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Vacanze elettriche 7 / A San Daniele in Nissan Leaf

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vacanze elettriche 7Vacanze elettriche  7 / Oggi è Carlo raccontarci il suo viaggio, il 7°articolo di una serie nata per condividere gioie e dolori di trasferte più lunghe del solito tran tran.  Potete inviare testi e foto alla nostra mail info@vaielettrico.it. Le puntate precedenti sono firmate da Paolo, da Bressanone a Ronchi dei Legionari in Peugeot  e-208. Leonardo, a Venezia con la Tesla Model 3. Gino, dalla Campania a Firenze in Hyundai Kona. Laura e Athos, a Interselva in VW ID.3.  Leonardo, in Alto Adige con la  Mazda MX-30 e Gianluca, dalla Lombardia alla Campania in Skoda Citigo-e (foto).

                                                di Carlo Baratto

“É giunta l’ora di inviarvi il racconto delle mie ferie con una Leaf Tekna 40 kWh ritirata dal concessionario all’inizio di Agosto e presa in sostituzione di una GPL più che maggiorenne. Io e la mia compagna abbiamo sempre fatto ferie itineranti, quest’anno causa Covid abbiamo deciso di restare in Italia e vedere un pezzo di Friuli“.

Vacanze elettriche 7
Carlo in viaggio  con la compagna e il gatto: vacanze il Nissan Leaf 40 kWh..

Vacanze elettriche 7 / Si decide dove anda

Amore dove andiamo?
-A Trieste per trovare Ale e Anna, a San Daniele per il prosciutto e salutare Beppe e Lucia e a Valdobbiadene per il prosecco -Fatta!

Ecco, tutto qua, la parte più complessa è stato trovare un posto libero in hotel, non le colonnine. Partenza lunedì con batteria all’80%, decido di allungare il viaggio, passando per Conegliano (70 km) per far colazione con un amico che non vedo da tempo. Pensavo di fare un piccolo rabbocco presso una delle colonnine gratuite messe a disposizione dal comune, ma all’arrivo qualcuno l’aveva appena occupata. Poco male, dopo aver valutato che saremmo arrivati a Trieste con poca batteria, decido di fermarmi a Palmanova dop oaltri  90 km per un rabbocco“.

Vacanze elettriche 7 / Aiutando il prossimo a ricaricare…

L’outlet ha una Chademo che mi può essere utile, ma soprattutto mi è utile per mangiare. Siamo arrivati a Palmanova alle 13 e qualcosa. Qui trovo un austiaco con una Opel che inveisce contro la colonnina Enel X: lui ha una tessera austriaca di un fornitore partner di  Enel X, ma viene rifiutata, letteralmente. È disperato… zero problemi, attivo la colonnina con la mia tessera e mi dà un deca per il disturbo… alla fine caricherà per 7euro e rotti. Andiamo a mangiare e far passeggiare 404, il nostro gatto da viaggio. Quando torniamo trovo un altro austriaco con una Mercedes che impreca contro Enel X. Ci spiega che l’auto non è sua, ma del fratello: voleva provare a fare un viaggio lungo, ma non era minimamente preparato. Gli ho fatto scaricare NextCharge, una volta fatto l’account ha caricato in fast senza problemi. A questo punto ripartiamo con batteria al 100%.  Si va da Palmanova a Trieste: 60 Km.

Vacanze elettriche 7Da Palmanova a Trieste,  aiutando il prossimo a ricaricare…

L’hotel ci ha riservato il posto auto con una colonnina BeCharge su parcheggio privato (non so quanto sia regolare essendo catalogata tra le colonnine pubbliche). Dopo un paio di giorni ripartiamo da Trieste al 100%. Si va a San Daniele, che dista 100 Km. Per ingannare il tempo in attesa del check-in, abbiamo cercato qualcosa da visitare che fosse in prossimità di una colonnina. Siamo finiti in una zona sperduta in montagna, dove abbiamo scoperto esserci delle grotte visitabili (Le grotte del Pradis). Durante la sosta, ad Anduins, abbiamo scelto di pranzare presso l’unica osteria locale, che onestamente non avrei mai preso in considerazione, ma devo dire che è stata davvero una bella sorpresa. Cucina tipica locale, gnocchi fatti a mano con tanto amore e un piatto che si trova solo lì. Arrivati quindi a San Daniele, abbiamo fatto diversi giri, per un totale di 200 Km, rabboccando una volta mentre compravamo due cose al supermercato“.

Un ristoratore mi presta una prolunga e…

L’unica sosta fuori programma, fatta per paranoia mia, è stata mezz’ora ad una Chademo a Pordenone, visto che il nostro hotel era sprovvisto di colonnina. Altri due giorni e poi ripartiamo con 200 Km di autonomia: si va da  San Daniele a Valdobbiadene (TV): 110 Km. Anche qui una piccola deviazione per esplorare il Parco delle Grotte del Caglieron. Arriviamo a Valdobbiadene per ora di pranzo, vicino alla colonnina c’è un bel posticino panoramico e ricarico durante il pranzo. Arrivo in hotel e, parlando con il direttore, entriamo in argomento turismo elettrico. Ci dice di aver chiesto a EnelX la colonnina in epoca pre-Covid e stanno ancora aspettando. Nel frattempo ci mette una prolunga a disposizione, accetto di buon grado e porto l’auto al 100%. Il ritorno, Valdobbiadene – Dolo è di 80 Km, per cui nessun problema“.

Vacanze elettriche 7 / È tutto un altro mondo…

Non ho scritto troppi dati, percentuali, tempi di sosta e amenità varie perché non ritengo servano, sono pause che avremmo fatto ugualmente. Non è interessante sapere quanto ci metto a mangiare no? Gli haters odieranno lo stesso, con o senza dati. Per me l’elettrico è la svolta: ho sempre viaggiato a velocità codice con ProPilot attivo, in assoluta sicurezza per me, la mia famiglia e gli altri. Ciò che mi porto a casa da questo viaggio è che con le colonnine si scoprono anche posti che mai avremmo considerato. E questo è un bene per viaggiatori “olistici” come noi: non è importante la destinazione, ma il percorso. Se andremo all’estero, dovrò studiare le varie tessere/app per non fare la fine degli austriaci…Con l’altra auto a benzina, che tengo solo perché mi dà gioia guidare una cabrio, la velocità da codice non viene quasi mai rispettata. Immagino che il rombo in qualche modo modifichi la percezione dell’auto e la guida. Pur avendomi dato tanto piacere ed emozioni, la ritengo un retaggio del passato, irrispettoso nei confronti degli altri e della quiete della montagna…O forse sono cresciuto e le priorità sono diverse“.


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25 COMMENTI

  1. Leggo sempre i vostri articoli sulle esperienze dei vostri lettori ma vengono riportate solo viaggi per dire a corto raggio essenzialmente al nord Italia.
    Manca ancora un racconto di un automobilista che con un’auto con pacco batterie da minimo 55KW provi a fare un Milano Otranto o Milano Reggio Calabria e capire quali tempi e costi ha dovuto sostenere.

    • Pubblichiamo le storie che ci arrivano, storie vere di gente vera. Potremmo fare noi un test Milano-reggio Calabria, ma non sarebbe la stessa cosa. Non trova?

  2. Domanda: ma che vita d’inferno si deve fare tra app, abbonamenti e tessere per viaggiare con brand automobilistici diversi da Tesla??
    Quando unificheranno tutto e permetteranno di pagare direttamente con carta di credito a prezzi ragionevoli allora sarà diverso…

    • Ma quante volte volte bisogna ripetere che la legge impedisce di pagare con carta di credito? E quante spiegare che le principali App aggregano decine di migliaia di punti di ricarica? Tutto perfetto? No. Pensate a quanti anni ci sono voluti per avere il roaming nella telefonia mobile o l’interoperabilità dei Bancomat. Però l’inferno è solo nella testa di chi non ha mai viaggiato con auto elettrica.

      • Beh allora non capisco perché con Tesla si possa…
        Per la cronaca ho un’auto elettrica… 🤔🤷‍♂️

        • Puoi, perchè le colonnine sono riservate, in spazi chiusi, e riconoscono ogni auto connessa. Un “club priveè”

    • In realtà si fa benissimo, praticamente tutte le app prevedono l’addebito sii carta di credito. Anche Tesla fa così.
      La differenza è che nei SuC Tesla si caricano solo le Tesla, essendo proprietario e con il loro software colonnina ed auto si parlano anche per l’addebito.
      Le altre colonnine si abilitano con l’app o con una carta RFiD.

  3. E’ capitato anche a me di trovare un tedesco con una eGolf ad una Fast Enel che non riusciva a caricare (dopo più tentativi a Fast vicine, ahimé pensava di avere app e tessere compatibili, ma non funzionava nulla) – gli ho offerto la ricarica di circa 15 kWh e nel mentre ci siamo presi un caffé per parlare di ambiente, bici e viaggi.

    Bisogna fare i signori ed offrire la ricarica a chi è disperato!

  4. Carlo, intanto complimenti per la scelta di vacanze itineranti a tappe: anche per me sono le più belle!
    Non aggiungo niente al tuo racconto elettrico perché non ho dubbi: in casa abbiamo già due auto elettriche e viaggiamo, anche per lavoro, senza problemi. E poi sono stanco: se uno è interessato, gli spiego mille cose, ma se non lo è, e soprattutto se tira fuori mille problemi che non ci sono se non nella sua testa, lascio perdere.

    No, invece la domanda è un’altra: come caspita hai fatto ad abituare il gatto a viaggiare con voi?!? La mia gatta già si spaventa con estranei in casa, figuriamoci se la portassi in ambienti sconosciuti 🙂

    • Insistendo 🙂
      Scherzi a parte, ha un carattere meraviglioso, e su questo abbiamo avuto fortuna, poi è stata abituata da piccola all’auto e al guinzaglio.
      Praticamente la porto dal veterinario a fare il tagliando 🙂 🙂 🙂

  5. Interessante la considerazione su Be Charge, perché mi sono trovato nella situazione opposta. Riviera veneta, colonnina Be Charge pubblica localizzata presso un hotel (gli stalli erano chiaramente su suolo privato, come i posti adiacenti).
    Ho provato due volte, in giorni diversi, a usare la colonnina, trovando entrambi gli stalli sempre occupati da auto termiche (immagino di clienti dell’hotel).
    Fortunatamente avevo scelta perché in prossimità c’erano anche due colonnine EnelX praticamente sempre disponibili in un parcheggio pubblico a 5 minuti a piedi dal camping dove alloggiavo, per cui non ho avuto alcuna difficoltà nel gestire le ricariche.
    Immagino che Be Charge stringa accordi con privati con vantaggio reciproco: la struttura ricettiva mette a disposizione gli stalli, e in cambio riceve una colonnina comoda per la propria clientela.
    Non mi stupirei che riservare i posti ai clienti e tollerare l’occupazione abusiva sia una violazione del contratto fra chi ospita la colonnina e Be Charge.
    In questo caso penso sia Be Charge che dovrebbe permettere agli utenti di sapere con facilità se la colonnina pubblica sia su suolo privato, e chi contattare in caso di occupazione abusiva. Speravo di trovare indicazioni chiare su cosa fare sul sito di Be Charge, senza successo. La cosa mi ha stupito considerato che a essere danneggiati dall’occupazione abusiva sono sia gli utenti che la stessa Be Charge, che in questo modo perde denaro.
    L’occupazione notturna da parte di un cliente non mi sembra scandalosa, e potrebbe essere gestita semplicemente consegnando le chiavi alla struttura ricettiva, in modo da permettere, a fine ricarica, lo spostamento del mezzo in caso di (improbabile) necessità da parte di altri utenti in piena notte.

    • Chiederemo lumi a Be Charge. In genere i punti di ricarica su suolo privato degli Hotel non sono gestiti dall’operatore, ma direttamente dalla struttura ricettiva che offre la ricarica come uno dei servizi alla clientela. Facendosi a pagare o no.

      • Non credo si tratti di questo caso; la colonnina è indicata sulla mappa di Be Charge come pubblicamente disponibile, e credo che il pagamento via app vada a Be Charge (non ho avuto la possibilità di appurarlo). Il sito stesso, nella sezione “Richiedi colonnina” dice esplicitamente che si tratta di una colonnina pubblica su suolo privato. Immagino che il gestore della struttura riceva un accesso privilegiato che poi gestirà autonomamente con i clienti, ma immagino anche che nel contratto di servizio ci sia l’obbligo di garantire l’accesso a tutti, come se la colonnina fosse su suolo pubblico.
        Sono stato volutamente vago perché non voglio gettare pubblicamente fango addosso al gestore di una struttura che può essere incolpevole o aver commesso errori di gioventù, di cui non coglie la gravità, con la colonnina appena installata; avrei potuto per lo meno chiedere lumi in reception (oggi probabilmente lo farei, indipendentemente dal fatto di avere altre colonnine a disposizione).
        Se serve posso indicarvi privatamente la colonnina.
        Di certo, se avete la possibilità di contattare Be Charge e altri operatori, potreste valutare se sia il caso di far presente che per gli utenti può essere difficile capire, in certe situazioni, se gli stalli siano su suolo pubblico o su suolo privato messo a disposizione. Non credo che i vigili possano far nulla su suolo privato, per cui nella app o sulla colonnina sarebbe opportuno avere indicazioni su chi contattare in caso di occupazione abusiva – anche dire chiaramente se il numero di assistenza può essere contattato anche in caso di occupazione, oltre che di malfunzionamento, sarebbe utile. In caso di privati che mettono a disposizione lo stallo una chiamata in tempo reale da parte dell’operatore al quale è legato contrattualmente probabilmente ha più effetto, anche solo a lungo termine, della lamentela di un potenziale utente che dopo pochi minuti molto probabilmente se ne andrà.
        Per completezza, nella FAQ della app di Be Charge è indicato di rivolgersi alle autorità competenti in caso di occupazione abusiva di stalli pubblici. Nell’interesse dell’operatore sarebbe opportuno permettere comunque la segnalazione tramite la procedura di assistenza diretta, anche in caso di suolo pubblico (il call center potrebbe in caso di suolo pubblico fornire il numero del comando di polizia locale di competenza, senza che l’utente debba cercarselo, e in caso di suolo privato contattare il gestore, anche in questo caso senza che l’utente debba arrovellarsi per capire a chi deve rivolgersi). Una statistica degli abusi potrebbe essere utile all’operatore perché, pur non potendo fare nulla nell’immediato, può comunque segnalare a sua volta alle amministrazioni pubbliche le situazioni che ritiene economicamente più problematiche dal suo punto di vista, per sensibilizzare a maggiori controlli da parte della polizia locale.

        • Grazie Arturo per la bella analisi. Ne parleremo con Be Charge, ma credo che le sue considerazioni abbiano una valenza generale. Se i call center di assistenza degli operatori si occupassero di segnalare gli abusi a chi di dovere sarebbe un bel passo avanti.

  6. Complimenti vivissimi per l’aiuto prestato ad inizio viaggio all’ austriaco con la Opel. Non c’è riuscito il Covid, riuscirà l’elettrico a renderci meno peggiori (scusate la grammatica)?

  7. “E questo è un bene per viaggiatori “olistici” come noi: non è importante la destinazione, ma il percorso” e questa è la sintesi perfetta di queste puntate sui viaggi in auto elettrica (tranne di chi si sposta in Tesla).

    In pratica la vacanza viene “frazionata” in più tappe, non troppo distanti da loro, disegnando un percorso sulla mappa di più luoghi da visitare. Faccio 200 km lì, mi fermo in quella trattoria; poi altri 150 km e vado a visitare le grotte; poi altri 180 e visito il museo o il centro commerciale. Tutti i racconti si eguagliano da questo punto di vista. La teoria sottesa è che una vacanza così organizzata sia addirittura migliore di una tradizionale o almeno è così per i viaggiatori “olistici”. “Convertitevi … fate come noi … spezzate il viaggio a tappe alla riscoperta dei tesori del territorio … salvate l’ambiente modificando il vostro concetto di viaggio …”: la notte ho gli incubi solo a pensarci.

    A mio avviso, è un po’ “forzato” questo shift del paradigma del viaggio, anche se sembra naturale e piacevole. Perché questo tipo di vacanza esiste da sempre ma non coincide col 100% delle tipologie di vacanze. Se io ho una settimana di ferie, ad esempio, e volessi trascorrerla tutta a Budapest con partenza Firenze, potrei programmare un viaggio di 959 km all’andata e un altro viaggio analogo al ritorno. Ho 7 giorni e voglio usarli il più possibile per visitare la capitale, non per visitare Trieste, Krasnja o Lopata che pure hanno tanto da offrire e dedicare 3 giorni anziché 5 a Budapest. Stessa cosa in Italia, se un barese decidesse di passare tutta la sua vacanza a sciare ad Aosta: vuole imparare a sciare bene, non visitare gli Uffizi o farsi un selfie con la fontana di Trevi alle spalle. Invece tocca riprogettare il viaggio, “valorizzando” le tappe intermedie e rimodulando il tempo totale destinato al viaggio frazionandolo in più parti, anche per evitare che il ricordo del mio viaggio sia “2 ore in auto a guardare netflix”, “2 ore in auto a chiamare la zia che non sentivo da tempo”, “2 ore in auto a fare una pennichella”.

    Pur ringraziando gli “olistici” per i loro racconti delle loro avventure a tappe, io vorrei ben scegliere tra le 2 opzioni: per questo attenderò auto con grandi autonomie, con elevate velocità di ricarica e con costi d’acquisto accessibili. Cabrio e veloci, possibilmente, proprio come la cabrio che anch’io, come il lettore, guido per il piacere di guidare.

    • Non travisiamo la cosa… l’anno scorso siamo andati proprio a Budapest con il GPL, tappe massime di 400 Km per questioni di sicurezza/stanchezza.
      Le ferie descritte le avrei fatte in ogni caso in questo modo quest’anno.
      Il punto, la chiave se vuoi, di tutti i racconti è che già oggi è possibile viaggiare comodi con tappe di 300 Km circa e pausa di un’ora al massimo.
      Non devo convincere nessuno e il mio modo di viaggiare non è sicuramente il migliore, di solito viaggiamo in tenda spostandoci in tenda ogni due giorni, per cui per noi l’elettrico oggi è soddisfacente; come evidenzi giustamente, non è per tutti, le esigenze sono diverse da persona a persona.
      Credo che questi racconti possano dare “coraggio” a chi ha le esigenze giuste per l’elettrico attuale.

      • Infatti il problema è la distanza. 400 km ancora si fanno bene, oltre comincia a essere problematico e servono auto costose con grandi autonomie. Mio suocero, pensionato 75enne con diversi acciacchi di salute (dovrà pure subire un intervento la prossima settimana), con una Peugeot 308 diesel station wagon del 2013 ha fatto il 17 agosto 1000 km dalla Toscana (casa mia) in Calabria in un giorno, tutti di fila. Avrebbe potuto ben fare sosta in Campania (casa sua era praticamente sulla strada, a pochi km da un casello per il quale è comunque passato) ma ha preferito tirare dritto. Il viaggio all’andata, fatto il 12 agosto (5 giorni prima), altri 600 km tutti di filata. E lui è pure uno lento alla guida. Chiaro che chi non è abituato a lunghi viaggi il problema non ce l’ha, non gli cambia quasi nulla. In realtà anche lui ha dei problemi con la vacanza.

        L’altro aspetto infatti che non ho evidenziato nell’altro post è la necessità di ricaricare nel luogo di vacanza. A casa si ricarica in garage, ma in vacanza? C’è una colonnina vicino il bed & breakfast o la casa scelta con AirBnb? E se c’è, quanto dista? Inoltre devo trovarla libera, devo regolarmi col “pieno” (anche solo il calcolo di quando il pieno sarà raggiunto non è facile, perché dipende anche dalla temperatura della batteria e da quella esterna) e liberare il posto per evitare la multa, devo verificare che abbia una presa compatibile con la mia auto (la tua Nissan Leaf ha una Chademo, una presa ormai abbandonata da quasi tutti in favore di altri standard). Quando dal mio luogo di villeggiatura devo fare uno spostamento più lungo per visitare una provincia o regione adiacente devo organizzare il viaggio in modo che trovi un posto dove lasciare l’auto a ricaricare (libera, funzionante e compatibile) con una “attrazione” da visitare altrimenti rischio di passare ore preziose delle mie ferie fermo in attesa a non fare nulla. Il fatto che a te sia andata sempre bene e che sia stato bravo a trovare la soluzione ideale non deve ingannare l’utente medio dalle difficoltà e dai rischi dell’ “impresa”. L’unico rimedio è che tutti i luoghi in cui si intende soggiornare possano garantire al 100% la presenza di una wallbox di ricarica a nostro uso esclusivo, diversamente l’ultimo che si ritira la sera resta a secco. E chiaramente questo implica una notevole selezione, perché solo qualche albergo dotato di moltissimi posti auto potrà offrire questo tipo di servizio.

        Per questo la soluzione attuale non è soddisfacente per alcuni utenti e non si può semplicemente invocare un aumento delle colonnine per risolvere il problema. Serve una soluzione di ricarica “tradizionale”: pochi minuti per ricaricare la batteria di tanti kwh, come con un’auto normale. Prima la politica si rassegna, prima ci sarà il passaggio all’auto elettrica.

        • Perdonami ma continui a vedere difficoltà dove non ne esistono.
          Se non mi preoccupo io della presunta scarsità di Chademo perché lo fai tu?
          Aspetta pure l’auto ideale per le tue esigenze ma credimi se ti dico che delle criticità ci sono, magari al centro sud, ma non è tragica come la dipingi.
          Detto questo non voglio difendere la mobilità elettrica perché non ne ha bisogno.

        • Per i lunghi viaggi andando in VACANZA non è meglio usare altri mezzi? Aereo o treno e all’occorrenza affittare un auto in loco? Sono sicuro che la vecchia mentalità italica dell’auto a tutti i costi cambierà, grazie alle nuove generazioni.

          • Dipende dove si va. L’auto garantisce una autonomia di spostamenti invidiabile nonché una maggiore libertà per i bagagli soprattutto se ha figli piccoli al seguito

          • Dipende? La “LIBERTÀ” è un concetto astratto; poi esistono pure le statistiche dei mezzi di trasporto più sicuri… forse anche più economici, chissà.

        • Scusami ma una persona che ha problemi di salute e si spara 1000 km non e il massimo. Cmq una tesla ti fa i 1000 km in 10 ore come una normale auto.che se vuoi vedere tutto nero sicuramente lo vedi ma non è necessario convincere gli altri

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