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Vacanze elettriche 11 / Dal Piemonte all’Olanda con la Zoe

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Vacanze elettriche 11/ Oggi è Mario a raccontarci il suo viaggio in Zoe, l’ 11°articolo di una serie nata per condividere gioie e dolori di trasferte più lunghe del solito tran tran.  Ricordiamo gli altri articoli inviati dai lettori:  Carlo, a San Daniele con la Nissan Leaf.  Paolo, da Bressanone a Ronchi dei Legionari in Peugeot  e-208. Leonardo, a Venezia con la Tesla Model 3. Gino, dalla Campania a Firenze in Vacanze elettriche 9Hyundai Kona. Laura e Athos, a Interselva in VW ID.3.  Leonardo, in Alto Adige con la  Mazda MX-30.  Gianluca, dalla Lombardia alla Campania in Skoda Citigo-e.   Alessandro, dalla Toscana alla Svizzera in Tesla Model 3 (foto).  Luca nelle Marche con una “vecchia” Zoe. Davide, dalla Sardegna alla Val Badia in 500.

 

                                              di Mario Milanesio

“Lidea di visitare l’Olanda era già emersa nel 2020 ma i timori pandemici avevano consigliato prudenza. Quest’anno, con esperienza e consapevolezza maggiori, abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo. Il bilancio finale? Si può fare una vacanza con la Zoe, noi abbiamo fatto 2.900 km in 9 giorni. Ma il modo di viaggiare cambia in maniera sostanziale. Pensare di guidare un’elettrica come si guida un’auto a motore termico è inutile e stupido. Considerando che il tempo in più è quantificabile in un 10-15% per un viaggio di andata di 1000 km, credo che il gioco valga ampiamente la candela.

Vacanze elettriche 11Vacanze elettriche 11 / Una Zoe semi-nuova pagata 21.600 euro

A gennaio ho acquistato una Renault Zoe Intens 135: anche un colpo di fortuna, un’auto usata di 6 mesi con 600 km, pagata 21.600 euro. Dopo aver fatto conti e conti mi sono deciso, la mia Ford Fiesta 75CV diesel aveva ormai 120mila km. E si avvicinava il momento in cui la manutenzione del motore a gasolio diventa economicamente pesante (iniettori, pompa, ecc). Calcolando le spese prevedibili dei prossimi 5 anni, perocrrendo circa 25mila km all’anno, incluse manutenzione ordinaria ed straordinaria, tasse, consumi, considerando una ricarica al 55% da fotovoltaico, la Zoe che ho poi comprato finiva per essere recuperata in 4 anni circa. Calcoli per ora confortati dai riscontri dal vero. Ho installato sulla Zoe anche un dongle OBDII che mi permette di avere qualche dato in più rispetto all’infotainement di serie (scarsino, a mio parere). Partiamo da Savigliano, provincia di Cuneo: equipaggiamento spartano con due bici alloggiate nel bagagliaio, sedili abbattuti e due zaini con gli effetti personali.  Una valigetta per effetti personali aggiuntivi, una valigetta per gli attrezzi, nulla di più.

Vacanze elettriche 11/ Barra su Utrecht, via Strasburgo

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Il resoconto finale del viaggio di Mario: km percorsi, consumi, ricariche e costi.

L’equipaggiamento prevede anche un semplice tablet con Osmand installato e mappe offline (gratuite!). La app ABRP (A Better Router Planner), che ho usato un paio di volte in precedenza, pare funzionare bene, e poi ovviamente Nextcharge, ChargeMap, Plugshare, Juice Pass. Va detto che normalmente ricarico a casa con impianto fotovoltaico da 9kW, wallbox Prism solar, e che normalmente l’impegno energetico si è attestato su 55% da solare e 45% da rete. Conosco le app di cui sopra, soprattutto Nextcharge, ma non le uso se non per ricariche sporadiche (la pandemia ha limitato parecchio le gite fuori porta in primavera) .L’itinerario prevede di raggiungere Utrecht con una tappa a Strasburgo, che già conosciamo, per il primo pernottamento. Transitando attraverso la Valle d’Aosta e il Colle del Gran San Bernardo, la Svizzera fino a Basilea, Strasburgo e poi la Germania. Non il Belgio, vittima di inondazioni nei giorni immediatamente precedenti la partenza.

Prima ricarica a Verres in Enel X, poi la Svizzera

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DESTINAZIONE OLANDA / Prima ricarica a Verres, in Valle D’Aosta, una stazione Enel X da 50 kW.

Si parte con 100% di carica. A Verres ricarica EnelX a 50 kW e pranzo, poi via verso il colle. Sono stato qui più di trenta anni fa e i ricordi accompagnano la guida che si rivela decisamente piacevole, la Zoe se la cava in mezzo alle curve e alle salite e al Colle abbiamo carica sufficiente per rifarlo un’altra volta. ABRP si rivela ancora una volta molto conservativo. Ovviamente poi è tutta discesa, e quindi si recupera. In Svizzera un paio di ricariche, entriamo nel vivo. La ricarica è meglio se vicina a un centro commerciale, oppure in autogrill, oppure vicino a un ristorante se è ora di pranzo o cena. Visto che siamo partiti in ritardo, optiamo per acquistare il bollino svizzero per le autostrade, in un primo tempo scartato per il costo, alla luce delle splendide strade elvetiche. La scelta non si rivela granché vincente: è vero, in autostrada si fa prima, ma si consuma anche di più perché si va più veloce. E attenti ai limiti, in Svizzera…ho già dato! Quindi: quel che guadagni come tempo lo perdi con una ricarica in più.

In Germania è facile ricaricare negli autogrill

Tra ricariche e chilometri percorsi, arriviamo a Strasburgo a notte inoltrata e un po’ stanchi. Il giorno successivo si parte alla volta di Colonia, con l’obiettivo di evitare le zone alluvionate. Obiettivo mancato quasi subito, tra deviazioni e percorsi obbligati finiamo proprio nell’epicentro dell’alluvione, ad Ahrweiler nei pressi di Bonn. Troppo complicato e lungo tornare indietro e deviare su Siegen e Dortmund. Attraversiamo la zona con un misto di tristezza e di rispetto per il disastro accaduto. Finalmente attraversiamo la frontiera dopo un paio di ricariche in autogrill, che in Germania sono particolarmente agevoli, e puntiamo decisi su Utrecht dove arriviamo in serata, abbastanza sfatti: 450 km magari son pochi per chi lo fa di mestiere, ma non per noi. E non poter correre a velocità superiori ai limiti per evitare di consumare oltremodo la batteria diventa un po’ snervante. Aiuta però la sicurezza e… il portafoglio, anche in Olanda e Germania con gli autovelox non scherzano e sono distribuiti capillarmente!

In OIanda l’auto te la scordi, solo bicicletta

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Una piazza di Maastricht: in Olanda solo bici, l’auto te la puoi scordare.

Ad Utrecht la Zoe entra in modalità parcheggio. Per 3 giorni si riposa placidamente davanti all’hotel, e noi ci godiamo questa splendida città e i dintorni con le bici, su e giù per le vie e nelle campagne circostanti. La ciclabilità in Olanda meriterebbe un articolo intero. Da noi è un discorso quasi esclusivamente legato al turismo, in Olanda la bicicletta è uno strumento al pari del telefono o delle scarpe. E le ciclabili non sono nemmeno da cercare, ogni strada è ciclabile, punto e basta: in bici si va al lavoro con qualunque meteo (e anche noi un po’ di pioggia ce la si è presa!). E nessuno in auto si sogna di non dare la precedenza, un’idea e una cultura totalmente differenti che i primi giorni ci confondono un po’ ma poi si rivelano più vivibili e piacevoli. Con l’obiettivo di esplorare aree meno urbanizzate ci spostiamo a Bergen, una cittadina immersa nella foresta che ricorda più i panorami del Maine che quelli dell’Olanda da cartolina. Poter sfruttare l’auto ci permette di raggiungere poi in bici alcune mete con il nostro passo da “ciclisti della domenica”. Le spiagge sul Mare del Nord, la pista sulla diga a Den Helder

Ansia da ricarica? Solo al ritorno, in Borgogna…

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Un resoconto dettagliato di tutte le ricariche: dove, a che prezzo, con quale app utilizzata.

A sera inoltrata siamo a Maastricht, una piacevole sorpresa, ma un disastro per il parcheggio, tutto a pagamento con tariffe pesanti...A meno che non si debba ricaricare l’auto elettrica! E la bici ci permette di raggiungere facilemente il centro e goderci le viuzze, i negozi, le piazzette e il brulicare di gente. Si riparte, destinazione Vesoul (zona Besancon) dove contiamo di arrivare in tarda serata. Cena a Lussemburgo con ricarica fast, poi ci addentriamo in Borgogna. Stavolta però le colonnine latitano un po’. E per la prima volta salta fuori un po’ di timore di non farcela dopo un paio di ricariche non funzionanti per assenza della colonnina o malfunzionamento. In realtà ABRP va ascoltato: se dice che arrivi con il 10% vuol dire che arriverai con il 12% e non si corre alcun rischio. La ricarica notturna nel mezzo della Borgogna, a Fougerolles, si rivela tanto piacevole perché gratis quanto inutile: l’autonomia residua era più che sufficiente. ABRP aveva ragione! La medesima compagnia ci consente di ricaricare gratis a Vesoul.  Il viaggio attraverso Svizzera e Val d’Aosta ricalca quello di andata, sappiamo dove sono le colonnine e andiamo abbastanza a colpo sicuro. Di nuovo, alterniamo statali e autostrade.

Vacanze elettriche 11: “Ecco che cosa non mi è piaciuto…”

  • serve più tempo per viaggi superiori all’autonomia della vettura, in genere, se non si riesce a far coincidere sosta di ricarica con sosta per il pasto e il riposo
  • occorre un po’ di dimestichezza con mappe e app su smartphone e ammennicoli vari per districarsi tra i vari gestori delle colonnine
  • se non si vuole una card di qualche circuito serve account paypal o carta di credito
  • rispetto alle maggiori autonomie dei motori termici, normalmente superiori a quanto una persona comune percorre in una giornata, l’autonomia minore delle auto elettriche obbliga a organizzarsi e organizzare almeno a grandi linee il viaggio, anche con la semplice verifica su ABRP e sulle mappe delle colonnine

…e che cosa invece mi ha convinto

  •  si guida con molta meno ansia di fare in fretta e arrivare subito cercando di imitare Lewis Hamilton
  • si risparmiano un bel po’ di multe
  • la guida è molto più distesa: l’assenza del cambio, manuale o automatico, rende completamente diversa l’esperienza del passeggero, e ho potuto toccare con mano che miei famigliari notoriamente e da decenni sofferenti di mal d’auto sulla Zoe non si accorgono nemmeno dei tornanti in montagna
  •  si spende di meno: dai conti che ho fatto per la sola vacanza la macchina mi è costata in linea con un diesel perché il gasolio, che nella mia zona in questi giorni oscilla intorno a 1,500 €/litro, in Olanda e Germania si attestava regolarmente a 1,800 €/litro, compensando ampiamente il costo delle ricariche Fast notoriamente più care.
    Il conto che ho fatto è riferito al confronto tra la mia precedente Ford Fiesta, 18,5 km/litro in uso vacanziero 2020, e la Zoe attuale.

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29 COMMENTI

  1. Posso dirti bravo, e grazie per aver condiviso il tuo viaggio, quando riuscirò a convincere la consorte potrò pensare di pianificare qualcosa di molto meno impegnativo, non vorrei che al primo problema mi maledice, anche perché la mia fa metà dei tuoi km con un pieno con il tuo percorso per la mia sarebbero 20 ricariche non credo sia alla nostra altezza.
    Complimenti

  2. Grazie Mario per aver condiviso il tuo viaggio con completezza di dati ed esperienze, ho letto con grande interesse! E complimenti al team di VaiElettrico che seguo ormai quotidianamente.

    Se posso dire la mia, anch’io (o meglio, mia moglie, visto che è lei che la usa prevalentemente) da un mese posseggo una Zoe acquistata d’occasione – una R90 del 2019, con 4000km di vita, prima elettrica in famiglia – e mi trovo pienamente d’accordo con le tue conclusioni. Non l’abbiamo usata per andare in vacanza, ma non avendo ancora montato la wallbox (anch’io ho scelto una Prism Solar, versione Duo, mi deve arrivare a giorni) stiamo ancora caricando solo dalle colonnine pubbliche e quindi è un po’ come se fossimo sempre in viaggio 🙂

    Ecco, forse più che nella distanza percorribile a batteria (e relativa ansia da autonomia), penso che oggi il limite sia l’esperienza di ricarica da colonnina, che presenta ancora più di una lacuna. Per me che sono uno “smanettone” destreggiarmi tra le varie app non è un problema, ma effettivamente chi è meno propenso alla tecnologia potrebbe vedere in questo un fastidio non facilmente “digeribile” o peggio ancora trovarsi in difficoltà. Perché alla fine ti troverai a:
    – dover scaricare almeno 2-3 app per trovare tutte le colonnine e/o organizzare i viaggi
    – registrarti ad almeno 2-3 fornitori per fare le ricariche (e capita che alcuni fornitori non hanno app ma solo webapp dove mettere ogni volta dati carta credito.. maledizione!!)
    – sperare che tutto funzioni (app che si bloccano a termine carica e capisci cosa fare, connettori sbagliati che si attivano, notifiche che arrivano in ritardo…)
    – aggiungerei infine sperare che non piova (che sbatti caricare sotto la pioggia e ritirare il cavo bagnato!) e pure quando è asciutto perchè non predisporre un semplice supporto a bordo colonnina dove appendere il cavo in eccesso anzichè lasciarlo miseramente a terra a raccogliere polvere?

    Insomma, ad oggi non proprio alla portata di tutti se non dopo un po’ di pratica (e cervello in modalità ON), tant’è che non vedo l’ora chi mi arrivi la wallbox e (per quanto possibile) ciao ciao colonnine.
    Ovviamente non vuole essere polemica anzi, sono certo che l’esperienza di carica sarà sempre più facile e pratica, anche a seguito delle segnalazioni e dei consigli degli utenti.

    Per Mario, due domande:
    – come ti trovi con la Prism?
    – che OBD usi?
    Grazie!

    Buona guida elettrica a tutti!

    Mario

  3. Non capisco perché sotto ogni racconto di viaggio in elettrico debba esserci quello che argomenta per giungere alla fatidiche frasi: “L’auto elettrica va bene solo in città” o “L’auto elettrica attuale non funziona, aspettiamo quella prossima”.
    Ma voi frequentate anche i forum di viaggi in moto per spiegare loro perché sbagliano a viaggiare in moto e quanto migliore è invece il viaggio in auto? E a quelli che viaggiano in bicicletta o in treno scrivete qualcosa?
    No, giusto per capire che vi abbiamo fatto per meritare tanto impegno.

    • Probabilmente anche quelli degli juventini per dire che la Juve ruba, dei milanisti per dire che il Milan fa schifo…non si fanno mancare nulla.

    • Perché viaggiare in moto sarebbe sbagliato? Ho un amico prossimo all’età della pensione che ci è andato in Germania con un unico viaggio (con valigie e passeggera) con una Honda Varadero. Applausi.

      Certo, se leggo di uno che ha viaggiato in treno e ha preso 3 regionali e 1 intercity facendo 3 cambi treno e impiegando il doppio di me che viaggio in Eurostar a parità di prezzo, mi viene spontaneo commentare che viaggiare in Eurostar è più comodo. Chi viaggia con i regionali ti risponderà che è una occasione per visitare le stazioni di scambio e che le soste non pesano, è una occasione per fare uno spuntino e sgranchire le gambe perché dopo tanti km … boh, non so, ci si confronta. Alla fine con l’Eurostar la velocità media è certamente minore, l’assenza di soste per me è un confort mentale impagabile e non c’è il pericolo che qualcosa non vada durante lo scambio del treno (leggi: problemi alle colonnine): dopotutto io prendo il treno per andare da A a B il più velocemente possibile, non per godermi le mete intermedie durante il viaggio. Non so se cogli la metafora.

      Io posso girarti gli screenshot dell’ultimo viaggio della scorsa settimana (simile a quello precedente): giovedì sera smetto di lavorare alle 19:30 e mi faccio 500 km da Nord a Sud Italia per 4 regioni arrivando alle 00:00, con l’elettrica ci avrei messo di più, costringendomi di notte a ricaricare chissà dove e arrivando chissà quando. La mattina presto avevo un impegno, ho dormito lo stretto necessario (7 ore). Il ritorno è stato più rilassante: potevo partire quando volevo e tornare quando volevo. E ho trovato un fiume di auto in autostrada, con tanti rallentamenti e code (e c’ho preso pure la grandine). E mi son chiesto: ma con tutti questi vacanzieri che oggi hanno deciso di tornare a casa, se avessimo tutti l’auto elettrica, quanto lunga sarebbe la coda alle colonnine? Per fortuna non è il mio caso …

      • Enzo, non la penso come te.

        Il modello di mobilità che hai in mente e che ha in mente la stragrande maggioranza dei nostri connazionali presuppone l’auto come estensione di sè stessi, l’auto come mezzo per dominare il tempo e lo spazio in senso fisico, l’auto come strumento per andare veloci, in fretta e più in fretta e sempre più in fretta.
        Mi torna in mente Marinetti e i futuristi, che però erano futuristi nel 1909.
        Questo modello di mobilità esalta l’auto imponente, potente, pesante, grossa, veloce, scattante. Curiosamente poi tocca usarla con limiti di velocità stringenti, molto stringenti rispetto alle potenzialità di quei bolidi, curiosamente la si usa in zone in cui la velocità media è 50 km/h, 60 km/h quando il traffico scorre: misurare per credere.
        L’italia ha un rapporto di 62 auto ogni 100 abitanti, Germania 55, UK 47, Spagna 49, Francia 48 (dati 2017): ciascuno di questi Paesi ha caratteristiche simili al nostro, la Francia ha ampie zone di territorio poco abitato come le nostre montagne e metropoli da milioni di abitanti, lo stesso la Spagna, UK e Germania. Operare un confronto è possibile: noi abbiamo più auto, ma fatichiamo lo stesso a spostarci, pur avendo più auto.
        Evidentemente lo spostamento e il traffico dipendono dalla disponibilità di auto, curiosamente con rapporto inverso rispetto a quello che ci si aspetterebbe: tante auto disponibili e potenti e grosse non rende migliore la mobilità, anzi, tante auto e potenti e grosse comporta tanto traffico e poca scorrevolezza e tanta fatica.
        Se ti capita di vedere altri modelli di mobilità resti basito di quanto più snello ed economico sia spostarsi: sono stato a Parigi con la sua metro, a Londra con la sua metro, e a Copenaghen con le sue ciclabili e biciclette, e questa estate in Olanda.
        Posso dire senza tema di smentita che mi muovo più velocemente in quelle città che non a Torino, nella relativamente piccola Torino nell’ora di punta.

        Ora quindi le considerazioni:
        se lo scopo dell’automobile è spostarsi con agilità, economia e sostenibilità, in generale in Italia proprio non ci siamo. Tu stesso lamenti le code nel tuo viaggio di ritorno, code comunissime a tutti i lettori e ogni giorno.
        Se invece lo scopo dell’automobile è estendere sè stessi, con potenze sempre più grandi che richiedono costi sempre maggiori (alimentazione, manutenzione, danni ambientali) che richiedono investimenti economici sempre più grandi, per ottenere un po’ di soddisfazione personale che il possesso ed il governo di un mezzo POTENTE, allora il nostro modello di mobilità funziona abbastanza bene.

        La mia non vuol essere una critica: non mi piace il macchinone ma mica sono santo, anche io sono attirato da altre potenze ed altre estensioni di sè stessi.
        Semplicemente mi accorgo di questo e qualche volta cerco di governarlo, altrimenti governa la pubblicità e sequestra il mio portafoglio e demolisce l’ambiente in cui vivo, fisico e figurato.

        Il tuo amico è andato in Germania in Varadero perchè gli faceva piacere? benissimo, contento per lui! E’ turismo!
        Tu scrivi “io prendo il treno per andare da A a B il più velocemente possibile, non per godermi le mete intermedie durante il viaggio”: io penso questo si possa chiamare “attività” o magari lavoro. Per questa attività serve velocità. E allora mi spiace darti un dispiacere, ma spararsi 500 km di notte non funziona, perchè se non usuri altro…usuri il tuo corpo. Non è velocità: è volontà di spostarsi proprio con l’auto! perchè a quel punto ci sono altri mezzi più veloci, per esempio le videoconferenze, se l’incontro è un incontro di lavoro.

        Generalizzare è sempre rischioso e probabilmente obietterai che non mi deve interessare perchè ti fai 500 km di notte: infatti non metto becco, ma non chiedermi di sostenere la tua idea che sia una scelta efficace ed efficiente, perchè banalmente non lo è.
        Semmai è una scelta che “ti piace”, e su questo non ho nulla da obiettare, se non quanto scritto sopra che tanti “mi piace” comportano 62 auto ogni 100 abitanti e tanto tanto traffico inutile.
        E sono anche io su questa barca, che mi obbliga a spostarmi ogni mattina per 17 km
        perchè la bici è troppo rischiosa e non c’è una straccio di ciclabile, e il treno c’era ma scelte politiche degli ultimi 20 anni hanno smontato in profondità il trasporto ferroviario.
        La scelta in questo caso è obbligata, magari lo è anche la tua: tocca a noi cittadini aprire gli occhi e decidere che così non va più bene.

        • Mario mi piace molto la tua riflessione perché è molto logica, mi piace anche gli argomenti che hai scelto e come li hai trattati. Stima.
          Mi permetto di argomentare sui punti esposti: per fortuna a questo mondo non tutti amano guidare come me, mia madre, mia moglie, mia sorella, tutti i miei cognati non hanno la mia passione. Anzi, direi che la maggioranza delle persone non ce l’ha. Infatti alle sportive degli anni 90 hanno preferito i lenti suv e sono pronti ad abbracciare la guida autonoma: la vogliono a tal punto che sono disposti ad illudersi che l’autopilot della Tesla sia già capace di guidarli in sicurezza, consentendo loro di dormire o fare altro mentre l’auto va da sé, violando la legge. Siamo rimasti 4 o 5 gatti ad amare la guida al volante. Oggi, ti racconto, sono tornato in ufficio dopo giorni di telelavoro: arrivato sotto casa mi è venuto il magone (pur adorando mia casa e mia moglie) perché avevo talmente goduto per il viaggio lavoro-casa che non volevo scendere, la mia testa ha iniziato a vagare e a inventarsi qualche commissione per continuare a guidare. Cabrio, vento, rombo, guida, non si può descrivere, io sono felice come un bambino quando guido la mia Abarth 124 spider …

          Tralasciando la passione e il piacere di guida, ci sono necessità che anche a chi odia guidare capitano: spostarsi nei giorni di traffico intenso, spostarsi per lavoro, spostarsi per motivi di salute o familiari. Credimi, sono spostamenti che eviterei se si potessero evitare con una videochiamata, ma non mi è sempre possibile: in questi casi l’auto è la mia fedele alleata e la strada una necessità, non sempre sostituibile con treni o aerei (prendo anche quelli quando serve). E quando sei stressato perché sei obbligato a spostarti e i tempi sono contingentati, non vuoi altro stress, non vuoi anche programmare le soste, allungare il viaggio o visitare la colonnina artistica di lacco ameno. Forse per alcune persone il mondo è slow, slow life, slow food, etc. ma non tutti possiamo vivere slow, non tutti i lavori sono così, inutile girarci attorno.

          L’auto elettrica abbina ecologia e praticità, un’auto elettrica più potente non è più inquinante anche perché non puoi viaggiare fisso col tachimetro a fondo scala, ci sono i limiti e il traffico: ma con un’auto più potente puoi fare quella curva o quel sorpasso come piace a te. Prima serviva un inquinante V8, ora è vero il contrario: Tesla, ovvero il produttore che fabbrica le auto più potenti, è anche quello che fabbrica le auto più ecologiche perché più efficienti, Tesla offre i limiti di velocità più alti, le migliori accelerazioni eppure è l’auto che consuma meno corrente, anche a 130 km/h. Quindi non devo sentirmi in colpa se tifo Tesla, se per me, che sono una nicchia, desidero auto così, una versione cheap di una Tesla Roadster per il mio magro portafogli. La ricarica rapida? E’ già realtà anche quella. Ormai tutti i produttori sono a lavoro su batterie allo stato solido dalle enormi autonomie (fino a 1000 km) e dai tempi di ricarica ridotti, per non parlare di quelle al grafene o altro. In Italia c’è una legge che impone ad Autostrade di dotarsi di sistemi di ricarica rapida con tempi non superiori al rifornimento di una termica. In Cina, Nio è presente con i punti di sostituzione batteria automatici, molto veloci: è notizia di questi giorni che questi punti sono usati moltissimo dai proprietari dei veicoli Nio, che questi punti sono mediamente presenti entro 3 km nel raggio d’azione dei proprietari. E’ solo questione di tempo e la tecnologia, in un modo o nell’altro, soddisferà tutti i nostri requisiti, senza danneggiare l’ambiente: più prestazioni, meno costi, ricariche più veloci. Senza per questo costringerci a cambiare lo stile di vita, a spostarci in bici sotto la pioggia, a fare trasferte solo in treno e taxi.

          Dopotutto cos’è una Tesla Model 3 Performance, se non la Ferrari dei poveri e degli ambientalisti?

          • Enzo
            a me sembra che il tuo discorso, i tuoi discorsi
            siano tutti venati da una incipiente nostalgia e una timorosa resistenza verso il nuovo.
            Se ti piace guidare un’auto termica, che magari fa pure i 12km con un litro di benzina, che emette CO2 come una ciminiera, che fa i 240 km/h senza manco accorgersene, o che ti permette di viaggiare da Milano a Reggio Calabria in una notte e con un pieno solo…
            chi te lo impedisce, oggi?
            le auto elettriche?
            penso proprio di no!
            e allora goditi in santa pace la tua macchina, diamine!

            temi che un domani non vendano più auto termiche, cosa altamente probabile? tienitene stretta almeno una, ho frotte di amici che collezionano trattori d’epoca e li usano! Un po’ di benzina penso la troverai sempre.

            temi invece che si arrivi al bando completo rispetto alla motorizzazione termica? penso che arriverà, e molto in fretta. allora potrai far le cose di nascosto, sfrecciare su strade non molto battute oppure accendere la macchina in garage e farla rombare e rimpiangere i bei tempi andati, e sì, sarà legittima malinconia la tua.

            Allora, ascolta un consiglio: affittati una Tesla una settimana, non è difficile. la più bella che c’è, con l’autonomia da 650 km. prova a vedere se ti aggrada. non penso tu sia il tipo di persona che non può permettersela, se può permettersi le macchine che lasci intuire di avere.
            prova a godertela, una settimana. senza dir niente a nessuno.

            magari la nostalgia del bel tempo che era
            si trasforma in entusiasmo per il mondo che abbiamo davanti,
            entusiasmo che in un Paese di over 60 mentali come il nostro
            si è spento forse nel 1990, o giù di lì.

      • “… quanto lunga sarebbe la coda alle colonnine?…”
        lunghissima, assolutamente lunghissima
        perchè ragioni come se l’auto elettrica avesse e avrà l’uso, lo scopo e la modalità
        che aveva ed ha l’auto termica.

        Il problema è applicare a esigenze di domani le soluzioni di ieri.

        Cosa avranno detto i maniscalchi e la gente comune
        diciamo nel 1910 quando negli USA era uscita da poco la Ford T?
        avranno detto
        “e come fai benzina? e quanta autonomia hai? vedi che è meglio un cavallo, più facile da rifocillare, non sporca di grasso, è affidabile, e basta un po’ di fieno e una strigliata”
        e poi
        “non può funzionare: non ci sono le strade adatte, come si fa a far passare tutti? e poi sono pericolose, molto più pericolose di un cavallo o di una carrozza! non può funzionare”

        e invece… già solo nel 1920 nessuno si poneva più la questione, anzi, l’automobile era divenuta l’obiettivo della classe media per dimostrare il proprio successo, il discorso era completamente capovolto e da mostro pericoloso, inaffidabile e misterioso l’auto termica era divenuta uno status symbol.

        cito una frase letta qui su questo sito tempo fa: “il dibattito pubblico in Italia non è su come salire sui nuovi treni che partono, ma su come sdraiarsi sui binari per cercare di fermarli”

  4. Ottima descrizione del tuo viaggio con zoe.da parte mia sincera ammirazione per il tuo”coraggio” ma so che si tratta soprattutto di organizzazione.sto pensando seriamente ad un viaggio in Normandia con obbiettivo Mont Saint Michel con la mia Zoe devo convincere mio marito a cui farò leggere il tuo dettagliato report di viaggio.comunque vada grazie Mario e complimenti ancora per avermi fatta partecipe del tuo viaggio.

    • Secondo me fattibilissmo, se lo scopo è il viaggio e la mèta. Se invece l’obiettivo è essere laggiù forse meglio un mezzo senza ruote…

      Comunque sì, si tratta di sapersi muovere un po’ tra app e mappe, ma posso dire che non ho trovato in Francia situazioni più difficili della provincia di Cuneo in cui vivo e che non fa della mobilità elettrica il suo fiore all’occhiello in questo momento. Se si riesce qui, si riesce anche là come si è riuscito in Borgogna!

  5. Rispondo per punti:
    1. sull’Autobahn facevo i 130km/h senza problemi… ma ci siamo stati poco, una oretta, per via delle deviazioni dovute alle alluvioni

    2. certamente ci sono le app per gli autovelox, ma evidentemente chi guida spesso non le usa (io tra questi), visto che poi fioccano multe (almeno tra i miei amici :- )

    3. io ho sempre guidato utilitarie: perchè mi piace, e perchè spostare 2 tonnellate di ferro per muovermi da qui a lì spesso per fare la spesa mi sembra poco onesto rispetto alla sostenibilità, opinione mia

    4a. “se non vuoi guidare come Hamilton, basta non guidare come Hamilton” vero, ma poi ieri in giro per Torino ho visto tanti Hamilton in divenire … evidentemente a livello sociale e sociologico l’automobile è ancora una estensione del proprio ego…
    4b. “come fa una termica ad essere più “ansiogena” di una elettrica”: che ti devo dire, questa è stata la sensazione anche della mia compagna dopo 2900km. La motivazione che adduci e che condividevo, razionale e logica, non trova più riscontro per me nella vita reale. Con l’elettrica sono portato a guidare più da persona civile e più sereno. Posso dire solo “provare per credere”
    4c. “l’ansia è collegata all’incognita colonnine”: ni, dipende dalla zona, come ho scritto nell’articolo. Le app dicono tutto quel che serve, semplicemente in certe zone (in Borgogna, nel mio caso, e solo lì peraltro) non sono (ancora) attendibili. Nelle zone con buona copertura nessuna ansia assolutamente.

    5. mi sono sentito sfatto dopo appena 450 km perchè abbiamo dovuto deviare più e più volte nonostante le mappe e gli aggiornamenti traffico: solamente…c’era stata una alluvione epocale, e quindi anche la mappe mutavano le indicazioni del traffico in tempo reale. Per cui in poche ore autostrada-statale-coda-deviazione-deviazione-coda-statale-autostrada-ricarica-deviazione-coda-coda ecc

    6. “Se avessi voluto passare una giornata intera alla guida, ad esempio, senza visite intermedie, quante volte avresti dovuto fermarti per fare pranzo?”: guarda, ho maturato questa convinzione, che è poi l’uovo di Colombo.
    – viaggio sotto i 400km? (autonomia dell’EV) –> in automobile, ok anche auto elettrica
    – viaggio sopra i 400km con possibilità di sosta comoda e utile (pranzo, oppure incontro di lavoro, o quant’altro) –> in automobile, ok anche auto elettrica
    – viaggio superiore ai 400km senza sosta? –> in automobile, no auto elettrica
    – viaggio superiore ai 1000km? in auto è una fesseria, il treno (o altro) e poi noleggio auto in loco (conti alla mano)
    – viaggio di distanza ancora superiore? –> aereo e poi noleggio auto in loco

    Sono dell’avviso che “spaccarsi” di millemila km nella notte per attraversare longitudinalmente la nostra penisola, cosa abbastanza comune anche nella mia zona, per dire all’arrivo “ce l’ho fatta”, sia una impresa inutile, ambientalmente sbagliata, a livello di sicurezza discutibile. Poi può piacere, e su questo non discuto.
    Altro è fare tanti km dove il viaggio sono i tanti km, come abbiamo fatto noi.

    • Grazie per le risposte Mario. Condivido perfettamente la sintesi e l’uovo di Colombo: per i viaggi superiori a 400 km occorre ancora l’auto normale e non l’elettrica (quando non è possibile il treno o l’aereo). Sotto i 400 km l’elettrica va benissimo.

      • Mi permetto di aggiungere:
        un viaggio superiore ai 400 km spesso è sostituibile con una bella videoconferenza, almeno in ambito lavorativo 🙂

      • Non è proprio vero che viaggi sopra i 400 km sono da evitare con le elettriche…. convengo che possono essere da evitare con una Zoe ma non tutte le elettriche sono Zoe… io penso che ci siano elettriche nate per essere seconde auto cittadine (di cui Zoe è una degnissima rappresentante) e elettriche adatte per essere prime auto di una famiglia per fare qualsiasi tipo di viaggio….
        Ovvio che queste ultime non costano come una Zoe ma ancge per le termiche vale un po lo stesso discorso: una berlina familiare non costa come una twingo o una panda….
        Però dire che con le auto elettriche non si possono fare viaggi di qualsiasi raggio è generalizzare un pò troppo perché con la mia Tesla M3 SR+ (che non costa 2 euro ma neanche un capitale inarrivabile visto il costo di mantenimento in tante voci praticamente azzerato) in un viaggio di 900 km (ci ho guardato oggi in previsione di una trasferta di lavoro cge dovrò fare) mi servono solo 70 minuti totali per le 4 ricariche necessarie…. ora voglio vedere quanti su di un viaggio da 8 ore non fanno neanche una fermata (a prescindere dal bisogno di rifornire l’auto) e non “perdono” almeno una mezz’ora…. quindi per il 99% delle persone fare questo viaggio con una termica o con la mia auto vuol dire al massimo una differenza di poco più di mezz’ora… se per voi qyesto vuol dire essere impossibile da fare non so cosa dirvi

  6. Alcune controdeduzioni:
    – com’è andata sull’Autobahn a 110 km/h?

    – così come ci sono le app per le ricariche, esistono le app per evitare le multe, in primis Waze che informa in modo tempestivo di tutor, autovelox fissi e mobili, pattuglie della polizia. Tutti contribuiscono al buon funzionamento segnalando, tutti godono dei vantaggi delle segnalazioni altrui

    – i cambi automatici e quelli doppia frizione funzionano bene e sono rilassanti anche sulle termiche, dubito la Fiesta diesel da 75cv ne sia dotata

    – se non vuoi guidare come Hamilton, basta non guidare come Hamilton, anche sulle termiche puoi dosare il gas. Inoltre molte termiche hanno i selettori della modalità di guida: impostando le versioni eco o neve si avrà un taglio della potenza così da mantenere una guida meno brusca. Inoltre non capisco come fa una termica ad essere più “ansiogena” di una elettrica, solo perché non ti obbliga a fare continue ricariche. Piuttosto è vero il contrario: l’ansia è collegata all’incognita colonnine (saranno occupate? funzioneranno?) (cito: “Stavolta però le colonnine latitano un po’. E per la prima volta salta fuori un po’ di timore di non farcela dopo un paio di ricariche non funzionanti per assenza della colonnina o malfunzionamento”)

    – il fatto che ti sia sentito sfatto dopo appena 450 km può dipendere dal fatto che hai dovuto stare fermo a ricaricare? 450 km non sono poi così tanti, anche per chi non fa di frequente viaggi lunghi …

    – “serve più tempo per viaggi superiori all’autonomia della vettura, in genere, se non si riesce a far coincidere sosta di ricarica con sosta per il pasto e il riposo”: e il problema è proprio questo. Se avessi voluto passare una giornata intera alla guida, ad esempio, senza visite intermedie, quante volte avresti dovuto fermarti per fare pranzo? Ogni 2 ore e mezzo un pranzo, quello che risparmi di benzina lo spendi in ristoranti …

    Queste sono le elettriche di questo decennio: dal prossimo, le ricariche complete avverranno in 5, max 10 minuti, annullando tutti questi problemi.

    • Volevo fare una singola riflessione sul costo totale della trasferta, ovvero 276€. Tralasciando qualsiasi discorso legato all’ambiente, con un auto diesel si percorrono all’incirca 850 km con un pieno con un costo medio di circa 80€ a rifornimento. Considerando dunque la lunghezza del viaggio si sarebbero dovuti fare 3 piedi e mezzo, con un costo totale praticamente identico a quello sostenuto con la Zoe. Questo per dire cosa? Viaggiare con un auto elettrica ad autonomia limitata per spostamenti lunghi abbatte qualsivoglia vantaggio economico, siccome in viaggio si tende a privilegiare le colonnine fast, generalmente più care, che portano i costi a lievitare. Su questo sito ci si interroga spesso se siano necessari pacchi batterie grandi, la risposta è “no, ma…”. No, ma ad aver avuto un utilitaria con tanta autonomia quanti un’utilitaria diesel non solo avrebbe ridotto l’ansia da autonomia ma anche il numero di ricariche e di conseguenza il costo del viaggio, il che renderebbe l’elettrico ancora più appetibile, anche per viaggi lunghi.

      • Corretto, ma quanti viaggi del genere si fanno in un anno? Due? Tre? Questo significa che per tutto il resto del tempo, ricaricando in Ac, al lavoro o a casa il pieno costa un terzo e la batteria più piccola basta e avanza; che bisogno c’è di pagare e portare a spasso 500 kg di un oggetto che non si utilizza?

        • Concordo in pieno.
          Ho più di un amico che si è comprato la station wagon prima, il SUV dopo
          “…perchè poi se devi trasportare qualcosa… e poi il passeggino? e le valigie?…”
          e quasi tutti non trasportano MAI nulla, e il passeggino pieghevole entra anche in quasi tutte le utilitarie.
          Ma si son comprati 2 tonnellate di ferro, questo li appaga e li fa stare tranquilli, se non poi lamentarsi che “…ci sono troppe spese, troppe tasse, non ce la si fa più…”. Banda di fessi: se invece di fare i 13 km/litro avessero un’auto che fa i 22, e con qualche mezzo metro in meno in lunghezza potessero parcheggiare più agevolmente, guadagnerebbero in denaro, in serenità, e per il trasporto di materiali un bel noleggio a ore di un furgone quando serve.

          ma vaglielo a spiegare a persone per cui le dimensioni dell’auto e la sua potenza contano e ammiccano a una estensione del loro io…

      • ti dico la mia: tanti commenti di solito sostengono, tra le altre cose, che guidare elettrico costi di più, nella mia esperienza ho toccato con mano che non è vero, costa grossomodo uguale. Quindi abbiamo fatto un passo avanti, non trovi?
        E poi: se avessi più autonomia sarei più contento? Mah, per il mio viaggio non avrebbe cambiato granchè se non impedirmi di godermi di più il viaggio stesso, mi sarei buttato a 130 sull’autostrada dove si poteva, avrei visto km e km di guard-rail, bellissimo guard-rail, meraviglioso guard-rail.
        Il costo del viaggio però, perdona, sarebbe stato lo stesso, grossomodo, con batterie più capaci: l’energia spesa per spostarmi da qui a lì, a parità di motore, è la stessa! certo, il prezzo delle Fast è maggiore… però, avrei speso più energia, perchè batterie più capaci comportano pesi maggiori, e a 130 km/h avrei avuto rendimenti di spostamento minori, con conseguenti consumi totali maggiori.

        Circa l’ansia da autonomia posso dirti che mi ha sfiorato quella sera a Fougerolles, semplicemente perchè sono stato un fesso non mi son fidato di ABRP, pur avendone apprezzato per giorni l’attendibilità. Fermata notturna completamente inutile.
        L’ansia da autonomia secondo me è più nella testa di chi non tocca con mano di quanto sia nelle mani di chi conduce un volante di un veicolo elettrico.

        In sostanza io penso che sia necessario, e sia in atto, e che mi abbia coinvolto
        un completo cambio di paradigma, una decrescita direbbe qualcuno: non solo non la temo (più), ma la auspico di sicuro!

      • 1 anno di e-up, quasi 20000km, circa 2500kWh consumati, speso 72€. Se per un viaggio devo spendere come con una termica, il risparmio nel resto dell’anno è comunque molto alto.

        • Rispondo ad Athos ma anche a Mario e Massimo, sono sicuro che vi sia un grande risparmio durante l’anno ad ogni modo e non so senta la necessità di avere quale KW di batteria in più nelle giornate normali dell’anno.
          Una batteria più capiente, Mario, avrebbe avuto un costo minore siccome avresti ricaricato a casa e percorso i primi (fantomatici, ricollegandomi al mio commento sopra) 850 km praticamente gratis, evitandoti 3 cariche alle fast. Allo stesso modo non direi che saresti stato portato a prediligere l’autostrada, però avresti avuto la possibilità di prenderla senza pensiero nel caso in cui avessi voluto. Questo fa una grande differenza non solo economicamente, magari il risparmio è risibile, ma per la qualità del viaggio che può essere soggetto a variazioni dell’ultimo secondo. Una gita che dura di più, un posto che si vuole visitare in maniera imprevista, possono essere compensati dal tratto in autostrada che ti permette di rientrare nella tabella di marcia generica.
          Questo risponde anche a Massimo, ovviamente i viaggi lunghi sono generalmente limitati ma anche a casa si potrebbe prevedere di caricare l’auto una volta a settimana (magari la domenica) usando l’energia prodotta durante gli altri giorni per gli elettrodomestici, senza necessità di accumulo per la carica serale.

          • A parte casi particolari di esigenze familiari, le auto le ricarichiamo il fine settimana.
            Una batteria più grande, porta anche a consumi maggiori anche quando non ti serve, ovvero per tutta la parte dell’anno in cui gli spostamenti sono nell’ordine dell’autonomia della EV.

          • Guarda G.R
            sicuramente una batteria più capiente avrebbe comportato un (ipotetico) viaggio aggratis, caricando da fotovoltaico interamente a casa.
            Allora però un paio di considerazioni:
            – le presunte code lunghissime di un altro commento dove finirebbero? uhmmm…da nessuna parte! non ci sarebbero proprio!
            – il fantomatico costo delle auto elettriche dove finirebbe, se non nel costo di acquisto, riconducendosi a zero o quasi il costo d’uso? sarebbe come acquistare una casa, costi elevati all’avvio e costi di mera manutenzione in corso d’opera
            – essendomi sentito dire a più riprese nel 2010, quando installai l’impianto fotovoltaico, che era un azzardo e che “mica sei poi sicuro che si ripaga”, contro ogni evidenza tecnica e scientifica e assurgendo il rischio di impresa (che c’era! sacrosanto!) a catastrofe e impedimento assoluto, ricordo che rispondevo che avevo studiato a fondo i numeri, e che ero (abbastanza) tranquillo, e che il passo successivo era poi caricare la macchina a casa a gratis: un folle, passavo per un folle visionario pericoloso e un po’ comunista (l’epiteto “comunista” va sempre bene qui da noi! 🙂 ) Ora mi sento dire dalle STESSE PERSONE, che potrebbero essere tranquillamente alcuni dei commentatori di questo sito e di questa pagina, che io sono fortunato, “eh, tu hai i pannelli sul tetto”. Ciccio, li ho comprati, pagati con un bel mutuo, ho studiato, ma soprattutto e prima di tutto ho cercato di capire da che parte andava il mondo, al di là degli italici piagnistei nostalgici.
            – cosa ci aspetta, cosa possiamo attenderci per i prossimi anni? mah, credo che un raddoppio o comunque un incremento importante delle autonomie sia più che immaginabile, anche tecnicamente. E allora da che parte posizionarsi?
            Io dico che oggi chi ha un tetto dovrebbe pensare seriamente a un impianto fotovoltaico, senza tante paturnie. Certo, occorre studiare e rischiare un pelino. Tuttavia provo a immaginare il futuro, in un Paese con tantissimo sole, con tantissime case energeticamente autonome con impianti fotovoltaici diffusi ovunque sui tetti che permettono ricariche gratis, e una mobilità razionalizzata per cui l’uso dell’auto privata sia disincentivata tutto dove si può a favore di una mobilità più agile e veloce e sostenibile. Solo fantasie? intanto con le fantasie Musk ha fatto fior di milioni, invece gli italiani che criticano e fanno i nostalgici passano il tempo ad ammirare o invidiare il miliardario nordamericano
            – per chiudere, quindi, rispetto alla batteria più capiente: certo che mi piacerebbe. Ma non c’è, per la Zoe la batteria attuale è da 52 kWh. Vuoi giocare? 52 kWh, e domani si vedrà.
            Vuoi aspettare il treno successivo? uno passerà di sicuro, ma arriverà di sicuro dopo.
            Io volevo giocare adesso, pur con i mezzi economici non immensi che avevo. Vedo che io ci ho provato, e altri polemizzano: mi godo il costo chilometrico attuale a 1,8 €/100km contro il precedente 8,5 €/km che avevo con la Fiesta diesel, e mi sto preparando per la prossima stazione sul treno che ho preso.

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