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Scooter ibrido meglio di elettrico? Sym PE3 e gli altri

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Lo scooter ibrido utilizza la tecnologia dell’elettrico e il vecchio motore a combustione. Dalla sua ha senza dubbio un’autonomia maggiore rispetto al full electric, ma restano le vecchie emissioni inquinanti. Meglio o peggio di un full electric?

Torna la discussione circa il motore ibrido, in questo caso specifico ci occupiamo di scooter ibrido. E lo facciamo di fronte all’innovativo motorino taiwanese Sym PE3. A dire il vero ci siamo imbattuti in questo scooter dalla propulsione completamente elettrica eppure ibrido nel novembre scorso a Eicma 2023. In quell’occasione eravamo di fronte a un prototipo piuttosto ambizioso e quella stessa ambizione era per noi timore. Timore che si trattasse di uno specchietto per allodole a fronte di un’azienda che ha in carnet molte moto a combustione.

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Propulsione elettrica, scooter ibrido

Dopo alcuni mesi il Sym PE3 è ancora nel limbo perché continua far parlare di sé, ma da Taiwan non arrivano news sulla messa in produzione di questo “diverso” scooter ibrido. E l’aggettivo diverso è presto spiegato. Si tratta infatti di uno scooter che sfrutta innanzitutto delle batterie a ioni di alluminio. Nel campo dei mezzi di trasporto è una prima volta assoluta che già da sola merita attenzione e rispetto. Batterie che, stando ad alcuni studi, garantirebbero cicli di ricarica molto maggiori rispetto alle tradizionali agli ioni di litio. Ricariche più rapide e anche una maggiore stabilità, e quindi sicurezza, di fronte ad alti sbalzi di temperatura. Inoltre l’alluminio si reperisce molto più facilmente e a buon mercato del litio oltre a essere facilmente riciclabile.

Ma diverso è anche il concetto di ibrido di questo motore. Infatti non ci sono due diverse propulsioni, magari elettrico sotto una soglia di velocità e poi benzina. Oppure nelle diverse opzioni di viaggio. Sym PE3 si avvale di una propulsione diretta completamente elettrica (4 kW), ma dispone tuttavia di un piccolo motore termico che si attiva solo quando è necessario ricaricare la batteria. In sostanza, si tratta di un sistema ausiliario in grado di subentrare al bisogno in maniera autonoma, fornendo nuova linfa alla batteria quando la tensione scende sotto una soglia minima.

Combustione per aumentare l’autonomia

Il motore a combustione interna serve da range extender. Si accende non appena la tensione della batteria scende da 75 a 60 volt, quindi il motore a benzina genera automaticamente elettricità. Il motore a combustione del Sym PE3 dovrebbe essere in grado di fornire un’autonomia di 90 chilometri con un litro di benzina. Con un serbatoio pieno di benzina da 3 litri sarebbe quindi possibile un’autonomia aggiuntiva di circa 270 chilometri. Insieme all’autonomia elettrica pura arriviamo a oltre 300 chilometri. Alla fine questo motore Sym si comporta come quello dell’auto Mazda MX30 analizzata qualche giorno fa.

Pro e contro scooter ibrido

Per molti aspetti quindi lo scooter ibrido Sym PE3 è la risposta giusta a domande pressanti e anche piuttosto lecite. Infatti i mezzi a due ruote elettrici patiscono l’alto costo di acquisto e in questo caso con batterie più piccole e fatte di alluminio, si dovrebbe poter abbassare la richiesta economica. Poi c’è la difficoltà di ricarica. Sia in casa quando si vive in condominio e magari non si ha a disposizione un garage allacciato alla rete elettrica. Sia nelle città dove il costo alle colonnine appare in costante aumento. Qui è una quantità minima di benzina a generare l’elettricità necessaria a una gran quantità di chilometri (sulla carta per ora).

batterie in alluminio per risparmiare tutti

L’altra faccia della medaglia è che, almeno in parte, lo scooter ibrido rinnega il motivo principale della nascita del movimento elettrico. Cioè continua a usare combustibili fossili anche se in quantità ridotta. L’uso combinato di motore termico e motore elettrico permette un risparmio di quasi metà della benzina. Ma usa e brucia benzina con le conseguenti emissioni in atmosfera. Quindi è davvero il fatto che il combustibile fossile non fa “andare” le ruote a redimerci da ogni peccato?

Scooter ibrido italiano

Il primo ibrido Piaggio è del 2009

Tra l’altro se parliamo di scooter ibrido c’è l’Italia a fare da capofila del movimento. Infatti bisogna risalire al 2009 quando Piaggio lanciò il modello a 3 ruote, MP3 Hybrid. Doppia trazione, motore a benzina da 125 cc (11 kW) e motore elettrico che garantisce un’ottima spinta aggiuntiva. Il motore a benzina poteva essere usato per ricaricare la batteria a ioni di litio (che ha un tempo di ricarica di 3 ore). Altra casa italiana specializzata in questo tipo di scooter è la Aspes, che ha presentato in questi anni modelli interessanti come Vega e Perseo Hybrid. Vega Hybrid è disponibile nelle versioni 50 e 125 cc. Perseo Hybrid è un modello a 150 cc disponibile in all-electric (35 km di autonomia), ibrido e benzina.

Altri modelli dall’estero

Fuori dall’Italia il principale riferimento mondiale per lo scooter ibrido è la giapponese Honda, che negli scorsi anni ha lanciato il modello HEV: 136 kg di peso e 52 km al litro, guidabile in 2 modalità: D (normale) e  S (maggiore accelerazione). Presentato nei mercati asiatici nel 2018, il modello PCX Hybrid: pacco batterie rimovibile per la ricarica indipendente e più leggero. 

l’ibrido secondo Yamaha

C’è inoltre lo Yamaha RayZR. A dar man forte al motore Blue Core monocilindrico a 4 tempi (8 CV) agisce infatti un sistema di assistenza elettrica, che funge da amplificatore di energia in fase di accelerazione. Il surplus elettrico è stato pensato soprattutto per fornire assistenza nei frequenti avviamenti del motore termico, dal momento che RayZR è dotato di Start&Stop automatico. Un escamotage che permette allo scooter di risparmiare fino al 4% del carburante (Yamaha stima consumi di circa 55 km/litro). Ultimo ma non ultimo lo scooter ibrido Plug-in di Niu, che promette oltre 250 km di autonomia, 110 km/h di velocità massima e una potenza complessiva di 14,5 kW. Uno scooter che è stato annunciato diverse volte, ma che ancora non si è visto.

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Phoenix
Vesper
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8 COMMENTI

  1. [range extender Sym] /// Sia in casa quando si vive in condominio
    Sia nelle città dove il costo alle colonnine appare in costante aumento \\\
    Sia in zone scarsamente abitate dove le colonnine sono poche e distanziate oltre che magari ancora piú care che in cittá..

  2. bell’idea! epperò estetica discutibilecon quel mini sterzo a corna di bue e (addirittura!) forcella a steli rovesciati sull’anteriore Poi alla fine dipenderà molto da qualità/prezzo…ammesso entri in produzione e arrivi sl mercato EU🤔

  3. Di scooter Sym ne ho già avuti 4 e mi sono sempre trovato bene, questo lo comprerei subito per sostituire il Niu

  4. Laddove fosse davvero in grado di fare 90 km con un litro e non venisse mai ricaricato alle colonnine, di quanta co2 parliamo su 100km? Non sarà elettrico ma confronto al convenzionale termico è un gran passo avanti!

  5. Invece non è una cattiva idea. Avere un backup che placa l’ansia da ricarica e risolve il problema dei lunghi viaggi è la soluzione migliore, lasciando all’utente l’uso in full electric per i brevi spostamenti. E’ un approccio pragmatico e concreto al problema dell’inquinamento, ma purtroppo se lo si continua a condannare e a vederlo come un cattivo compromesso poi restano tutti ancorati ai mezzi a benzina …

    E’ che i vegani ce l’hanno a morte con i vegetariani, questo è il problema … così come gli “elettrici” ce l’hanno con le plugin/erev … occhio a perseguire la purezza perché ci sono già i “pedonari” che ce l’hanno con l’auto elettrica.

    Guardate cosa scrive una nota forza politica (che ho votato fino a ieri e che stavolta non voterò) sul tema delle auto (leggeteli i programmi elettorali voi che andate a votare): “Al netto del processo di elettrificazione del parco veicolare (privato e pubblico) va sottolineata l’esigenza di ridurre il numero di auto private circolanti, soprattutto nei centri urbani, dove l’utilizzo del mezzo privato dovrà lasciare necessariamente spazio ad altre forme di mobilità”. Notare le parole AL NETTO DEL PROCESSO DI ELETTRIFICAZIONE DEL PARCO VEICOLARE / RIDURRE / MEZZO PRIVATO / DOVRA’ LASCIARE NECESSARIAMENTE / ALTRE FORME DI MOBILITA’. Questi vanno in Europa e chiudere le città: non si parla di “sviluppare alternative per incentivare”, ma “dovrà lasciare necessariamente al netto del processo di elettrificazione”. Una condanna a morte, avevate comprato le elettriche per accedere nei centri urbani e neanche lì potete più accedere.

    Dopo VaiElettrico.it preparatevi a VaiSneakers.it perché anche le auto elettriche non vanno più bene. P.s.: anni fa mi levai lo sfizio e comprai delle Adidas 1.1, “elettriche”. Chissà se anche quelle non vanno bene e ci toccherà camminare in ciavatte …

    • Hai mai letto il PNIEC? Stima un parco auto di 24 milioni per il 2050. Risale a cinque anni fa. Di tempo ne hai avuto e lo scopri adesso.

      • E aridaje. Figurati se non sono felice se si riduce il parco circolante, per me il massimo sarebbe se il prossimo anno circolasse una sola auto in tutta Italia (la mia). Il problema non è porsi l’obiettivo di ridurre il parco circolante, il problema è come lo fai. Lo fai con i divieti o lo fai incentivando la mobilità alternativa? Se lo fai coi divieti non hai il mio voto, se lo fai investendo in autobus, mobilità gentile, etc. ditemi dove devo firmare che firmo già ieri. Così andate tutti in autobus e ancora meno traffico per me, ‘na pacchia.

        Che poi nel 2035 non fai in tempo a comprarti l’auto elettrica che già l’anno dopo ti vietano di usarla perché altrimenti come si fa a raggiungere l’obiettivo dei 24 milioni …

        • Confermi di non sapere cosa sia il PNIEC, dove quello che auspichi è ben dettagliato (e finanziato con il Pnrr). I 2035 non c’entra nulla: perfino la tua 124 Abarth a carbonella continuerà a circolare finchè non scoppierà

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