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City Plug di A2A: la rivoluzione parte da Brescia

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city plug di a2aDebutta a Brescia la prima City Plug italiana, l’idea meravigliosa di A2A per coprire la “zona grigia” più critica della mobilità elettrica: la terra di mezzo ancora inesplorata fra la ricarica pubblica e quella privata. Forse non oggi, ma sicuramente molto prima della fatidica data del 2035, quando le elettriche circolanti si avvicineranno al milione di unità, non se ne potrà fare a meno.

City Plug di A2A, l’ad Mazzoncini: “In famiglia solo auto elettriche, compresa la vecchia 500 retrofittata”  – Video-intervista

Con l’inaugurazione a Brescia, oggi, della prima stazione City Plug di via Boves, infatti, A2A «intende sostenere lo sviluppo della mobilità elettrica privata nei contesti urbani grazie a una soluzione che risponde a esigenze specifiche dei residenti e accessibile anche ai cittadini sprovvisti di un posto auto privato». Mette insomma a disposizione un primo  hub di ricarica lenta, prevalentemente notturna, rivolta ai residenti privi di un garage o un posto auto privato dove installare la wallbox per la ricarica del proprio veicolo elettrico. Il rilievo dell’evento è sottolineato dalla presenza alla cerimonia di inaugurazione dello stato maggiore di A2A al gran completo, dall’Amministraotre Delegato Renato Mazzoncini al CEO di A2A E-Mobility Fabrio Pressi. Presenti anche il Presidente di Giugiaro Architettura Fabrizio Giugiaro, e l’Assessore alle Politiche della Mobilità del Comune di Brescia Federico Manzoni.

Mancava un hub di ricarica lenta a costi contenuti…

city plug A2A

L’hub di ricarica City Plug di Brescia debutta con sei colonnine, cinque delle quali erogano elettricità certificata 100% “green” a 7,4 kW di potenza accessibili anche ad auto
elettriche con batterie di piccole dimensioni e ibride plug-in. Tutte gestite da un’unica centrale di alimentazione che suddivide i carichi disponibili: se tutte sono occupate, si arriva a poco più di 1,2 kW. Due dispongono di stallo riservato, le altre sono libere. Il design della colonnina è frutto di un concorso interno tra i dipendenti di A2A, poi rivisto e sviluppato da Giugiaro Architettura. Le nuove colonnine garantiscono inoltre all’utente un servizio di ricarica dai costi contenuti.

City Plug di A2A: un’idea da portare in tutta Italia

Nei pianio della multiutility lombarda il modello City Plug sarà esteso alle altre città servite das A2A. In prospettiva a tutto il territorio nazionale, dove la società ha intenzione di espandersi. In orgni area metrololitana gli hub di ricarica dovranno essere più d’uno, in modo da permettere ai proprietari di auto elettrica di ricaricare di notte a una distanza massima di 5 minuti da casa. Già l’accordo con il Comune di Brescia ne include altre due in Via Renato Serra e in Via Torino.

city plug

Grazie a un sistema di bilanciamento sulle varie prese, controllato da uno specifico software, permettono di gestire il carico di potenza per mantenere stabile la rete. Al contempo massimizzare il numero di vetture collegate al singolo dispositivo.

«Con queste infrastrutture A2A propone una assoluta novità nella mobilità elettrica: un modello di servizio più capillare e alla portata di tutti, sostenibile per la città e per chi decide di guidare elettrico» dichiara Renato Mazzoncini. «Per il segmento e-mobility il Piano strategico di A2A prevede oltre 280 milioni di euro di investimenti al 2030».

EPOCHE DIVERSE / La vecchia Fiat 500 dell’ad di A2A Renato Mazzoncini e la Kangaroo di Giugiaro, elettriche entrambe (la prima “retrofittata”).

Fabrizio Giugiaro: “Colonnine piacevoli e poco impattanti”

Fabrizio Giugiaro commenta: «Cercare di promuovere la sostenibilità fa parte dei nostri intenti in qualsiasi settore in cui operiamo. Siamo conseguentemente onorati di avere dato il nostro contributo stilistico a questo progetto, che unisce forma e funzione come nella migliore tradizione del nostro design. Il percorso progettuale sviluppato con A2A si è concentrato sul rendere le colonnine piacevoli esteticamente e poco impattanti nel contesto urbano. Con l’obiettivo di creare un oggetto iconico e immediatamente riconoscibile da parte di tutti gli utilizzatori».

city plug

Con la loro struttura innovativa e le dimensioni ridotte garantiscono un
ingombro minimo, e si inseriscono armonicamente nell’arredo urbano.

L’accesso alle colonnine del City Plug sarà abilitato attraverso l’App di A2A e-Mobility e la RFID Card e con quelle degli altri provider di servizi di ricarica interoperabili. In prospettiva i prelievi potrebbero integrarsi con i contratti di fornitura domestici. Già oggi i clienti di A2A godono di piani di ricarica a condizioni agevolate.L’obiettivo è arrivare ad installare 1.000 colonnine a bassa potenza a Milano e circa 22 mila in tutto il Paese.

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23 COMMENTI

  1. Grande iniziativa, speriamo che arrivino presto anche a Bergamo, anche se già nei dintorni di casa mia sono ben servito, anche con delle fast.

  2. SPETTACOLARI!!
    Graaande cosa.
    Adesso speriamo che molte altre aziende di gestione dell’energia (anche locali) seguano l’esempio partendo con i progetti per i quartieri dove vivono molte persone in condominio.

  3. È solo l’inizio, perché basta fare 2 conti.. quante auto vedete parcheggiate la sera? Ecco ad andar bene servono punti di ricarica un’auto sì e una no…e l’energia per ricaricare ( la notte niente sole)..

      • Esatto.
        Questa idea si dimostrerà vincente se anche altri fornitori la adotteranno e se si diffonderà non solo nei parcheggi condominiali o di quartiere per la ricarica notturna, ma anche in quelli dei quartieri industriali, fieristici e nei parcheggi aziendali per la ricarica diurna.

  4. Qui in Lombardo/Veneto non manca il carburante, ma la copertura Svizzera di elettricita’ permette qualche vettura elettrica. Dall’Emilia in giu’ la situazione e’ molto piu’ problematica.

  5. Questo è un servizio intelligente pensato per rispondere ad una reale esigenza di una fetta di popolazione. L’unica criticità che mi viene in mente è che la suddivisione dei carichi potrebbe giocare brutti scherzi. Ovvero nel caso in cui arrivo a casa la sera col 5/15% di batteria e collego la macchina nell’ultimo stallo disponibile avrei solo 1,2kW dj potenza di ricarica. Troppo pochi persino in funzione di una ricarica notturna di 8/10 ore. Secondo me 3kW è da considerarsi una soglia minima indispensabile per un servizio di ricarica notturno

    • 8 h x 1,2 kW = 9,6 kW: ipotizzando un consumo medio di 15 kWh/100 km, si ricaricherebbe per circa 60 km, quindi sufficienti per molti a coprire i famosi 30-35 km medi giornalieri.
      Poi occorre considerare che di solito la sosta notturna sarà in media assai più lunga, diciamo dalle 20 (se non prima) alle 7 (se non dopo): fanno almeno 11 ore e 13 kW, ciò oltre 80 km di percorrenza.

  6. In pratica è la versione figa della ricarica a bassa potenza dentro i lampioni. Niente male.

  7. Mi sembra, in piccolo, la realizzazione dell’idea del “nostro” Alessandro. È un inizio ma servirà molto di più

    • È l’officina della ricarica. 🤭
      Non può non piacermi.

      Conunque sì, a dimostrazione che la mia idea non è particolarmente originale, ma nemmeno campata per aria. Devo scrivere due righe sui terreni delle ferrovie, ma il tempo è tiranno.

  8. Speriamo che anche altri fornitori in tutta Italia seguano questo esempio, davvero importante per rispondere alle difficoltà dei milioni di persone che non avrebbero altro modo per ricaricare.
    Una richiesta di chiarimento, se qualcuno è in grado di darmelo:una tale soluzione è pensata per qualunque parcheggio di quartiere già esistente, giusto? Perché questa sarebbe l’arma vincente: non richiedere nuovi spazi appositi, già scarsi di per sé, ma attrezzarne di già presenti.

  9. ma la gente, secondo voi , la sera si mette a cercare un hub libero? e se trova tutto occupato cosa fa, inizia a vagare per la città in cerca o la mattina seguente non va a lavorare?
    Se le ricariche in futuro non dureranno pochi minuti e non si migliorano le batterie, l ‘elettrico sarà un flop colossale, indipendentemente da imposizioni e eco catastrofisti. L’ auto è un mezzo che deve portarti da A a B, nel minor tempo possibile e senza sbattimenti. Oggi le elettriche non rientrano in questa categoria, vedremo in futuro.

    • E quanta sfortuna deve avere sto povero tizio?

      Ok una sera. Ma se già ha una MG4 standard con 51 KWh/350 Km di autonomia WLTP qua ti Km percorre al giorno? 50? 90?
      Ok una sera NON ricarica e sono 90, la seconda sera non ricarica e sono 180 la terza ricarica però.

      E parliamo di 90 Km al giorno una percorrenza tripla rispetto alla media. Che a 50 Km al dì può caricare ogni 5gg. Troverà una ricarica ogni 5gg con quelle quattro macchine elettriche che si vendono?

      • Dimentichi che l’automobilista medio DEVE fare almeno 1000km non stop almeno una volta al giorno!

        • E il prezzo di acquisto massimo che può permettersi è di 3000 euro, e nella sua regione l’elettricità può essere prodotta solo col carbone.

    • effettivamente il mondo si riduce a gino…

      e gino ha decretato che oggi le auto elettriche non vanno bene, quindi costruttori vari prendete nota!

      ma va va…

      • Non è questione di quanti km fai e di quante volte ricarichi a settimana. Ma solo di praticità di ricarica, anche se fosse una volta al mese mettersi a cercare un punto di ricarica o caricare la mattina seguente è una perdita di tempo e una gran rottura di maroni.
        Mg4 costa più di 30000 euro, molta gente può permettersi auto da 10000 euro.

        Ho detto che non vanno bene quelle attuali, non mi pare che ci sia la fila per acquistarle.
        In futuro si vedrà.

        • Gino, ragiona!
          Tu quanto tempo perdi per recarti a far benzina/gasolio al distributore ?
          Poi sai che rottura i distributori di gas: sono lenti ed erogano solo se il gestore è presente.
          Poi magari sei uno che non fa nemmeno il pieno o percorre 10 km per andare al distributore che costa 0,01 € in meno

  10. Dopo vedremo se ci tocchera’ sempre sentire il solito ritornello: le BEV sono per chi abita fuori citta’ con l’impianto fotovoltaico etc…Dovremmo cambiarlo in: i soliti cittadini con trasporti pubblici di linea frequenti/metropolitane e opzioni agevolate di ricarica per BEV…
    Allora si lamentera’ chi abita in periferia, insomma il solito Pirandelliano “Cosi e’ (Se vi pare)”

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