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Un EV da 300 km di autonomia reali: consigli?

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La Kona da un motore da 204 CV (150 kW), con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,9 secondi

Una EV da 300 km di autonomia reali, anche in autostrada a velocità sostenuta. La sta cercando Giovanni, come auto per il lavoro. Vaielettrico risponde. Potete inviare le vostre domande alla mail: info@vaielettrico.it

 

Una EV da 300 km, per fare 600 km /mese

Sto valutando l’acquisto o il noleggio di un mezzo elettrico per lavoro. I parametri per la scelta sono:

1 – noleggio a lungo termine a carico della mia ditta

2 – abito a Bergamo e lavoro in provincia di Pavia, circa 130 km per tratta,  un’ora e mezza di cui un’ora a 130 km/h e mezzora tra statale e code in tangenziale.

3 – sul posto di lavoro ho a disposizione prese industriali GRATIS 220 o 380 volt
4 – vicino casa ho una colonnina di ricarica di A2A, dove stipulerebbe un contratto l’azienda.
5 – percorro circa 6.000 km al mese.
Attualmente ho una Clio Dci 1500 turbodiesel che consuma mediamente 18 km/l. Considerando di ricaricare sul posto di lavoro e solo in emergenza vicino casa, mi serverebbe un mezzo in grado di fare almeno 300 km effettivi di cui 200 ad alta velocità. Per quale modello potrei optare? Molte grazie in anticipo” Giovanni Ciattone 

Ampia scelta di elettriche che fanno al caso suo, ma…

Risponde Paolo Mariano – Buon giorno Giovanni! La quasi totalità delle auto elettriche in commercio può gestire una distanza di 130 km (anche in autostrada, anche a 130 km/h e d’inverno) senza bisogno di ricariche intermedie. Già le compatte medie del segmento C infatti hanno generalmente un pacco batteria che ha una capacità di almeno 45 kWh netti utilizzabili.

Anche una Opel Corsa-e potrebbe essere adatta a questo utilizzo. Ma non si può prescindere dalla ricarica casalinga.

Dato un consumo massimo (in autostrada) di non oltre 22/23 kWh/100km, la percorrenza possibile a batteria carica è sempre di almeno 200 km. Questo sarebbe il “minimo sindacale”. Visto che al lavoro dispone di prese industriali, potrebbe richiedere l’acquisto di un sistema di ricarica mobile come quello di Juice Technology (Juice Booster II). Sistema che potrebbe poi utilizzare anche nei suoi viaggi. In alternativa può richiedere alla sua azienda l’installazione di una wallbox di ricarica. Il punto critico piuttosto lo rilevo per le sue ricariche presso il luogo di abitazione.

Meglio non prescindere dalla wallbox casalinga!

Visto che afferma di avere una colonnina pubblica A2A vicino casa, immagino che lei non abbia la possibilità di parcheggiare e ricaricare l’auto presso la sua abitazione. Questo potrebbe rappresentare un problema. Soprattutto se la sua scelta dovesse ricadere su un’auto che non possa gestire l’andata (lavoro-casa) e il ritorno (casa-lavoro) con un’unica ricarica. Una colonnina pubblica infatti, proprio in quanto tale, potrebbe essere occupata da altri utenti e non essere a sua disposizione quotidianamente. O potrebbe non essere sempre funzionante. Di conseguenza non sarebbe saggio contarci. Visto che per lei potrebbe essere essenziale.

Una semplice presa schuko può consentire di ricaricare in tutta comodità a casa nostra, anche se non disponiamo di una wallbox

A meno che, per qualche motivo lei non utilizzi l’auto esclusivamente per gli spostamenti casa – lavoro – casa, avrà bisogno di utilizzare l’auto anche nel week end e dovrà quindi poterla ricaricare. Se ne ha la possibilità, sarebbe estremamente più saggio (a mio avviso indispensabile) dotarsi di un sistema di ricarica presso la sua abitazione.

Medie compatte da 58 a 64 kWh possono essere quelle giuste

In alternativa, come lei stesso suggerisce, dovrebbe considerare di ordinare una EV da 300 km, ovvero un’auto elettrica con un’autonomia pari ad almeno la tratta di andata e ritorno. Già una Hyundai Kona 64 kWh o una Volkswagen ID.3 58 kWh, solo per citarne due, potrebbero fare al caso suo. In questo caso potrebbe evitare la ricarica casalinga e utilizzare solo la ricarica sul posto di lavoro. Ma, come detto, anche in questo caso, personalmente, consiglierei vivamente l’installazione di una wallbox a casa (se ne ha la possibilità).

La Volkswagen ID.3.

Le auto elettriche non sono progettate per essere sempre ricaricate alla colonnina pubblica. Non nel quotidiano. Ma solo in occasione di viaggi la cui percorrenza superi quella di autonomia dell’auto. Basare l’utilizzo della sua auto unicamente sulle colonnine pubbliche, anche solo per il week end, la metterebbe in una condizione di inutile disagio. Quindi, per ricapitolare, ampia scelta di auto per lei (compatibilmente con la policy aziendale). Ma, anche qualora l’azienda la dotasse di un’auto dall’ampia autonomia, non poter ricaricare a casa potrebbe rappresentare per lei un problema. Che cercherei di evitare.

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60 COMMENTI

  1. ernesto grottaferrata, il lettore ritiene di poter gestire un’auto elettrica ricaricando solo al lavoro e solo eccezionalmente a casa.
    Questo è assolutamente sconsigliabile. Pertanto, nonostante ciò che chiede il lettore sia un’auto in grado di gestire l’andata e ritorno senza ricariche, mi sento in dovere di segnalare al lettore che sarebbe estremamente saggio prevedere un punto di ricarica presso la propria abitazione. Solo in questo modo è possibile vivere la mobilità elettrica senza inutili disagi.
    Comprendo che questo non sia inclusivo né democratico. Ma, a oggi, è così.
    Per quanto riguarda la gestione dei costi, non sarebbe un problema rendicontare le ricariche casalinghe all’azienda.
    Le chiedo una cortesia, sig. Ernesto. Sia meno aggressivo nei suoi commenti. Non siamo qui per assistere alle sue sfuriate.

    • -mi sento in dovere di segnalare al lettore che sarebbe estremamente saggio prevedere un punto di ricarica presso la propria abitazione. Solo in questo modo è possibile vivere la mobilità elettrica senza inutili disagi.-

      Ci sono i sogni e i desideri, che sono bellissimi e io per primo ne faccio anche troppi.
      Poi c’è la realtà delle cose, e ahinoi la realtà è quella che dice Paolo.

    • paolo, mi “sfurio” quando mi si vuol far passare per coglione..
      non era quella l’intenzione? al contrario di certi, chiedo scusa.

      allora, il lettore caricherà sempre e solo al lavoro: sue parole nell’articolo.
      1) possibilità di caricare a casa? non è dato sapere: se l’avesse, non parlerebbe della colonnina a2a vicino all’abitazione (può essere che la corrente a casa la paghi lui e a lavoro e colonnina no? 😏).
      2) tu fai l’assunto che sia casa/lavoro/casa con 2 ricariche: prima casa e poi lavoro. per questo parli subito di auto con range 150/170 km e wb.
      3) per me, invece è lavoro/casa/lavoro: una sola ricarica al lavoro sufficiente al tragitto totale di 300 km a/r: quindi necessità di auto con autonomia adeguata al totale.
      4) la distanza è sempre la stessa: ma partiamo da punti diversi

  2. Una “banale” Tesla Model 3 RWD in leasing sarebbe perfetta.
    330 km REALI a 130 km/h (che tra BG e Pavia i 130 si raggiungono a fatica quindi facciamo anche 350 estate 300 inverno stando bassi)
    Ricarica con presa industriale al lavoro (Tesla vende adattatore spina Blu a 16 o 32A) in 8/9 ore ricarica ben più di quanto serva per la tratta a/r.
    Ricarica A2a serale/ notturna all’occorrenza cioè quasi mai.
    Ricarica al Supercharger Tesla (tipo a Dalmine) con carta di credito aziendale abbinata all’account Tesla in caso di imprevisti e necessità di 200 km di autonomia in 15 minuti di attesa.

    Budget aziendale permettendo ovviamente, ma quello il lettore non ce l’ha detto.

    • Con adattatore di 16A arrivi a solo 3,7 kW, quindi non riesci a fare il pieno in 9 ore. (Vedi discussione con Alessandro 2 commenti più sotto). Se però può aver a disposizione la 32A, concordo col tuo suggerimento (simile al mio, sempre 2 commenti più in basso:) ).
      L’unica cosa: farei in modo di avere un’installazione “fissa” dedicata, magari acquistando un 2o caricatore se lo vuole un nel baule per le emergenze. Tirar fuori tutti i giorni caricatore e cavo è una scocciatura… ma è una cosa personale, la perdita di tempo è minima.

  3. Vabbè, tornando al tema mi pare evidente che per stare tranquilli sia necessario disporre della possibilità di ricaricare sia a casa che al lavoro.

  4. Io con la Tesla m3 sr+ (55kWh) faccio tranquillamente 300km di cui 2/3 in autostrada. Però se un giorno hai un piccolo imprevisto, o fa tempo particolarmente rigido…
    Sempre meglio aver la possibilità di poter ricaricare a casa, ev. Anche tramite presa domestica.
    La mia domanda però è (non sono del mestiere): in 8-9 ore riesci a caricare 50 kWh con la presa industriale a 380v? Quanti kW fornisce?

    • 380 volt vuol dire banalmente trifase. Poi tutto dipende dalla potenza installata al contatore. Potrebbero essere 7 kw così come 25 o anche di più ovviamente. Ipotizzando almeno 15 kw (altrimenti la trifase cosa la chiedi a fare?) il resto, infine, dipende da quanto accetta la vettura.

      • Ah ecco, non sapevo che ci fosse la trifase sempre con la 380.
        Ad esempio nei campeggi c’è anche la 380 ma mi sembra in monofase.

        • No petta. 380 volt che io sappia è sempre e solo trifase. Sempre salvo errori ed omissioni, la tensione monofase in tutta Europa è 230 V. Poi se qualcuno la sa meglio di me, assolutamente Benvenuto!

          • Se è così è perfetto! Nel campeggio dove mi trovo attualmente, mettono una colonnina per camper a disposizione per le auto elettriche. Io ho con me solo il cavo tipo 2 e il caricatore domestico tesla. Mi son fatto dare un adattatore per la presa e che converte a 220.
            Stavo pensando di acquistare questo adattatore per velocizzare la carica

            https://shop.tesla.com/it_ch/product/adattatore-blu—16a_32a-

            Ma dai dati sembra che va comunque in monofase (22 km di autonomia all’ora sono circa 3 kW).
            Ma probabilmente è una limitazione del caricatore domestico tesla, col juice booster potrei caricare a 10 kW)

          • Allora, quella adattatore è di colore blu e da 3 Poli. Che corrispondono banalmente a neutro fase e terra. Quindi è sicuramente monofase. Resta poi da stabilire, Ma questo lo vedi solo con la dimensione, se si tratta di un monofase da 16 o da 32 ampere. Nel primo caso potrei arrivare per l’appunto a 16 a ovverosia 3,7 kilowatt, Nel secondo caso va da sé che puoi arrivare fino a 32 a ovverosia 7,4 kW. Il mio consiglio, per quanto possa apparirti strano, è quello di comprare l’adattatore da 32 A. Questo perché così facendo tu potrai utilizzarlo nel caso, in realtà piuttosto raro, che tu avessi a che fare con appunto una presa monofase da 32 ampere. per quanto riguarda le più diffuse prese da 16 a, come quella che quasi certamente hai nel tuo campeggio, potrai facilmente ovviare al problema costruendoti un adattatore con materiale facilmente acquistabile presso qualsiasi Brico. ( filo, spina e presa dall’altra parte). Ciò a cui ovviamente dovrai fare estrema attenzione è regolare correttamente l’intensità sul caricatore assicurandoti con la massima cautela che tu stia effettivamente chiamando 16 a e non di più. Se hai ulteriori dubbi chiedi pure

          • Addendum: ho riguardato il link, vedo il prezzo espresso in franchi svizzeri… quindi dàmm a trà: investi 90 franchi, li comperi entrambi e non ci pensi più

      • La tensione trifase per impieghi industriali a bassa tensione non e’piu a 380 V da 30 anni minimo. E’ stata normalizzata a 400 V. Poi qualche zona dell’Italia potrebbe avere ancora la tensione a 380 V, ma sono casi rarissimi.
        Idem per la tensione a 230 V. La tensione a 220 V non esiste piu.
        La tensione prelevabile dalle prese nei campeggi e’ a 230 V.
        Avere una fornitura trifase non significa avere una potenza illimitata, la potenza della fornitura dipende dalla richiesta fatra all’ente firnitore.
        Una volta la potenza minima, per una fornitura trifase, era 6 kW.

      • Questo lo so, ma da come scrive non mi sembra che voglia installare una colonnina sul posto di lavoro ma usare un caricatore domestico (o qualcosa tipo juice booster?) alla presa 380.

        • Che poi, volendo, costruirsi un adattatore per prelevare una sola fase da una presa trifase è la cosa più facile del mondo. Ma se vi dico come si fa poi il signor Paolo mi fulmina… ⚡⚡⚡⚡🤭🤭🤭🤭🤭

  5. Abito vicino a Bergamo e lavoro a Milano, sicuramente mantenere i 130 Km/h costanti in A4 è impossibile, a meno che non sia un viaggio notturno e non ci siano cantieri. Se va bene la media fino a Milano è 80 Km/h ma scende facilmente, basta lo starnuto di un camionista a generare un ingorgo.

  6. Tutti si sforzano di consigliare auto elettriche
    La verità è che se una persona lavora a 20/30 km da casa facendo circa 60 km al giorno a una velocità non superiore ai 100 km orari e se questa persona può ricaricare a casa allora si va bene l’auto elettrica.
    Per tutto il resto no.

    • Marco, ma, di grazia, perché?
      Con la mia ex auto elettrica, una e-Golf, ho fatto casa lavoro per due anni, 5 giorni a settimana, 100 km all’andata e 100 al ritorno (con 50 + 50 km di autostrada), estate e inverno. Senza nessun problema.

  7. ma solo io ho letto che ricaricherebbe sempre (solo) al lavoro?
    che la colonnina a2a vicino casa sarebbe solo per “emergenza”?

    ed è per questo che chiede consiglio su bev con almeno 300 km reali di autonomia a salire..
    tutta la risposta inerente ricarica a casa wallbox e quant’altro, oppure auto con autonomia inferiore ecc non ha senso, non è l’informazione che cerca

    • L’ho letta anche io la mail del lettore. E molto attentamente. Ma molto spesso ciò che di cui si crede di avere bisogno non è ciò di cui si ha davvero bisogno. Posso arrogarmi il diritto di consigliare ciò che credo sia meglio?

      • Direi di no: non è quello che chiede.
        Quando tu fai una domanda vuoi una risposta precisa e inerente o una su qualcosa di cui non hai interesse?

        PS: il mio commento è si indirizzato a te, ma anche a buona parte deii commenti, che poco o nulla rispondono alle sue richieste

        • Quindi secondo lei se un lettore chiede un’auto con 700 km di autonomia perché non ha preso in considerazione che può ricaricare l’auto in itinere in un viaggio di 700 km, noi dovremmo consigliargli una Mercedes Eqs e non dire altro? :-))) per favore!

          • parla ESPLICITAMENTE di ricarica al lavoro!!
            qual è la ratio di consigliare la wallbox a casa?

            si spera in risposta intelligente..

    • Esatto. Concordo con lei Ernesto. Inutile consigliare juice o wallbox, non ne ha bisogno. Credo inoltre non voglia caricare a casa anche potendo per un discorso di rimborsi aziendali.
      Ha detto esplicitamente che l’AZIENDA fara’ il contratto con a2a. Colonnine che fortunatamente a BG funzionano benissimo e che hanno roaming con enel X.

  8. Felice possessore di una ID4 77KW perfetta per viaggi lunghi Dire che un auto è consigliabile con 58/64 kw è un assurdo in quanto tutto dipende dalle colonnine di ALTA RICARICA disponibili durante il tragitto.
    Centro ma soprattutto nel sud situazione direi da piangere , nel nord va meglio , naturalmente tutto poi dipende dell’educazione degli automobilisti nelloccupare gli stalli in maniera corretta e non per parcheggio.
    Anche una piccola auto con 40 kw andrebbe bene se i stalli di ricarica fossero disponibili in tutta Italia come oggi per le termiche.

    • Il lettore non deve effettuare ricariche in itinere. Che senso ha parlare di ricariche ultra fast?

  9. Non esiste l’auto che risponde a tutti i requisiti dell’utente (in primis per la formula di noleggio a lungo termine compatibile col suo chilometraggio). Ma procediamo con calma:

    – L’autonomia reale in autostrada a 130 km/h con temperatura esterna di 20° la si calcola moltiplicando per 0.6 l’autonomia WLTP dichiarata (0.6 è un valore medio, qualche modello potrebbe fare meglio, qualcuno peggio). La Kona dichiara 449 km, quindi in autostrada sono 269, la ID.3 da 425 km scende a 255 km di autonomia a 130 km/h. Quindi bocciate entrambe. Attenzione: il dato scende ulteriormente col freddo, col climatizzatore invernale e con le gomme termiche, quindi essendo un’auto da usare tutto l’anno, direi che proprio non ci siamo (l’autonomia in autostrada a quelle velocità potrebbe più che dimezzarsi rispetto al dato WLTP). Inoltre, potendo contare con certezza solo sulla ricarica a lavoro, occorre pensare che d’inverno a Bergamo la temperatura scende, quindi l’auto parcheggiata sotto casa perde un po’ di carica. Il problema si porrebbe soprattutto nel weekend, tornando a casa venerdì sera e ripartendo lunedì mattina.

    – occhio ai tempi di ricarica. Ricaricando in trifase a 11 kW, i tempi di ricarica per una batteria da 75 kWh con un’auto come la Opel Vivaro-e sono di 6.8 ore, per la Model 3 Long Range si parla di 7 ore e 30 minuti. Quindi occorre valutare anche questo fattore, in base all’orario di lavoro potrebbe essere un problema (soprattutto se c’è qualche giorno in cui si fa solo la mezza giornata di lavoro) e anche il freddo potrebbe avere piccoli impatti sui tempi di ricarica.

    – Giovanni Ciattone oggi guida una Clio Dci 1500 turbodiesel che costa sensibilmente meno rispetto ad una elettrica che risponde alle necessità da lui riportate. Con 6000 km/mese, ovvero 72000 km/annui, il noleggio a lungo termine di una elettrica non so se esiste e se esiste costerà tanto.

    – 72000 km/annui significa che dopo 4 anni l’auto si ritrova con 288000 km. Con questo chilometraggio probabilmente l’autonomia si sarà ridotta ulteriormente anche a causa dello stress a cui è sottoposta (ricariche prossime al 100%, cariche residue inferiori al 20%). Da notare che una Model 3 Long Range, una Mustang Mach-e, una Kia EV6, una Ioniq 5, una VW ID.qualcosa non montano batterie LFP e quindi non sono felicissime di essere caricate ogni singolo giorno al 100%, pertanto l’usura della batteria va calcolata e occorre prevede in queste condizioni una perdita almeno del 15% …

    Sintesi: non credo ci sia un’elettrica adatta alle esigenze dell’utente con la formula di acquisto da lui prevista (noleggio a lungo termine). Se la trova e se se la può permettere, potrebbe puntare su una Tesla Model 3 Long Range con noleggio a lungo termine a 3 anni (e non a 4), ma sinceramente non credo esistano formule di noleggio a lungo termine o leasing in grado di garantire il chilometraggio richiesto dall’utente.

    • Analisi correttissima, ma il succo del discorso, secodo me, è la chiosa del Signor Paolo

      “Ma, anche qualora l’azienda la dotasse di un’auto dall’ampia autonomia, non poter ricaricare a casa potrebbe rappresentare per lei un problema. Che cercherei di evitare.”

      O si parte dal presupposto che il nostro amico può sistematicamente ricaricare sia a casa sia al lavoro, cosa che per inciso gli permetterebbe di valutare anche batterie meno capienti, oppure sul lungo periodo la peppa tencia salta fuori.

      Mancando il presupposto, serenamente si valuta di considerare l’elettrico al prossimo giro di leasing, tra 4 anni o giù di lì. E nel frattempo capire se può attrezzarsi con la ricarica a casa, perchè presto o tardi…

      • Chiaro, Paolo, se la ID3 o la Kona potesse ricaricarle sia a casa che a lavoro problema risolto, potrebbe anche prendere una 500 elettrica a questo punto. Ma il mio commento non andava contro quello di Paolo (se non per il fatto che i 2 modelli indicati non rappresenterebbero comunque una valida soluzione secondo me), aggiungeva qualche riflessione in più.

        Alessandro lo chiedo a te perché qui qualunque osservazione nel merito fai poi finiscono per parlare dei miei capelli e di quella mia interrogazione in matematica alle medie … che tu sappia, esistono società che fanno leasing o noleggio a lungo termine con quel chilometraggio (in elettrico o a benzina, non importa)? Perché io per curiosità prima di rispondere ho cercato ma non ne ho trovate, il massimo è 50000 km annui che sono insufficienti per il nostro amico, se sfori poi paghi una penale molto salata … Non è un campo in cui sono esperto, magari tu ne sai più di me, mi è rimasta la curiosità. Ho provato anche sul sito di Tesla (che pure offre diverse formula) ma una così non c’è.

        • Enzo, io lavoro guadagno pago pretendo. 😂😂😂😂

          Sinceramente di leasing non ne so nulla. Davvero nulla. 🤷‍♂️

    • Nota per i lettori di questo commento: Paolo Mariano, autore dell’articolo di cui si discute, da quasi due anni possiede una VW ID.3 con la quale ha percorso già 50.000 km https://www.vaielettrico.it/50mila-km-con-la-vw-id-3-pregi-e-difetti/. Inoltre è il principale tester auto di Vaielettrico, per tal motivo pilotando praticamente tutte le BEV in commercio e registrandone meticolosamente consumi, autonomia e prestazioni. Enzo, che ne contesta i consigli, ha provato in vita sua solo una Leaf e per un solo we. Tutto il resto della sua pur apprezzata competenza l’ha acquisito a tavolino; o in salotto, se preferite. Abitualmente, infatti, viaggia in 124 Abarth e per sua stessa ammissione è un grande appassionato di pistoni, cambi e rombi spaccatimpani.
      Così, giusto per puntualizzare.

      ps: vorrei chiedere a Giovanni Ciattone se la velocità media effettiva di percorrenza dei suoi 200 km giornalieri di autostrada sia sempre esattamente di 130 km/h, o se, da casello a casello, non sia molto più realisticamente fra 100 e 110 km/h, in tal caso compatibile con l’autonomia di una ID.3 (e similari).

      • Tutto vero, inoltre non mi rado molto frequentemente, uso poco il pettine ma faccio spesso la doccia. Aldilà della character assassination (ma perché solo io sono vittima della character assassination?), il mio commento non è intitolato “verità assoluta di un progettista di auto elettriche”, è un parere che, nel merito, può benissimo essere contestato. E’ nella sezione commenti, insieme a quelli che rispondono “tesla” o che è colpa dell’autoradio o che è tutto un gomblotto.

        La velocità media in autostrada? Io aggiungerei anche i consumi al mattino, quando accende l’auto fredda d’inverno (magari ricoperta di neve) e accende il climatizzatore senza avere l’auto collegata ad una wallbox e guida su una strada piovosa. Poi magari gli parlerei della pompa di calore che sulla ID3 da 58 kWh è opzionale (almeno fino a poco fa, ora non so), del fatto che è meglio se non usa il climatizzatore ma i sedili riscaldati, della batteria che dovrebbe essere ricaricata oltre l’80% e finirebbe per scendere sotto il 20% ogni singolo giorno.

        Ma facciamo così: la ID3 ha un’autonomia WLTP di 425 km, intesa come autonomia con l’auto carica al 100% che cammina finché la batteria non scende a 0. Sappiamo come viene calcolata questa autonomia: condizioni super ideali, clima super ideale, basse velocità, etc. etc., un’autonomia che è possibile avere solo d’estate. Ora, per non danneggiare la batteria visto l’uso intenso e considerato che non è una WLTP, la stessa dovrebbe rimanere nel famoso range 20 – 80, quindi, di fatto, per non danneggiare la batteria ne andrebbe usato solo il 60%. Il 60% di 425 km fa 255 km.

        Questo significa che guidando l’auto alle condizioni ideali di omologazione (e già mi vien da ridere), utilizzando il range utile della batteria si hanno 255 km di autonomia WLTP, già insufficienti a coprire i 260 km giornalieri. Ripeto, parliamo di certificazione WLTP e non di uso reale con climatizzatore acceso, gomme termiche, neve, pioggia, etc. etc.

        Poi ci sono tutte le condizioni aggravanti riportate. Certo, mi si dirà, è possibile ricaricare la batteria al 100% e usarla fino allo 0%, ma è possibile davvero farlo ogni singolo giorno, con una media annua di 72000 km, senza nessun tipo di ripercussione sulla batteria?

        Lo chiedo ai possessori di auto elettrica, io sono solo uno che fa di calcolo …

        • Cito l’autore [ https://www.vaielettrico.it/meglio-ricaricare-al-70-o-all80-vaielettrico-risponde/ ]:

          “Le regole d’oro per allungare la vita alle nostre batterie al litio sono queste:
          Regola nr. 1 – Mantenere il livello di carica quanto più possibile tra 20% e l’80%.”
          […]
          Ma nei casi in cui programmiamo di tenere l’auto a lungo, potremmo decidere che vogliamo fare tutto il possibile per allungare la vita delle batterie.
          […]
          “Ricaricare al 100%? Ogni tanto si può fare
          Bene, in questo caso, potendo farlo, meglio ricaricare nel quotidiano fino al 70% (invece che l’80%). “

        • -ma perché solo io sono vittima della character assassination?-

          La bella lava al fo-o-ssooo!
          Ravanei remulass barbabietola e spinass
          Daghela al t34ùn! Daghela al t34uuuuuun!
          🤭🤭🤭🤭🤭🤭🤭🤭❤❤❤❤❤❤

        • “(ma perché solo io sono vittima della character assassination?)” Stai scherzando vero? Guarda cosa scrive Degli Esposti quando mi risponde….

    • Premesso che io non consiglierei mai un’auto con un’autonomia reale di 300Km, vorrei obiettare al commentatore che la tratta non sarebbe tutta a 130Km/h e che, quindi, l’autonomia di Kona e ID.3 potrebbe essere sufficiente, ma sicuramente un piccolo imprevisto (incidente e necessita’ di aria condizionata?) potrebbe compromettere il piano.
      Senza contare che con un minimo deterioramento della batteria si andrebbe fuori rango.
      Per me il minimo sarebbe una ID.4 con batteria da 77kWh che costa sui 50Keur
      A quel punto pero’ ha senso considerare una Model 3 LR (61K in Italia) che permette ampi margini d’errore e credo sia, in generale, un upgrade importante confronto alla ID.4.

      La M3LR dovrebbe avere un rango reale ben superiore ai 400Km anche nelle condizioni piu’ sfavorevoli, per cui offrirebbe un buon ~30% di margine.

      Detto questo, totalmente d’accordo sul fatto che una ricarica lato-casa (a casa, o vicino) sarebbe opportuna: lasciar la notte a caricare eliminerebbe qualunque dubbio e, allora si, si aprirebbe la possibilita’ di usare auto con scarsa autonomia come la Kona o la ID.3.

  10. A questo punto sarebbe davvero interessante capire se il nostro amico può caricare anche a casa, se dispone cioè di una sua presa nel box/posto auto (ammesso ovviamente che abbia un box/posto auto).
    Se si facesse vivo e ce lo raccontasse potremmo aiutarlo meglio.

    A quel punto anche la ricarica presso l’azienda, vista la presenza di prese industriali, potrebbe essere relativamente agevole.

    In merito, anche se la cosa è un po’ “artigianale”, si potrebbe ipotizzare l’utilizzo di un aggeggio tipo questo

    https://www.pce-italia.it/html/dati-tecnici-1/images-2/contatore-corrente-trifasica-easycount.jpg

    https://www.pce-italia.it/html/dati-tecnici-1/images-2/contatore-corrente-trifasica-easycount-1.jpg

    Esistono sia monofase sia trifase.
    E volendo dirla tutta fino in fondo, spendendo molto poco uno se lo può anche costruire con una certa facilità partendo dal comune materiale elettrico: centralino a muro… che ovviamente non si mette attaccato a un muro, fili FG16 di sezione adatta, ovviamente spine della “potenza” desiderata, contatore da barra DIN e valà, anche magnetotermico differenziale… esagerando ce n’è per 80 euro a sbattersi.
    In questo modo, magari non al centesimo, il nostro amico potrà tenere conto dell’energia consumata in azienda e, anche se contabilmente/fiscalmente non è il massimo, stabilire un prezzo al kw anche di favore con il “titolare” del contratto e instaurare un getleman agreement che soddisfi tutti.

    Sic stantibus rebus, spine industriali in ditta e a casa, carichino anche da 32 amepre e via che i chilometri volano senza accorgersene anche su una “normalissima” E-Up da 33 kw di batteria.

    • Buona idea il contaenergia, ma per il rimborso da parte dell’azienda la questione non è tecnica, bensì fiscale.
      È molto complicato, e teoricamente non possibile, rivendere la corrente, specialmente da un privato che la acquista per uso domestico agevolato prima casa ad un’azienda che non la usa direttamente.
      La colonnina avrebbe invece la tessera aziendale, che funziona come una carta carburante.

  11. ps . da proprietario di id3 58kw contesto duramente anche la parte in cui si dice che l auto fa tranquillamente 300km in autostrada. sbagliato. l auto non supera i 240/250 km a patto di viaggiare sotto i 120km altrimenti non si arriva a 200/220
    inoltre questo presuppone un utilizzo batteria 0 100 quando nella realtà sotto il 10% bisogna fermarsi a ricaricare e non si arriva mai al 100 di ricarica. quindi l autonomia reale scende.
    all utente suggerisco la versione da 77 kw se vuole avere 300 km reali.

    • Suggerire un pacco Batteria da 77 kw per un utente che percorre 130 km e poi puo ricaricare, è eccessivamente oneroso e antiecologico!!

      • Ma avendo la possibilita’ di caricare solo al lavoro, l’utente percorre 260Km, non 130. E suggerire una batteria de 58Kw, con autonomia reale intorno ai 200/220Km a me sembra … beh, sbagliato.

    • Giorgio,
      anche con un consumo di 25 kWh/100 km (che è davvero tanto, roba da Audi o Mercedes) per 200 km autostradali più 60 km a 20 kWh/100 km (che è nuovamente un’enormità), fanno 60 kWh. Partire con il 100% non danneggia la batteria, se parti non appena è finita la carica (dal lavoro, nell’ipotesi considerata).
      Se ha notato si parla di un tragitto di 130 km di cui un’ora a 130 (e quindi in teoria dovrebbe essere già terminato il tragitto!) e mezz’ora fuori dall’autostrada, per una durata complessiva di un’ora e mezza. In altre parole il tratto in autostrada non è ai 130, solo in brevi tratti, e quello fuori è in mezzo al traffico a velocità decisamente inferiori: per fare 130 km ai 130 servirebbe un’ora… invece la velocità media risultante è inferiore di un terzo.
      Anche se senza molto margine, non è follia farlo senza ricarica intermedia a casa, anche con la batteria da 58kWh.
      Mariano giustamente raccomanda la ricarica casalinga: siamo su Vaielettrico e non su Fanelettrico e quello che viene scritto non è teoria, è il risultato di esperienza personale (Mariano ha una ID.3 da 58kWh) e di uso quotidiano di quella macchina in autostrada, anche in inverno.

    • Ma la smettessero di raccontare menzogne e di imbrogliare….se vai alle velocità a cui tutti sono abituati 160/180 con clima a 22 e autoradio acceso…..arrivi vicino vicino…..e torni in treno.

      • Ah, no, bisogna rinunciare all’autoradio e anche alla ricarica del telefono: è necessario fare qualche compromesso, o si va ai 180 o si usa l’autoradio.

        Povera Itaglia….

      • Vado poco in autostrada, ma quando capita mi sono sempre trovato intruppato nel traffico fra camion e cambi di corsia ripetuti.
        In zone ad alta intensità di traffico tenere i 130km/h non è per niente facile.
        Oltre è vietato.

    • Giorgio, dov’è il punto nel quale scrivo che queste auto possono percorrere 300 km in autostrada? Il lettore non ha bisogno di percorrere 300 km in autostrada. Lei con la sua ID.3 58 kWh ha un consumo di 26 kWh/100km in autostrada? Lo escludo, Giorgio.
      Ultimo ma non meno importante: nessuno vieta o sconsiglia di caricare al 100% se poi si usa l’auto, né di scaricare vicini allo 0 se poi la si ricarica.

  12. io credo di aver letto una grande puttanata nell articolo: le auto elettriche sono progettate per essere ricaricate in colonnine pubbliche sempre. altrimenti l auto elettrica rimarrà sempre auto per benestanti con villetta propria dove ricaricarla. io vorrei proprio capire dove è scritto che le attuali ev devono essere ricaricate a casa e perché l ossessione di comprare un wallbox. la mia auto ha 50mila km e sono la prova vivente che le auto elettriche funzionano benissimo anche se alimentate solo con colonne ac o dc. non state facendo informazione seria se scrivete cose simili senza portare i documenti tecnici che lo dicono. anzi, state facendo disinformazione bella e buona.

    • Credo si riferisse alle ricariche in DC che stressano la batteria. Per valutarne gli effetti a lungo termine 50 mila km sono pochi. Sarebbe interessante avere dati su veicoli ricaricati costantemente in DC per centinaia di migliaia di km o 7-8 anni

    • Ricaricarle in AC a 11kW tutta la vita non le danneggia sicuramente (anche perchè è la stessa identica situazione di chi ha una wallbox in trifase casalinga), però danneggia la pazienza dell’utilizzatore. Ricaricarle in DC tutta la vita accorcia sensibilmente la durata della batteria, salvo eccezioni ben documentate (la solita Tesla, ma anche lei ne risente nonostante il preriscaldamento e il BMS eccellente).
      Era questo il senso del discorso che più che essere un consiglio tecnico (parliamo di qualcuno che ha la macchina a noleggio, potrebbe anche disinteressarsi dei danni alla batteria, anche se non sarebbe molto etico) era un consiglio pratico: il bello delle elettriche, per chi può, è il non doversi mai preoccupare di ricaricarla in modo scomodo perdendo tempo: al lavoro attacchi una presa e te ne dimentichi, a casa idem e te ne dimentichi.
      Poi, certamente, se non hai alternative la ricarichi anche in colonnina pubblica, però, tutti i giorni? Tutti i benedetti giorni dovere aspettare 30 minuti? Fare 300 km quotidiani (farai anche la spesa e qualche giro extra, forse, no?) non è la normalità, è l’eccezione. E in questo momento, se non hai ricarica casalinga, è sconsigliato anche da Vaielettrico.
      Con la ricarica casalinga (e, come il lettore, anche ricarica al lavoro) non sarebbe un problema nemmeno con una BEV dalla batteria medio-piccola.

      • Anche io ( che quoto in tutto la risposta alla domanda del lettore), dissento per la faccenda legata alla ricarica pubblica come non adatta nel quotidiano. Penso che dovesse essere scritto in modo esplicito le ricariche in DC quotidiane… Anche perche le 11 in AC rappresentano per esempio la potenza della mia wallbox (tesla), per la ricarica quotidiana. Altra cosa penso anche io che i 58kw siano in po’ risicati. È utopia pensare di fare il percorso sempre a 130, usando Cruise adattivo e con la presenza di traffico in orari lavorativi (poi parliamo di A4) la media sarà sicuramente minore, come sarà minore la velocità anche su strada statale. Quindi direi che la 58kw potrebbe essere idonea scendendo sempre a compromessi e stando attento (o almeno molto consapevoli), con la 77 potrebbe stare molto più sereno.

    • Non si impicchi a un termine: forse più che “progettate” sarebbe stato più corretto dire che le auto elettriche sono “pensate” per la ricarica domestica. Tenga presdente che il Italia il 68% delle abitazioni dispone di posto auto, ma all’estero le percentuali sono molto più alte. W infatti le statistiche internazionali ci dicono che il 90% delle ricariche avviene in ambito privato.

    • Giorgio, sono i costruttori che invitano i clienti a non fare un uso eccessivo delle ricariche fast.-

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