Parma avrà entro fine estate 30 nuove stazioni di ricarica, 9 delle quali fast con potenze tra 75 e 150 kW. E’ il frutto di un modello operativo virtuoso messo a punto dal Comune di Parma e da Be Charge. Ha permesso di velocizzare il processo di individuazione dei siti, snellire le procedure amministrative e facilitare le connessioni con la rete elettrica.
Il modello Parma è da esportazione
Come hanno sottolineato in una conferenza stampa il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, l’assessore alla mobilità Tiziana Benassi e il responsabile sviluppo del business dell’operatore della ricarica Roberto Colicchio la formula adottata nella città ducale potrebbe diventare un modello per altri Comuni. Permette infatti, tramite un protocollo d’intesa, di infrastrutturare rapidamente aree urbane anche di dimensioni medio grandi in un momento in cui la mobilità elettrica è in forte sviluppo.
L’amministrazione parmense mise mano al progetto sul finire del 2018; in un anno ha redatto il piano infrastrutturale e contestualmente ha coinvolto il distributore elettrico Ireti del Gruppo Iren perchè adeguasse la rete laddove necessario. E’ stata l’occasione per potenziarla e modernizzarla, rifacendo quasi totalmente anche una decina di cabine di smistamento. A fine 2019 l’amministrazione ha firmato l’accordo con Be Charge che in pochi mesi ha poi potuto metter mano ai lavori, nonostante il lock down.
Anche Enermia nel progetto Parma
All’infrastrutturazione del Comune di Parma, oltre a Be Charge, collaborerà anche l’operatore modenese Enermia. A fine piano l’area urbana disporrà di 50 stazioni di ricarica per un totale di 100 punti di erogazione. E senza l’ultilizzo di fondi pubblici.
«Siamo orgogliosi di essere uno tra i primi Comuni Emiliani – ha dichiarato Tiziana Benassi – a dotarci di una così capillare rete di ricarica per veicoli elettrici anche in vista della scandenza 2021, quando Parma sarà capitale europea della cultura».
Nella riforma della mobilità che il Comune di Parma sta attuando, l’elettrico ha un ruolo importante. I veicoli elettrici hanno accesso al centro storico, anche nelle domeniche ecologiche, possono transitare nelle corsie preferenziali dei bus e non pagano le sosta nelle righe blu. «E’ anche un’opportunità per rendere il nostro territorio una meta più appetibile per il turismo, anche internazionale» ha aggiunto.
Be Charge conta di installare circa 30.000 punti di ricarica in Italia nei prossimi 3-5 anni, con un investimento di 150 milioni di euro. Erogheranno energia al 100% proveniente da fonti rinnovabili. Non a caso ha avuto un finanziamento di 25 milioni di euro dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI).
L’Ue finanzia Be Charge con 8,2 milioni
Prorpio ieri ha ottenuto altri 8,2 milioni dall’ Unione Europea nel quadro di un finanziamento da 2,2 miliardi di euro per sostenere 140 progetti chiave nel mondo dei trasporti. Il progetto Be Charge prevede l’installazione di 14.000 punti di ricarica al 2023. Circa il 75% dei punti di ricarica sarà installato in area urbana, la parte restante sui principali corridoi di mobilità.
«Il ruolo dei Comuni resta centrale per consentire tale sviluppo perché soltanto con la collaborazione delle amministrazioni territoriali potremo realizzare l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici necessaria al nostro Paese» ha detto Roberto Colicchio.
Tra le varie installazioni Be Charge sta realizzando numerose stazioni di ricarica (anche fast charge) in alcuni grandi comuni italiani come Torino (oltre 300 punti di ricarica), Milano (309), Roma (320) e Rimini (100). Nei parcheggi di interscambio dell’ANM di Napoli Be Charge installerà 120 stazioni di ricarica (240 punti di ricarica) con un bando privato-pubblico. I primi 30 punti di ricarica sono stati istallati a Bologna ed altri progetti sono stati approvati o sono in fase di approvazione per l’installazione di ulteriori punti di ricarica.
A Roma da più di un anno becharge è ferma ad una sola colonnina installata, altro che 320.