Home Scenari Favole a metano, la versione di Armaroli

Favole a metano, la versione di Armaroli

52

Favole a metano: è il titolo dell’editoriale che lo scienziato Nicola Armaroli pubblica nel nuovo numero della rivista Sapere (qui il link al sito). Lo riproduciamo per gentile concessione dell’Editore, visto l’interesse del tema.

favole a metano                   di Nicola Armaroli*

Al termine della Seconda guerra mondiale, l’AGIP guidata allora da Enrico Mattei iniziò a scandagliare l’Italia alla ricerca di petrolio, nella speranza di scovare un tesoro energetico. L’entusiasmo di quegli anni è ben rappresentato da una grande operazione commerciale di AGIP, che chiamò Supercortemaggiore la propria benzina, in omaggio al comune piacentino dove le ricerche petrolifere portarono qualche risultato.

favole a metano
Enrico Mattei (foto: Eni.com).

Dal sogno del petrolio italiano alla realtà delle estrazioni di gas

Il sogno durò poco. Furono scoperti diversi giacimenti lungo lo Stivale, ma si trattava di modeste “sacche”, incapaci di sostenere l’impetuoso sviluppo economico dell’epoca. Le prospettive non cambiarono con la scoperta del maggiore giacimento petrolifero dell’Europacontinentale, in Basilicata, all’inizio degli anni ’90. Col metano andò meglio. Mattei credeva nelle prospettive di quello che molti, all’epoca, consideravano solo un fastidioso intruso nelle operazioni di ricerca ed estrazione del petrolio. La produzione nazionale di gas aumentò sino al 1994, per poi crollare ai valori attuali (5% dei consumi). Dagli anni ’70 però, per far fronte alla crescente domanda, iniziarono massicce importazioni da Unione Sovietica e Olanda, e in seguito dall’Algeria. In un’Italia che si scaldava con legna e carbone, l’avvento del metano nazionale negli anni del boom economico fu certamente un progresso rilevante in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico(e non solo).

favole a metano
La copertina di “Sapere”.

Favole a metano per convincere gli italiani che fosse “pulito”

L’idea però si allargò a dismisura – anche grazie a leggendarie campagne pubblicitarie – fino a convincere erroneamente molti italiani che il metano fosse “pulito”. Il metano è un gas serra decine di volte più potente della CO2. Il pozzo di estrazione e il consumatore finale oggi distano spesso migliaia di chilometri. Lungo la catena che li connette (tubi, navi, compressori, valvole, impianti di trattamento, liquefazione e rigassificazione) il metano trova numerose vie di fuga in atmosfera. Anche la caldaia o il fornello di casa emettono metano, perché nessun bruciatore al mondo consuma tutto il gas in ingresso. Durante una campagna di misura con telecamere a infrarossi, ho visto coi miei occhi che un grande impianto di trattamento e stoccaggio di metano italiano è un colabrodo: fuoriesce metano ovunque.

Il problema delle perdite e delle emissioni in atmosfera

A livello mondiale, la stima delle perdite di metano nell’industria energetica ammonta a 140 miliardi di metri cubi, ovvero più della somma dei consumi di Italia e Germania. Parte deriva dal cosiddetto venting, cioè il rilascio deliberato di metano in atmosfera, ad esempio nei giacimenti di carbone “spurgati” dal famigerato grisù, minaccia mortale per le attività di estrazione. Negli ultimi vent’anni, negli Stati Uniti, il boom dell’estrazione di metano con il fracking ha aumentato a dismisura le emissioni in atmosfera. È un disastro ambientale di cui siamo corresponsabili, dato che oggi questo gas è importato anche in Italia. La filiera mondiale del gas impatta negativamente anche sulla qualità dell’aria. Il metano è precursore di ozono nei bassi strati dell’atmosfera, un veleno che solo in Italia causa oltre 5.000 morti premature l’anno.

Favole a metano: che cosa accade quando brucia

Si stima che nel mondo vengano bruciati annualmente 130 miliardi di metri cubi di metano presso i pozzi petroliferi (flaring), in assenza delle infrastrutture per renderlo fruibile. A dispetto della già evocata convinzione popolare, il metano non è pulito neanche quando brucia: genera polveri ultrafini, formaldeide, ossidi di azoto. Questi ultimi sono i principali precursori di PM2,5 di origine secondaria osservati nei picchi invernali di inquinamento in Pianura Padana. Nelle legislazioni ambientali più avanzate, i fornelli a gas in cucina vengono progressivamente vietati per tutelare la salute umana. Una volta sentii un collega affermare che le centrali termoelettriche a metano in Pianura Padana pulivano l’aria, perché i fumi delle ciminiere erano più puliti dell’aria in ingresso. Il metano ci ha portato benessere e continueremo a usarlo per diversi anni – ma sempre meno – nel corso della transizione. Però adesso basta favole: raccontiamola tutta sul suo impatto su clima, ambiente e salute. E bonifichiamo le perdite.

*Nicola Armaroli,direttore di Sapere dal 2014, è dirigente di ricerca del CNR e membro della Accademia Nazionale delle Scienze (detta dei 40).

Apri commenti

52 COMMENTI

    • Caro Franco … volente o nolente .. se vogliamo sopravvivere noi ed il resto della flora e fauna di questo pianeta … vanno abbandonate tutte le fonti fossili
      con la maggior rapidità possibile (visto l’enorme tempo perso ed i pochi anni ancora disponibili per evitar peggiori disastri di quelli che già ci toccano adesso ed in futuro prossimo).
      Se non vuole partecipare anche lei alla “lotteria dell’estinzione” … trovi e provi le soluzioni alla sua portata per ridurre l’impatto climatico della sua famiglia… Grazie fin d’ora per tutto ciò che riuscirà a fare..

  1. Il carissimo professor Armaroli vede la questione dal punto di vista del chimico (e giustamente, ci mancherebbe…) e focalizza il suo discorso sul problema delle perdite e, se vogliamo in misura minore, su quello dei residui da combustione.
    Dicendo cose peraltro verissime, sia chiaro.

    Ma nello specifico dell’argomento, il suo è un punto di vista (rispettabilissimo, sacrosanto) che in quanto tale è per forza di cose “parziale”.

    Per esempio, se parliamo di “perdite” un ingegnere potrebbe dire a grandi linee “bene, eliminiamo le perdite”.
    Con un’iperbole mia, Armaroli (giustamente e rispettabilmente) invece risolve la cosa dicendo “eliminiamo il metano”.
    E ci sta, niente metano, niente perdite.

    Però come giustamente dice, il metano per almeno qualche decennio ancora ci farà comodo. E magari anche dopo, magari in misura relativamente minima quando le rinnovabili dovessero avere dei buchi di produzione.
    Si, ok, la transizione… ma che facciamo in un “frattempo” che in realtà si fa fatica a capire esattamente quanto sarà lungo?
    Quindi voto per “aboliamo le perdite”.
    E intanto procediamo anche con rinnovabili e quant’altro.

    Insomma, la bacchetta magica non ce l’ha nessuno.
    Ma il suo discorso, dal punto di vista del chimico, non fa una piega.

    • sottoscrivo,
      cioè si va per priorità, ora che in europa abbiamo risolto alte urgenze:
      > quasi tolto il carbone ( emissioni 700 gr co2 al KWh)
      > quasi tolto la lignite ( emissioni 900 gr Co2 al KWh)
      iniziamo a quantificare e magari ridurre anche le emissioni fugitive del metano che fanno “ballare” la stima del suo fattore emissivo (300 gr senza perdite e se bruciato in centrale a ciclo combinato, oppure 400-500-600 gr Co2 equivalenti se con poche o tante perdite)

      fermo restando che per altri 12-20 anni almeno, in italia del metano nel mix di generazione elettrica ne avremo bisogno, anche se in quote che si riducono ogni anno

      PS: i dati inziali 2024 italiani mostrano un aumento delle rinnovabili anche in italia, finalmente potremo gratificarci anche noi, vedendo dei risultati

      la settimana scorsa ha fatto molto meglio della stessa nel 2023, perchè abbiamo usato, possiamo iniziare a vantarci un poco?
      – 50% energia rinnovabile
      – 30% energia termoelettrica (metano)
      – 20% energia importata (misto di idroelettrico e nuclear)

      nella stessa settimana, l’europa ha fatto anche meglio e ci può essere di ispirazione: 60% rinn.+ 20% term.+ 20% nucl.

      il nostro mix di rinnovabili attuale e futuro è variegato, non sono FT:
      – idroelettrico e pompaggi ( 5 TWh capacità accumulo Italia e 10 TWh Svizzera, la quale già oggi copre un 10-11% del nostro fabbisogno, come una 21esima regione italiana diciamo)
      – eolico su terra
      – fotovoltaico utility e domestico
      – alcune quote di bioenergie e geotermico
      – eolico su mare in arrivo, probabilmente in quantità elevate

      leggendo le simulazioni di ASPO sui mix rinnovabili (in cui all’epoca non avevano incluso l’eolico su mare) e quelle di TERNA, per quel che ci capisco non vedo problemi ad arrivare al 90% di rinnovabili con un 10% di back-up a metano, opzione pratica ed economica, già usata da altri Paesi

      la questione sarà in quanti anni arrivarci ( 12 oppure 20 ) e con un occhio alle manovre distorsive lobbistiche che remino in direzione diversa, ai bandi e appalti su vecchie filiere, e in generale da noi a causa di mancanza di trasparenza o concorrenza viene un pò tutto fatto pagare di più, persino le rinnovabili (che comunque partono da una base più bassa)

      quel 10% di back-up a metano, potrebbe poi anche sparire se saranno vinte velocemente altre scomessse già avviate:
      – potenziamento idroelettrico
      – potenziamento reti di scambi di energia tra Stati
      – autoconsumo ed accumuli a batteria distribuiti
      – idrogeno verde come back-up (l’opzione preferita dalla filiera industriale)
      – quantità crescenti di batterie di rete

      • ho idea che riusciremo a migliorare in Italia quando saranno operative le nuove dorsali Terna in fase di realizzazione … altrimenti saremo sempre il paese diviso in due … dove però il sud potrebbe generare tantissima energia FER … che attualmente ha un uso prevalentemente a nord….

  2. Insomma , il metano inquina , le stufe a pellets pure idem quelle a legna (con le quali ci si è scaldati per millenni !! ) . La benzina e il gasolio devono sparire nel giro di pochi anni . I verdi non vogliono le pale eoliche perchè rovinano l’ ambiente , i pannelli fv nei campi non si possono mettere perchè tolgono spazio all’ agricoltura …..
    Nel frattempo i viaggi aerei aumentano di anno in anno bruciando tonnellate di cherosene e in giro per mari girano migliaia di navi che bruciano olio combustibile . Le centrali nucleari nessuno le vuole perchè creano tonnellate di scorie radioattive pericolose per centinaia di anni . Però l’ europa ci vuole obbligare a comprare auto a batteria non sapendo che sarà impossibile caricare tutte ste auto con le attuali centrali elettriche ….( caricare 50 kw per ogni auto ogni 350 km percorsi per 39 milioni di autovetture , che è l’ attuale parco circolante solamente in italia la vedo una mission impossibile ….. ) chi vivrà vedrà . Dimenticavo : non tutti sono fortunati come l’ autore dell’ articolo ad avere una villetta con impianto fw con batterie tampone , la maggior parte delle persone vive nei condomini e talvolta pure senza box auto. Il reddito pro capite nel nostro paese al momento non permette l’ acquisto di auto elettriche che hanno prezzi esorbitanti . Questa che piaccia o no è la triste realtà facciamocene una ragione . A bruxelles vivono fuori dalla realtà .

    • quindi, siccome gli stipendi sono bassi
      allora affossiamo il Green Deal e ce ne infischiamo del cambiamento climatico?
      c’è un’altra realtà, molto pragmaticamente, che si può prendere in considerazione:
      aumentare gli stipendi.
      il CEO di Stellantis ieri si è visto aumentare il suo del 55%: stipendio di 1000 operai.
      invece Henry Ford, a suo tempo, alzava lo stipendio agli operai così gli operai compravano la macchina che vendeva lui, e i soldi tornavano da dove erano usciti (semplifico, ovviamente).

      quindi la stessa realtà non ha solo sfaccettature diverse, ma può essere vista da punti di vista diversi. pragmaticamente.

      e quindi: a quando scioperi SERI (non di venerdì, per capirci…) per ottenere stipendi SERI?
      a quando la rivolta silenziosa ma netta dei lettori rispetto ai giornali che continuano a pubblicare notizie di assenza di manovalanza, per la stagione estiva per esempio, dando la colpa alla mancanza di voglia di lavorare o a redditi di cittadinanza che nulla hanno a che fare con la questione?
      di fronte a certi giornali, a certi imprenditori, a certo modo di sfruttare.

      abbiamo un’arma molto potente tra le mani, in questo periodo:
      “capo, aumentami lo stipendio”
      “fottiti, fuori c’è la fila”
      “sì, capo…ma di altri imprenditori che han bisogno di me”
      “….uh…”
      “..eh, capo: non te ne eri accorto vero?”

  3. Mi pare che Armaroli, oltre a evidenziare che comunque il metano è un gas serra e la sua combustione inquina (questo si sapeva già e in ogni caso esistono combustibili ben più impattanti), abbia soprattutto stigmatizzato dei comportamenti e sottolineato “pratiche” che portano ad un inquinamento ben maggiore proprio nel momento in cui il metano non viene usato come combustibile ma liberato nell’aria. Ecco, forse ci si dovrebbe prima di tutto concentrare sulla bonifica di questi comportamenti.

    • e la vera tragedia è che oltre alle emissioni in atmosfera per cause umane vanno sommate quelle enormi (sempre da noi causate !) “naturali” ed incontrollabili, per lo scioglimento dei ghiacci perenni … sia dai poli che p.es. dalla Tundra siberiana: stanno “volando” quotidianamente in atmosfera immani quantità di metano… che contribuiscono all’aggravamento ed accelerazione del surriscaldamento…
      ecco perché dobbiamo fare rapidamente tutto il possibile per ridurre o eliminare almeno la parte da noi direttamente causata…

    • Be’ il pianeta è sovrappopolato e quindi quale modo migliore di sfoltire gli esuberi che farli suicidare lentamente mentre si cucinano il pranzo?

  4. Non sono d’accordo, anche se ciò che ha esposto Armaroli è vero, non si può decontestualizzare l’ambito di applicazione del metano e quello che negli anni è andato ad affiancare e anche rimpiazzare: carbone, kerosene , benzina, gasolio .

    Tutti prodotti fossili che hanno un impatto ambientale decisamente superiore al metano.

    Ad esempio l’uso in autotrazione ha un vantaggio tangibile sulle emissioni di CO2 rispetto alla benzina , e tuttavia l’espansione delle vetture a metano è stata sempre osteggiata, un po come succede oggi con le BEV.

    La combustione del metano ( CH4 ) se eseguita correttamente, è intrinsecamente pulita. L’atomo di carbonio si lega a due atomi di ossigeno producendo una molecola di CO2 e i quattro atomi di idrogeno si legano a due atomi di ossigeno , producendo due molecole di acqua ( 2 H20 )

    Il GWP del metano è 25 , significa che se liberato in atmosfera, ha un potenziale di effetto serra 25 volte maggiore della CO2 che appunto vale 1 ed è il valore di riferimento.

    Il GWP del R134a , il gas dei condizionatori delle vetture ( sostituito da diverso tempo dal R1234yf ) è di 1430 . Quindi di gas con un potenziale di effetto serra elevato ce ne sono di molto peggiori e tuttora vengono utilizzati su larga scala.

    Insomma, il metano non va santificato per carità, ma neanche demonizzato. Ad oggi mi sembra ancora un compromesso accettabile rispetto a tanti altri idrocarburi, dopodiché ormai questo pianeta l’abbiamo bello che distrutto e non dimentichiamoci dei paesi poveri , che brucerebbero anche pneumatici usati se necessario. Possiamo fare i virtuosi quanto vogliamo, ma non penso che cambierà molto le carte in tavola, purtroppo.

    • Buongiorno Stefano, grazie per gli spunti, anche di natura storica; faccio alcune osservazioni per rimettere quello che è secondo me il contesto, insomma ad oggi

      l’effetto sulla Co2 è cumulativo: ogni riduzione delle emissioni comporta un beneficio proporzionale alla riduzione, indipendentemente da cosa farà il Paese vicino; se una nazione evita 10 miliardi di tonnellate di Co2, il riscaldamento climatico sarà una frazione di grado in meno, e così saranno minori i danni correlati; personalmente trovo questo più gratificante; e poi ci sono anche ragioni economiche per ridurre l’uso dei fossili quando possibile

      >> quanto al contesto per il metano:
      immagino sei del settore e sai che il suo GWP è ancora più alto di 25 se consideri un periodo più breve di 100 anni, e che le quantità in gioco sono molto superiori a quelle dei gas refrigeranti come R134a, peraltro già bandito in molti Stati del mondo come accennavi

      – se consideri una centrale termoelettrica a ciclo combinato (alta efficenza), il fattore emissivo teorico è basso, mi pare sui 300 gr di Co2 al kwh

      – però i vari studi/calcolatori di emissione di solito conteggiano circa 400 gr di Co2 al kwh, per considerare anche la filiera e le emissioni fugitive e centrali meno efficenti

      – se ho capito bene, oggi ci sono dubbi che questa correzione sia scarsa, a causa delle emissioni fugitive sottostimate, e che il fattore emissivo sarebbe più vicino a 500 gr di Co2 al kwh

      che è sempre meglio dei 700 gr del carbone, o dei 900 gr delle ligniti, però rimette in discussione le decisioni strategiche su costi/beneficio, cioè la velocità con cui si possono fare o meno investimenti per spostarsi progressiamente in un mix con più rinnovabili e sempre meno termoelettrico

      >> sulla fiamma pulita e in particolare sui fornelli:
      capisco è molto meglio di tanti altri combustibili, in passato era la scelta migliore, dopodiché nei casi reali non brucia comunque in modo perfetto, nel caso dei fornelli genera polveri sottili e Nox direttamente dentro le abitazioni, non ci avevamo mai pensato per l’abitudine ad avere i fornelli a gas; secondo degli studi (c’è un articolo fatto bene sul Post), l’effetto nocivo magari sarà poco ma è misurabile statisticamente, chi usa fornelli elettrici ha meno marcatori di infiammazione del sangue, in modo analogo all’esposizione al traffico veicolare; è utile diffondere l’informazione, poi una volta informato ognuno deciderà se tenersi i fornelli a gas o passare all’elettrico

    • Stefano … ti ricordi cosa diceva Totò ? ” E’ la somma che fa il totale! ”

      già ci sono le emissioni incontrollabili (causate da noi ) ma da fonti naturali.. se ci sommiamo tutte quelle “controllabili” (non importa se una prevalente sull’altra): l’ “arrosto” (del pianeta… e dei suoi abitanti) è servito …

      (e questa rovente e siccitosa estate in arrivo vediamo di non pretendere aria condizionata a 25 gradi se fuori ce ne saranno 35 … e spengiamo le auto in fila ai semafori, tenendo i finestrini aperti in città … e non mi venite a dire – pardon! scrivere- che l’aria è cattiva … perché con le ICE la stiamo creando proprio noi).

  5. Giusto, ma io direi proprio di vietare il metano nella sola Europa già dal 2025! Poi il resto del mondo continuerà ad usarlo ma vuoi mettere la nostra devozione green.
    Ecco, arrivati ad un certo punto uno si deve chiedere come gira il meccanismo e cosa deve essere razionale, giusto ed attuabile per la salvaguardia del pianeta ma anche del nostro quotidiano.
    Facciamolo, dal 2025 niente metano, si chiude! Quindi scaldabagni, forni e piani cottura tutto elettrico.
    Ritorniamo in una sorta di modalità pandemia dove quella leggera aria di montagna accarezzava la torre Unicredit a Milano.
    Gli allevamenti, chiusi… inquinano. Tutti vegetariani certo poi c’è il glifosato, i concimi chimici e altri antiparassitari però puoi dire che sei Vegan e semmai ti converti al BIO, tutto da vedere, così sei vicino alla beatificazione.
    E poi le acciaierie, i cementifici le concerie insomma tutta l’industria deve essere rigorosamente green, l’Europa il nuovo polmone del mondo e se un paio di mutande costerà 50 euro perché di un filato di canapa bio che solo Cucinnelli ti può regalare, va bene così!
    Metteremo anche de retrofit nel sedere perché qualora dovessi lasciarti andare a qualche “aria” di troppo sarà comunque ecosostenibile.
    Ora, il fatto che ci debba essere un’inversione di tendenza deve essere chiaro a tutti, ci sono cose inenarrabili sparse per il mondo e bisogna tracciare una linea ma pretendere di cambiare in 10 anni 80 anni di sviluppo globale e che sia l’Europa in primis allungando sempre di più una lista di cosa non si può fare è follia utopistica, è questo il problema.
    O la transizione si fa avendo chiaro che ti devi portare dietro tutti e non chi se la può permettere la fa e chi non può rimane fuori, se si vuole dare un’impronta giacobina la UE è libera di farlo ma pagandone poi tutte le conseguenze, ne può dare obiettivi senza preoccuparsi delle realtà di attuazione e dei costi nel raggiungerle.
    Di unito questa Europa ha sempre meno se non gli interessi di qualcuno.

  6. Che le perdite vadano bonificate non c’è dubbio, ma le stime delle perdite dirette non le confonderei con i metanici globali che comprendono anche gli allevamenti e sono enormemente maggiori.
    Il vero problema delle perdite è quello di farle eliminare a Paesi a cui non interessa nulla dell’ecologia e che emettono ordini di grandezza in più del metano in termini di inquinanti e di climalteranti con altre forme energetiche. Il nostro metano emette davvero poco ed è il migliore dei mondi possibili in termini di energia on demand. Le rinnovabili sono essenziali, ma con un assetto basato sul fotovoltaico siamo in difficoltà notevole rispetto ad altri paesi. Prendersela con i fornelli e le caldaie mi sembra eccessivo. È tra I gas più puliti da ossidare e se dopato con idrogeno (basta un 2% in volume) brucia in modo totale e senza ricombinazioni che portano agli aromatici policiclici (via pirolitica che conduce a composti acetilenici e microfuliggine). Senza metano la transizione sarebbe davvero ardua, e a mio parere impossibile. Qualcuno ci dica come fare uno storage stagionale della sovrapproduzione estiva… E poiché qualcuno tra gli elettrochimici ogni tanto mi parla di batterie anche in questi casi, vorrei chiedergli se si è mai fatto un conto onesto sulle emissioni complessive e sui costi trattandosi di un impiego oligociclico. Anche perché se non è alla portata della tasca italica e mondiale, alla fine non se ne fa nulla.
    Please, non con i dati oltre muraglia relativamente alle batterie…
    Saluti

    • Abbiamo uno scienziato che ci mette la faccia ( Armaroli ) che spiega, e poi abbiamo un Piero qualunque che sostiene l’opposto.
      Chissà chi avrà ragione?

      • Athos, prima di giocare a fare il moschettiere, studia un po’..
        Che così alla fine non fai brutte figure

          • Perché avendo entrambi studiato abbiamo due diverse visioni del problema. La mia è basata sulla sostenibilità dell’assetto energetico (economica ed emissiva) ed è condivisa, a giudicare dai commenti, da una parte significativa di chi partecipa al forum (vedi commenti dietro…) , nonché da chi decide certe cose in Italia ed in Europa. Nessuno si sogna di abbandonare il metano in Europa (tanto idrogeno e poco carbonio!) essendo essenziale per la transizione e chi lo dichiara è perché ha il nucleare….

            Piuttosto la frase “studia Armaroli!” l’ho sentita tante volte da molti colleghi universitari quando pubblicamente il nostro ha paragonato l’Italia (e la sua struttura industriale ed energetica) ad un paese del centro america che, oltre ad avere 300 giorni di sole all’anno, non produce un bel niente… Oppure quando, parlando della sua casa ad impatto zero (secondo lui) non ha fatto l’ LCA degli impianti né tantomeno l’analisi economica CAPITALIZZATA di convenienza.
            Se fosse oro colato ciò che dice saremmo tutti d’accordo e lo faremmo subito.
            Non mi sembra sia così.

          • Presuntuosetto, signor Piero (cognome e titoli accademici, questi sconosciuti). Forse è anche lei uno del 40 membri dell’Accademia Nazionale delle Scienze, come i professor Armaroli?

          • Basta così, non insista. Altrimenti tiri fuori il nome e le sue credenziali.

      • Non sostiene affatto il contrario, ma spiega invece altre cose e fa il paragone con altri combustibili.
        E’ una materia comunque molto complessa, su cui si leggono e si sentono diverse versioni tra gli stessi scienziati, che talvolta vanno pure a smentirsi tra di loro.
        La favola a cui si riferisce Armaroli è una favola stravecchia, negli ultimi 20 anni non sento più da nessuno, nemmeno dalla gente comune, parlare di metano come combustibile pulito. Al contrario sento sempre più gente invece parlare del diesel come carburante poco inquinante.
        Armaroli incredibilmente, da uno che dovrebbe essere esperto nel settore e studioso in materia, non fa un minimo accenno delle emissioni naturali di metano e di altri gas provenienti dal sottosuolo della Terra, che quello si va a produrre ozono in grande quantità, non paragonabile nemmeno lontanamente a quello rilasciato dalla tecnologia umana per sfruttare il metano. Anzi probabilmente prelevando il metano dal sottosuolo per poi appunto alla fine del ciclo essere bruciato, logicamente si può pensare che ci saranno a quel punto meno emissioni di metano nell’aria.
        Idem per l’effetto serra che dipende da molti fattori naturali e praticamente in proporzioni quasi nulla dalle perdite di metano da parte della tecnologia umana, meno ancora per quanto riguarda il metano bruciato.
        Ad Armaroli poi proporrei una vera e concreta prova semplicissima sperimentale. Si chiuda dentro una stanza con un tubo che emette gas di scarico di combustione del diesel anche per soltanto 10 minuti e poi se sopravvive e quando si è ristabilito completamente si chiuda dentro una stanza con un tubo con emissione di gas di scarico da combustione di metano. Vediamo poi se da parte sua è il caso magari di scrivere qualcosa in più riguardante le emissioni dei motori diesel, rispetto invece all’utilizzo del metano da parte dell’uomo.
        Le malattie respiratorie e le morti per problemi respiratori degli esseri umani sono in gran aumento guarda caso proprio con la diffusione dei motori diesel, in merito ci sono i dati del SSNN che dimostrano in modo palese il tutto.

        • Il prelievo di metano che facciamo dal sottosuolo, avviene in genere a grande profondità quindi non verrebbe comunque rilasciato in atmosfera.

      • Direi una risposta degno di un genio della tastiera che al posto di argomentare quanto scritto fa raffronti con battutine diversamente intelligenti, allora genio dimmi a cosa sono alimentate in gran parte le centrali elettriche italiane? Con l’idroelettrico o con l’eolico? No col disprezzatisdimo metano senza il quale le vostre ecologissime auto andrebbero a carbonella.

        • Domanda: il pianeta Terra e la sua biosfera funzionano – da centinaia di milioni di anni, non da un secolo – a sole, o a metano?

        • mi spiace metterti in imbarazzo, ma forse sei tu poco aggiornato, il grosso anche da noi ormai va a rinnovabili;

          questa è settimana scorsa italiana (controlla che sia attivata nel grafico la voce “commercio trans-frontaliero”):
          https://www.energy-charts.info/charts/energy_pie/chart.htm?l=it&c=IT&week=15

          50% rinnovabili
          30% termoelettrico
          20% idroelettrico Svizzero e nucl Francese

          se prendi la media sui primi 3 mesi INVERNALI del 2024 è uguale:
          https://www.energy-charts.info/charts/energy_pie/chart.htm?l=it&c=IT&interval=quarter

          negli stessi periodi in europa in media:
          60% rinn
          20% term
          20% nucl

          in acuni Paesi girano già a 100% rinnovabili, già ora, senza batterie o idrogeno verde

          nessuno dice di chiudere domani i rubinetti del metano, ma di darsi una mossa a usarne meno, e c’è anche da risparmiare

          • ho sbagliato il 2° link, alla media Genn-Febb-Marzo Italia, nel trimestre invernale il termoelettrico ha fatto circa 42% del nostro mix, non 30%

            resta che il termoelettrico non è più la quota maggiore neppure in inverno, vedremo i dati sul primo semestre se sono in media con i dati di settimana scorsa, e poi su base annua

    • intanto però se si mette a casa il fornello a induzione (vero… costa 300€ anziché i 100€ del 4 fuochi) ha una cucina molto, molto più fresca in estate…
      poi risparmia tanto, tanto tempo a preparare i cibi .. e con la grande precisione della temperatura.
      Dati i rapidissimi tempi di riscaldamento e cottura anche il consumo kW è irrisorio… magari in certi casi sarebbe necessario aumentare il contatore …
      ma un piccolo sacrificio per il bene proprio e del pianeta proprio non lo vogliamo considerare?

      Per non parlare poi della maggior sicurezza.. in caso di fuoriuscite involontarie di liquidi… o le persone anziane che non sentono l’odore di gas .. o quelle che non fanno periodicamente cambiare i tubi gas in cucina – che hanno una “scadenza”.. ed ogni tanto qualche casa “fa il botto”)… quella proprio non ha prezzo!

      “Ci pensi … non mi dica subito di si” (cit. Cesare Cadeo)…

      Saluti e comunque grazie per le sue preziose informazioni, dott. Piero

  7. Quindi dobbiamo passare al nucleare, quello si che è strapulito.. crea problemi di scorie per decine di migliaia di anni però avremo tutta l’energia necessaria per le ns macchine elettriche giusto?
    Mi domando chi sia che deve veramente aprire gli occhi. Sarebbe come dire: aboliamo gli acquedotti perché non sono ecologici e hanno perdite lungo la rete che hanno dell incredibile. Forse i veri ragionamenti, da farsi con i piedi per terra, stanno nel mezzo e non nelle soluzioni estreme, sempre sbagliate, ovvero quali sono le azioni da intraprendere per arrivare al target finale? Eliminare le perdite di gas sicuro, non sprecarlo bruciandolo perché piu semplice in certe situazioni sicuramente e per ultima cosa, ma forse è la piu importante, smettere di volare e mantenere i piedi fissi a terra per non perdere il senso della realtà. Mi sembra che l’articolo lo mostri chiaramente, altri commenti no.

    • Assolutamente no… Rinnovabili a tutta forza! Ma scagliarsi contro quello che fa meno danni mi sembra ridicolo, anche perché non ci sono alternative. La sicurezza energetica di un paese è essenziale per la propria sussistenza. Con un rapporto di energia 3:1 tra estate ed inverno (al centro /sud!), puntare tutto sul fotovoltaico significa o sovradimensionare il sistema in modo folle (andatelo a produrre il fabbisogno italiano di circa 1 TWh al giorno in inverno, figuriamoci con il maltempo…) che poi diventano inutilizzati d’estate (facendo schizzare la CO2 specifica per kWh) oppure utilizzare sistemi di storage immensi dell’ordine delle decine di TWh (scordarsi quelli elettrochimici…). Ma qualcuno ha mai fatto dei conti di worst case? E quelli economici? E quelli di emissione specifica di CO2? No, non mi sembra perché quello che solitamente leggo anche da illustri colleghi sono semplici divisioni lineari rispetto alle potenze nominali.

      Per cui RINNOVABILI AL MASSIMO, ma senza privarci dell’unico alleato di produzione programmabile.
      Non ci facciamo del male inutile, non ne abbiamo bisogno.
      Saluti.

        • Bhe certo se fossero solo le auto elettriche che aumentano (lentamente) avremmo un aumento dei consumi contenuto che le fonti rinnovabili (ovviamente i cinesi ringraziano) riuscirebbero a sopperire, peccato che nel contempo aumenteranno, come da aspettativa di Armaroli, anche pompe di calore, fornelli elettrici, climatizzatori ecc ecc che anche questi dovrebbero essere alimentate a energia elettrica, bene immaginiamo che i sogni di Armarli si avverano… niente più metano … con cosa la produciamo questa energia è poi con che reti la distribuiamo (dato che quelle attuali sicuramente sono insufgicenti) chi c’è lì metti tutti quei soldi di investimento. Lo stato? (che già ora dovrà aumentare le tasse per star dietro alle regole di bilancio europee senza far alcun investimento? Le società energetiche che già ora alzano le tariffe alle (poche) colonnine per rientrare in tempi non biblici dagli “ingenti” investimenti ….o come al solito Pantalone…
          Ovvero tutti noi?

          • I climatizzatori aumenteranno? E perchè mai? Forse perchè sta aumentando la temperatura terrestre? E perchè sta aumentando….?

            antonio, possibile che non ci arriviate? Il concetto di efficienza è la chiave. Se una PdC usata male ha un rendimento più che doppio rispetto ad una caldaia a metano, così come una piastra ad induzione lo ha più che doppio rispetto ad un fornello a gas, se alimenti quella PdC e quella piastra con anche energia prodotta al 100% usando lo stesso identico metano che avresti bruciato in modo diretto, hai comunque risparmiato. Esattamente per lo stesso motivo, se per assurdo si prendessero i 79 miliardi di litri di carburante che si bruciano ogni anno nei motori ICE e li si usasse per fare andare una termoelettrica con cui alimentare 40 milioni di veicoli BEV, si risparmierebbe carburante!!
            Quindi “i soldi” sono sempre quelli, solo usati MEGLIO.
            L’Italia compra ogni anno 80 miliardi di petrolio dall’estero, OGNI ANNO, quando una pala eolica o un pannello fotovoltaico durano 30/40 anni e li compri UNA VOLTA.
            80miliardi x 30anni fanno 2400 MILIARDI, più del PIL annuale, che va in fumo… (e particolato, NOX, CO2 etc….)
            Forza, usate internet attivamente e anche la calcolatrice!

      • Il sole splende 24h su 24.

        Siamo noi umani che siamo “scarsi” nel raccoglierlo.

        Il sole dovrebbe “spegnersi” tra circa cinque miliardi di anni.

        • -Il sole splende 24h-

          Quindi non è una brutta idea cercare casa dalle parti di Viale Monterosa, meglio se vicino al 91.

          • Chissà quanti, a parte ovviamente Massimo, la capiranno. Sembra che Google sia riservato a pochi eletti.

  8. ….ambientalismo da sfasciacarrozze!
    Tra un po’ Armaroli dirà che anche respirare inquina.
    Io invece sono convinto che OGGI il metano rappresenti il miglior compromesso tra le esigenze di mobilità e la salvaguardia dell’ambiente, visto che la mobilità elettrica è appannaggio di poche persone abbienti che amano trastullarsi con 15/20 app per fare una passeggiata in macchina la domenica o ricaricare il loro trabiccolo alle colonnine.

    • chi, potendo, migliora l’aria … diminuendo inquinanti.. migliora anche la sua…

      si rallegri ogni volta che vede una BEV davanti a se … potrà sicuramente respirare meglio che stando dietro al riccone con la Porsche termica od il SUV a gasolio …

      se poi, a forza di “fanatici green” , i prezzi delle auto elettriche diventeranno normali ed anche alla sua portata ..ringrazierà ulteriormente..
      (è già successo con TV, Smartphone e PC .. da cui scrive questo suo commento; nel 1982 i PC erano per pochi che avevano un ufficio e si potevano permettere spese di diversi milioni di lire… cerchi quanto costava all’epoca p.es un Olivetti M20 .. vera gloria nazionale!)

  9. E poi scrivete che certa gente non vuole proprio sentire certe cose.. Mi sembra che voi facciate il contrario. Le argomentazioni di armaroli non fanno che demonizzare il metano come se si potesse eliminarlo dalla tavola periodica. Il metano esiste che piaccia o no ad armaroli. Così come le emissioni di metano in atmosfera causate da ogni pertugio nella superficie terrestre, che lo vogliamo o no. Quindi non dipende dal nostro consumo e il metano, che piaccia o no ad armaroli, i paesi poveri continueranno ad estrarlo all’infinito perché costa di meno delle rinnovabili. Quindi tanto vale utilizzarlo. E non sarà certo armaroli, con nessun dato numerico, che possa confutare il fatto che il metano sia più pulito di benzina e Gasolio, che, mi dispiace per lui, continueranno ad essere utilizzati in tutto il mondo. Quindi se uno volesse veramente essere ambientalista è non propugnatore di miti ed ideologie non praticabili e false, tanto vale utilizzarlo.da quando ero bambino vedevo la 127 di mio zio che andava a metano consumando pochi euro per fare centinaia di kilometri.e questo armaroli non lo potrà mai confutare. E si guardasse i filmati sull’estrazione di niche cobalto e litio invece, dove prima c’erano foreste tropicali. Quello si che fa male al mondo. Ma questo ovviamente non lo volete sentire

    • perdonami un correzione a mio parere: le rinnovabili sono più economiche del metano da almeno 7 anni, e ormai anche più facili da installare nei paesi poveri

      Guarda tu stesso una settimana dei prezzi del nostro PUN:
      https://www.energy-charts.info/charts/price_spot_market/chart.htm?l=it&c=IT&week=15&legendItems=001101111111110

      nel nostro tracciato orario del PUN italiano, quando sono attive più centrali termoelettriche e determinano il prezzo marginale di aquisto dell’energia, in quel momento in PUN sale tra 12 e 18 cents a kwh, mentre quando prevalgono le rinnovabili il costo scende tra 1 e 4 cents, che è circa il range di costo del kwh da rinnovabili nelle installazioni di grandi taglia

      il costo del metano che leggiamo sui giornali sui mercati di scambio varia seconda della stagione e delle tensioni internazionali, nei momenti tranquilli si avvicina ai prezzi delle rinnovabili, ma penso è riferito all’uso per scaldarsi direttamente, uso termico nelle caldaie o nell’industria, dove si sfruttano tutte le calorie contenute, ed è teorico senza costi accessori della distribuzione

      il costo del kwh ottenuto con le centrali termoelettriche è più alto, sembra almeno 12-18 cents, penso tenga conto dell’efficenza di conversione (tra 40 e 63%), oltre a costi accessori e margini di guadagno; ci sono centrali a ciclo combinato a più alta efficenza, e anche centrali a cicli semplici, più care e idealmente usate solo per fare energy peakers, che alzano ancora di più il prezzo marginale del PUN

      del metano abbiamo ancora bisogno nel mix energetico, la riduzione sarà progressiva negli anni, e la quota residua (es. 10% del mix) alla fine forse verrà sostituita con idrogeno verde, nessuno ha scritto di eliminarlo oggi

      la lettera sopra per me è piuttosto un invito a velocizzare una serie di miglioramenti, nei servizi quando è più efficente elettrificare, e nel settore energia inziare ad occuparsi delle emissioni fugitive, oltre che nelle scelte strategiche

      sappiamo che il governo italiano è debolissimo rispetto alle pressioni dei grandi gruppi energetici o petroliferi, cerca tutt’ora di frenare le installazioni di rinnovabili e persino di aumentare le infrastrutture del metano (nuovi gas dotti, persino uno che dovrebbe attraversare per il lungo la sardegna e i mari), perchè sono “grandi opere”, un enorme business, anche se non fossero necessarie, perchè l’uso del metano è appunto in lenta decrescitata

      prova a recuperare la puntata integrale di Presadiretta dell 08-04-2024, una settimana fa, sull’elettrificazione, sul gas, sulle reti per l’idrogeno, e anche sui loro possibili usi distorti ed eccessivi, sotto la spinta di un settore (combustibili) che è abituato a grndi fatturati e non si rassegna facilmente a veder ridurre il suo giro di affari per l’avanzata delle più economiche rinnovabili

      • L’energia elettrica prodotta con il metano è molto costosa perché copre i picchi critici, quando il consumo è alto e viene meno l’apporto del fotovoltaico. Tipicamente fra le 19 e le 22. Interessante in proposito quello che ci dica Diego Pellegrino in questa intervista: Ricarica, anche la concorrenza è un’ Arte

  10. Purtroppo in Italia abbiamo un popolo che certe argomentazioni proprio non le vuole sentire, salvo poi lamentarsi di essere sotto dittatura quando le conseguenze imporranno scelte molto più drastiche del bando alla vendita di auto termiche

  11. Anche nei camion della raccolta rifiuti della regione in cui vivo c’è scritto alimentato a metano ecologico, con tanto di foglia verde disegnata.

  12. Qui purtroppo stanno smantellando la rete di filobus con la scusa che costa troppo la manutenzione della rete aerea, dopo che due tralicci, marci, sono piombati in mezzo alla strada. Quindi si va di autobus diesel e via. La rete di metano è diffusissima e sono pienamente convinto che qualsiasi cosa si bruci rilasci veleno in aria però purtroppo mi sa che anche ci fosse la volontà di eliminare del tutto i combustibili fossili per elettrificare tutto ci vorranno decenni

    • La RT è fallita per la settordicesima volta? 😂
      Quanti ricordi… ero poco più che un bambino 😇

  13. Vero, a Modena girano ancora degli autobus con su scritto “veicolo ecologico a metano”, forse occorre avvertirli, anche perchè abbiamo una rete di fili per autobus elettrici che si ramifica in ogni dove.

Rispondi