare le ricariche
I consumi sono la vera incognita. Incredibilmente – nel sistema di infotainment della Zoe è ASSENTE un qualsiasi sistema che permetta di registrare o mantenere lo storico delle ricariche fatte. E verificare così i consumi nel dettaglio (come c’è ad esempio nella Leaf). Di fatto non sai mai quanto hai ricaricato se non da quanto ti dice la colonnina.
Un primo bilancio? La ricomprerei, senza esitazioni
Ed è INCREDIBILE per un’auto elettrica, in cui la cui maggior preoccupazione per i nuovi acquirenti è l’autonomia, NON disporre di un controllo e monitoraggio adeguati. Voce di menù che purtroppo non è comparsa neanche nei due aggiornamenti successivi dell’infotainment. Ci sono colleghi proprietari che dicono che la ricarica comporta sempre una dispersione di energia, come se parte della “benzina” uscisse dalla pistola prima di entrare nel serbatoio. Segnalerò alla concessionaria quello che mi sembra un consumo anomalo nel “controllo annuale” (che sostituisce il tagliando e dovrebbe essere più economico) che avrò a breve. Vedremo cosa mi dicono. A parte questo aspetto, però, sono davvero soddisfatto dell’auto che ricomprerei senza esitazioni. Infine una constatazione: l’acquisto della Zoe mi ha confermato che la transizione all’elettrico porta in sé un cambio simile a quello avvenuto con il lancio degli smartphone. Non si parla più di hardware ma di software: l’auto è connessa, cambia attraverso gli aggiornamenti software (OTA). Le Case che si ostinano a considerare l’auto solo una “macchina” sono destinate all’estinzione. Come Nokia che, al lancio dell’iPhone, affermò con orgoglio: “Noi facciamo telefoni, non software”.