Home Vaielettrico risponde Vorrei distributori di elettricità come quelli di carburante

Vorrei distributori di elettricità come quelli di carburante

109
distributori di carburante

Tre lettori ci chiedono grosso modo la stessa cosa: avere una rete di ricarica per auto elettriche il più simile possibile, o addirittua concidente, con quella dei distributori di carburante. E con le stesse modalità di pagamento. Inviate i vostri quesiti a info@vaielettrico.it.

Tre anni in auto elettrica e ho deciso di tornare indietro

punto interrogativoHo letto la lettera di Lorenzo Pagiaro, e devo dire che concordo appieno con quanto da lui descritto. Io dopo tre anni di auto full elettric e 39.000 km percorsi, ho deciso, a malincuore di ritornare all’ ibrido.
Vorrei aggiungere a ciò che ha scritto il signor Pagiaro, che se non si adotterà una politica di distributori di energia simili a quelli tradizionali, il futuro della mobilità elettrica sarà limitato.„ Mirko Giorgetti
distributori di carburante
Una caso di ricariche HPC da 350 kW installate nei distributori della catena IP. Stessa cosa sta facendo Eni con le colonnine della controllata Plenitude + Be Charge

Come nei distributori di carburante: tettoie e pagamenti in contanti

“Le colonnine rapide vanno installate nei posti di interesse pubblico e nei distributori di carburanti anche delle autostrade. Devono essere munite di tettoie e i display non devono essere esposti al sole, per evitare l’impossibilita’ di lettura.

Deve essere possibile pagare il conto con bancomat o carte di credito e i prezzi devono essere unificati! Ignazio Alafarano

Alla colonnina come dal benzinaio self-service

Sono molto interessato allo sviluppo del sistema di rifornimento alle colonnine pubbliche, penso che un vera conversione alla mobilità elettrica non potrà essere sostanziale fino a che non si potrà andare al rifornimento come ora si va dal benzinaio e provvedere al pagamento con carta di credito o contanti tipo self service senza curarsi di che gestore sia la colonnina e obbligo di contratto o cose del genere.Stefano Mesina

Ma l’auto elettrica non va a fare rifornimento

punto interrogativoRisposta-Quindi, se abbiano capito bene, Mirko, Stefano e Ignazio vorrebbero che i distributori di carburante si trasformassero in stazioni di ricarica. O se preferite, che il rifornimento di un’auto elettrica replicasse pari pari l’esperianza di un’auto termica.

Immaginano perciò una rete concentrata e ridotta (oggi i distributori di carburante sono circa 22.000, contro 45 mila punti di ricarica pubblici),  con stazioni di rifornimento in gran parte ubicate fuori dai centri cittadini, spesso nel nulla, in aperta campagna o su grandi arterie periferiche. Dove poi attendere 20-30 minuti per portare la batteria a pieno, girandosi i pollici.

Ci stupisce soprattutto Mirko: se ha gestito così la sua auto elettrica per tre anni e 36.000 km è ovvio che stia meditando di tornare sui suoi passi.

Non è così, però, che si comporta la stragrande maggioranza degli automobilisti elettrici. Con l’auto elettrica non si va a fare rifornimento, ma si fa rifornimento quando l’auto sta ferma. Quel che serve, dunque, è un punto di ricarica ovunque l’auto sia in sosta.

Ricaricare quando si è fermi, dovunque

distributori di carburante
La compresenza di colonnine di ricarica e distributori di carburante ha un senso nella stazioni di servizio autostradali. Qui l’esempio virtuoso della rete Free to X

Chi dispone di un posto auto privato e può dotarlo di un impianto domestico ricarica sempre a casa propria. Utilizza la rete pubblica solo occasionalmente, nei viaggi più lunghi, facendo coincidere il rifornimento con soste comunque necessarie. Che si tratti di un pasto, della visita a un monumento o di un incontro di lavoro, molto difficilmente si tratterà di un luogo vicino a dove oggi sono collocate le pompe di benzina.

Chi è costretto invece a lasciare l’auto in strada non avendo un box o un garage, ha bisogno di una rete capillare di colonnine lente a cui collegarsi per molte ore di notte o durante il lavoro.  Anche in questo caso la collocazione ideale non coincide con quella degli attuali distributori di carburante, che rispondo ad altre esigenze e sono sottoposti a tutt’altri vincoli.

I distributori di caburante sono un’altra cosa

Le stazioni di ricarica non sono rifornite da autobotti, ma dalla rete elettrica che arriva già ovunque. Le colonnine non erogano sostanze infiammabili. Occupano uno spazio di un m² al massimo. Non richiedono la presenza di addetti. Costano relativamente poco e possono essere installate a decine in ogni strada, ogni parcheggio, ogni cortile aziendale. Perchè non approfittarne?

distributori di carburante
Eni sta attrezzando con le colonnine di Plenitude+Be Charge alcuni suoi distributori di carburante, selezionando quelli più integrati al tessuto urbano

Anche se la ricarica può durare da qualche decina di minuti a qualche ora, i tempi di connessione e disconnessione restano di poche decine di secondi. Dopodichè l’auto può essere abbandonata: tettoie e protezioni dal sole sarebbero benvenute, ma non sono indispensabili. Un contratto e la relativa RFID card di uno dei principali operatori, tutti interoperabili tra loro, danno già l’accesso immediato al 95% delle colonnine e al pagamento automatico; Bancomat e carte di credito quali grandi vantaggi darebbero? Ignazio chiede la tariffa unica: non ci è bastata l’esperienza della telefonia mobile per capire che la concorrenza è nell’interesse di noi utenti?

Ok, il modello è giusto. Ma deve funzionare

Concludendo: l’auto elettrica ha poco a che fare con l’auto termica. Il pieno di elettroni  ha poco a che fare con il pieno di benzina. La modalità più efficace per rifornire elettricità ha poco a che fare con quello più efficace per rifornire carburante. Di conseguenza replicare il modello del distributore per le colonnine non ha molto senso.

Quello adottato in Italia per la rete di ricarica pubblica dovrà essere potenziato, ma è corretto. E’ molto simile in tutto il mondo, del resto. Che funzioni ancora maluccio, spesso molto male, è fuor di dubbio: è nato appena un lustro fa ed è ancora in rodaggio. E’ lì, sulla qualità, che c’è ancora tanto da fare.

-Iscriviti a Newsletter e canale YouTube di Vaielettrico–

Webinar
Apri commenti

109 COMMENTI

  1. Pagare con carte di debito/credito e contanti penso sia la base ed è la Cosa più semplice e intuitiva del mondo, basta che uno degli attuali fornitori lo inizia a fare, senza sovrapprezzo, e vedete come gli altri si adeguano o chiudono.

    Io qualche anno fa avevo l app per fare carburante alla Q8 per avere scontistiche e premi al raggiungimento di determinati criteri perché erano quelle. Più economiche e vicine nella mia zona ma dopo di un mese l ho disinstallata.
    Troppo macchinosa avviare lapp, poi magari non prende la linea telefonica. Perdi tempo , generare il codice, inseriglislo nella macchinetta troppo sbattimento.

    Inserisco la. Carta faccio rifornimento e arrivederci

    • Invece con le elettriche, tempo che si diffondi il plug&charge, inserisci direttamente il cavo di ricarica senza fare nient’altro. A naso è ancora più intuitivo che pagare con carte o contanti.

      • E li sarebbe un bel già un bel passo in avanti per la sua diffusione insieme a prezzi umani per l’acquisto (retribuzione annua di un operaio per. Un segmemento C) e diffusione dei punti di ricarica.

        Per ora rimane un mercato di nicchia per pochi appassionati

  2. Questo articolo ha scaturito un sacco di commenti e risposte incrociate, ma rimane il fatto che non possiamo pensare al rifornimento elettrico come quello del carburante per la auto termiche (ICE). Il bello dell’elettrico è proprio quello di ricaricare quando l’auto è ferma (quindi la maggior parte del tempo durante l’arco delle 24 ore) e non quello di mettersi in fila per “fare il pieno”. Il “pieno” rapido lo si fa solo nelle lunghe tratte, in cui abbiamo bisogno di ricaricare nelle pause brevi del percorso (come ampiamente detto nell’articolo). Dopo un anno di Elettrico e 33000 Km all’attivo, di una cosa sono certo, non ternerei ad un auto termica per niente al mondo!!

  3. Nell’articolo chiedete: “Bancomat e carte di credito quali grandi vantaggi darebbero?” Risposta: non si dipenderebbe più da contratti, carte, app (queste servirebbero solo per individuare e prenotare la colonnina, anche vedendo prima il costo del kWh), l’operazione di ricarica sarebbe più veloce e soprattutto semplice, essendo liberi da quella che voi stessi definite giungla delle tariffe, simili a quella dei cellulari anni fa. Ancora più importante: i fornitori di energia alle colonnine si dovrebbero veramente adeguare al mercato. E scusate se è poco

    • Precisando di essere favorevole in linea di principio alle carte di debito/credito per pagare le ricariche (perché potendo è meglio sempre avere opzioni in piú), devo dire di non avere capito come renderebbero il “rifornimento” piú semplice e veloce visto che la procedura di utilizzo è simile.. Non capisco neanche l’osservazione sulla giungla tariffaria visto che con le carte di debito/credito (o per assurdo con i contanti) ci sarebbe praticamente la certezza di vedersi applicare tariffe sfavorevoli rispetto a quelle proposte con gli abbonamenti (a patto di riuscire a “consumare” tutti i kWh mensili..)

      • Mi sembra evidente la semplicità di inserire una carta di credito rispetto ad avviare un’applicazione che av olte non parte o che non trova la colonnina, oppure questa non la legge, ecc. Chi non l’ha mai vissuto scagli la prima pietra.
        Le tariffe le fa il mercato. Un operatore lo si può scegliere per il prezzo o perché è (più) presente in una certa area.
        Se poi si imponesse l’esposizione dei prezzi praticati come per i carburanti sulle autostrade…

        • /// la semplicità di inserire una carta di credito rispetto ad avviare un’applicazione che av olte non parte o che non trova la colonnina, oppure questa non la legge, ecc \\\ Ci sono anche le tessere fisiche dei vari operatori

          /// e tariffe le fa il mercato. Un operatore lo si può scegliere per il prezzo o perché è (più) presente in una certa area \\\ Sono d’accordo ma non mi sembra che centri qualcosa con le carte di debito/credito per pagare la ricarica

          /// Se poi si imponesse l’esposizione dei prezzi praticati come per i carburanti sulle autostrade… \\\ Sí in effetti non sarebbe male una maggiore trasparenza tariffaria, con il vantaggio – rispetto ai carburanti – di poter sapere i prezzi anche tramite le applicazioni

  4. Qui da noi ci sono due distributori che hanno installato colonnine in DC , comode per chi fa viaggi ma secondo il mio umile pensiero non saranno prese d’assalto come il classico distributore di carburante perché primo o prezzi son troppo alti e secondo si può benissimo caricare a casa , quindi fare una rete capillare come per il carburante renderebbe ancora più caro il riferimento per i costi di gestione oltre che installazione.
    Poi pagare con bancomat o carta di credito va bene solo se carico fuori casa sporadicamente, altrimenti meglio un abbonamento in modo da anessare i costi

    • Son d’accordo con te, basterebbe però, un obbligo legislativo per non far scadere gli abbonamenti a fine mese, non sono “minuti di chiamata o giga” della sim, ma kwh, cioè un bene tangibile e quantificabile. In ogni caso mantenere la possibilità di fare rifornimento senza necessariamente registrarsi, esattamente come oggi chi fa carte carburante Si registra per avere la card altrimenti vai ovunque senza dare i tuoi dati (al massimo la telecamera di sicurezza che riprende la targa) primo perché i dati han un valore (che possono decidere di dar una contropartita con sconti) secondo non tutti han le capacità di gestirli, la popolazione è più propensa per il low tech, noi qui siamo un sottogruppo non così grande sul totale

      • /// basterebbe però, un obbligo legislativo per non far scadere gli abbonamenti a fine mese, non sono “minuti di chiamata o giga” della sim, ma kwh, cioè un bene tangibile e quantificabile \\\ Infatti io parificherei, come concetto di fondo, gli abbonamenti “elettrici” non ai minuti/giga dei cellulari ma alle carte prepagate del credito per questi ultimi, che da quello che so hanno una validitá anche di anni..

        /// mantenere la possibilità di fare rifornimento senza necessariamente registrarsi, esattamente come oggi chi fa carte carburante Si registra per avere la card altrimenti vai ovunque senza dare i tuoi dati (al massimo la telecamera di sicurezza che riprende la targa \\\ Non ho capito, secondo me l’unico modo di ricaricare mantenendo un relativo anonimato (quello assoluto non ce l’ha neanche chi rifornisce un veicolo termico per via della videosorveglianza) sarebbe il contante, anche le carte di debito/credito sono tracciabili anche se forse meno delle tessere dedicate o app

      • Su questo siamo pienamente d’accordo, una ricarica a fronte di una vendita di energia non dovrebbe aver scadenza, se uno ci pensa non dovrebbe aver scadenza neanche per la telefonia, visto che acquisto x giga x minuti e x SMS , ma qui dovredde muoversi le stato insieme chi tutela i consumi, ma mi sembrano i soliti che prendono uno stipendio per fare poco o nulla o peggio male

  5. Un grosso limite è anche la “libertà” di non pagare in contanti.

    In un paese dove il contacless fa fatica ad emergere soprattutto al sud dove quando vedono carte ancora oggi ti guardano male sarebbe già u bel passo in avanti.

    Poi ovviamente superare questa giungla di app, abbonamenti ecc.. Ognuno deve andare al punto di ricarica, pagare come meglio crede e ricaricare.

    Se non si supera questo scoglio, oltre ai prezzi ancora proibitivi l elettrico non sarà mai un mezzo per la massa di come è oggi per le termiche

      • Cosa intendi le “telefonate”?

        Le. Ricariche al telefono!? Si le pagano in contanti al tabacchi

        Gli abbonamento al telefono? Sempre al tabacchi in contanti.

        Ho svariati conoscenti/parenti in zona Riace (zona di mia provenienza) nessuno usa carte.

        • Tutti però hanno un contratto, un abbonamento, una carta prepagata. Ha ragione Endyamar: li pagano in polli spennati. I gonzi di Riace

          • Nessun contratto, tutto prepagato

            Poi queste offese razziste gratuite, da un membro dello staff poi, sincermante mi fanno cadere proprio le braccia

          • I gonzi ci sono ovunque. Se lei ci dice che a Riace non esistono Pos e pagamenti elettronici…

          • Quindi chi paga in contanti, secondo la sua visone, è stupida e tonta mentre chi paga con pos è sveglia, intelligente.

            Interessante teoria

            Qualche altra perla?

          • @Bersek qualunque transazione economica che presuppone la fornitura di servizi o beni è un contratto tra le parti, perfino l’acquisto di un mazzo di ravanelli. Nel caso del telefono quando le hanno fornito la SIM ha firmato un contratto (eventualmente anche in modo elettronico) in cui sono scritte le condizioni contrattuali ed economiche (tariffe e piani in abbonamento) e anche le modalità per ricaricare.

          • Berserk. Fino a prova contraria i calabresi non sono una razza. Cosa c’è di razzista nella frase di Massimo? Lei usa un po’ troppe parole a caso. Poi è normale che non capisca.
            Non mi stupisce che preferisca usare i contanti.

          • Mi intrometto solo per rimarcare che, di fatto, chiunque abbia la partita Iva, voglia fare benzina ed avere la fattura non può usare i contanti, ma solo bancomat e carte di credito. Ormai solo i privati usano i contanti, non è una questione che riguarda le sole elettriche.

        • Quindi se a Riace usano i contanti perchè vivono come nell’800 il problema del resto del mondo è questo? Ma per favore va…
          Allora ti dico questo. In un paese sperduto tra Stoccolma e Oslo, Karlstad, alla stazione l’unico modo per andare in bagno è usare la carta contactless. Perchè la porta del bagno (e i bagni pubblici in Svezia sono tutti a pagamento) non accetta le monetine.
          Che facciamo? Mandiamo una delegazione di Riace?

          Ma perchè l’italiano deve pensare sempre a stare peggio?? perchè?? Ma ci godete proprio a crogiolarvi nell’arretratezza? Cosa ci guadagnate? Boh.

          • In svezia ci sono andato pure io, goteborg, dove anche salire sul bus senza carta non ti fanno entrare.

            In svezia mangiano pure le aringhe marcie che in Italia se lo fai ti mandano i NAS dopo due secondi.

            Quindi non significa che la svezia è un mondo perfetto e l Italia da schifo o viceversa, ognuno ha le sue usanze ma questo non significa che io mi devo adeguare, come pevorone, a quelle degli altri.

            In Italia si usa molto il contante e le aziende che istalla o colonnine o si adeguano o chiudono c’è poco da fare.

            Non si può pagare manco con il pos ho letto quindi

            Di che parliamo

          • Siamo già superati perfino da India e Africa ormai.

            P.S.: da sempre difendo l’uso del contante che ritengo necessario e fondamentale. Non posso però non considerare che spesso sia utilizzato anche laddove gli altri metodi di pagamento sono superiori o più efficienti. Ho fatto discussioni infinite con conoscenti che per ideologie politiche sostengono la strampalata idea di voler eliminare i contatti mentre io ho sempre sostenuto l’idea di libertà (benché i contanti siano moneta emessa sotto monopolio quindi di libertà ce n’è fino a un certo punto). La libertà però non è mai a senso unico, e se tu vuoi pagare in contanti, ed è un tuo diritto, io che fornisco un servizio lo faccio secondo quello che dice la legge e così come non pago in contanti la telefonata col cellulare ma la ricarica, i gestori potrebbero benissimo vendere card prepagate per caricare.
            Ovviamente se ricarico il cellulare in contanti devo dare il mio numero e sono automaticamente identificato, così quando compro la carta prepagata dovrò dare i miei dati, indirizzo e CF all’esercente.
            Se i gestori non lo fanno è perché la richiesta sarebbe ridicolmente bassa.

          • Berserk.
            “In svezia mangiano pure le aringhe marcie che in Italia se lo fai ti mandano i NAS dopo due secondi.”

            Ecco un commento da turista italiano all’estero. Molto ignorante. Ma scommetto che non dici la stessa cosa della italianissima colatura di alici, vero? 😀

            Ma poi continui con “In Italia si usa molto il contante e le aziende che istalla o colonnine o si adeguano o chiudono c’è poco da fare.”

            Bene. Hai le tue statistiche di Riace che è campione rappresentativo dell’intera nazione e hai decretato la chiusura degli operatori. Ti va di farci una scommessa sopra? Una Model3? Io scommetto che in 5 anni non chiudono. Ci stai?
            Sei così perentorio e convinto… hai la vittoria in tasca. Solo un pollo (merce di scambio alternativa al contante) non accetterebbe. 🙂
            Tra 5 anni ci leggiamo qui e vediamo.

          • Leonardo io invece sono contro al contante. Lo trovo davvero un sistema scomodo e vetusto. Ma ci sta avere opinioni diverse e questo non è il luogo per discussioni su contante si o no. Giustamente la questione è se il contante vada bene per pagare ad una colonnina sperduta e la risposta è…. no.

            Già solo i motivi logistici sono sufficienti. Se poi ci mettiamo dentro la “sicurezza” di avere migliaia di cassette di sicurezza remote con pochi spicci da andare a svuotare… Già ora sradicano i bancomat dalle pareti delle banche. Immaginate cosa possono fare con semplici colonnine in un parcheggio!
            Ma la gente vede solo fino alla punta del proprio naso.

          • Luigi.
            Fra Italia e Svezia c’è anche Danimarca (vai a vedere), Olanda, Belgio, Svizzera…
            La Germania è nota per la reticenza all’uso delle carte. Hanno più voglia di usare il contante di noi. Infatti sembra di tornare indietro nel tempo quando devi pagare ad un loro ristorante/negozio ecc.
            I motivi sono vari, uno dei quali sono le commissioni molto più alte che da noi. Almeno questo era il motivo qualche anno fa.
            Bene. Ora che abbiamo ricordato l’atavica ammirazione per i tedeschi pepetriamo il nostro solito guardare a chi sta peggio per darci ragione nell’immobilismo invece che puntare a chi sta meglio.
            Continuiamo pure così.. ha sempre funzionato benissimo. Siamo d’esempio in tutti i campi. Si.

    • Vero. Finchè non sarà libero di pagare con una gallina non prenderà mai piede!
      E’ uno scoglio insormontabile!

      • Ah ah ah divertente!

        Fino a prova contraria il pagamento in contanti è un metodo di pagamento ancora legale ed è precluso attualmente per ricariche l auto alle colonnine pubbilche.

        Un handicap non da poco

        • Sono d’accordo sulla “libertà” di poter pagare in contanti. Si porrebbe il problema della sicurezza delle torrette piene di denaro (con probabile aggravio di costi sul Kw).
          Certo è che, tolta una minoranza di ansiosi che diffidano delle transazioni on-line e di vecchi, quelli che pagano (e accettano pagamenti) con denaro contante e lo fanno metodicamente, hanno interesse che non venga facilmente “tracciato”, per i motivi che si possono intuire, non certo per comodità.
          Se fosse denaro regolare vorrebbe dire recarsi alla banca o al bancomat a prelevare spesso (per non tenere grosse somme in tasca) : allora perché non pagare con il bancomat o la carta di credito direttamente? È più comodo andare dal tabaccaio, magari in auto, per ricaricare il telefono? Magari sotto la pioggia? Facendo la fila con quelli che giocano a videopoker e al grattaevinci (rigorosamente pagati in contanti)?

          • Che io sappia non si può pagare neanche con il pos per ricaricare o sbaglio?

            Altro handicap

          • Lei ne sa poco, e l’avevamo capito. Anche in Italia esistono stazioni di ricarica dotate di POS

        • Eh si. Ci sono monaci che si danno fuoco in tutto il pianeta per questo.
          Gente incatenata alle colonnine che chiede di pagare in contanti.
          Soprattutto ai supercharger Tesla. Pieno.

          Pensa che nei mercati di paese (non turistici) in Tailandia paghi anche la verdura scansionando un QR code. Ma poi l’italiano si sente sempre “superiore”. Deve pagare in contanti. Il soldo. Il fruscio della carta. Sarà l’effetto dei film americani? Quesa voglia dei “verdoni”…

          • Non ti preoccupare che i gonzi come li chiamate voi, che poi sono la stragrande maggioranza delle persone, lavoratori, impiegati, operai non hanno né tesla ne se ne fregano dei vostri supercharger visto quanto costano e sono scomodi.

            Quando sarà una tecnologie fruibile a tutti, sia economica che con semplicità di utilizzo forse prenderà piede.

          • Eh, se solo sapessero che la moneta è a corso forzoso. Pensano di non pagare le tasse, invece non possono comprarsi la Tesla.
            Fregati due volte, IMHO.

          • Berserk, va bene trollino. Hai detto tu stesso che i gonzi sono la maggioranza delle persone. Non ho altro da aggiungere.
            Ah, i supercharger, come li chiami tu, costano meno della tua benzina a parità di km percorsi. Ma non ci senti da quell’orecchio.. o non ci vuoi sentire. Troppo impegnato a scambiare cammelli per pelli.

  6. Lo stile “a distributore” ha senso solo nelle aree di servizio. Perchè sono strutture atte a fornire, appunto, un servizio in un luogo che altrimenti non potrebbe fornirlo. Quindi autostrade, superstrade, ecc.

    Per tutto il resto, a cosa serve andare in un puzzolente distributore quando puoi andare in una zona commerciale?

    Caso limite: viaggiare di notte in strade non primarie. In quel caso il puzzolente distributore può essere illuminato più di una colonnina fast in una zona commerciale chiusa e deserta.

  7. Cosa succederà quando la densità energetica delle batterie aumenterà e i tempi di ricarica diminuiranno? Le colonnine AC saranno destinate a scomparire se la tecnologia evolverà. Inutile basare idee e sviluppi di rete di ricarica sulla tecnologia attuale pensando che le auto elettriche ci metteranno, anche tra 30 anni, ore per ricaricare in ac. Probabilmente non saranno nemmeno più in grado di ricaricare in ac. E Ve lo dice uno che va contro i suoi interessi in quanto possessore di plug in e che ricarica con la card da ormai 2 anni spesso anche dalle colonnine pubbliche.

    • Le auto elettriche circolanti nel mondo ricaricano al 90% dalla rete domestica. Come può pensare che possa sparire la ricarica lenta in alternata? Ha idea di cosa comporterebbe per la rete una ricarica generalizzata ad altissima potenza? Spariranno, questo sì, le plug-in

      • Il mio commento era in risposta all.articolo.dove si fa riferimento alle colonnine di ricarica pubbliche (non al 90% che ricarica alla rete domestica). La ricarica lenta sparirà proprio perché troppo lenta per gli standard di tutti. Aumentando la densità energetica aumenterà notevolmente anche l autonomia e quindi diminuirà la necessità di fare continuamente ricarica. In fondo al distributore ci si sta per 5 Min e il pieno basta per un po’ di km no? L obiettivo deve essere quello non tamponare le tecnologie attuali (veramente deficitarie) tempestando il mondo di colonnine in ac. Gli impatti di una rete di ricarica ad altissima potenza penso che non li sappiamo ne io né lei. Per le plug in sono d accordo come sono d’ accordo che spariranno anche le elettriche con la tecnologia attuale di batteria.

        • No Desmo, l’obiettivo non deve per forza essere replicare un sistema attuale che è come lo conosciamo a causa del suo intrinseco funzionaziomento.

          Poichè il carburante non è diritto universale e non è qualcosa che fa comodo alla nostra vita non abbiamo i tubi di gasolio e benzina che ci arrivano a casa collegati a rubinetti che usiamo per rabboccare le auto.
          Quindi abbiamo strutture atte allo scopo che possono essere rifornite in base all’utilizzo, con stoccaggio ecc ecc.

          Perchè questo dovrebbe valere per tutto? Solo perchè siamo “abituati così”?
          Se tu avessi a casa un rubinetto da cui esce benzina, useresti quello o andresti al distributore?

          Le colonnine AC non spariranno, anzi. Saranno sempre più presenti in ogni stallo.
          Parcheggi e colleghi una presa. Se stai fermo 30min e carichi a 11lw sono 5kw. con 5kw una ModelY ci fa 30km in extra/urbano (conti a spanne).

          E non pensi proprio più a ricaricare.

          • Per quale motivo anche tra trent anni dovremmo sporcarci continuamente le mani ogni volta che pareggiamo con cavi sporchi per ricaricare 30 km in 5 Min (non mi sembra che questo voglia dire “non pensare proprio più a ricaricare”) quando potrò fermarmi una volta ogni 800 km per ricaricare nello stesso tempo una marea di km in più? Secondo me è Inutile investire in una rete di ricarica pensata per le discutibili tecnologie attuali, meglio investire per migliorare la situazione e le batterie.

          • Desmo hai mischiato la mia risposta e hai fatto un casino.
            Non ricarichi 30km in 5minuti. Ricarichi 30km collegando la macchina per 30 minuti ad una presa AC INVECE che lasciarla scollegata nello stesso parcheggio per lo stesso tempo.

            Chiaro?

            Se non hai bisogno di ricaricare non armeggi nemmeno i 5 secondi con i cavi.

            Ti svelo un segreto, io sono pigro e se non sono in viaggio e sto facendo una sosta pranzo, non ho voglia di attaccarmi ad una AC. Per pigrizia ricarico FAST quando mi serve.

            Ma se sto visitando una città e c’è una AC, perchè non collegarmici e unire utile al dilettevole?

            Ma no.. voi non capite… voi pensate che sia un peso…. ma non avete una elettrica… il solito problema dell’italiano allenatore. Esperto di tutto quello che non fa.

        • Intanto abbiamo appurato che la ricarica in Ac non sparirà dalle auto, come lei aveva affermato. Nessuno di noi utenti elettrici “ricarica continuamente” perchè ha la batteria a zero, se non per occasionali viaggi oltre l’autonomia. Vale a dire mediamente una volta su 400 km, due su 600 ecc. Solo in queste occasioni può essere necessaria la ricarica HPC. Ma per 360 giorni all’anno ricarichiamo quando ci fa comodo perchè l’auto sta comunque ferma. Un’ora, due, sei? Poco importa: intanto facciamo altro. Ma lo capirà solo passando dalla plug-in alla full electric.

          • Il suo è un commento contraddittorio. Ricaricare quando l auto sta ferma non vuol dire ricaricare quando fa comodo, ma dover ricaricare continuamente invece di una volta ogni tanto. Non mi sembra che abbiate tanta libertà di scelta se dovete ricaricare l auto ogni volta che parcheggiate. Mi rifiuto di credere che tra trent anni ci sarà un groviglio di cavi sui marciapiedi e in ogni dove perché la gente ricaricherà in ac.

          • Va bene. Provi un’auto full electric. Poi ci risentiamo e forse ci capiremo meglio.

          • ricaricare quando fa comodo tutte le volte che si parcheggia l’auto mi sembra voglia dire ricaricare continuamente. Penso che la libertà di ricaricare quando si vuole sia un’altra cosa e penso che le tecnologie attuali non ci permettano di comportarci liberamente. Mi rifiuto di credere che in futuro ci saranno marciapiedi pieni di cavi di macchine che ricaricano in AC (non mi sembra una soluzione plausibile).

    • -Le colonnine AC saranno destinate a scomparire se la tecnologia evolverà.-

      Penso di no e le spiego perchè.

      una colonnina in AC ha tre grossi vantaggi

      1) costa poco da installare
      2) non richiede particolari attrezzature per convertire la corrente da alternata a diretta (attrezzature che occupano più spazio)
      3) per sua natura la colonnina a bassa potenza non “tartassa” la rete di distribuzione.

      Le colonnine AC sono utilissime in tutti quei casi dove all’atto della ricarica non ci sono problemi di tempo o addirittura dove la rapidità “gioca contro” (ovverosia, mi fa comodo lasciare in carica il veicolo per un numero relativamente alto di ore).

      Cosa che di giorno può capitare molto più spesso del previsto e di notte dovrebbe essere la regola.

      Chiaro che quanto sopra presuppone un numero e una capillarità esponenzialmente più grande, oltre che di regole di utilizzo pensate espressamente per questo tipo di sosta.
      Problemi non da poco, ma di per sè non insormontabili.

      Pensare che non servano tout court è quindi secondo me sbagliato tanto quanto pensare che loro da sole possano bastare alle necessità di tutti.

      • 4) V2G: una presa AC a bassa potenza disponibile accanto al posto auto (eventualmente anche pubblico) permette di fare cose bellissime con la rete, ad esempio caricare la batteria quando i prezzi dell’energia sono bassi e fornire potenza alla rete quando ci sono picchi di domanda (e il prezzo è alto).
        Chiaro che V2G è una roba che per chi è abituato a “fare il pieno” sembra strana ma immaginiamo che esista un mercato della benzina e del gasolio che vi permetta di riempire il serbatoio dell’auto quando i prezzi sono bassi e di rivenderne una parte quando sono alti, con i prezzi che variano vistosamente a tutte le ore del giorno e il tutto avviene in modo automatico mentre l’auto è parcheggiata.

      • > per sua natura la colonnina a bassa potenza non “tartassa” la rete di distribuzione

        La potenza complessiva richiesta da tutte le colonnine a bassa potenza è superiore alla potenza complessiva richiesta da minor colonnine ad alta potenza perché le prime hanno più dispersione. Quindi a parità di necessità di ricarica di un determinato parco circolante, le colonnine AC richiedono alla rete più potenza. Magari lo fanno in modo meno “brusco”, ma la potenza richiesta è comunque elevata.

        • Bella questa lezione di elettrotecnica improvvisata, ma non credo corretta. Hai messo insieme un po’ troppe info discordanti. In parte ha senso quello che dici perché sotto una certa potenza incidono i consumi delle centraline che sono accese durante la ricarica. Quando però sali di potenza hai P=R*I^2 quindi la potenza dissipata nel trasferimento diventa importante. Ad occhio la potenza migliore per efficienza potrebbe stare tra gli 11 e i 50 kW però non ho dati al momento per confutare questa informazione. Sicuramente però esiste da qualche parte un minimo della dissipazione in base alla potenza trasferita.

  8. In realtà ci vuole tutto.

    Secondo me bisognerebbe cominciare a spostare il discorso da “quale potenza di ricarica è necessaria ” a “quanto tempo puoi dedicare alla cosa”.
    La stessa persona può recarsi nel medesimo posto per due giorni di fila ed avere delle necessità diametralmente opposte.
    Perchè magari nel primo giorno può fermarsi tanto e nel secondo molto meno.
    Per esempio, le colonnine fast all’interno di un contesto urbano possono servire eccome se prendiamo in esame chi viene in città da fuori (o da un’altra città) e desidera massimizzare il tempo di sosta magari relativamente breve.
    Chi però abita nei dintorni oppure ha più tempo da dedicare, sicuramente di una fast magari se ne fa ben poco.

    E’ tutto il modello che è da pensare, cercando di essere il più possibile “flessibili” e partendo dal presupposto che più o meno in qualsiasi posto ci sarà chi può fermarsi poco e chi al contrario può fermarsi molto.

    Per quanto riguarda le stazioni di servizio, la riconversione può funzionare se (uno o più, a scelta)

    1) nei dintorni c’è qualcosa di utile/interessante facilmente raggiungibile
    2) la stazione stessa di rifornimento può offrire dei servizi o delle comodità tali da giustificare un quarto d’ora di attesa
    3) la stazione è vicina ad una fermata dei mezzi pubblici

    Anche queste tre discriminanti richiedono comunque un diverso tipo di servizio, sia di ricarica veloce sia lenta (nel caso ci si allontani per un tempo relativamente lungo)

    Una via di mezzo fra la fabbrica della ricarica e il City Plug di A2A insomma.

    I distributori in mezzo al nulla sulle statali, invece, possono valere soltanto come gli autogrill e quindi erogare solo ad alta/altissima potenza attrezzandosi di conseguenza per far passare il tempo dell’attesa in maniera decente.

    Su tutto, per un sacco di ragioni tecniche mi viene da pensare che sarà interessantissimo capire quanto si potrà far conto su un modello di colonnina servita da batteria di accumulo (e non direttamente dalla rete). Sistema sicuramente più facile da installare e che può aiutare a stabilizzare la rete quando fosse diffuso capillarmente

    Partendo dal presupposto che per un esercizio di quel tipo non è una tragedia avere una fornitura da 25 kw in trifase (se non addirittura di più), tenendo conto che l’occupazione degli stalli non è perpetua (e non lo sarà per un bel pezzo), se “mettere giù” 200 kw di batterie ben presto diventasse qualcosa di fattibile a costi umani occhio e croce almeno per un po’ dovremmo esserci con la possibilità di offrire “a tempo indeterminato” la facoltà di ricaricare la canonica ventina di kw nel canonico quarto d’ora di attesa che ci si può ritagliare fra un impegno e l’altro. Poi il bello delle batterie è che quando ne servono di più… se ne installano di aggiuntive

    Facile? per niente. Sempre meglio che ingolfare la rete però.
    E già sto leggendo che qualcuno parla di batterie al sodio allo stato solido… addirittura la Dongfeng Nammi 01 è stata annunciata con questo tipo di accumulatori…

  9. Avevo girato alla redazione chiedendo magari un dibattito e un sondaggio tra i proprietari bev-italia,
    un’indagine in cui il 57% (!) di chi ha una macchina in olanda (!) e il 54% in francia tornerà indietro ad una termica il prossimo acquisto per la scomodità delle ricariche.

    Poi a me fa meditare l’articolo recente di Giuseppe Roma-Anzio 370KM 38€ ricariche destreggiandosi come riportato dall’autore con fatica tra 7 App , abbonamenti e disdette e pianificazione percorso e 2 pause per 370 km. Lascio fare il conto quanto si sarebbe speso con un diesel fatto magari il pieno in 3min la settimana precedente, oppure confermo che con il metano meno di 25KM/KG tirando a limite tutor non sono mai sceso e a 1.1-1.2€/KG confermo quanto riportato dal lettore skoda g-tec si spenderebbe sui 17€ senza badare climatizzatore o temperature esterne o andare al max 90KM/H,
    forse il problema è diffuso anche oltralpe a chi non può permettersi di installarsi una wallbox e/o stancato di districarsi tra cavi-pianificazioni-app-rfid-sottoscrizioni abbonamenti- “piani-B da cercare” etc. : io condivido invece le opinioni delle 3 persone in articolo su una semplificazione/usufruibilità facile delle ricariche e costi siano convenienti, anche il fatto ogni volta di dover aprire il bagagliaio srotolare-arrotolare il cavo dopo che ho dovuto pianificare percoso pause abbonamenti cercare l’app corrispondente o la rfid etc. sperando anche l’interoperabilità funzioni e invece come riportato da tanti commenti molto difficile all’estero e le ricariche non si interrompino di colpo, mi romperebbe alquanto : in autogrill poi io voglio fare pausa e basta. E parto magari col pieno fatto giorni prima in 3min.
    Opinione mia personale che spero chissà che fra un po’ di anni invece magari ce la raccontiamo come si è arrivati quanto è facile e comodo e conveniente ricaricare e via

    • Quando leggo di certe avventure elettriche mi sembra che con l’auto elettrica sia come dare un iPhone in mano a una scimmia.
      È proprio vero, come scrisse Carlo M. Cipolla a proposito delle leggi fondamentali sulla stupidità:

      “Prima Legge Fondamentale: sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”

      Direi che potrebbe applicarsi bene anche agli automobilisti che pensano di ricomprare una termica: mi paiono quelli che dicono di non voler fare investimenti perché quando l’hanno fatto “hanno comprato sui massimi e venduto ai minimi”.

      Sulla scomodità di ricarica, in particolare per chi non ha modo di farlo a casa o al lavoro al momento non si discute, anzi ne abbiamo già discusso e i fornitori, un po’ tutti ad eccezione di Tesla, per una ragione o per l’altra hanno ampissimi margini di miglioramento.

      • Leonardo, di base concordo. Ma ricordiamoci sempre che dobbiamo considerare la “massa” (non in senso negativo, nel senso di auto per tutti).
        Per molti l’auto è una commodity, al pari di uno spazzolino. Serve per spostarsi, ti tocca imparare a guidare e non vuoi che ti stia tra i piedi.
        Ed è un punto di vista che va rispettato anche perchè molto diffuso.
        Poi ci sono quelli (come me) che amano guidare, che non hanno problemi a prendere una macchina dopo 12 ore di volo, che se devono guidare un nuovo veicolo partono con lo spirito della scoperta e non con la paura del fallimento.
        Ma noi siamo gli early adopters. Quelli che spendevano di più per avere android auto anni fa.
        O quelli che si mettevano un inverter in macchina per alimentare il portatile al quale avevano collegato un ricevitore gps e scaricato le mappe della zona. 😀
        Ma non si deve dimenticare che le auto sono “di massa”. I soldi “veri” le aziende li fanno vendendo prodotti. Nel tuo esempio, vendendo tanti iphone, non importa a che tipo di primate. 🙂
        Quindi è corretto che ci si debba concentrare sul risolvere e limare tutte le difficoltà di adozione del mezzo.

        Ed è notevole vedere come Tesla sia partita esattamente da questo. Dal rendere il tutto più facile possibile.

        • E per questo motivo il futuro della ricarica non sarà né il contante né il pos, ma il plug&charge. Tranne a Riace ovviamente.

  10. Condivido molto di quello che hanno scritto i lettori. Le HPC devono essere gestite esattamente come un distributore di benzina. Perchè quello sono un distributore di energia per clienti di passaggio che hanno fretta.
    Soprattutto se l’idea fosse quella di batterie piccole che necessitano di frequenti rabbocchi. Se supero l’autonomia della macchina devo rifornirmi in fretta, il più in fretta possibile, se sono in viaggio caricare a 150KW è comodo in 20min faccio il pieno. E se ho una batteria da 50KW questa cosa la faccio ogni 180Km. Se ho una Zeekr 01 da 140KW con una ricarica attraverso l’Italia e quindi avanti. Per una sosta ti arrangi e magari stai il 99% delle volte dentro l’autonomia della vettura.

    Allora SI che torna il discorso della ricarica lenta. Una volta a destinazione attacco la Zeekr alla 11KWAC ed in 12h ho il pieno. Pronto per altri 700Km.
    Ma primo auto da 140KWh sono mosche bianche, secondo se nonostante i 79KWh e la buona efficienza devo superare la sua autonomia allora devo avere la 200KW per fare una breve sosta e ripartire.
    E si deve essere coperta perchè potrebbe piovere.
    SI deve avere il POS non chiedermi una app deve solo esserci un cartello dove è scritto il prezzo a KWh (come benzina e gasolio).
    Fine. Non vedo nemmeno la discussione perchè dovrei fare abbonamenti, app, card. Quella deve essere una scelta. Come se un gestore mi potesse negare il gasolio in base a se io ho la tessera.
    Bisogna cambiare paradigma la ricarica diventa pubblico servizio se non lo eroghi è reato (interruzione di pubblico servizio), anche i contanti devono essere accettati perchè sono soldi esattamente come gli altri. Per me la cosa incredibile è che non lo siano.
    È un bene immateriale? Tutti i software, giochi inclusi sono beni immateriali… devi farti una card? O paghi coi soldi in qualunque forma? E un gioco NON è vitale come una ricarica alla macchina che lo compri oggi o fra una settimana non muore nessuno né resta a piedi nessuno.

    La ricarica lenta vale in città (e manco dappertutto) e solo nei parcheggi. Già davanti al supermercato ci vorrebbe una DC 50KW in modo che fai la spesa e ricarichi. Avere una 7,4AC a cosa servirebbe? 5KWh di rabbocco?

    Questo SE si vuole transare. Se poi vogliamo che le elettriche restino roba per pochi appassionati col FV e la possibilità di caricare a casa. E infatti siamo al 3,7%, una ragione ci sarà (e sono tante)

    • Lei usa il cellulare, immagino. Paga le telefonate in contanti? Lo mette in carica solo quando la batteria è a zero? Quando ha la batteria a zero e deve fare una telefonata impreca perchè non ha la ricarica fast? Dimenticavo: con lo stesso modello di ricarica nel resto d’Europa le Bev viaggiano sul 15% del mercato. Francesi, tedeschi, norvegesi e inglesi sono più pazienti, più tonti o cos’altro?

      • Io Massimo usavo Ebay quando almeno l’80% non lo aveva mai sentito nominare.

        NON faccio testo. Se è questo il target, l’early adopter appassionato di tecnologia… allora ciaone.
        Quello che dici TU Massimo testimonia che nei luoghi più elettrrofriend l’83% usa termico.
        In realtà in Svezia sono al 33%. Ma anche lì il 66% usa ICE.
        I processi per essere si adozione di massa vanno privati del maggior numero di barriere d’ingresso possibile.
        Ogni barriera d’ingresso genera un funnel in cui alcuni entrano ed altri escono è inevitabile.

        • Guarda caso in Italia c’è chi si preoccupa di creare barriere, spargete disinformazione, incentivare maggiormente le plug-in sapendo che molti le caricheranno poco e male, eccetera, eccetera.
          Chiaro, anzi chiarissimo.

    • Una cartello? Ahahahah Mettiamo anche la staccionata per legare il cavallo?
      Battute a parte, ha idea di quanto costerebbe la gestione del contante? Le colonnine sono monitorate da remoto e non sono presidiate costantemente, bisogna organizzare il furgone che va a prelevare il contante?
      Al massimo se proprio vuole pagare in contanti le farei le tessere usa e getta (che non sono neppure tanto ecologiche, oltretutto) da comprare dal tabacchino rigorosamente in contati: tessera da 20/50/100 € a scalare, fornisce tutti i dati di fatturazione al momento dell’acquisto e via. Lo trova più comodo che installare un’App e farlo una volta per tutte? A me non pare.
      Poi se i motivi per pagare in contanti sono altri, non c’è soluzione, siamo nel 2023 ormai.

      • E se uno non ha CC o il bancomat perchè si è smagnetizzato? Resta in autogrill fin tanto che un Drone non gli porta la sostituzione?

        È questa l’idea di transizione? Puntiamo solo a quelli con lo smartwatch? Allora benzina e gasolio avranno vita serena per altri 30 anni.

        O la ricarica è un servizio essenziale e chi mette una colonnina me la DEVE FORNIRE, oppure se è un optional allora le BEV le useranno preponderatamente come citycar nel raggio d’azione della macchina.

        Questa cosa è talmente vera che oggi Tesla ha installato in UK il primo supercharger V4 ACCETTA POS.
        Perchè LORO devono soddisfare i clienti e visto che pagano hanno sempre ragione. Non sono i clienti a doversi adattare all’azienda è esattamente il contrario. Loro che sono azienda e chi clienti ci campano lo sanno ed hanno provveduto.

        • “E se uno non ha CC o il bancomat perchè si è smagnetizzato? Resta in autogrill fin tanto che un Drone non gli porta la sostituzione?

          Usa l’app.
          Non va nemmeno l’app?

          Quindi… non ha la CC, non può usare il pos. e non può usare un’app. E non avrà nemmeno una RFID immagino.
          Ok. Praticamente è un gonzo di Riace.
          Che facciamo? Chiama l’assicurazione come quelli che sono rimasti senza benzina in mezzo alla strada…. per un caso simile più unico che raro dobbiamo accettare i contanti? Anche no.

        • POS e contante sono due cose diverse, non faccia confusione.
          POS oggi è possibile in Italia ma occorre inserire tutti i dati di fatturazione, praticamente un’operazione immensamente più complicata che passare una card per abilitare la ricarica.
          I contanti invece hanno il problema logistico che ho già esposto.
          Queste tariffe vogliamo ridurle o aumentarle?
          Forse pensate che sia come andare dal negoziante e pagare in contanti ottenendo un bello sconto, in cambio lui si dimentica di farmi lo scontrino, oppure lo annulla visto che gli ho sventolato i contanti che a lui piacciono molto. Il gestore di una colonnina invece deve dotarsi di cassa automatica e passare a ritirare il contante abbastanza spesso per evitare i furti: forse potrebbe funzionare nei grossi impianti con più colonnine e applicando prezzi sopra la media.
          Questi errori di ragionamento grossolani capitano quando si vive nel 2023 ma si pensa come se fossimo ancora negli anni ’80. 🤷

      • /// se proprio vuole pagare in contanti le farei le tessere usa e getta (che non sono neppure tanto ecologiche, oltretutto) da comprare dal tabacchino rigorosamente in contati: tessera da 20/50/100 € a scalare \\\ Certo, sarebbe una soluzione “di retroguardia” ma almeno per qualche anno ancora potrebbero tornare comode per le emergenze.. Del resto esistono giá da molto tempo per i carburanti e in questo settore non accennano a venire dismesse. Ah per renderle piú ecologiche basterebbe farle… ricaricabili.

  11. Però in effetti le velocità di ricarica sono sempre più alte, per esempio una Model Y RWD su un qualsivoglia percorso lungo i tempi di rifornimenti stanno sui 6,15,25 minuti, non sono i 5 minuti del carburante, ma ci manca poco, potrebbe andare bene una stazione di servizio classica con un qualche punto di interesse, negozietti, servizi igienici parco per i bambini, palestrina per sgranchirsi schiena e gambe, un giardinetto, tipo un area di servizio autostradale, certo un stazione “Pura” non va bene, ma basterebbe solo un poco di più. Viceversa troppo punti di interesse non andrebbero bene visto la brevità della sosta, ci vorrebbe una via di mezzo.
    Si poi questa storia che non ci sia la pensilina non la capisco proprio, sembra una barzelletta
    Le tessere, ok in Italia si va abbastanza bene eccetto per forme di abbonamento poco pratiche, ma quando si va all’estero? Ricominciano a farsi sentire i problemi di interoperabilità, anche qui sembra una barzelletta, eppure Elon Musk ci è arrivato anni fa, come dire che non ci sono impedimenti tecnici è che proprio i capoccioni non ci arrivano
    Per non parlare i software penosi per la gestione dei rifornimenti installati nelle auto, ma anche qui non ci sarebbero impedimenti tecnici per far apparire il viaggio del tutto confortevole senza pensieri, anche qui Elon Musk insegna.

  12. Bah, andrebbe incentivata la ricarica domestica in trifase e incrementato il numero delle colonnine fast fast + , altroché

  13. Oggi 2023 CATL il principale produttore al mondo di batteria rilascia una batteria supereconomica che ricarica 400 km in 10 minuti, ovvero un tempo di ricarica simile a quello di un’auto a benzina (ed essendo LFP non c’è timore che si danneggi). Arriviamo al 2035: accetto scommesse che 400 km in 10 minuti sarà il tempo offerto dalla peggiore auto a listino, con tutte le altre che faranno meglio. Dunque perché non replicare il modello delle stazioni di rifornimento? Comode, spaziose, mai abusivamente occupate, sempre funzionanti e ben illuminate, con tettoia e spesso un bar o un negozietto con una serie di servizi comodi. Arrivi, colleghi il cavo e via, in 5 minuti incameri 200 km di autonomia. Non ho mai conosciuto una persona terrorizzata di fare un rifornimento self di 5 minuti (5, non 40!) presso le attuali stazioni di ricarica, possiamo evitare di inventarci pro-bev? Il benzinaio psicopatico serial killer … Lo stupratore del blu-diesel … Le pompe di benzina in mezzo al nulla non presenti neanche nel navigatore, dove Google Street View ha paura ad andare (*cercate Casal di Principe su Google Street View) … Dovreste fare la prossima serie TV horror su Netflix …

    Siccome questo sarà lo standard (è la mia opinione, per carità, liberi tutti di pensarla diversamente), le vecchie colonnine ac sono destinati all’obsolescenza. Un fenomeno già visto in forme diverse in Cina: con gli “analisti” che hanno convinto gli imprenditori al formidabile modello del car-sharing, il futuro che avanza per non restare un Nokia, “accattat’v u futur”, sono falliti in massa e ora i piazzali sono pieni di EV con pochi km lasciati lì a marcire. Il fallimento di un modello di business che si rivela anche un boomerang per il pianeta (a cui comunque la Cina sta cercando di porre rimedio).

    Io scommetto convintamente sul cimitero delle colonnine ac destinate da qui al 2035 a fare la fine delle cabine telefoniche in tutto il mondo: con batterie LFP economiche che si ricaricano a velocità stellari il futuro è tracciato, significa che le future batterie dovranno fare meglio a prezzi accessibili.

    Il modello delle colonnine ac non funziona e il problema è diffuso in tutto il mondo: occupazione abusiva e soprattutto malfunzionamenti, oltre a costi e tempi per la manutenzione, tempi di attivazione, lavori, etc. Per non parlare dell’operatività richiesta tra cavi da arrotolare e srotolare dal bagagliaio. Il fatto che oggi ci siano persone a cui tutto questo non pesa amen, se si vuole andare worldwide occorre un modello che garantisca pari confort a che al restante 90% delle persone.

    • Che minestrone indigesto di incompetenza e inesperienza, condito di arroganza. Ah, sei quello che magnificava la densità gravimetrica di 500 Wh/kg delle strabilianti CATL LFP. Vabbè, quando hai finito spegni la luce.

      • Io credo che la nuova batteria di CATL abbia inaugurato una nuova era, quella della ricarica elettrica superveloce. La sua è la prima batteria di massa (= economica) capace di caricare a 4C sempre, senza che vi siano impatti sulla batteria stessa e sulla garanzia (che nel caso di CATL è di 8 anni o 800000 km anche se il 100% delle ricariche è fatto in 4C). E questa era è destinata a soppiantare anno dopo anno l’era attuale, quella delle ricariche lente. Liberi tutti di avere opinioni diversi, esperti e non.

        • Quello che voleva dire Massimo è che la ricarica lenta è di gran lunga migliore di quella veloce nella stragrande maggioranza dei casi (carica a casa, a lavoro, mentre si fa la spesa o si fanno commissioni, eccetera).
          Certo, esiste qualche sparuto automobilista elettrico che fa soltanto cariche veloci per una serie di ragioni particolari.
          Nel mio caso pur non avendo la carica domestica le cariche veloci le faccio soltanto nei viaggi lunghi perché in tutte le altre occasioni è molto più comodo collegare l’auto e fare altro (appunto commissioni o altre cose).
          Anche ipotizzando di ridurre a 10 minuti la ricarica veloce dovrei rimanere nei paraggi dell’auto per scollegarla al termine della ricarica e in dieci minuti non si fa praticamente nulla, quindi a meno che non mi mettano una HPC davanti al bar dove faccio colazione abitualmente, con la ricarica veloce dovrei stare 10 minuti in auto ad aspettare mentre con la lenta collego l’auto, faccio quello che devo fare e riprendo l’auto più carica di quando sono arrivato (non è importante che sia al 100% se non devo fare viaggi lunghi, l’importante è che ci sia abbastanza carica per qualche giorno, ripetendo la strategia l’esperienza è simile ad un’auto che non ha bisogno di rifornire, o quasi).
          Poi, certo la ricarica in 10 minuti può avere la sua comodità ma anche no: alle HPC mi è già capitato di dover pranzare “veloce” per andare a scollegare l’auto, ovvero caricare in 10 minuti mi risolve il problema del viaggio lungo se ho fretta, negli altri casi mi peggiora le cose.

          • Vedi, Leonardo, siamo sempre lì: ci dà lezione chi usa ibride plug-in, o addirittura auto termiche. Esperienza diretta, questa sconosciuta.

          • /// la ricarica lenta è di gran lunga migliore di quella veloce nella stragrande maggioranza dei casi \\\ Vero, anche a livello di infrastruttura per il minore costo della colonnina e il piú basso fabbisogno energetico

          • Le migliori auto oggi ricaricano in HPC alla metà della velocità rispetto alla batteria 4C di CATL, quindi la user experience è diversa. La ID.7, che è la VW che ricarica più velocemente di tutti, dichiara 200 km in 10 minuti: CATL ne ricarica 200 in 5 minuti. E’ un game changer. Non ho detto che le HPC sono migliori delle ricariche lente, ho detto invece che con la batteria di CATL l’HPC diventa un’opzione interessante perché ha tempi come quelli della benzina.

            Siccome ognuno fa le sue valutazioni in base alle sue esperienze, io ti racconto la mia. Nel mio ufficio ci sono 20 persone che entrano alle 9 ed escono alle 19 (quindi 9-13 e 15-19 con 2 ore di spacco). Fuori l’ufficio non ci sono colonnine di ricarica, ovviamente, a malapena c’è parcheggio. Qualcuno impiega un’ora di tempo per arrivare in ufficio e viene da un’altra provincia, quindi mediamente partenza da casa alle 8 o 8:30 e ritorno alle 19:30 o 20:00 e questo per 5 giorni di fila. A pranzo si pranza in ufficio ciò che si è preparato a casa. Domanda: se questi signori non possono ricaricare a casa o sottocasa (che ovviamente è la soluzione ideale) qualcuno mi spiega quando dovrebbero ricaricare in AC? Credete che i miei colleghi arrivano a casa alle 20 e poi “escono”, magari passano tutta la notte in discoteca con fuori una colonnina? Credete che se anche vanno in pizzeria infrasettimanalmente (e non ci vanno mai) restano oltre 2 ore a mangiare nel ristorante?

            Qualcuno vuole venire a intervistarli? Non è che facciamo tutti i professori o le casalinghe e abbiamo i pomeriggi liberi di girare per la città per fare i servizi e ricarica mentre si fa altro. L’altro per loro è il lavoro.

            La verità è che tutti sono bravi a sottoscrivere il motto che l’elettrica non è per tutti. Poi quando escono soluzioni brillanti come quella di CATL che può renderla davvero per tutti perché elimina il problema della ricarica diventando questa uguale a quella dell’auto a benzina tutti a fare spallucce.

            Buona lettura: https://www.technologyreview.com/2023/08/23/1078304/how-new-batteries-could-help-your-ev-charge-faster/

            CATL claims the new cells, which it plans to produce commercially by the end of 2023, will “open up an era of EV superfast charging.” […] But many drivers still have concerns about limited range of current battery technology and are put off by the need to stop to charge for upwards of half an hour, even at fast-charging stations. Innovation in battery materials, if matched with progress in charging infrastructure, could help mimic the convenience of gas-powered cars and encourage adoption of EVs. […] CATL’s new fast-charging batteries would be twice as fast as competitors, says Jiayan Shi, an analyst for BNEF, an energy research firm. Tesla’s fast charging adds up to roughly 320 kilometers, or 200 miles, of range in 15 minutes. […] In addition, a higher charging rate can generally mean a shorter lifetime and a higher price, Schroeder says. In response to a written question from MIT Technology Review about the lifetime of the new fast-charging batteries, CATL said: “Be it fast charging or not, the warranty on our products remain the same.” (The current warranty lasts for eight years or 800,000 kilometers, according to the website.) […] It’s also possible that new chargers would be required to reach the charging speeds that CATL’s new batteries can handle, presenting more challenges for infrastructure development.

            Ma ovviamente siamo tutti ciucci e presuntuosi.

          • “Siccome ognuno fa le sue valutazioni in base alle sue esperienze, io ti racconto la mia”. Qual’è la tua esperienza di auto elettrica lo sappiamo tutti: zero. E si vede.

    • E niente, non c’é verso: continui con la storia dalla presunta scomodità di caricare l’auto quando é ferma e da li non ne esci. Arrivando addirittura a presumere che chi ha attualmente una BEV non ha capito nulla mentre tutto il resto del mondo abbraccerà ad occhi chiusi le tue teorie… mah…

      • Mi sembra di sentire la teoria del campeggiatore che mi ripete che siccome non ho mai passato una notte in tenda in campeggio devo smetterla di credere che sia più scomoda di un hotel 5 stella con aria condizionata e materasso premium. Eppure lui è convinto, va tutte le estati in camping e affronta le montagne con la sua mountain bike non elettrica, quella che va a carboidrati ed elettroliti. Tecnicamente ha ragione: non ho mai provato. Devo fidarmi?

        • Enzo questa è una fallacia logica. Dimostrare che un’iperbole è chiaramente falsa non dimostra che una non iperbole sia altrettanto falsa. Non c’è la transitiva.
          Rispondi a Sandro nel contesto, su.

    • Sono d’accordo con Enzo.
      Una tecnologia diventa di massa quando è sfruttabile ed a costi accettabili dalla massa.
      Inviterei la redazione a fare un giro a Roma a via Tuscolana o viale Marconi per capire se potrebbe funzionare l’attuale tecnologia per questi cittadini.

          • Cityplug è davvero interessante.
            “City Plug è il risultato di un confronto competitivo fra più operatori stimolati a trovare una soluzione per la ricarica nelle aree residenziali prive di autorimesse e garages privati. ”
            Sottintende che lá fuori non ci sia la giungla ma degli stalli pubblici.
            Si faccia un giro con street view iniziando da qui: https://maps.app.goo.gl/MFmfn6kPy8njeBoE6
            Stiamo parlando di giungla d’asfalto, guerriglia urbana, sopravvivenza alla megalopoli!
            Ma quando li convince quelli che nemmeno trovano posto che si devono sbattere pure a caricare “precede tanto non la usano”?

  14. D’accordo sulle ricariche lente ovunque ma nella mia città, a ridosso del centro, ci sono almeno una dozzina di aree più o meno grandi di distributori dismessi, recintate alla belle meglio e abbandonate alle erbacce. Sarebbero comodissime aree di sosta per chi deve andare in centro, approfittando della ricarica… E credo che ce ne siano un po’ in tutta Italia: non possono essere riciclate per l’edilizia perché troppo piccole, ma sarebbero ottime per le EV

    • Sono appunto i distributori di carburante dismessi perchè non sostenibili economicamente. Ottimi invece per parcheggi con ricarica. Questo dimostra che i due modelli di rifornimento devono essere per forza differenti.

  15. Credo che non ci si debba innamorare delle proprie convinzioni, altrimenti si cade nel pregiudizio (mi riferisco all’amore per la ricarica lenta mentre si fa la spesa, si va in palestra, al cinema etc.).

    Toyota ha promesso per il 2026 cariche da 1.000 km in 10 minuti… Fossero anche solo 500 effettivi in autostrada, avremmo il pareggio in termini di autonomia e, di fatto, anche dei tempi di ricarica ed allora negli autogrill avremo sicuramente la sostituzione dei distributori con stazioni di ricarica ultraveloci perché le Bev potranno sostituire in tutti gli scenari le odierne termiche.

    • Spero solo che la ricarica in autostrada mi lasci il tempo di bere un caffè e andare in bagno, perchè se in 10 minuti ho il pieno non mi posso certo allontanare dall’automobile. E quei 10 minuti le spreco.

    • Toyota racconta a mio parere una mezza verità.
      Facciamo due conti. 1000km in 10 minuti, facciamo 6km/kWh? Equivalgono a 166kWh da erogare in 10 minuti, quindi colonnine con potenza nominale da 1000kW. In una stazione di servizio autostradale quante ne vogliamo mettere? Una decina? Se usiamo un fattore di contemporaneità uguale ad 1 (valore assurdo) sarebbero 10000kW, più verosimilmente 0,5 o 0,6 sarebbero comunque 5-6000kW, vi assicuro una potenza non impossibile da gestire ma impegnativa. Quindi bisogna andare di storage per evitare di installare cabine di trasformazione con potenze di quel valore. A mio parere tutto è possibile, ma impianti di quel tipo iniziano a costicchiare, quanto ci faranno pagare l’energia i gestori delle reti di ricarica? Lo stesso prezzo delle HPC attuali? Ne dubito. La soluzione potrebbe essere un paio di colonnine Ultra HPC e una ventina da 300kW? Così chi ha fretta non va bere il caffè tutti gli altri se la prenderanno un po’ più comoda sfruttando tariffe più economiche. La potenza della cabina elettrica non cambia, ma se si guastassero un paio di colonnine da 300kW neanche ce ne accorgeremmo.

      • Bravissimo, si continuano ad annunciare batterie in grado di accettare potenze stratosferiche ma ci si dimentica di pensare che a monte ci vuole anche un impianto in grado di erogarle.

      • Osservazione per nulla sciocca, anzi molto intelligente: è probabile che, per avere un ricarica velocissima, si pagherà di più ed si accontenteranno di velocità minori. Bisogna solo capire quanti.

        Sulla difficoltà di gestire certi picchi di Kw, non è infatti da escludere che i costi degli impianti diminuiranno con la progressiva diffusione degli stessi e, alla fine, penso che saranno le preferenze dei conducenti a modellare il tipo di stazioni di ricarica del futuro.

        D’altra parte (cercherò di dirlo senza fare un romanzo, anche se mi viene difficile) guardando ai vari prodotti tecnologici che si sono diffusi come pc, smartphone etc., non mi pare che il razionale sfruttamento dell’hardware sia mai stato la chiave del successo; anzi, la costante corsa ad incrementali upgrade dell’hardware a fronte di una sostanziale stagnazione ed appesantimento del software sono stati costanti negli ultimi decenni. Ciò per il fatto che i “numeri” fanno vendere: più ram, maggiore frequenza della cpu… L’acquirente guarda a quello e non al fatto che la fluidità del sistema è sempre più o meno uguale. Le stesse automobili hanno bisogno (in parte anche per motivi di aumento di peso correlati alla sicurezza) di motori ipertrofici per prestazioni che 30 anni fa si ottenevano con 100 cv.

        Fatta questa premessa, io mi aspetto una guerra delle ricariche stile “noi l’abbiamo più veloce” anche contro il buon senso del tuo commento.

  16. La ricarica HPC non può in ogni caso essere la normalità perché stressa la batteria perciò non mi trovo d’accordo con loro. Serve piuttosto una normativa europea che obblighi i gestori al roaming anche all’estero (noi in friuli frequentiamo molto Austria, Slovenia e Croazia e serve uniformità di utilizzo) e, non mi stancherò mai di ripeterlo, obblighi le aziende proprietarie di parcheggi per i dipendenti a installare le wallbox o colonnine!! Se non dispongo di un box a casa la ricarica in azienda è ugualmente pratica perciò deve essere disponibile

    • Parli delle batterie di ieri. Quelle di domani resistono brillantemente alle ricariche hpc. Ormai ci sono produttori che garantiscono le loro batterie per 10 anni e km illimitati, quindi hanno messo in conto che possono essere usate anche esclusivamente presso le hpc per centinaia di migliaia di km. Il mondo di domani si basa sulle tecnologie di domani, non si quelle di ieri.

  17. Esperienza evidentemente negativa ma comoda di giorno giusto anche i centri storici e le stazioni ferroviarie non sono molto sicure di notte .Vorrei solo precisare che non ho nulla contro le ricariche di qualsiasi tipo in qualsiasi posto ma avere riferimenti certi funzionanti con pagamenti senza difficoltà e controllati come un distributore aiuterebbe e sicuramente non la potrebbe peggiorare .

  18. Vorrei fare un esempio il mio ho già acquistato Due EV e per la seconda ho anche pensato e poi fatto il contratto vendendo anche la mia full hibrid che non uso praticamente più poi ci ho ripensato proprio per gli stessi motivi espressi da Mirko ho rifatto il contratto e ho la mia full ancora nel box .Ora io verrò considerato un super privilegiato e riceverò critiche a non finire ma ricarico dal mio box con due FV ma quanti sono nelle mie condizioni quelli che conosco anche chi abita in condomini funzionano già così anche se senza FV,quindi il mio interesse alle ricariche lente e vicine è uguale a zero ma se fossi sicuro di trovare potenti ricariche in ogni distributore probabilmente la mi full l’avrei venduta e potrei pensare per esempio di andare in ferie in posti abbandonati da Dio con un solo distributore sicuro comunque di caricare con o senza app con o senza copertura WF sono convinto che aiuterebbe tutti anche i più restii alle elettriche.

  19. Stessa opinione già espressa tempo fa e dovrebbe funziona esattamente come con i termici per chi si vuole sbrigarsi e togliersi dalle scatole alla svelta
    Distributore corrente continua 100/150 kW paghi come ti pare e sei sicuro che funziona e non è occupata da qualche coglione ,poi chi vuole caricare in ore e ore utilizzerà quelle lente o a casa sua ma questo è un’altro ragionamento

  20. Ma anche no…la prima foto mi pare di riconoscere l’HPC di peschiera del Garda?..comodo di giorno,pauroso di notte..isolato in un parcheggio sterrato con camion in sosta ,senza servizi igienici..con un giaciglio di fortuna in mezzo alla boscaglia incolta…ne potrei raccontare altre di ricariche notturne in distributori isolati..non è l’istallazione adatta ,fortuna che in questi anni sono aumentate le colonnine e questi posti si possono evitare….la mobilità elettrica è anche uno stimolo per cambiare in positivo le nostre abitudini…esempio,sabato mentre eravamo al cinema abbiamo caricato 27kwh..👍

      • Oppenheimer..si lungo ma molto interessante… fa’ capire anche il perché sia nato il nucleare e perché poi molte nazioni hanno fatto la corsa per questo tipo di energia….drammaticamente attuale😔

    • Non ti posso dare torto, ma in quella piazzola di Peschiera, una sera d’inverno, mi ero fermato a ricaricare ed avevo avuto qualche difficoltà con l’APP, non ci crederai ma in mio soccorso è scesa dalla sua auto una ragazza di una trentina d’anni che molto gentilmente mi aveva indicato i passaggi da seguire e nei dintorni non cera altra anima viva. Quindi il fattore sicurezza è molto soggettivo se non in posti molto particolari. Magari poi aveva una Beretta nella tasca della giacca, chi lo sa. 🙂

      • Certamente, chi va lì per ricaricare non credo possa dare noia,mi riferivo a quello che può orbitare attorno questi spazi isolati …tieni presente che con me’ c’è sempre mio marito che ha prestato servizio nell’arma in zona termini..ma davanti a certi luoghi ,come dice lui,la miglior difesa è la prevenzione…se sei lì e ti arriva uno inscimmiato,davanti ad un coltello ci fa’ poco pure lui quindi ,ora che le colonnine sono aumentate preferiamo selezionare quelle meno isolate quando torniamo la notte🤞

Rispondi