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Emissioni in porto. Si inizia, finalmente, a misurarle. A La Spezia e Marina di Carrara

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Porto

Anche le navi inquinano quando sono in porto e finalmente si parla di misurare le tante e troppe emissioni nocive che ammorbano l’aria. Non sembra vero visto che a terra si fa il pieno di centraline per valutare il livello degli inquinanti, ma fronte mare c’è ben poco. A Venezia i residenti hanno dovuto bussare in Procura per svegliare i politici e iniziare a fare i controlli. Ora parte il monitoraggio nei porti della Spezia e di Marina di Carrara.

Nei due porti – uno in Liguria e l’altro in Toscana, con il software DSFE (Datach Ship Footprint Evaluator), fornito dalla Datach Technologies Srl, si potranno calcolare in tempo reale le emissioni inquinanti prodotte dalle navi. L’investimento in monitoraggio ambientale è stato fatto dall’ Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale (AdSPMLO).

Impronta ecologica dei porti in tempo reale

 

Nautica elettrica
Nel porto di Marina di Carrara via al monitoraggio delle emissioni nocive

Il nuovo software lavorerà sulla base dei dati raccolti tramite la rete nazionale AlS delle Capitanerie di Porto, il sistema ufficiale nazionale per la gestione dei dati relativi al posizionamento e alle caratteristiche delle navi, acquisendoli per ogni nave presente nel porto.

I responsabili del progetto assicurano  che con “l’insieme di tutti i dati tecnici è possibile definire con certezza in tempo reale l’impronta ecologica marittima dei porti governati dalla AdSPMLO“.

La nostra ottica è quella del miglioramento, che è tra i primi obiettivi della nostra azione di intervento – commenta il Presidente della AdSPMLO, Mario Sommariva –.  L’implementazione di questo sistema rientra tra le premesse fondamentali sulla base delle quali promuovere lo sviluppo di politiche green a diretto beneficio della relazione porto-città”.

I comitati in lotta e i 700 milioni per le banchine elettriche

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Il porto di La Spezia anche le grandi navi possono spegnere i motori in porto

Lodevole l’iniziativa presa nei due porti. Ma in Italia,  da Genova a La Spezia, da Napoli ad Ancona, si fa il pieno di comitati di cittadini residenti che chiedono di spegnere i motori termici per tornare finalmente respirare aria sana. Per altri motivi, in particolare per il traffico acqueo, un migliaio di veneziani sono scesi recentemente in acqua per protestare contro la latitanza nella tutela dell’ambiente e della salute.

Venezia protesta
La manifestazione a Venezia contro l’anarchia del traffico

Tutto fermo? No. Il Governo ha stanziato 700 milioni di euro che investirà nell’elettrificazione della banchine in una quarantina di porti. Purtroppo ne manca ancora qualcuno all’appello. E’ questa l’unica soluzione concreta per ridurre le emissioni locali e tutelare la salute pubblica. Si muovono anche alcuni armatori, pochissimi, come Grimaldi che ha varato alcune navi a batteria per l’alimentazione in porto (leggi qui). Più lunghi invece i tempi per la conversione elettrica delle navi che percorrono tratte medio lunghe.

Nei giorni scorsi Msc Crociere (leggi qui) ha annunciato la ricarica elettrica in porto per due navi destinate alle crociere. Ma sono quelle che operano nel nord Europa. C’è ancora da aspettare per il Mediterraneo. Un segnale piccolo, ma importante.

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