H2boat perchè l’idrogeno può far navigare non solo le navi ma pure le barche. La teoria che questa propulsione sia idonea solo ai mezzi grandi e grossi – dai camion alle navi ma pure gli aerei – non sembra trovare d’accordo gli ingegneri di Bluenergy Revolution, spin off riconosciuto dall’Università di Genova e casa madre di H2 boat. Il suo team ha realizzato un sistema buono sia per piccole barche a vela sia per grandi yacht.
Il dimostratore tecnologico _ sul prototipo ci stanno lavorando _ ha riscosso una forte attenzione al Salone di Genova. Fari accesi da parte degli operatori di settore. Calato il sipario sulla fiera abbiamo parlato con Paolo Olivieri, ingegnere gestionale e responsabile commerciale del team.
L’idrogeno si produce a bordo e si fa a meno delle batterie
Il dato caratterizzante è l’Energy Pack ovvero un sistema, realizzato da H2boat, che accumula l’energia per i servizi di bordo e la propulsione tramite un impianto a idrogeno. In questo modo si fa a meno delle batterie sostituite dagli idruri metallici – definiti ” una specie di spugna ” – dove si stocca a bassa pressione l’energia necessaria. Si esaltano i benefici ambientali: “Gli MH occupano un volume ridotto, sono totalmente riciclabili, non richiedono componenti di difficile e costose reperibilità, lavorazione e smaltimento“.
A bordo di H2boat l’elettrolizzatore che ricava idrogeno dall’acqua
Il funzionamento del sistema viene spiegato in modo semplice: “Un elettrolizzatore, azionato dalla corrente elettrica prodotta da una fonte rinnovabile (idrogeneratore, pannello fotovoltaico o generatore eolico), scinde l’acqua in idrogeno e ossigeno. Quest’ultimo è rilasciato nell’aria, mentre l’idrogeno è stoccato”. La fonte primaria di energia per attivare il processo, come conferma l’ingegnere, può essere anche fossile.
Cinque potenze a disposizione: da 1 a 60 kW. Possibile la traversata atlantica
Nel sito internet aziendale l’ingegner Olivieri è definito come “L’ottimista” e sulla capacità di questo sistema di propulsione non si smentisce: “E’ possibile la traversata atlantica”. Si deve far ricorso alle fonti rinnovabili che poi attivano la produzione di idrogeno: “Il nostro è sistema basato su 5 prodotti standard, per abbassare i costi, rispettivamente da 1, 5, 10, 30 e 60 kW – fa l’elenco Olivieri – I primi due sono destinati alla vela, il terzo è a cavallo tra vela e motore; poi per gli yacht i due più potenti”.
Un giro d’Italia a idrogeno
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