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La cassa è vuota, e.Go Mobile lotta per salvare la pelle

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La e-Go Life, ora disponibile anche nelle versioni Sport e Cross.
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La cassa è vuota, e-Go Mobile lotta per salvare la pelle. Quella che sembrava la più promettente tra le start-up europee dell’elettrico, ha lanciato un SOS al Tribunale fallimentare di Aachen, in Germania.

La cassa è vuota, l’investitore cinese s’è defilato

Tutto sembrava filare per il meglio, ai primi di marzo e-Go Mobile aveva aperto i pre-ordini per due nuove versioni della sua citycar e.GO Life, la Sport e la Cross. Ma in poche settimane la situazione è precipitata: visto lo sconvolgimento dei mercati legati al Corona Virus, si è defilato l’investitore cinese che doveva portare altra liquidità e produrre la e-Go Life in Oriente. E il Tribunale ha nominato un legale specializzato come amministratore giudiziario, con l’incarico di gestire temporaneamente l’azienda e capire se alzare bandiera bianca o trovare nuovi aiuti, anche tramite un concordato.

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Günther Schuh, il fondatore e l’anima di e-Go Mobile, con i primi esemplari della e-Go Life.

Günther Schuh, il fondatore e l’anima di e-Go Mobile, ha ammesso che la situazione è difficile: “I nostri investitori strategici ci hanno garantito un solido sostegno fino a oggi, permettendoci di essere l’unica start-up europea a produrre un’auto elettrica di serie. Ma adesso, naturalmente  hanno altre priorità”. In realtà e-Go Mobile stava ancora muovendo i primi passi: poco più di due mesi fa in un intervista al quotidiano Rheinische Post, Schuh aveva ammesso che all’epoca le auto prodotte erano poco più di 500, per la precisione 526. La salita produttiva era programmata per questi mesi, ma la chiusura dei mercati e il ritiro del partner cinese hanno reso nero l’orizzonte.

Il fondatore Schuh sembrava l’Elon Musk d’Europa…

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La e-go Life su strada: i listini della citycar elettriche partono da 17 mila euro.

I guai di e-Go Mobile hanno destato un certo scalpore nel modo tedesco dell‘automotive, dove Schuh è conosciuto e stimato (guarda la biografia). La stessa Volkswagen aveva scelto la sua azienda comprimo partner a costruire un’auto elettrica sulla piattaforma MEB, sviluppata all’interno del colosso di Wolfsburg. Schuh è un pioniere nel campo della mobilità elettrica: è stato lui nel 2014 a cedere a Deutsche Post l’azienda produttrice dello StreetScooter, il van per consegne più venduto in Europa. Il principale operatore postale tedesco era alla ricerca di un veicolo ecologico e affidabile. E decise di acquistare tutto il pacchetto del veicolo progettato e costruito da Schuh. Un oggetto spartano, senza radio né aria condizionata, con una velocità di punta di 90 km/h. Sembrava l’ideale per gli austeri postini della Deutsche Post, ma ora anche StreetScooter sembra sull’orlo della chiusura. Sono tempi duri per le start-up made in Germany: a gennaio Sono Motors, l’azienda di Monaco che vorrebbe produrre l’auto a pannelli solari Sion, ha lanciato un drammatico appello per raccogliere 50 milioni. L’obiettivo, non senza patemi d’animo, è stato raggiunto, ma il futuri anche per Sion resta una sfida impegnativa.

— I grandi flop dell’elettrico: vecchi (leggi qui) e nuovi (qui)

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2 COMMENTI

  1. Do un consiglio a tutti i produttori di auto elettriche…fate aspirapolveri che sarebbero più utili che questi accrocchi

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