Il prof alla ricarica della e-Golf, un’avventura a tratti fantozziana. Non siamo nel cuore dell’Africa più selvaggia, ma nella civilissima Germania di oggi.
Il prof in questione, per di più, non è uno sprovveduto. Johannes Schlaich insegna mobilità e trasporti alla Beuth University of Applied Science di Berlino. Il suo racconto è stato pubblicato sulla Volkswagen Newsroom (qui il testo integrale). Durante un viaggio di vacanza da Berlino all’isola di Usedom, nel nord della Germania, il prof ha provato come funziona l’elettrico sulle lunghe distanze.
Il prof alla ricarica: tutto bello ma se c’è un intoppo…
- Quali impressioni ne ha ricavato?
“Usedom mi è piaciuta e il viaggio con l’e-Golf stato divertente. Ma abbiamo anche incontrato alcune difficoltà che hanno stravolto i nostri piani. Dovevamo essere più flessibili che con un motore diesel o benzina. Il motivo non era né l’e-Golf né l’e-mobility, ma piuttosto lo stato dell’infrastruttura di ricarica Nel complesso, sono tornato a casa con una foto a de facce“.
- Che cosa l’ha convinta di più?
“La sensazione che si ha alla guida, piacevole e tranquilla. Le auto elettriche sono dinamiche. Sono divertenti, anche se di solito preferisco viaggiare in treno per viaggi più lunghi. Il secondo vantaggio: un’auto elettrica mi toglie un po ‘dei miei sensi di colpa. Si discute sempre di equilibrio ecologico, di transizione energetica. E capisco che, aumentando la produzione di energia da rinnovabili, i veicoli elettrici sono molto migliori per il clima rispetto ai motori a combustione. E viaggiano senza emissioni inquinanti locali”.
- Quali invece gli svantaggi?
“Ho dovuto pianificare il percorso con maggiore attenzione, in modo da poter utilizzare le fermate intermedie per ricaricare. Lungo la strada, abbiamo avuto modo di conoscere una bella cittadina in cui altrimenti saremmo passati… Inoltre, la scelta degli hotel era limitata, perché dovevo prestare attenzione alle stazioni di ricarica nelle vicinanze. Come ricercatore universitario che si occupa di mobilità, mi interessa questo genere di cose. Ma credo che non sia la stessa per tutti. E diventa spiacevole quando succede qualcosa di inaspettato”.
Il prof alla ricarica: 4 km a piedi dall’hotel alla colonnina
- Ad esempio?
“La sera prima del viaggio, l’hotel ha dovuto cancellare la nostra prenotazione. Non è stato facile trovare un’altra sistemazione con un preavviso così breve. Alla fine abbiamo alloggiato in un hotel a 4 km dalla più vicina stazione di ricarica. Distanza che ci siamo dovuti fare a piedi per raggiungere l’hotel la sera e tornare la mattina successiva. C’era bel tempo, è stata una bella passeggiata. Ma con bambini piccoli o in viaggio d’affari non possono accaderti cose del genere. E nel viaggio di ritorno abbiamo avuto un secondo problema: quando siamo tornati da cena, abbiamo notato che la stazione di ricarica non funzionava“.
- Come siete tornati a casa?
“Abbiamo caricato il necessario in un’altra stazione e poi abbiamo lentamente guidato lungo le strade di campagna fino a Berlino. Non avevo mai sperimentato in precedenza che una stazione di ricarica non funzionasse. Forse ho anche collegato il cavo di ricarica in modo errato, ma non è questo il punto. Queste esperienze vanno in giro e influenzano la volontà di passare a un veicolo elettrico. Al momento dell’acquisto di una nuova auto, la maggior parte delle persone sceglie la soluzione più sicura, in caso di dubbi”.
I tre ostacoli da rimuovere secondo il prof
- Dove inizierebbe a rimuovere gli ostacoli?
“Gli ostacoli sono tre: prezzo, autonomia, possibilità di ricarica. In termini di prezzo, l’ecobonus per l’acquisto di auto elettriche è un incentivo ragionevole. Ai produttori viene chiesto di aumentare l’autonomia. E, per quanto riguarda l’infrastruttura di ricarica, abbiamo bisogno delle stazioni giuste nei posti giusti, in quantità sufficienti“.
- Sì, ma che cosa significa concretamente?
“Il posto migliore per ricaricare è a casa, dove l’auto rimane inutilizzata per molte ore. Questa è la soluzione ideale per case unifamiliari con le proprie strutture di ricarica. Nelle grandi città, dove molti parcheggiano la propria auto per strada, abbiamo bisogno di punti di ricarica pubblici a breve distanza. Aggiunte utili sono le stazioni di ricarica sul posto di lavoro e nei supermercati. La ricarica durante lo shopping è l’ideale per la mobilità di tutti i giorni, poiché la batteria si carica per metà entro 30 minuti in una stazione di ricarica rapida. E l’auto è disponibile appena abbiamo finito le nostre spese. Per i viaggi a lunga distanza, serve una rete di ricarica rapida sulle rotte principali“.
Partiamo da casa: wall box libera new condomini
- Quali sono le difficoltà?
“Prendiamo la ricarica a casa: nei condomini, l’acquisto di una wallbox è spesso ostacolato da comproprietari o proprietari che non concordano con l’installazione. Chi ci governa deve rimuovere questi ostacoli. Chiunque acquisti un’auto elettrica deve anche poter installare una wallbox”.
In che modo si può migliorare la rete pubblica?
“Nelle città serve più coraggio. Dobbiamo uscire dal problema dell’uovo e della gallina: nessuno comprerà un’auto elettrica se non ci sono strutture di ricarica nelle vicinanze. Ecco perché consiglio di non dedicare troppo tempo ai calcoli costi-benefici, ma di installare senza troppi indugi. Il principio è: creiamo un’offerta e accettiamo il fatto che sarà utilizzata completamente solo in seguito. Sulle autostrade, d’altra parte, i governi dovrebbe garantire una pianificazione coordinata. Da un lato, devono essere fornite aree scarsamente popolate. D’altra parte, è inefficiente avere troppe stazioni di ricarica rapida installate una accanto all’altra. E il digitale ci può aiutare a sfruttare meglio l’infrastruttura esistente”.
Mia moglie la settimana scorsa con la sua Zoe è andata al mare a Follonica che da casa nostra dista 120 km. Una delle uniche due colonnine,la piu vicina, era a circa 2 km dall’albergo. Non ha certo fatto a piedi il tragitto per caricarla ma ha chiesto all’albergo di farla attaccare ad una schuko. Mi sa che il professore ha bisogno di qualche lezione in Italia.
Certo che sentire un professore che parcheggia l’auto a 4 km dall’hotel e se li fa a piedi fa veramente ridere. Un hotel non ha una presa CEE da poter dare in uso agli ospiti? Una Schuko da 10A? Su, dai, più che prof. mi sembra uno sprovveduto…
Ah, dimenticavo di aggiungere che ho letto il link:
https://www.vaielettrico.it/in-vacanza-con-la-hyundai-ioniq-electric-si-puo-fare-alla-grande/
Veramente bellissima. Nulla da dire.
Ma occorre segnalare qualche piccolo dettaglio che magari è sfuggito.
Voi che scrivete, lo fate con ogni probabilità, da uba Italia dove sembra che tutto abbia un futuro. Supermercati con le colonnine di ricarica, diverse postazioni qui e lì dove forse, con un. Po’ di fortuna ricarichi quanto basta per non chiamare il carro attrezzi.
Ma come al solito, dimenticate che dalla Toscana in giù, le storie sono ben altre. E più si scende e più ci si deve rendere conto che la famosa “Italia a due velocità” è una triste realtà.
È problematico persino trovare le colonnine del metano. l’Abruzzo, Basilicata, la Calabria, la Sicilia, la Puglia, ecc… oltre la solita stupida e irritante retorica, sono terre dimenticate. Portate la ioniq qui. Spostatevi da Matera (dove neppure c’è il treno!) a Catanzaro. E poi scendete a Capo Passero….
Credo che il vostro interessante racconto, cambierebbe dal genere commedia al drammatico.
E ancora una volta, sottolineo che sono un ignorante in materia, ma due numeri in fila, riesco ancora a metterli.
E dimenticavo di dire che opero abbondantemente nelle rinnovabili e oltre alle boiate che si pubblicano su parecchi siti, la realtà è decisamente un’altra…
Mi documenterò di più in materia di trazione elettrica, lo prometto. Ma voi non barricatevi nelle teorizzazioni estreme senza guardare la cruda realtà delle cose…
Saluti
CarO Luca, noi non ci barrichiamo, ma non lo faccia neppure lei. Quanto scrive sul sud è verissimo. Tant’è che proprio recentemente l’abbiamo ri-riscritto https://www.vaielettrico.it/da-roma-a-reggio-c-in-autostrada-694-km-una-colonnina/. E abbiamo duramente criticato i ritardi nell’armonizzare sistemi di ricarica e di pagamento https://www.vaielettrico.it/pagare-la-ricarica-e-un-rebus-il-bancomat-no-colonnine-interoperabili/. Ma non trova che sia meglio dotare il sud di infrastrutture, piuttosto che resistere come l’ultimo samurai? La trazione elettrica si sta affermando in tutto il mondo come l’unica sostenibile. All’inizio del secolo cablare le città con i cavi telefonici non fu un’impresa da poco. Ma nessuno pensò mai di tenersi i piccioni viaggiatori.
Inutile commentare oltre.
La mia inesperienza non mi dà la possibilità di dire altro.
Non aggiungerò nulla a quello che è stato detto.
Ma una risposta alle mie domande relative alla provenienza del litio e al successivo smaltimento, non l’ho vista.
Poi, relativamente alla soluzione alla ridotta autonomia, non vedo nulla di convincente su nessun fronte. Con l’uso della macchina che faccio io, non è neppure proponibile.
E non vedo la macchina elettrica una soluzione all’inquinamento né al riscaldamento globale.
Lo vedo ancora come un grande bluff.
Non sono un esperto in materia, ma due numeri li metto in fila.
Muoversi per lunghe distanze con famiglia, è assolutamente improponibile, come la si voglia vedere.
Che la via sia imboccata, non lo metto in dubbio. Ma siamo lontanissimi da un uso frequente per lunghe distanze. E non so con quali argomenti si cerchi di convincere quelli come me. Senza contare l’aspetto manutentivo che fra numerosi concessionari fatti di personale che ancora non si districano fra i meandri di segnali fra sensori e centraline, mi preoccupa moltissimo…
Pensatela come volete. Vi leggo volentieri comunque…
non sei esperto ma fai commenti lapidari, la strada è imboccata ma l’elettrico è un bluff, non sai come ti si possa convivere…per forza..hai appena detto di saperne poco..magari prova a leggere.
Prima di intavolare una discussione mettiti d’accordo con te stesso
L’auto elettrica non è e non sarà mai conveniente ,la pagheremo di più , pagheremo più care le ricariche…..
Il concetto è sempre quello , i produttori e lo stato saranno sempre e solo interessati al profitto!
Vogliono vendere e guadagnare , sveglia……..possibile che non vi accorgiate , che sarà sempre e comunque una presa in giro?
Provi lei a calcolare quanto ci guadagnano produttori e Stato sulla sua auto termica e sui carburanti che consuma. Temo molto di più
Venga dalle mie parti e riparliamone.
Il recupero quando funzionerebbe gli start e stop in salita nel traffico sono un massacro in termini di autonomia.
Il recupero puoi averlo solamente nel momento in cui scendi e hai tragitti relativamente lunghi dove sfruttare il recupero.
Lo confesso con le auto elettriche non ho fatto alcuna esperienza. Ma con le moto elettriche ne ho fatta un bel po’. Tesla o non Tesla, gli spunti in corrente in salita nel traffico sono incalcolabili.
Un’autonomia dichiarata di 250 km non si spingeva oltre i 90. E resta comunque il problema di una rete elettrica assolutamente inadeguata per il momento.
Non è qualunquismo sono proprio fatti.
e poi non tocchiamo affatto il problema dei lunghi viaggi che lo stesso servizio ha dimostrato essere tecnicamente impossibili se non con dosi di coraggio comparabili a quelli di chi all’inizio del 900 si avventurava nella Parigi Pechino.
Fin quando non ci saranno batterie velocemente ricaricabili e autonomie ragionevolmente lunghe, non credo che l’elettrico potrà affermarsi veramente.
Poi ognuno è libero di vederla come vuole.
Ma esca dal secolo scorso una volta per tutte, siamo nel 2020…. Non ha esperienza ma vuole convincersi del contrario, ha esperienza con moto elettriche che secondo me non sono certo a livello delle auto come autonomia e le mette sullo stesso piano. Se fosse per quelli come lei qualunque tecnologia non dovrebbe mai partire perchè all’inizio sicuramente ci sarebbero inevitabilmente dei disagi allo stesso modo che in mezzo alle montagne rimanga senza carburante e l’ultimo self service disponibile sia chiuso per un guasto tecnico. Eppoi il professore in mobilità evoluta con una macchina della vecchia generazione non sta in piedi; come non sta in piedi che non si possa attaccare ad una presa di corrente dell’hotel e non per forza ad una colonnina: oppure solo noi italiani abbiamo questa vena di fantasia che ci risolve i problemi mano a mano che succedono? Eppure sento tutti i gg di gente che con l’auto elettrica è andata a Capo Nord con temperature intorno ai -30: avranno avuto un’astronave non un’auto elettrica.
Gentile Luca, proprio sui passi Alpini abbiamo personalmente testato una Hyundai Ioniq Electric. Perda 5 minuti e legga il nostro resoconto https://www.vaielettrico.it/in-vacanza-con-la-hyundai-ioniq-electric-si-puo-fare-alla-grande/. E’ vero che anche noi abbiamo riscontrato sul campo qualche problema di ricarica, risolto però con tre ore di attesa complessiva su 14 giorni di viaggio. Tecnicamente impossibile? Non scherziamo. Sull’autonomia, poi, lei è totalmente fuori strada. SE avesse esperienza di guida reale saprebbe che il problema non sono i saliscendi e nemmeno la città, bensì l’autostrda, dove in effetti i consumi aumentano più che proporzionalmente alla velocità. Ma se non ricordo male su tutte le autostrade italiane c’è il limite dei 130 km/h…
La trazione elettrica è veramente immatura per prendere il posto di quelle tradizionali. La rete elettrica è oltretutto è assolutamente sottodimensionata. E l’energia dovrebbe provenire esclusivamente da fonti rinnovabili. E il problema dell’autonomia, è sottovalutato oltremodo. In città dove sali e scendi da colline e montagne (città a l’appennino, per esempio), l’autonomia reale, crolla. Soppiantare i veicoli con motore a combustione interna, è pressoché impossibile con le tecnologie attuali. Ah, e non facciamo finta di sapere cosa fare con le batterie esauste… E neppure di non sapere da dove proviene il litio e a quali costi sociali viene estratto….
Saluti
Mai letti nulla di più qualunquemente…. 😉
Le consiglio di provarla, un’auto elettrica, anche senza per forza una Tesla. Non so, Hyundai Kona?
Ah, lo sa che in montagna, colli e città il consumo di una elettrica, sempre molto modesto, crolla incredibilmente? Sentito parlare di recupero energetico inerziale in discesa e in rallentamento? Buona giornata
Quando per una ricarica totale ci vorranno 5 minuti, il tempo di prendere un caffè, allora il problema sarà risolto.
Non prima.
Non si parla di costi di ricarica ed autonomia del veicolo in questo articolo. Un viaggio cosi non lo farei mai
Ma certo che se avesse avuto una auto di questa generazione e non una della scorsa che sta finendo di essere commercializzata…
Già una nuova Zoe corsa è diverso, non parliamo della id 3 e ancora meglio Kia esoul 64 kWh
La possibilità di sostituire le batterie, piuttosto che caricare la propria scarica, migliorerebbe le cose?
Ci ha provato un imprenditore di origine israeliana, Shai Agassi, con la società Better Place. Non è andata bene, ma forse i tempi non erano maturi. Adesso ci riprovano alcune aziende cinesi, ma il futuro non sembra questo. Avremo batterie sempre più performanti, in termini di autonomia, e ricaricabili sempre più in fretta. Il che farà apparire macchinosa e inutile la fermata per sostituire le celle cariche con altrettante scariche.
Neanche una batteria carica da utilizzare come scorta per i casi disperati, che possa essere sostituita con una già carica?
La possibilità di avere batterie cariche pronte all’uso potrebbe rendere la rete di approvvigionamento molto più ampia: hotel, garage, distributori automatici lungo le strade urbane ed extra. La velocità di ricarica non è un fattore che impedisce di rimanere “a secco”. Se non trovi una colonnina, dove carichi?. La batteria già carica te la puoi portare dietro pronta all’uso. Se non penso di prendere una macchina elettrica è proprio perché non voglio rimanere a piedi: è anche una questione di sicurezza. Grazie.
la macchina con la batteria ricaricabile è la soluzione che l’Europa avrebbe dovuto adottare. Esistono filmata che mostrano come il cambio della batteria avviene in 3 minuti e siccome queste vengono noleggiate non devi neanche scendere per pagare il servizio. In definitiva si avrebbe impiegato molto meno tempo che fare il pieno di benzina. L’Europa ha perso una opportunità. In più ci sarebbero stati altri vantaggi, la tranciabilità delle batterie e soprattutto la riduzione del rischio tecnologico. Siamo in un’epoca di grande sviluppo delle batterie e di annunci roboanti, se oggi spendo per la mia seconda auto 40000 euro qualora uscisse una batteria che raddoppia la performance in metà spazio deprezzerebbe moltissimo la mia auto.
Il problema è l’investimento che si dovrebbe fare, enorme, per installare il network di ricarica, con batterie di tutte le taglie pronte per la sostituzione. Una bella idea sul piano teorico, impraticabile sul piano pratico.
Basterebbe cambiare qualche nome, e sembrerebbe di stare in Italia. Mal comune mezzo gaudio?
mal comune..doppio male. L’aria tedesca respireremo anche noi..e viceversa. Se altri avessero il metodo perfetto basterebbe copiarlo. Vedere che anche in Germania sbattono la testa sulle stesse cose su cui la sbattiamo noi è un pò sconfortante. Però nel complesso resto fiducioso.