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Vacanze elettriche 8/ Toscana vs Svizzera: tutt’altro mondo

Vacanze elettriche, puntata numero 8. Stavolta ce le racconta un personaggio noto ai lettori di Vaielettrico perchè autore di interessanti interventi sui temi delle batterie, del fotovoltaico e dell’idrogeno. E’ il professor Alessandro Abbotto, Direttore del Dipartimento di Scienza dei Materiali all’Università Milano-Bicocca. Con tutta la famiglia, a bordo della Tesla Model 3, si è recato da Milano in Toscana e successivamente in Svizzera. Constatando l’enorme divario nella qualità delle infrastrutture, ovviamente a favore dei vicini elvetici. Ricordiamo gli altri articoli della serie Vacanze elettriche:  Carlo, a San Daniele con la Nissan Leaf.  Paolo, da Bressanone a Ronchi dei Legionari in Peugeot  e-208. Leonardo, a Venezia con la Tesla Model 3. Gino, dalla Campania a Firenze in Hyundai Kona. Laura e Athos, a Interselva in VW ID.3.  Leonardo, in Alto Adige con la  Mazda MX-30 e Gianluca, dalla Lombardia alla Campania in Skoda Citigo-e. Se avete una vostra storia da condividere con noi potete inviare testi e foto alla nostra mail info@vaielettrico.it.

di Alessandro Abbotto

Tesla Model 3 Standard Range Plus, 4 passeggeri, 4 trolley da cabina e 4 zaini (2 nel ripiano nascosto del baule posteriore), cavetteria e set di emergenza nel baule anteriore, pronti a partire per le vacanze, con un obiettivo: non programmare le ricariche da casa e fidarsi unicamente dell’autonomia residua segnalata dal computer di bordo.

Vacanze elettriche 8/ Alessandro Abbotto e la sua Tesla Model 3 in Toscana

Prima destinazione: Toscana. Se non ci fossero stati i Supercharger…

Evviva i Tesla Superchargers! Si viaggia veramente senza pensieri. Prima sosta a Piacenza per un caffè (e toilette) mentre l’auto si ricarica velocemente (batteria preriscaldata in automatico). Seconda sosta a Modena, brevissima. Poi arrivo a Firenze e ricarica al mattino seguente al Supercharger vicino all’aeroporto. Più comodo di così non si può.

Non cerchiamo colonnine o altre soluzioni: i Superchargers soddisfano pienamente e comodamente tutte le nostre esigenze. Ad ogni modo le colonnine in tutto il viaggio in centro Italia non si sono fatte vedere, tranne una (Enel X) sulla strada per Fiesole. Se c’erano (e sicuramente è così) erano ben nascoste (ovvero raggiungibili solo tramite app).

Seconda destinazione: Svizzera. Supercharger non ti conosco

Giriamo l’alta e bassa Engadina (canton Grigioni) in lungo e in largo, dall’Italia a sud al confine con Liechtenstein e Austria a nord. Prima tappa: un hotel Destination Charger chiaramente indicato sul sito Tesla ma…sorpresa: l’hotel manager ci dice al ckeck-in che la presa è in una abitazione privata (?!?) e che comunque è rotta perché Tesla non la ripara. Denunciamo tutto alla Tesla che ci risponde allibita che la mancata messa a disposizione della presa è inaccettabile (tanto più se si soggiorna presso l’hotel), che in caso di segnalazione di guasto (se veramente fosse stato così) mandano subito un tecnico per la riparazione e che avrebbero indagato subito. Pertanto, siamo costretti a guardarci in giro e … seconda sorpresa: colonnine ovunque, in tutti i parcheggi e vicino ai luoghi turistici. Spesso anche veloci (> 22 kW).

Vacanze elettriche 8/ In Svizzera le colonnine abbondano ovunque. Superflua la caccia ai Supercharger Tesla

Non sentiamo per nulla la mancanza dei Superchargers. Esattamente l’opposto che in Italia. Senza alcuna programmazione delle ricariche in viaggio andiamo in giro per le valli, da sud a nord, da est a ovest, e troviamo sempre dove caricare, con piena compatibilità con l’abbonamento NEXTCHARGE che usiamo anche in Italia. I prezzi della ricarica sono quelli italiani, sorprendente tenendo conto dell’elevato costo della vita in Svizzera (per dare l’idea, una pizza Margherita costa 15 franchi e una bottiglia d’acqua 6 franchi in località non eccessivamente turistiche).

Strade fantastiche, proverbiali: su asfalto perfetto in piano a 80 km/h sembra di andare in barca a vela (è proprio il caso di dire “veleggiamento”, tenendo premuto leggermente l’acceleratore), solo un leggero fruscio del vento e nessun altro rumore.

Conclusioni: consumi ridicoli, ma non in colonna sull’A1 in Appennino

Abbiamo percorso 2300 km, passando in pochi minuti dalla valle a oltre 30 gradi ai passi a 3 gradi centigradi, percorrendo autostrade, strade statali, stradine da montagna con mille tornanti, sotto il sole accecante o la pioggia battente, con un consumo medio di soli 12,9 kWh/100 km e spendendo in tutto per il “carburante” elettrico 121,61 € (tenendo conto anche di un paio di ricariche gratuite presso gli hotel).

In autostrada abbiamo tenuto una velocità media di 110-120 km/h (la stessa che tenevamo anche con la precedente vettura termica) mentre nelle strade statali andavamo al limite consentito (90 in Italia e 80 in Svizzera). Va tenuto in conto che i tratti appenninici dell’Autosole sono stati fatti in buona parte in coda, dove la vettura elettrica arriva a consumi eccezionalmente elevati (> 50 kWh/100 km).

Tutti disagi non sono colpa dell’auto ma della disorganizzazione

Morale: come al solito, i disagi della guida elettrica non sono dovuti alla tecnologia di per sé ma solo a questioni organizzative. Basterebbe anche in Italia installare colonnine (ultrarapide) nei parcheggi, in prossimità dei luoghi turistici, presso tutte le stazioni di servizio lungo le autostrade e tutto sarebbe più facile, convincente e attrattivo anche per i più scettici e meno convinti nei confronti della guida elettrica.

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