Home Nautica A vela ed elettrico, il pioniere Gaetano Mura

A vela ed elettrico, il pioniere Gaetano Mura

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Nei giorni scorsi abbiamo descritto i progetti di velisti internazionali che stanno lavorando alla propulsione elettrica nelle loro barche a vela: dallo skipper tedesco  Boris Herrmann  a Niklas Zennstrom, velista e papà di Skype. E in Italia? Non mancano gli esempi. Iniziamo da un pioniere nell’uso del motore a batteria.

E’ Gaetano Mura, navigatore oceanico sardo che ha partecipato alle regate transoceaniche più prestigiose: la Mini Transat (30 giorni di navigazione in solitario in un guscio di noce da 6,5 metri), la Jacques Vabre,(dalla Francia al Brasile), Les Sables Horta les Sables e in Mediterraneo la  Sea Middle Race, Palermo Montecarlo, Roma x1 ( in queste ultime è arrivato rispettivamente secondo, primo e ancora primo della sua categoria) e poi il tentativo di Giro del Mondo in solitario nel 2016 sfumato dopo 70 giorni di navigazione sulle coste australiane.

L’elettrico nella costa di Cala Gonone

Il veliero con cui faceva charter

Prima della sua carriera oceanica ed internazionale Gaetano Mura ha iniziato a navigare da autodidatta perchè a Cala Gonone, il suo paese al centro della costa orientale sarda, non ci sono centri velici e tradizioni marinare di navigazione a vela. Ha iniziato in piccole barche, si è imbarcato sui pescherecci e appena ventenne diventa imprenditore turistico con l’offerta di mini crociere nel Golfo grazie ad un veliero d’epoca restaurato con le sue mani. Una novità assoluta per quell’angolo di Sardegna  e in queli anni inizia l’uso del motore elettrico.

“Per gli spostamenti dei clienti dal veliero alle spiagge – parliamo di perle naturalistiche come Cala Luna e le altre cale del Golfo di Orosei – ho iniziato a usare una barca a motore elettrico americano, di quelli che si usano d’abitudine nei laghi – ci spiega Gaetano -. Ed è stata un’idea interessante perchè non faceva rumore, era silenzioso, non disturbava i pesci e poi in quelle acque così cristalline si evitavano gli idrocarburi”.

I passeggeri gradivano

Una scelta ecologica ben apprezzata dai clienti. “Le reazioni dei passeggeri erano di sorpresa e riuscivano a godere con la massima intensità dell’ambiente naturale”. Ma non è finita qui perchè “all’epoca non c’erano i corridoi per gli atterraggi quindi chi ci vedeva passare restava incredulo di questa barca che non faceva rumore. Si avvicinavano in tanti a chiedere, a fare domande. Era un’attrattiva e soprattutto conquistavamo la simpatia dei tanti che vedevano la nostra lungimiranza nel rispetto ambientale. Era un progetto coerente con la scelta di fare charter con la barca a vela ed era interpretata come una nostra forma di rispetto per i luoghi che ci davano il lavoro e da mangiare. Era un piccolo motore, si andava lenti, ma non avevamo fretta, e soprattutto faceva perfettamente il suo servizio”.

 

Dalle piccole crociere nella costa di Cala Gonone alle competizioni sportive ed infine le lunghe ed emozionanti traversate oceaniche. E il motore elettrico? “Lo volevo usare per il progetto Giro del Mondo, ma era oneroso, dei costi troppo alti. Un paradosso perchè per il servizio ed il beneficio che offre dovrebbe essere incentivato così come le auto. Anche se voglio sottolineare che sicuramente si tratta di una buona scelta per la salute delle persone, anche nei porti. Ma fino a quando c’è una prevalenza dell’uso di energia tradizionale fossile si crea sempre dell’inquinamento, si riduce nelle aree densamente popolate, ma resta dove si produce l’energia. Oltre l’elettrico è necessario cambiare mentalità anche nell’uso dei veicoli con un concetto di limite della velocità o andare all’origine dell’inquinamento. Ho letto, per esempio, su VaiElettrico della barca da 30 milioni di euro che aspira la plastica dagli oceani. Penso che si potrebbero investire quelle risorse per non far arrivare la plastica in mare“.

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