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Niente Borsa per Ampere Renault, è un periodaccio

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La nuova Renault 5 sarà lanciata a fine febbraio: tutti i programmi confermati.

Niente Borsa per Ampere, è un periodaccio per tutta l’auto elettrica. La divisione EV di Renault rinuncia alla quotazione, prevista per la prima metà del 2024.

niente Borsa per Ampere
Luca De Meo, numero uno del Gruppo Renault.

Niente Borsa per Ampere, il mercato non la premierebbe

Non sono passati neppure tre mesi dalla nascita ufficiale di Ampere, l’azienda nella quale il n.1 di Renault, Luca De Meo, ha concentrato tutte le attività nell’elettrico. E già c’è un inciampo importante: la quotazione in Borsa dello spin-off, valutato tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, non si fa.

Le condizioni di mercato non consentono di “servire i migliori interessi del Gruppo Renault, dei suoi azionisti e di Ampere“, si legge in un comunicato. “Come già annunciato, il piano strategico del Gruppo Renault, Renaulution, è autofinanziato. E i risultati che saranno resi noti per il 2023 confermano la capacità del Gruppo di generare flussi di cassa sostenibili per finanziare il suo futuro (compreso lo sviluppo di Ampere). Nel corso degli ultimi semestri, il Gruppo Renault ha migliorato significativamente le sue prestazioni, raggiungendo livelli superiori alle aspettative iniziali. Offrendo al Gruppo maggiore flessibilità e tutta la libertà d’azione di cui ha bisogno“.

Niente Borsa per Ampere
Il concept della nuova Renault Twingo.

I progetti nell’elettrico sono confermati e auto-finanziati

Nei piani di De Meo, Ampere dovrebbe garantire al gruppo l’agilità e la capacità di innovare che evidentemente mancano alla casa madre. Rendendo l’elettrico più democratico, anzitutto in termini di prezzi, consentendo il gruppo francese di competere con chi attualmente sta dettando legge. Ovvero Tesla e i costruttori cinesi, con BYD in testa.

Un primo banco di prova di questa accelerazione si avrà con il lancio ufficiale della nuova Renault 5, previsto per fine febbraio. Un’auto che garantisce circa 400 km di autonomia, in linea con il modello che va a sostituire, la Zoe, ma con un prezzo di listino di circa 10 mila euro inferiore. Probabilmente ha giocato sulla decisione di Renault anche il periodaccio che la stessa Tesla sta vivendo alla Borsa di Wall Street. Ma De Meo insiste nell’assicurare che, Borsa o no, i piani di Ampere sono tutti confermati.

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20 COMMENTI

  1. Qui più a spettano a far uscire le utilitarie europee, e meno innovativi risulteranno i prezzi annunciati in precedenza (nel 2023), vista la caduta libera dei prezzi delle batterie nel 2023 e la discesa di prezzo ulteriore prevista nel 2024, insomma questa cosa è un pò comica, i venditori europei si fanno riconoscere anche stavolta

    Qui c’è listino prezzi all’ingrosso aggiornati delle batterie e dei semi-lavorati precursori:

    https://www.trendforce.com/price/battery-price

    covertendo RMB (moneta cinese) in euro:

    – LFP autotraz. prismatiche – 58 euro per kwh (gamma base)
    – NCM autotraz. prismatiche – 66 euro per kwh (gamma media)
    – NCM autotraz. a sacchetto – 71 euro per kwh (alte prestazioni)

    – qui mancano le quotazioni per LPF e NCM cilindriche tipo 4680 4690 46120 (alte prestazioni), si trovano analisi aggiutive da link che partono da account linkedin

    vanno aggiunti i costi di elettronica e packaging del pacco batteria, circa +20% al kwh

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    sono scesi di circa – 50% in un anno; le previsioni sono di altri cali nel 2024, nel primo semestre e poi anche nel successivo, come spiegano qui:

    https://cnevpost.com/2024/01/17/battery-price-war-catl-byd-costs-down/

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    i prezzi “retail” (senza intermediari) delle celle batterie di grado A, con certificati e garanzia, di CATL, EVE, GOTION, BYD, etc, con chimica LFP, NCM, Sodio, in vari formati a scelta, per accumulo o autotrazione, si vedono anche aprendo i siti di commercio on-line con l’Asia; comprando da privati; per modiche quantità, i prezzi sono solo leggermente meno scontati rispetto a quanto scritto sopra (spese spedizione)

    si vedono anche i prezzi di assemblati per accumulo statico, box ed elettronica di controllo + celle; su cui poi gli intermediari commerciali possono applicare ricarichi sino al 400% rispetto all’acquisto diretto

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    tornando alle auto e incrociando i dati dei due link postati sopra, i pacchi batteria LFP in Europa potrebbero già essere scesi sotto ai 5000 euro per 50 kwh compresi elettronica e packaging, e sotto ai 4000-3600 euro in Cina

    chi vuole può già fare qualche conto delle serva su quanto dovrebbero costare ad oggi le BEV compatte europee segmento B, cioè in pratica come il prezzo annunciato per la e-c3 base, sui 23-24.000 euro per batteria tra 40 e 50 kwh

    calo di costi che vale anche per inverter, caricatori, motori, visto che le filiere si stanno affinando

    da qui si intuisce come la parità di prezzo tra ICE e BEV anche nelle taglie compatta (B) e utilitaria (A) potrebbe essere abbastanza vicina, a spanne per l’europa ad esempio entro 3 anni

    e ogni 6 mesi che Stellantis e Renault aspettano a commercializzare una vetturetta, mi pare che risparmiano altri 600-800e già solo sui pacchi batteria, oltre a ritardare il più possibile la messa in commercio di Bev piccole, che cannibalizzerebbero le vendite di quelle più grandi

    • son contento che risulta via via evidente che le catene produttive in concorrenza portano ad un rapido calo dei prezzi, anche se come sempre accade qualche produttore si dovrà arrendere perché se non si afferma la sua tecnologia (per rapporto qualità/prezzo … o semplicemente capacità di stringere accordi con costruttori vetture) fallirà non riuscendo a coprire i costi ricerca/sviluppo e inizio produzione.

      Le case auto stringono accordi con più costruttori (CATL, LEG, StoreDot, Panasonic, BYD etc) così da testare la tecnologia ma costringere a forniture “soddisfacenti” per continuità e prezzo.
      Le vetture in uscita avranno un listino prezzi studiato “ad ok” al momento della presentazione sul mercato; i prezzi in Europa son tutti espressi in € ma diversi in ogni paese: abbiamo una specie di “dumping” interno ancora irrisolto.. Comunque su un investimento BEV ancora “nascente” continueranno la politica di prezzi alti su ICE/Plug/MIld che copriranno inizialmente eventuali mancanze di margine.
      Manca poco all’arrivo di e-C3 e R5 … vediamo cosa succede 😉😁

  2. Toyota ha fatto +7% di vendite rispetto al 2022 e si è confermata primo produttore al mondo. Il gruppo VW e quello Kia/Hyundai hanno fatto peggio e Toyota ha aumentato la distanza sia come valori assoluti che come quota percentuale. Ancora mancano i dati dei competitor ma a naso Toyota potrebbe essere il produttore “tradizionale” che ha incrementato maggiormente le vendite a livello mondiale rispetto agli altri produttori “tradizionali”.

    L’elettrica cresce ma quasi esclusivamente a discapito delle plugin (Cina a parte), in pratica la quota di auto alla spina (BEV + PHEV) a livello mondiale è sì cresciuta complessivamente ma poco, il rallentamento è più evidente (ricordo le bidonate di melma che mi sono beccato per averlo notato con ampio anticipo semplicemente guardando i dati). La contrazione ora è così evidente che ci sono licenziamenti ovunque (anche Polestar!), i costruttori rinviano i modelli (rinviata id2 di almeno un anno), alcuni finiscono nei guai (Maserati), altri invocano lo stop del divieto di vendere auto a benzina dopo il 2035 (Porsche, che pure ha presentato la Macan elettrica).

    Tornando in topic, c’è (forse) un errorino nell’articolo: “Renault 5, previsto per fine febbraio. Un’auto che garantisce circa 400 km di autonomia, in linea con il modello che va a sostituire, la Zoe, ma con un prezzo di listino di circa 10 mila euro inferiore”. In realtà no. Prendendo la Zoe R135 con autonomia WLTP 390 km e prezzo di listino di 35000 euro, la Renault 5 con prezzo di listino di circa 10 mila euro inferiore non sarà quella che garantisce 400 km di autonomia ma, salvo sorprese, soli 300 o 320 (in attesa di omologazione WLTP) con batteria da 40 kWh. La versione da 400 km sarà quella con batteria da 52 kWh e presumibilmente non avrà un prezzo di listino di 25.000 euro ma superiore. Per chi attende l’auto a listino da 400 km a 25.000 euro c’è ancora da aspettare …

    • Se parliamo di gruppi, se non ricordo male:
      VW 2022 8,26mln, Toyota 10,45mln ossia +2,19mln di stacco.
      VW 2023 9,25mln (+12%), Toyota 11,2mln (+7,2%) ossia 1,94mln di stacco.

      Quindi Toyota è crescita meno di Toyota, unaha venduto 770.000 BEV (terzo produttore), l’altra 140.000 mi pare.
      Sempre se non ho commesso errori.

      • Grazie per la correzione. A livello di gruppo Toyota passa da 10,33 milioni di vetture a 11,1 mentre VW da 7,97 a 8,9. Hyundai/Kia invece fa peggio, +6.7%

    • Ciao, accenni una analisi del mercato globale 2023, però hai tralasciato il dato base:

      nel 2023 le Ev sono crescite del 31% a livello mondiale

      come dicono qui, anche se non hanno raddoppiato anno su anno, sono in forte crescita:
      https://www.reuters.com/business/autos-transportation/global-electric-car-sales-rose-31-2023-rho-motion-2024-01-11/

      invece a leggere la tua analisi, un passettino alla volta sembri concludere il contrario e scenari apocalittici

      Al massimo di può parlare di una crescità che in percentuale non è stata alta come quella dell’anno precedente (+60%), ma in numeri assoluti è stata forte, con 9,5 milioni di BEV vendute nel 2023

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      Ci sta osservare le oscillazioni mese per mese e di singoli costruttori, in anni perturbati da crisi energetiche, logistiche, con sbalzi su i tassi di interessi e sull’inflazione nominale, poi il trend generale all’elettrificazione resta inarrestabile per tanti motivi

      la maggior parte dei costruttori sta guardando al generale verso l’elettrificazione, investendo sull’elettrico e un po’ alla volta dismettendo il termico, al più calibrano i tempi, man mano che i costi produttivi delle Ev scendono e la concorrenza di altri brand con buone Ev li obbliga a dismettere anche loro l’uso del petrolio

      da noi per fare battaglia sul ban europeo del 2035 chiè contario tende a ripetere che le Ev sono in crisi, che non si vendono ne nuove ne usate, e che “la gente non le vuole”

      però non si capisce chi le compra a milionate ogni anno di più.. a già si.. la spiegazione è che sono comprate tutte i Cina, a spese del loro governo e poi buttate nei campi, oppure in europa e america sono tutte comprate dai concessionari e immatricolatre come km zero e poi stipate in enormi hangar sotterranei

      dai si scherza un po’ .. da qui alle elezioni europee vedremo un bel martellamento ideologico, ognuno a interpretare in un modo diverso i dati di vendita, e ne riparleremo chissa quante volte

      • Le elettriche crescono cannibalizzando le plugin, ovvero il mercato di coloro che sono disposti a collegare l’auto alla rete elettrica resta pressoché costante con un leggero incremento. Gli altri non vogliono sentir parlare di spine e cavi. In pratica quello che sta succedendo è che mentre prima chi voleva l’auto elettrica voleva il “backup” del motore a scoppio per i lunghi viaggi adesso, complici batterie più capienti e più veloci da ricaricare e una migliore rete di colonnine hpc, il backup non lo vogliono più.

        Complessivamente la crescita più forte c’è stata negli USA che partivano però da un 7% mentre in Europa e Cina è stata meno sostenuta.

        Guarda tu stesso i dati europei:
        https://www.acea.auto/pc-registrations/new-car-registrations-13-9-in-2023-battery-electric-14-6-market-share/

        seleziona EU + EFTA + UK così da selezionare il mercato più ampio possibile disponibile in quel grafico. Seleziona il periodo Jan-Dec e l’anno 2022. Guarda le quote di BEV (13.9) e PHEV (9): il totale fa 22.9%.
        Adesso seleziona l’anno 2023: BEV (15.7) e PHEV (7.7): il totale fa 23.4%.
        Complessivamente dunque le auto alla spina in un anno hanno guadagnato una quota pari allo 0.5% oppure, volendolo dire con parole diverse, tutte le auto non alla spina nel 2023 hanno perso appena lo 0.5% di quota. Peggio mi sento se si guarda solo il mese di dicembre: a dicembre 2022 (il mese delle tredicesime) la quota bev + phev aveva fatto segnare uno scoppiettante 37.5%, nel dicembre 2023 un misero 28%.

        Il rallentamento è nettissimo anche considerando che molti brand hanno sfornato tante novità nel 2023, con la gamma di veicoli elettrici che è aumentata considerevolmente. Sul mercato incombe una nuova previsione, fatta da Toyota, che parla di una quota di auto elettriche che potrebbe attestarsi al 30% del mercato, col 70% che continua a rivolgersi alle alimentazioni tradizionali. Da qui questo stravolgimento del mercato con BMW che dichiara, come Porsche, che il 2035 andrebbe posticipato, etc. etc. Se a tutto questo metti la fifa che i costruttori europei hanno della baby Tesla, ci credo che si aggrappano con tutte le forze alle alimentazioni tradizionali.

  3. questo periodo non è ottimale; ancora incertezza su uscita o aggravamento della mini-recessione, tassi ancora alti e rimandi continui di FED e BCE e consumatori attendisti… anche il Nasdaq pur con buone performances non è riuscito a tornare ai valori pre-crisi, nonostante il nuovo trend legato al settore AI (the next big thing).

    De Meo per fortuna non è istintivo come Elon Musk, può talvolta fare affermazioni ondivaghe (allievo di Marchionne … chissà quante partite a poker nei momenti liberi!) ma secondo me ha una buona “visione del mercato”, è riuscito a ammortizzare la perdita degli stabilimenti in Russia su cui contava molto, pertanto se affermano:

    “Come già annunciato, il piano strategico del Gruppo Renault, Renaulution, è autofinanziato. E i risultati che saranno resi noti per il 2023 confermano la capacità del Gruppo di generare flussi di cassa sostenibili per finanziare il suo futuro (compreso lo sviluppo di Ampere). ”

    secondo me vuol solo vedere il bilancio consolidato 2023 del gruppo, verificare l’accoglienza della nuova R5 al lancio commerciale; se tutto va bene, per settembre/ottobre prova nuovamente il “lancio” in Borsa… con altre cartucce da sparare pronte (R4, Alpine etc).

  4. La strategia Toyota comincia a pagare: loro continuano a fare comunicato che l’auto elettrica arriverà domani e la gente aspetta il domani, oggi non compra.

      • Come già detto allo sfinimento, le auto esclusivamente a benzina o escusivamente diesel sono sempre meno, ecco il perchè del sorpasso. Le ibride vengono conteggiate a parte.

      • Sono indici frutto di incentivi e comunque al di sotto delle aspettative di molti operatori, che hanno dato l’allarme già alla fine dello scorso anno. D’altro canto non ci si poteva basare su quei grandi incrementi percentuali di vendite ancora molto bassi in valore assoluto e che quindi fino a prova contraria, valgono nulla.. La situazione è cambiata completamente. Solo i mercati ricchi (e piccoli) sono diventati più o meno stabili. Gli altri, quelli che dovrebbero fare i numeri veri, assolutamente no. Anche perché a questi prezzi di acquisto dell’energia il risparmio in Italia non lo vedremo mai. Non copre neanche l’onere finanziario del differenziale di prezzo tra I costi di gestione di un ibrido di ultima generazione (che assieme ai convenzionali benzina fanno ancora oltre il 60 % del mercato) ed un elettrico, figurarsi un risparmio reale. Chi credeva ad un crollo dei prezzi (non so basato su quali considerazioni, visto il trend costante di tutti i materiali critici) si dovrà ricredere. E poi non meravigliatevi che in Italia siamo al 4% di mercato. Il rinvio del 2035, se non l’eliminazione completa del ban, sono ormai cosa certa. Le elezioni europee sono alle porte ed i sondaggi assai chiari. Aver imposto un frutto acerbo, per quanto in teoria buonissimo, solo per ragioni ideologiche, ha comportato un disastro. Un mercato non pronto ed un tessuto industriale mai in grado di competere con la Cina, senza materie prime e senza know-how… Abbiamo pensato di aprire un ristorante di pesce sopra le Dolomiti… Una scelta davvero oculata. I cocci sono già a terra.
        Game over.

        • Non mi pronuncio sulle sue previsioni. Però le balle sono balle e restano balle. Le svelo il “trend di tutti i materiali critici”: Rame -7,57%, Litio -79,87%, Cobalto -40,4%; Alluminio -14,01%, Nichel -44,25%, Manganese -9,30%, Neodimio -47,67%. Costo dell’elettricità -46,83%. Variazioni percentuali dei futures sulle materie prime rispetto a un anno fa. Si scaricheranno quest’anno sui prezzi dei prodotti finiti.

          • Mi scusi, ma abbiamo fonti ben diverse… -80% sul litio o -44% sul nickel (in piena crisi russo ucraina) mi sembrano non rispecchiare quanto stiamo vedendo con i nostri occhi, per lo meno a livello di trend degli ultimi 5/6 anni, che sono quelli che contano davvero al di là delle fluttuazioni derivanti da guerre, crisi locali, etc. Riscontro invece che l’atteso crollo del costo delle batterie non c’è stato quest’anno. Ne ho acquistate nel 2023 svariate migliaia di euro per il mio laboratorio e sono soltanto aumentate rispetto al 2022… Lei qui parla di futures per il 2025 e non metto in dubbio quanto dice, ci mancherebbe . Ma un trend invertito in questo modo credo sia molto preoccupante, nonché la prova che la grande fuga sia appena iniziata. Avremo sicuramente modo di discuterne un futuro, perché è inutile nascondersi dietro il dito. Senza polemiche, perché non stiamo parlando di tifoseria, ma del futuro del nostro assetto industriale che è parte integrante del nostro benessere economico.
            Saluti e buon lavoro.

          • Io non ho mai comprato batterie, ma tengo d’occhio i report di mercato che concordano nel segnalare un calo del prezzo medio delle celle anche nel 2023, con prospettive di ulteriore discesa per tutto l’anno in corso e per il prossimo. Non sono in grado di dire se questi report siano affidabili, ma immagino che i trend per i grandissimi clienti divergano rispetto a quelli dei piccoli. La guerra dei prezzi scatenata da Tesla mi fa pensare che i costruttori abbiano costi in diminuzione

        • Non “i prezzi dell’energia”, per chi carica a casa vanno già bene per dare un buon risparmio e meno timori

          ad essere un ostacolo da noi sono i prezzi commerciali delle ricariche alle colonnine, che questa estate sono stati alzati; scommetterei è una situazione temporanea, tempo magari 9 mesi e riscendono

          sulle diminuzioni dei costi di costruzione, le cose invece stanno volando, solo nel 2023 il costo relativo alla sola batteria a parita di chimica è sceso di circa 1600e, e altrettanto è atteso per fine del 2024

          ad esempio le celle LFP da autotrazione sono già scese a circa 50 euro (Cina) – 65 euro (formati venduti e usati in Europa) al kwh

          12 mesi fa LFP erano a circa 90 euro, e 12 mesi fa le NMC erano le uniche disponibili e mi pare stavano a circa 110 euro, 130 euro compreso il packaging batteria)

          contando il cambio di chimica (da NCM e LFP) su alcuni modelli il calo di costo per la batteria è stato quasi un dimezzamento in 12 mesi

      • Mi riferisco alle previsioni suo rallentamenti della crescita ( e comunque la crescita c’è e ci sarà ancora).
        Però la strategia di rallentare la transizione sta funzionando (e non dico che sia un bene, è solo una constatazione).

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