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Elettriche cinesi, la UE vuole vederci chiaro

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auto cinesi
La MG 4, l'auto elettrica cinese più venduta in Europa.

Elettriche cinesi, la UE vuole vederci chiaro: parte un’indagine per verificare se i prezzi sono tenuti artificialmente bassi, grazie a generosi aiuti di Stato.

elettriche cinesi
Le elettriche più vendute in Europa in luglio: la cinese MG 4 è al 4° posto.

Elettriche cinesi, prezzi bassi grazie agli aiuti dello Stato?

Anche a Bruxelles prevale la linea dura del governo francese, che ha già fatto sapere che le elettriche made in Cina saranno escluse dagli incentivi 2024. Questo a causa di criticità come le produzioni ritenute tutt’altro che ecologiche, con energia proveniente in buona parte dal carbone. Molto più cauta invece la posizione del governo tedesco, dato che la Cina rimane un mercato fondamentale per il made in Germany. Ora si muove Bruxelles, per verificare se quella di Pechino può essere considerata concorrenza sleale. Una mossa che va vista soprattutto in prospettiva, dato che l’invasione dei modelli cinesi a batterie sta cominciando proprio ora. Anche se c’è chi si è già conquistato una bella quota di mercato: la MG4, per esempio, è al 4° posto tra le EV più vendute in Europa, con oltre 5.800 immatricolazioni al mese. È ovvio che, se all’indagine dovessero seguire i fatti, come l’imposizione di dazi, andrà messa in conto anche una ritorsione da parte di Pechino.

elettriche cinesi
Ursula von der Leyen, n.1 della Commisiione UE.

Ursula von der Leyen: “Distorsioni inaccettabili”

Ursula von der Leyen sembra comunque avere già le idee chiare. Secondo la presidente della Commissione UE “il prezzo delle auto cinesi è mantenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali. Questo sta distorcendo il nostro mercato e poiché non accettiamo questa distorsione dall’interno del nostro mercato, non la accettiamo dall’esterno“. Una posizione che è fortemente sostenuta da buona parte dell’industria dell’auto, a cominciare dai numeri uno di Renault e Stellantis, Luca De Meo e Carlos Tavares. C’è da tener conto, però, che se dovessero essere posti dazi all’importazione, come appare verosimile, le conseguenze ricadrebbero anche su alcuni marchi europei. La Dacia Spring, per esempio, è prodotta dal gruppo Renault proprio in Cina, così come diversi modelli di altre marche.

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65 COMMENTI

  1. mi ricorda i dazi contro le moto giapponesi quando la produzione nazionale aveva prestazioni pessime e affidabilità scandalosa.
    inoltre se applicassero davvero aiuti di stato, avremmo le a uto elettriche a 15/20 k, cosa che non esiste (al momento)

  2. IL LAMENTO PRIMA DI SOFFOCARE.
    L’Europa sta soffocando.
    Prima facevano in Cina quello che a casa nostra non conveniva più fare e andava bene perché arrivavano i jeans prodotti con pochi euro e i Signori del tessile ci mettevano le etichette trasformandoli magicamente in made in Italy. 300 euro per un paio di jeans che costavano al produttore pochi dollari; margini di guadagno altissimi per 15 anni che però hanno insegnato alla Cina quello che la Cina non sapeva ancora fare.
    Poi hanno delocalizzato pure il conciario mettendoci il lavoro iniziale (quello pesante) e le pelli arrivavano in Italia eeee… magia!!! la borsetta della marca (non si può dire la marca vero?) diventava il top … 3000 euro per una borsa targata Italia ma conciata in Cina e pure controcollata.
    Quando hanno capito che la Cina stava diventanto un mercato che cominciava a consumare via … tutti in Cina per vendere. Peccato che non sono proprio stupidini i Cinesi.
    Adesso la Cina fa paura ma non ci sono strumenti efficaci per poterla combattere.
    Il baricentro dell’economia mondiale si è spostato verso est e noi stiamo diventanto marginali.
    In realtà la Cina non fa male a nessuno e se ci vende un’auto ad un prezzo mediamente più basso di un costruttore Europeo (circa 5000 -8000 euro in meno) non vedo che cosa ci sia di male. Le vendessero a meno anche qui in Europa. Certo che è arrogante in un mercato globale etichettare il made in Europe nell’automotive dove ci sono componentistiche che arrivano da ogni dove.
    L’Europa, come dice Enzo, ha fatto quello che Biden ha attuato mesi fa. Daltronde l’Europa fa sempre un COPIA INCOLLA degli USA.
    Peccato che copiare il primo della classe non significa essere il primo della classe.
    Mi permetto di sconfinare politicamente visto le scelte scellerate di Putin che lo hanno portato ad accodarsi ai più forti Cinesi. I due blocchi che si stanno formando sono perlopiù due blocchi economici dove gli emergenti tentano di decidere ciò che non gli è stato mai concesso. La Cina, non dimentichiamocelo, ha risorse produttive enormi e non ha neanche mai lesinato sulla dimostrazione di forza. Un giorno sì e uno no pattuglia i mari attorno a Taiwan sfidando apertamente USA e Giappone.
    Qualche anno ancora e queste tensioni potrebbero trasformarsi in un vero conflitto a cui spero di non assistere.

  3. Europa ridicola sulla questione.
    Ha imposto a se stess a un obbligo in modo molto poco trasparente (ricordiamoci che hanno preso tangenti perun mondiale, figuriamoci sull’industria automobilistica), e ora si preoccupa perché i produttori europei stanno cadendo a picco.
    E come chiudono? invece di fare in modo che la transizione porti ad avere prezzi paragonabili alle ICE si lamentano che i prezzi della concorrenza non sono alti quanto quelli interni.
    Dei maledetti geni al contrario.
    A parte che non trovo alcun problema se l’industria automobilistica cinese è alimentata dal suo stesso governo (noi non abbiamo dato incentivi a detsra e a manca per 30 anni?), anche perché alla fine conta il risultato: qualità a basso prezzo per il cliente finale. Non per niente non vince la Cina sul mercato elettrico ma Tesla che produce M3 e MY come mezzi di alta gamma generalista al prezzo allineato al generalista del segmento D Ice.

    QUindi in Europa invece di piangere miseria, pensassero a invesitire in modo da portare avanti la transizione che hanno imposto sulla nostra pelle. Invece di dare incentivi solo alle auto prodotte in un certo modo, che li tagliino completamente, che impongano un tetto sull’energia per la ricarica da colonnina, che definiscano degli standard di ricarica minima e di connessione per le colonnine (magari facendo un accordo con Tesla visto che ha le migliori).

    Io il primo gennaio 2035 devo avere l’elettrica in garage che fa 1000Km con una ricarica in 10 minuti e la colonnina deve essere al posto della stazione IP di fronte casa.
    Non che ad oggi, quasi nel 2024, non so su quale tipo di auto posso investire nei prossimi 4-5 anni proprio perchP manca l’infrastruttura.

    • – il 13 Settembre 2023 at 19:31 ho scritto:

      Enzo ti faccio una profezia delle mie 😂

      Il prossimo “slogan” che sentiremo sarà una roba del tipo “prima ci vogliono imporre le auto elettriche e poi ci impediscono di comprarle”-

      il 14 Settembre 2023 at 13:24 il signor Dubbioso scrive:

      Europa ridicola sulla questione.
      Ha imposto a se stessa un obbligo in modo molto poco trasparente

      E come chiudono? invece di fare in modo che la transizione porti ad avere prezzi paragonabili alle ICE si lamentano che i prezzi della concorrenza non sono alti quanto quelli interni.
      Dei maledetti geni al contrario.
      _____________

      (Signor Dubbioso, mi raccomando, non voglio stigmatizzare la sua frase. Sulla quale potrei essere anche d’accordo, lo ammetto.
      Mi trastullavo a vedere che la mia “profezia” si è già avverata a meno di 24 ore dal vaticinio… 😀 )

      • Se si vuole trastullare sulla mia frase, almeno colga la semantica che è ben lontana dalla sua sentenza. 😉
        il significato della mia frase è: “Prima ci impongono l’auto elettrica senza averne i numeri e poi, continuando a perseverare nell’improvvisazione più totale, pretendono di fare cartello rispetto a una concorrenza più aggressiva invece di pensare ai cittadini.”

        Le cose vanno fatte bene!
        Poiché mediamente su questo portale si è accecati dal tifo, come ho scritto svariate volte (con frasi semplici), io non sono contro l’elettrico, sono contro questo modo di fare l’elettrico porato avanti dall’europa, di fatto imponendolo ma nello stesso abbandonandolo all’improvvisazione. Infatti l’unica organizzazione funzionate, cioè Tesla, fa il quasi totale delle vendite e ha una rete di distribuzione meccanica ed energetica nettamente migliore di chi fa il venditore di corrente per mestiere.

        Non nego di che nel retrocranio mi frulla sempre di più la convinzione che il voto per il 2035 sia nato più da voto di scambio che reale programmazione.
        Un qualsiasi manager capirebbe che dietro questo progetto non c’è alcun business plan, alcuna programmazione, alcuna certezza.

        Quindi a malinquore. perché da cittadino europeo devo subirlo, mi auguro che i nostro governanti prendano ceffoni a due mani dai cinesi, ed eventualmente anche qualche calcio nei testicoli/ovaie.

        • -il significato della mia frase è…-

          …esattamente quello che intendevo anch’io, detto in maniera più articolata. 😉

          Con me su diversi argomenti sfonda una porta aperta. Anche se guido una plugin di cui sono soddisfattissimo e che viaggia quasi esclusivamente “a scossa”. La kuga si sta rivelando una delle migliori macchine che abbia mai avuto, per molti aspetti decisamente la migliore.
          L’idea dell’auto elettrica è giusta, da perseguire e davvero molto interessante, il potenziale dei veicoli è addirittura mostruoso, le possibilità tecniche addirittura entusiasmanti.
          Anche in aspetti che nessuno penserebbe.
          l’implementazione del tutto, al contrario, si sta dimostrando disastrosa.
          Peccato.

          • Be’ consoliamoci pensando che forse è l’ultimo errore di implementazione che faremo.

        • Be’, “improvvisazione” insieme a “Bruxelles” produce un ossimoro.

          Forse così “raccontano la storia” il TG1, Libero, il TG5, La Verità etc. agli italiani, per tenerli caldi e non fare sfigurare gli scappati di casa che infestano tutti i partiti romani, padani, balneari, montani etc. che periodicamente “scoprono” scadenze fissate (insieme) cinque anni prima, piani definiti (insieme) decenni nel passato etc.

          Bruxelles ha tempi di decisione che assomigliano più a quelli della programmazione quinquennale di Pechino che alla decretazione d’urgenza dei vari campioni nazionali che si svegliano nella notte, tutte le notti, per emergenze “imprevedibili”.

          https://www.cagle.com/guy-parsons/2021/11/climate-change-13

  4. Questa è la stessa Europa che nel 2035 vuole bloccare la produzione ICE a favore del solo elettrico BEV. Sempre perchè le batterie in Europa crescono sugli alberi.
    A prescindere dall’atto della Von Der Leyen che visto l’andazzo è quasi obbligatorio a me fa ridere proprio tutta la gestione della mobilità obbligatoria solo elettrica che hanno deciso questi signori.
    Una strategia che a 12 anni dal suo traguardo già manifesta i suoi limiti ed è quello che dicono in molti, ovvero che non avendo filiere produttive di componentistica essenziale quali le batterie rimani esposto ai capricci di chi quelle batterie le produce e vuole fare quello che gli piace e pare sapendo di averne le possibilità.
    L’Europa non avendo queste filiere ha l’obbligo di trovare strade alternative sino a quando non sarà strutturata adeguatamente per questo o verrà colonizzata dalle importazioni cinesi e le produzioni automotive subiranno una bomba sociale che non auguro.
    La miopia dell’Europa verso la Cina non è solo verso l’elettrificazione dell’auto ma lo stesso errore lo hanno fatto con i cinesi per le reti 5G nazionali e non gli è bastato!
    Quella cinese è concorrenza sleale? Ovviamente si! Perchè gli stabilimenti cinesi sono in Cina e non in Europa con benefici solo per il mercato interno cinese e costi di produzione ben differenti, Tesla, giusto per citarne uno, ha stabilimenti a Shanghai.
    Se quello dell’indagine è un modo per invogliare ed accelerare i cinesi a fare fabbriche in Europa ben venga, Magna Steyr, Great Wall, la cinese se SAIC Motor (MG) e BYD. Se le produzioni si spostano in Europa ed in Italia le cose cambiano.
    Di una cosa sono sicuro e questo peggiora la scelta assurda dell’Europa con quel 2035, i cinesi non hanno mai potuto eguagliare gli Europei nel comparto motoristico dell’automotive, con l’elettrico e la semplificazione della componentistica ci si sono buttati a capofitto e ad oggi sono molto più avanti dell’Europa anche se non esenti da difetti.
    O facciamo capire che le auto cinesi possono essere vendute anche in massa purchè prodotte in Europa oppure avremmo grossi problemi.
    Protezionismo? Assolutamente, perchè la Cina lo fa da una vita e non da rendiconto a nessuno e noi glielo abbiamo permesso.
    Lo smartphone della OPPO sta diventando uno dei marchi più venduti in Cina e non è un caso.

      • Se non accetti soluzione alternative all’elettrico per quello che l’Europa definisce “carburanti neutri” allora di fatto mi stai imponendo l’elettrico.
        La cosa più bella di tutta questa mirabile fandonia è che in Europa nel 2035 non si dovranno fabbricare auto inquinanti ma a parte l’elettrico o l’idrogeno il concetto di “non inquinante” non è chiaro. Gli e-fuel su cui a spinto la Germania, ma che ad oggi costano non poco in termini di energia e acqua per ottenerli, sembrano essere già tollerati i Biofuel proposti dall’Italia e già disponibili invece non si capisce.
        A tutto questo ci aggiungiamo che dal 2035 non ci sarà uno switch e tutto si spegne ma continueranno a circolare le auto ICE immatricolate in precedenza quindi siamo nel caos più totale.
        L’Europa invece di strutturarsi per competere anche economicamente sul fronte Green e programmare una road map concreta che già da subito porti benefici in fatto di emissioni (biocombustibili come l’HVO possono essere già usati su motori diesel con omologazione EN 15940-XTL e l’ENI lo produce) va avanti con le veline sull’elettrico in attesa che poi arrivi lo Tsunami commerciale e li poi voglio vedere quale buffonata si inventeranno ancora!

        • Guardi la programmazione c’è eccome. La trova nel Green Deal e nei pacchetti Fit for 55. Stanziano centinaia di miliardi a sostegno della transizione elettrica. Solo l’Italia ha beneficiato di 60 miliardi già nel PNRR.

          • Oh si, sicuramente il Fit for 55, interessante a leggerlo con un insieme di proposte, accordi provvisori ed un fiume di percentuali che devono poi trovare riscontro nella realtà e nell’applicabilità.
            Come ad esempio le case GREEN che sempre nell’ambito del Fit for 55 ci indica che gli edifici residenziali dovranno essere ristrutturati per raggiungere:
            la classe energetica E entro il 2030,
            la classe energetica D entro il 2033,
            gli altri edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere:
            la classe E entro il 2027,
            la classe D entro il 2030,
            traguardi irrealistici a meno che l’intera popolazione italiana non debba indebitarsi per ristrutturarsi casa!
            Norme che sono ancora da dibattere ma nel contempo stando ai dati Ance (Associazione nazionale costruttori edili) oltre 9 milioni di edifici residenziali in Italia, su 12,2 milioni, non rispettano le performance energetiche richieste; risultato più di 2 case su 3 dovrebbero essere ristrutturate!
            L’esperienza del 110% è costata al netto circa 60 miliardi di Euro anche se avuto un grande impatto sul PIL, ma se proiettiamo su 9 milioni di edifici si traduce in un fiume di denaro che di certo non metterà l’Europa!
            Se questo è il programmare/pianificare dell’Europa!

          • Sarei curioso di sapere quale sarebbe la sua proposta per programmare/pianificare la transizione energetica.

    • @Remo
      Nessuna idea sul nostro secolare capitalismo predatorio?
      Non solo in Cina non si fanno solo auto con grande soddisfazione dei nostri ottimi imprenditori/venditori ma, addirittura, Casate occidentali producono auto per venderle a prezzi occidentali.
      Niente da dire su questo?

  5. Vedo tanto complottismo tanto al chilo in alcuni post. La situazione non è semplice e non ho visto nessuna ricetta per una via d’uscita vincente in questa situazione. L’ Europa si sta accorgendo che sull’elettrico è indietro, sia per tecnologia e sia, ancora più grave, per la filiera, dalle materie prime alle batterie. La real politik sta cercando di salvare il salvabile ma forse è già troppo tardi. Da una parte non vedo nulla di positivo di importare veicoli cinesi, se non quello di fare risparmiare qualche migliaia di euro ai consumatori, con danni però enormi all’economia europea. Vero che l’Italia negli ultimi 10 anni e forse più, ha già ridotto di molto la produzione di veicoli e forse non sarà la più colpita da questa invasione.
    Una soluzione per salvare capra e cavoli potrebbe essere quella di alzare i dazi ma contemporaneamente agevolare/ incentivare la costruzione di fabbriche in Europa di società cinesi. Della serie, Se non puoi vincere sul nemico allora alleati.

    • Replicare in piccolo quello che fa Biden ci fa schifo? Quando si hanno poche idee e confuse meglio copiare dai migliori. Se si fa un piano di incentivi per chi produce da noi, verranno tutti a produrre qui e quindi l’occupazione la si fa da noi. Senza necessità di aggiustare ulteriori dazi …

      • Non sono sicuro che mettere soldi a pioggia come Biden sia fattibile ed efficace, certo i nodi di una transizione a tappe forzate verso una sola tecnologia che non si padroneggiava in Europa vengono al pettine. Lo scorso anno un report fatto in UK dal comitato trasporti diceva: vogliamo la carbon neutrality nel trasporto privato ma si stanno mettendo tutte uova in un solo cestino.
        Quindi adesso e’ solo vetture elettriche a batteria.. ma non cinesi. Pero’ il 40% delle auto dalla Cina sono Tesla. Non credo si andra’ molto lontano.

    • le misure contenitive che vennero prese prima della crisi del 29 furono quelle di implementare dazi. Come fa notare “La real politik sta cercando di salvare il salvabile ma forse è già troppo tardi” la storia ci insegna e speriamo che quel troppo tardi non ci porti a una ripetizione di quello che fu nel 29

  6. Tutti sanno che i cinesi non stanno facendo dumping sulle auto. Quindi non si spiega l’uscita di Von der Leyen se non come un tentativo di spuntare le armi alle destre facendo propri dei temi su cui le destre, appunto, vogliono condurre la campagna elettorale delle Europee del 2024.

    • Se ci sia dumping in senso stretto lo appurerà l’indagine, che in ogni caso deve attenersi alle regole internazionali fissate dal WTO. Ma visto che si parla di ambiente e di emissioni a livello globale, non mi parebbe uno scandalo se i prodotti importati nell’Ue venissero tassati in base alle emissioni in fase di produzione.

      • UE: come fare harakiri con i cinesi.
        Un nanosecondo dopo che si imporranno dazi contro la Cina, i cinesi metteranno dei SUPERdazi a tutte le auto a combustione (e non solo) europee e specialmente tedesche vendute in Cina.
        E verranno aumentati i dazi su batterie e materie prime.
        All’Ue Fanno i conti senza l’oste

  7. Fumo negli occhi per coprire la speculazione crucco-nordica.
    Questa biondina che fa il paio con quella nostrana dovrebbe piuttosto chiedersi come mai le case automobilistiche europee negli Usa hanno listini più bassi del 20/30%.
    Una id4 pro performance, ad esempio, ha un listino ( ben equipaggiata perché li se la devono vedere con TESLA) DI 48.000$. Considerando l’iva il prezzo finale è di circa 52.000$. A questi, poi, bisogna togliere i 7.500 $ di credito fiscale di cui le auto non inquinanti beneficiano.
    Le ricariche su strada a 0.28 $/KWh invece degli 0,90 di qui?
    Lo stipendio medio doppio/triplo o quadruplo di quello Italiano?
    Ma di che parlano ste biondine del….

          • Stipendio medio di uno statunitense usd 5783.
            Realmente diciamo che qui uno stipendio medio è tra i 1250 e 1700 euro (fonte exportusa.us per quello statunitense e partitaiva.it per il dato italiano).
            In Germania uno stipendio medio è di 2400 euro.
            Sulla partita stipendi io non farei l’avvocato del diavolo.
            Negli ultimi anni, dopo l’avvento dell’Euro l’Italia ha spinto all’indietro sulle rilevazioni ISTAT (che ricordiamocelo è un organo statale) e gli stipendi hanno costantemente perso potere d’acquisto.
            A parità di stipendi negli usa comunque il netto è sempre molto più alto di una retribuzione Italiana in quanto la tassazione è minore.
            E’ un sintomo di una ormai CONCLAMATA POVERTA’. Sotto di noi solo la Grecia.
            ps: tanto per non toglierci nulla all’analisi possiamo affermare con certezza che con questi dati uno Stato che concentra principalmente l’imposizione fiscale sui redditi e sui consumi piuttosto che sui patrimoni è oltretutto iniquo.
            ps2: prendo per buona la male informazione se confrontiamo uno stipendio di un diciannovenne ed eventualmente la variabilità dello stesso ma .. io che sono un rompi….. esemplare ho chiamato un collega in Germania per chiedergli quanto fosse la sua busta paga e quanto ho fatto il confronto mi è caduto il cavo di ricarica.

          • Tolga dallo stipendio netto dell’americano medio l’assicurazione sanitaria, le tasse locali, le tasse sulla casa, la scuola dei figli, i versamenti per la previdenza privata e vedrà cosa resta.

    • Tralasciando la parte sessista del commento (ste biondine non mi piace come linguaggio, meglio dire queste incompetenti che almeno non è sessista) la Giulia, prodotta in Italia ed esportata negli USA, costa meno lì che da noi, nonostante i dazi e le spese di trasporto. Quindi hai ragione, lì le auto costano meno, è che siamo fessi noi a strapagare cose che non valgono tanto.

    • Gli USA sono indipendenti energeticamente, sia sotto il prifolo elettrico che combustibile, da sempre si fanno i prezzi che vogliono.
      Per gli stipendi ricordat iche devono pagarsi salatissime assicurazioni mediche e tante altre cose.
      Di sciruro stanno meglio di noi, ma 3/4 volte no.

      • Alcune cose le pagano salate altre meno come i carburanti ad esempio.

        Nella rete trovo:
        “A seconda delle specifiche condizioni, i cittadini americani che dispongono di una copertura assicurativa sono riconducibili a queste 3 casistiche:

        – cittadini la cui copertura sanitaria è garantita a vari livelli dal datore di lavoro;
        – cittadini che provvedono per proprio conto all’acquisto di un’assicurazione sanitaria;
        -cittadini coperti da programmi di sanità pubblica in base a requisiti specifici.”

  8. Ci tengo a segnalare un paradosso di “comunicazione”

    attenzione che questa indagine europea, richiesta a forza dai nostri costruttori auto, si presta a manovre di propaganda in vista delle elezioni del 2024, messaggi trolleschi inclusi

    le filiere di energia fossile, costruttori auto, partiti politici, che sono apertamente contro la transione energetica (e indefinitiva contro l’abbassare i costi dell’energia, e a margine anche delle auto)

    potrebbero cercare di incolpare le istituzioni europei e le auto elettriche dei costi
    è la retorica del capro-espiatorio spesso usata in politica,
    già è stata usata tante volte in precedenza,

    ad ogni problema economico nazionale che i nostri amministratori non sapevano o non volevano risolvere o di cui magari erano anche la causa, come in questo caso, come diversivo si dava la colpa a qualcosa di “esterno”, tra i vari bersagli papabili anche le istituzioni europee

    per quanto ricordo e capisco, le istituzioni europee, che bene o male, prima di cedere su questa pressione protezionistica del mercato interno delle auto (pressione voluta da queste stesse forze), le isituzioni europee sono state un argine sino ad ora per difendere la transizione energetica ed evitare derive e politiche particolarmente retrograde e lobbiste in Stati a rischio come il nostro; indebolirle potrebbe significare lasciare più carta libera a queste forze di fare danni

    occhio ai discorsi retorici, dei leciti simpatizzanti di queste forze, e degli illeciti web-promotor,

    rileggerli per vedere se qualcuno sta provando a “vendervi” un tesi farlocca, in cui nelle ultime righe si tirano conclusioni errate, per motivazioni di intereresse (ideologico, politico, economico) in chiave anti-europea

    senza pretese di aver ragione, solo la mia opionione

  9. Ursula von der Leyen: “Distorsioni inaccettabili”. Quest’isteria collettiva dei vertici europei inquieta moltissimo. Prendiamo per esempio una Tesla mod. 3 che viene venduta oggi a 40K e la stragrande maggioranza delle macchine europee con molta meno tecnologia è venduta a prezzi simili o addirittura più alti… cosa vorrebbe questa Signora? Che dobbiamo spendere tantissimo in ogni caso per meno qualità e tecnologia? Ci vogliono spennare in qualsiasi maniera. Ma questi Signori se vedono il listino USA, sempre della Tesla mod. 3 con gli incentivi governativi gli prende un attacco di bile… la vendono per 29.740$ e mette fuori gioco tutto il mercato europeo… cinese… marziano… è così che si fa il protezionismo. Non cercando di venderci prodotti non all’altezza a prezzi gonfiati dalle varie Stellantis!

    • Occhio che il giochino di comunicazione politica è dare la colpa a Ursula e ai vertici europei

      mentre l’azione è richiesta dai costruttori auto e giova anche alla vecchia filera e a quefli orientamenti politici che li spalleggiano (contrari alla transizione enrgetica)

      e, spoiler, non sono le istituzioni europee

    • Pienamente d’accordo. Assurdo che qui da noi anche le carrette termiche costano una esagerazione. Come si fa a pagare una Panda 15k?! Ma per favore… Anche a casa loro vendono a prezzi più bassi… E’ questione di correre e cavalcare la tigre dell’innovazione fin dal principio e con convinzione, senza aspettare. La storia insegna: Nokia Vs Apple.

      • Le carrette termiche costano così tanto per una serie di ragioni, una delle quali è il costo per r&d ed assemblaggio delle carriole a pile, da qualche parte dovranno pure finanziarli… Poi c’è il “problema” delle sanzioni UE comminate ai costruttori quando immatricolano un esemplare che emette grammi di CO2 eccedenti determinati limiti, sanzioni che ovviamente i costruttori girano sui listini. Poi c’è il problema dei contenuti, legato a quanto appena scritto, perchè cercare di abbassare le emissioni comporta dotare le auto termiche di filtri e/o di sistemi ibridi mild o full che, ovviamente, non sono a costo zero. Poi c’è il fatto che, dopo il Covid, dopo il chip shortage, dopo gli sconvolgimenti derivanti dalla guerra in Ucraina, molti si stanno orientando su strategie “produci di meno ma con più margini”, il che significa alzare i prezzi finali. Mettiamo tutto insieme (ci sarà sicuramente dell’altro, mettiamoci anche i maggiori costi di trasporto per esempio), e si comprende perchè la Panda sia salita così tanto.
        La storia Nokia Apple… non mi risulta che nessun governo abbia imposto “dal 2035 tutti i sistemi portatili dovranno essere a schermo touch con gestione dati”, spingendo produttori e consumatori a virare forzatamente sulle nuove tecnologie: è bastato lasciar lavorare le dinamiche di mercato, cosa che non sta avvenendo con le carriole a pile (soprattutto in Italia) in quanto I CONTENUTI aggiuntivi o alternativi non interessano al mercato, a differenza dell’esempio Nokia Apple, che perciò non è calzante.

        • Se preferisci al posto di Nokia e Apple che sembra essere difficile da comprendere, ci sarebbe la storia delle lampadine a risparmio energetico e a LED con tutte le varie lamentele dell’ Europa brutta e cattiva che non ci voleva più fare usare quelle a incandescenza e le alogene. Che brutte che sono, impiegano un sacco di tempo ad accendersi, non fanno abbastanza luce, la resa cromatica fa schifo.costano troppo. Intanto oggi facciamo quasi tutto con i LED, durano di più, non scaldano, consumano meno, la resa cromatica è accettabile e non costano più una fortuna.
          Però che fatica, se non le avessero imposte avremmo ancora le vecchie, e sarebbe stato anche più oneroso utilizzarle con l’ aumento dei prezzi dell’ energia.
          Sarà che nelle stanze dei bottoni hanno i consulenti che studiano gli scenari futuri mentre la gente della strada pensa che il 2030 sia come il 2020, e nel 2010 pensava che il 2020 sarebbe stato uguale.

  10. Se lo fanno giuro che non comprerò più un auto di nessun genere per i prossimi 20 anni. E dovremmo farlo tutti. Piazzali pieni di invenduto si meriterebbero

  11. Invece Tesla come fa a tenere prezzi bassi?
    Forse sono le case europee a tenere i prezzi alti?
    Tanto la 500e a più di 35mila euro la comprano lo stesso

      • Ok, però da quel che ho capito l’Europa vorrebbe sapere se ci sono sussidi alle case di produzione cinesi, altrimenti basterebbe chiedere ai produttori europei se hanno sussidi sulle fabbriche in Cina.
        Forse ho capito male.

  12. Una verifica su irregolarità nella produzione e commercializzazione di prodotti cinesi (in base a regole WTO) è sempre ben accolta…

    Ma per com’è impostata .. dovrebbero esser verificate anche le enormi sovvenzioni statunitensi (a cui le nostre industrie han puntato subito, cancellando progetti da fare in Europa, tipo fabbriche batterie e assemblaggio vetture).

    La verità .. è che noi europei siamo ridotti molto male, cercando con operazioni “di facciata” di complicare la “normale” invasione di prodotti che , seppur lentamente, si stanno adattando anche ai nostri mercati … ma comunque nati in una filiera progettuale e produttiva nata quasi 20 anni fa ..

    Dovremmo invece fare anche noi il massimo per incentivare l’arrivo in Europa (ITALIA !!) di queste filiere produttive, anche con operazioni “stile DR Auto” (tanto cara al Ministro Salvini.. visto l’impatto occupazionale in Molise… che esiste !!)… anche perché , dopo la svendita della filiera italiana col passaggio a Stellantis (e suoi fornitori) le prossime FIAT , LANCIA , ALFA ROMEO saranno fatte su piattaforme francesi ed in fabbriche polacche o spagnole .. a noi lasciano assemblare ancora qualche modello fine-vita .. che, se non saranno le norme europee 2035 – verranno comunque abbandonate per manifesta obsolescenza tecnologica…

    Sarebbe caso mai da valutare se non “aiutare” i NOSTRI stabilimenti (Pomigliano, Melfi etc) a fare un veloce passaggio all’elettrico con finanziamenti corposi e sussidi ai lavoratori TEMPORANEAMENTE non utilizzabili nella transizione…(invitando anche altri costruttori in Italia) e nel contempo importare le tanto adorate vetture ICE a prezzi popolari (la famosa “Panda” clone cinese ??) che , con le debite proporzioni vs BEV , dovrebbero costare molto meno delle Y o Panda 1.2Hybrid che ormai “quotano” prezzi irraggiungibili con gli stipendiucci attuali.

    Attendo di vedere masse di operai che manifestano per produrre oggetti del futuro prossimo .. non del millennio scorso .. altrimenti rischieremo di spostarci col calesse (i borghesi benestanti) o l’asinello (i dipendenti) … oppure “i piedi” (tutti gli altri)

    Buona fortuna a tutti noi..

  13. Personalmente non credo alla ritrosia dei tedeschi su questo provvedimento, è una ritrosia di facciata. Lo stop all’invasione cinese in Europa avvantaggerebbe loro più dei francesi. Tra l’altro VW sta letteralmente sparendo dalla Cina e ad oggi resiste solo riducendo i margini ai minimi; l’ultima mossa è ancora più disperata, con joint venture con produttori cinesi da cui prenderà power train e software, in pratica finirà per carrozzare auto cinesi giusto per mantenere quote ufficiali, ma è uno smacco pazzesco. In pratica si vuole dare la colpa ai francesi per evitare ripercussioni dirette ma i cinesi non sono stupidi e questa storiella non se la berranno (anche perché i francesi non avevano i numeri per imporre alla Von Der Leyen questa mossa). Tutta una sceneggiata.

    La Germania è in crisi, l’export tedesco è in crisi e a guidare la crisi c’è il settore automotive. Nel 2025 è prevista un’ondata di ribassi: a causa del rallentamento dei consumi interni, i produttori cinesi stanno esportando la loro guerra dei prezzi e la loro produzione di massa verso l’Europa e stanno venendo in massa. Si è visto plasticamente all’IAA Mobility di Monaco dove le principali novità erano le auto cinesi. E arrivano anche le low cost, con Leapmotor, Chery e altri che sono già qui da noi. Qui i costruttori europei vogliono sfruttare il passaggio obbligatorio per legge alle auto elettriche per impennare i prezzi, con la logica già attuata nei mesi passati di vendere meno e guadagnare di più (grazie agli aumenti): “volete l’auto nuova? Eh, ora c’è solo quella elettrica per colpa dell’inquinamento, costa solo il doppio. Ma no, non piangete, poi risparmiate qualcosina quando caricate alla colonnina …”.

    La mossa della UE è pericolosissima per le nostre tasche: con la scusa della concorrenza leale, attaccare la produzione cinese significa attaccare Tesla (tutti i modelli tranne la Model Y), Volvo, Smart, DR. Solo così quell’enorme ciofeca della VW ID.3 può liberarsi di competitor molto più convenienti e con un miglior rapporto prezzo/prestazioni.

    Obiettivo finale: mantenere i prezzi alti, umiliare i ceti più deboli, rendere l’auto un asset solo per l’upper class, aumentare le tasse sui ceti più poveri che non possono permettersi l’auto elettrica e allo stesso tempo tenerli fuori dalle ZTL e dalle città.

    Ci rivedremo tra il 6 e il 9 giugno 2024, cari miei … ve la siete cercata …

    • complottismo un tanto al chilo,
      e non sono tra quelli che nega per principio ogni complotto.

      io ci vedo una linea di intervento e di idee
      banalissima, in perfetta continuità con il liberismo economico annacquato in salsa europea,
      niente di nuovo sotto il sole, proprio niente.
      anche il fatto che si sveglino a cose fatte.

      tra il 6 e il 9 giugno saranno in parecchi a scoprire che la rivoluzione la facciamo la prossima volta

      • Ma quale complottismo Mario.

        6 agosto 2023 (5 settimane fa): “Il De Meo pensiero: l’elettrico rivoluzione dei ricchi” https://www.vaielettrico.it/il-de-meo-pensiero-lelettrico-rivoluzione-dei-ricchi/ (come vedi sono in buona compagnia …)

        6 settembre 2023 (una settimana fa): “Tesla una marca cinese? Sì, secondo Renault” https://www.vaielettrico.it/tesla-una-marca-cinese-si-secondo-renault/ (toh, e 7 giorni dopo scatta l’indagine sui cinesi)

        Ce lo vedo solo io un fil rouge che unisce questi articoli con quello di oggi? E daje …

        P.s.: la Alpine R5, quella con qualche cavallino in più (260 anziché 210 della base), si vocifera costerà sui 45000 euro. Certo, se la MG4 XPower AWD costa oggi 41000 euro, chi vuoi gliela compri a De Meo la sua R5 sportiva a trazione anteriore? Alpine rischia di fare la fine di Abarth. E chissà con la Model 2/4/A superfuturistica in stile cybertruck e prodotta probabilmente in Cina quante ne venderanno più di R5. Un tanto al chilo …

    • Caro Enzo lei ha pienamente ragione, il punto di fondo è che noi europei dobbiamo espiare le colpe di essere ricchi e stare bene, dobbiamo dare l’esempio e salvare il mondo

    • Enzo ti faccio una profezia delle mie 😂

      Il prossimo “slogan” che sentiremo sarà una roba del tipo “prima ci vogliono imporre le auto elettriche e poi ci impediscono di comprarle”

      Da quant’è che vado ripetendo che la gestione tattica e la comunicazione di tutto sto discorso è in mano a degli incompetenti?
      Quante volte ho detto che se va avanti così nel 2024 ci sarà chi vota Sauron pur di cambiare aria?

      E torno a chiedere: visti i listini eùropei di marchi come byd e MG, secondo voi le auto cinesi sono davvero vendute “sottocosto” o con metodi assimilati al dumping? Cosa concluderà la commissione di inchiesta di fronte ad una Leap t3 che in cina costa la metà che in europa?

      Come dicono i francesi, à suivre…

      • “visti i listini eùropei di marchi come byd e MG, secondo voi le auto cinesi sono davvero vendute “sottocosto” o con metodi assimilati al dumping?” leggevo che secondo alcuni analisti lo saranno, a partire dal 2025. Con l’arrivo delle elettriche a 25000 euro si dovrebbe scatenare una guerra dei prezzi: da un lato la Tesla Model 2/4/A sotto i 30000 euro e dietro tutti gli altri. Non oggi ma spero che nel 2025 qualcosa cambierà. Dopotutto stanno entrando diversi player (anche dagli USA: penso alla Fisker Pear a 30000 euro e già la Fisker Ocean è un ottimo affare) e quindi sì, la Cina punta a mangiarsi l’Europa e non può farlo adesso, è troppo presto. Ma tra un paio d’anni prevedo una guerra dei prezzi. Sempre che la Von Der Leyen non si metta di mezzo come ta facendo per impedirla e garantire gli alti margini e i bassi volumi a cui De Meo e soci sono abituati oggi.
        P.s.: hai letto della jiayuan komi? Vattela a vedere (anche dentro), è per uomini coraggiosi col pelo sul petto…

  14. Artificialmente bassi? 🤔
    Ma sembra solo a me che non appena le auto cinesi toccano l’Europa con le ruote diventano per magia incomprabili tanto quanto le nostrane?

    • L’ho pensato anche io. Il cittadino non è destinato a risparmiare, e se ci prova bisogna fare in modo di riallineare il binario andato fuori

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