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Ricarica nei lampioni? La soluzione italiana c’è, ma…

La ricarica nei lampioni (qui a Londra) è una soluzione per chi non dispone di un box privato?

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Non ci sono solo Londra, Berlino, Valencia o Locarno a sperimentare la ricarica nei lampioni: Demos Fuochi, con la sua italianissima  società AZeco, ha progettato e realizzato un sistema per abilitare alla ricarica la rete di illuminazione pubblica. Ne abbiamo parlato più volte. E, come lui, continuiamo a chiederci perchè nessuna pubblica amministrazione si sia ancora fatta avanti per testarlo. Inviate i vostri quesiti a info@vaielettrico.it

Il sistema AZeco per la ricarica nei lampioni

Spettabile redazione, mi riferisco all’articolo pubblicato con il nome: a Locarno ricarica dai lampioni: da noi…? dove un Vostro lettore chiede come mai la tecnologia della ricarica dai lampioni in Italia non è ancora partita.

La tecnologia già esiste e Vi allego un depliant riassuntivo con lo schema elettrico del progetto che ha ottenuto anche la brevettazione come nuova idea di fattibilità usando i cavi interrati della illuminazione pubblica, che di giorno sono inattivi, con i relativi quadri elettrici monofasi o trifasi per l’alimentazione anche  serale e notturna delle lampade stradali sia a led che a scarica di gas.

AZeco ha il progettoma nessun Comune si fa avanti

In questi ultimi anni, quasi tutti i costruttori di centraline di ricarica hanno sviluppato il concetto di depotenziare i loro sistemi per la ricarica multipla di più vetture e quindi questa tecnologià potrà anche essere impiagata quando di sera inizia l’accensione delle lampade stradali e quindi tenere in carica per la notte, con minore potenza erogata, le auto elettriche che sono già collegate o da collegare.

I dispositivi progettati da AZeco per abilitare la ricarica nei lampioni

Ad oggi non siamo riusciti a collaborare con nessuna società di gestione elettrica che dà energia alle illuminazioni delle città, per fare test di ricarica, se non una prova sul campo di sette mesi in provincia di Pescara in cui, un nostro cliente ha alimentato telecamere usando appunto i pali già esistenti come supporto in quanto lo scavo di 300 metri, oltre che oneroso economicamente, avrebbe comportato la rottura delle radici degli alberi del viale preposto.

Noi come azienda siamo convinti che la divulgazione massiccia dell’uso delle auto elettriche, sopratutto minicar cittadine, dovrà passare sui cavi interrati già esistenti e naturalmente occorrerà stabilire  poi anche uno standard esecutivo e di conteggio dell’energia tra illuminazione e ricarica.

Confidiamo che questa nostra introduzione all’argomento delle ricariche possa creare la giusta curiosità. Demos Fuochi

 Mix di ricariche lente in strada, lampioni compresi

Risposta- Caro Demos, siamo perfettamente d’accordo con lei,  e lei lo sa. La soluzione di una rete di ricarica che sfrutti al massimo quel che già c’è (reti e supporti per i caricatori) è l’unica percorribile, in prospettiva di una diffusione di massa della mobilità elettrica anche nelle grandi città, dove la maggioranza dei veicoli resta in strada anche di notte.

AZeco ha colto al volo queste esigenza e l’ha ingegnerizzata. Complimenti.

Potrà essere integrata da infrastrutture aggiuntive sul modello del City Plug lanciati da A2A. O da “fabbriche della ricarica” nei grandi parcheggi della semiperiferia, come ha proposto Alessandro D’Aiuto. E come pare stia già facendo la catena di supermercati Sme non solo a Pordenone.

Ci segnala infatti Francesco Puicher che “la Sme di San Donà di Piave sta predisponendo una colonnina di ricarica in ogni stallo del proprio parcheggio“. A quel punto, con ricariche HPC sulle grandl direttrici di traffico e in Autostrada, e un mix di colonnine Quick, ricariche notturne lente in strada e wallbox in tutti i garage, la mobilità elettrica potrà davvero essere per tutti. Prezzi d’acquisto permettendo.

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