Una Kawasaki Ninja elettrica? Sembra proprio di sì. Negli ambienti motoristici giapponesi circolano già disegni dettagliati e una richiesta di brevetto per quello che sarebbe l’aspetto più innovativo del progetto: le batterie sostituibili. Kawasaki Ninja sarebbe così la prima superbike a puntare sul cambio volante dell’accumulatore, anziché sulla sua ricarica.
Mentre tutti e 4 i big giapponesi delle due ruote, Honda, Suzuki e Yamaha e la stessa Kawasaki, si alleano per sviluppare in comune la piattaforma per le loro future superbike elettriche, quest’ultima starebbe studiando anche una soluzione B,  in solitaria, affrontando appunto la sfida della swappable battery, le batterie sostituibili. Un sogno accarezzato a lungo dalla start up israeliana Better Place per rivoluzionare il mondo dell’auto, ma naufragato a causa degli insostenibili costi di investimento.
Un telaio asimmetrico con “sportello”
Kawasaki ha indubbiamente spalle più robuste per ritentare l’impresa. Le moto hanno alcuni indubbi vantaggi: pacchi batterie molto meno ingombranti e molto più leggeri e la piena accessibilità al vano che le ospita. Ma anche uno svantaggio cruciale: il telaio avvolge sempre da ogni lato l’unico vano abbastanza spazioso da ospitare le batterie, cioè quello centrale tra la ruota posteriore e quella anteriore. A quanto pare l’idea di Kawasaki è quella di adottare un telaio tubolare asimmetrico che raccolga sul solo lato destro i principali elementi di sostegno, lasciando su lato sinistro  solo una struttura di supporto e stabilizzazione, sganciabile a cerniera, da rimuovere o aprire velocemente per accedere al sistema di propulsione e di stoccaggio dell’energia. Un’ po’ quello che è già successo con forcellone e ammortizzatore posteriori, un tempo doppi e simmetrici su entrambi i lati della ruota e oggi sempre più spesso collocati su un solo lato.
Due minuti per il cambio batterie
Il sistema allo studio per la nuova Kawasaki Ninja consentirebbe di effettuare il cambio batteria in due minuti esatti. Il tempo necessario per aprire la carena, sganciare e scollegare le batterie, rimuoverle con l’ausilio di un carrello, rimontare un nuovo pacco già a piena carica. Ovviamente tutta l’operazione sul veicolo è solo una parte del problema. L’altra riguarda il luogo, anzi i luoghi, da attrezzare per portare a termine la sostituzione. Si tratterebbe infatti di creare una rete di officine attrezzate anche per lo stoccaggio e la ricarica delle batterie sostituite.
Un prototipo per le gare Moto E?Â
L’assetto ultra sportivo della moto raffigurata nei disegni che accompagnano la richiesta di brevetto fa supporre che potrebbe trattarsi anche di un prototipo da competizione, magari da mettere in pista nelle prossime edizioni del campionato Moto E, quando non sarà più monomarca.
Le “Big four” dettano lo standard
Gli esperti non escludono nemmeno che il brevetto per le batterie sosituibili sia l’embrione di quella piattaforma comune per l’elettrificazione delle moto oggetto dell’accordo fra le “big four” giapponesi annunciata il mese scorso. Uno standard comune, infatti, permetterebbe l’intercambiabilità del pacco batterie fra i diversi modelli di moto, consentendo di allestire un’unica rete di stazioni per la sostituzione.