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Vacanze elettriche 11 / Dal Piemonte all’Olanda con la Zoe

 

Vacanze elettriche 11/ Oggi è Mario a raccontarci il suo viaggio in Zoe, l’ 11°articolo di una serie nata per condividere gioie e dolori di trasferte più lunghe del solito tran tran.  Ricordiamo gli altri articoli inviati dai lettori:  Carlo, a San Daniele con la Nissan Leaf.  Paolo, da Bressanone a Ronchi dei Legionari in Peugeot  e-208. Leonardo, a Venezia con la Tesla Model 3. Gino, dalla Campania a Firenze in Hyundai Kona. Laura e Athos, a Interselva in VW ID.3.  Leonardo, in Alto Adige con la  Mazda MX-30.  Gianluca, dalla Lombardia alla Campania in Skoda Citigo-e.   Alessandro, dalla Toscana alla Svizzera in Tesla Model 3 (foto).  Luca nelle Marche con una “vecchia” Zoe. Davide, dalla Sardegna alla Val Badia in 500.

 

                                              di Mario Milanesio

“Lidea di visitare l’Olanda era già emersa nel 2020 ma i timori pandemici avevano consigliato prudenza. Quest’anno, con esperienza e consapevolezza maggiori, abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo. Il bilancio finale? Si può fare una vacanza con la Zoe, noi abbiamo fatto 2.900 km in 9 giorni. Ma il modo di viaggiare cambia in maniera sostanziale. Pensare di guidare un’elettrica come si guida un’auto a motore termico è inutile e stupido. Considerando che il tempo in più è quantificabile in un 10-15% per un viaggio di andata di 1000 km, credo che il gioco valga ampiamente la candela.

Vacanze elettriche 11 / Una Zoe semi-nuova pagata 21.600 euro

A gennaio ho acquistato una Renault Zoe Intens 135: anche un colpo di fortuna, un’auto usata di 6 mesi con 600 km, pagata 21.600 euro. Dopo aver fatto conti e conti mi sono deciso, la mia Ford Fiesta 75CV diesel aveva ormai 120mila km. E si avvicinava il momento in cui la manutenzione del motore a gasolio diventa economicamente pesante (iniettori, pompa, ecc). Calcolando le spese prevedibili dei prossimi 5 anni, perocrrendo circa 25mila km all’anno, incluse manutenzione ordinaria ed straordinaria, tasse, consumi, considerando una ricarica al 55% da fotovoltaico, la Zoe che ho poi comprato finiva per essere recuperata in 4 anni circa. Calcoli per ora confortati dai riscontri dal vero. Ho installato sulla Zoe anche un dongle OBDII che mi permette di avere qualche dato in più rispetto all’infotainement di serie (scarsino, a mio parere). Partiamo da Savigliano, provincia di Cuneo: equipaggiamento spartano con due bici alloggiate nel bagagliaio, sedili abbattuti e due zaini con gli effetti personali.  Una valigetta per effetti personali aggiuntivi, una valigetta per gli attrezzi, nulla di più.

Vacanze elettriche 11/ Barra su Utrecht, via Strasburgo

Il resoconto finale del viaggio di Mario: km percorsi, consumi, ricariche e costi.

L’equipaggiamento prevede anche un semplice tablet con Osmand installato e mappe offline (gratuite!). La app ABRP (A Better Router Planner), che ho usato un paio di volte in precedenza, pare funzionare bene, e poi ovviamente Nextcharge, ChargeMap, Plugshare, Juice Pass. Va detto che normalmente ricarico a casa con impianto fotovoltaico da 9kW, wallbox Prism solar, e che normalmente l’impegno energetico si è attestato su 55% da solare e 45% da rete. Conosco le app di cui sopra, soprattutto Nextcharge, ma non le uso se non per ricariche sporadiche (la pandemia ha limitato parecchio le gite fuori porta in primavera) .L’itinerario prevede di raggiungere Utrecht con una tappa a Strasburgo, che già conosciamo, per il primo pernottamento. Transitando attraverso la Valle d’Aosta e il Colle del Gran San Bernardo, la Svizzera fino a Basilea, Strasburgo e poi la Germania. Non il Belgio, vittima di inondazioni nei giorni immediatamente precedenti la partenza.

Prima ricarica a Verres in Enel X, poi la Svizzera

DESTINAZIONE OLANDA / Prima ricarica a Verres, in Valle D’Aosta, una stazione Enel X da 50 kW.

Si parte con 100% di carica. A Verres ricarica EnelX a 50 kW e pranzo, poi via verso il colle. Sono stato qui più di trenta anni fa e i ricordi accompagnano la guida che si rivela decisamente piacevole, la Zoe se la cava in mezzo alle curve e alle salite e al Colle abbiamo carica sufficiente per rifarlo un’altra volta. ABRP si rivela ancora una volta molto conservativo. Ovviamente poi è tutta discesa, e quindi si recupera. In Svizzera un paio di ricariche, entriamo nel vivo. La ricarica è meglio se vicina a un centro commerciale, oppure in autogrill, oppure vicino a un ristorante se è ora di pranzo o cena. Visto che siamo partiti in ritardo, optiamo per acquistare il bollino svizzero per le autostrade, in un primo tempo scartato per il costo, alla luce delle splendide strade elvetiche. La scelta non si rivela granché vincente: è vero, in autostrada si fa prima, ma si consuma anche di più perché si va più veloce. E attenti ai limiti, in Svizzera…ho già dato! Quindi: quel che guadagni come tempo lo perdi con una ricarica in più.

In Germania è facile ricaricare negli autogrill

Tra ricariche e chilometri percorsi, arriviamo a Strasburgo a notte inoltrata e un po’ stanchi. Il giorno successivo si parte alla volta di Colonia, con l’obiettivo di evitare le zone alluvionate. Obiettivo mancato quasi subito, tra deviazioni e percorsi obbligati finiamo proprio nell’epicentro dell’alluvione, ad Ahrweiler nei pressi di Bonn. Troppo complicato e lungo tornare indietro e deviare su Siegen e Dortmund. Attraversiamo la zona con un misto di tristezza e di rispetto per il disastro accaduto. Finalmente attraversiamo la frontiera dopo un paio di ricariche in autogrill, che in Germania sono particolarmente agevoli, e puntiamo decisi su Utrecht dove arriviamo in serata, abbastanza sfatti: 450 km magari son pochi per chi lo fa di mestiere, ma non per noi. E non poter correre a velocità superiori ai limiti per evitare di consumare oltremodo la batteria diventa un po’ snervante. Aiuta però la sicurezza e… il portafoglio, anche in Olanda e Germania con gli autovelox non scherzano e sono distribuiti capillarmente!

In OIanda l’auto te la scordi, solo bicicletta

Una piazza di Maastricht: in Olanda solo bici, l’auto te la puoi scordare.

Ad Utrecht la Zoe entra in modalità parcheggio. Per 3 giorni si riposa placidamente davanti all’hotel, e noi ci godiamo questa splendida città e i dintorni con le bici, su e giù per le vie e nelle campagne circostanti. La ciclabilità in Olanda meriterebbe un articolo intero. Da noi è un discorso quasi esclusivamente legato al turismo, in Olanda la bicicletta è uno strumento al pari del telefono o delle scarpe. E le ciclabili non sono nemmeno da cercare, ogni strada è ciclabile, punto e basta: in bici si va al lavoro con qualunque meteo (e anche noi un po’ di pioggia ce la si è presa!). E nessuno in auto si sogna di non dare la precedenza, un’idea e una cultura totalmente differenti che i primi giorni ci confondono un po’ ma poi si rivelano più vivibili e piacevoli. Con l’obiettivo di esplorare aree meno urbanizzate ci spostiamo a Bergen, una cittadina immersa nella foresta che ricorda più i panorami del Maine che quelli dell’Olanda da cartolina. Poter sfruttare l’auto ci permette di raggiungere poi in bici alcune mete con il nostro passo da “ciclisti della domenica”. Le spiagge sul Mare del Nord, la pista sulla diga a Den Helder

Ansia da ricarica? Solo al ritorno, in Borgogna…

Un resoconto dettagliato di tutte le ricariche: dove, a che prezzo, con quale app utilizzata.

A sera inoltrata siamo a Maastricht, una piacevole sorpresa, ma un disastro per il parcheggio, tutto a pagamento con tariffe pesanti...A meno che non si debba ricaricare l’auto elettrica! E la bici ci permette di raggiungere facilemente il centro e goderci le viuzze, i negozi, le piazzette e il brulicare di gente. Si riparte, destinazione Vesoul (zona Besancon) dove contiamo di arrivare in tarda serata. Cena a Lussemburgo con ricarica fast, poi ci addentriamo in Borgogna. Stavolta però le colonnine latitano un po’. E per la prima volta salta fuori un po’ di timore di non farcela dopo un paio di ricariche non funzionanti per assenza della colonnina o malfunzionamento. In realtà ABRP va ascoltato: se dice che arrivi con il 10% vuol dire che arriverai con il 12% e non si corre alcun rischio. La ricarica notturna nel mezzo della Borgogna, a Fougerolles, si rivela tanto piacevole perché gratis quanto inutile: l’autonomia residua era più che sufficiente. ABRP aveva ragione! La medesima compagnia ci consente di ricaricare gratis a Vesoul.  Il viaggio attraverso Svizzera e Val d’Aosta ricalca quello di andata, sappiamo dove sono le colonnine e andiamo abbastanza a colpo sicuro. Di nuovo, alterniamo statali e autostrade.

Vacanze elettriche 11: “Ecco che cosa non mi è piaciuto…”

…e che cosa invece mi ha convinto

Vacanze elettriche 11

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