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Energy Observer ce l’ha fatta: 5.000 miglia di Atlantico a zero emissioni

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barca a idrogeno
Energy Observer arriva a Martinica

L’Atlantico in 34 giorni- La traversata oceanica di 5.000 miglia senza usare una goccia di carburante fossile. Il traguardo è stato raggiunto e annunciato oggi dai responsabili del progetto con un comunicato stampa. Obiettivo centrato per la prima barca ad idrogeno, che ha attraccato a Fort-de-France dopo  aver sciolto gli ormeggi a Saint-Malo.

barca a idrogeno

Energy Observer dopo aver tagliato il traguardoZero carburante e zero emissione come sottolineano da bordo. Basta leggere le parole del capitano Victorien Erussard: “Sono oltre 9000 km che la barca ha appena percorso in completa autonomia e questo, senza alcuna possibilità di soste tecniche a causa dell’isolamento dettato dal coronavirus“.

Velocità media a 6 nodi per 34 giorni 

Sulla stessa frequenza d’onda Marin Jarry, comandante in seconda: “Dopo 34 giorni di navigazione ad una velocità media vicina ai 6 nodi, questo è un vero traguardo per il nostro catamarano del futuro. Ora vanta circa 5.000 miglia coperte in totale autonomia energetica, il suo record!“. Cin cin. Promosso, quindi, il sistema ad idrogeno. “Senza di esso la navigazione sarebbe stata molto più lunga. A volte abbiamo incontrato delle condizioni meteo estreme, ma il sistema ha retto: nessun guasto tecnico“.

A bordo 202 metri quadri di pannelli 

barca a idrogeno
I pannelli che ricoprono la barca a idrogeno

Ma come si produce a bordo? Un buon contributo è dato dai 202 metri quadri di pannelli solari (anche un pizzico d’Italia con la Solbian) di “ultima generazione, le due vele e  le sue nuove eliche a passo variabile“. Un sistema con più elementi in gioco: “L’idrogeno ha permesso di compensare il sole o il vento intermittenti, garantendo prestazioni regolari in qualsiasi condizione“.

Per il capitano Erussard attraversare l’Atlantico, “con questo laboratorio galleggiante“, vuole essere “un forte messaggio inviato ai decisori. Possiamo e dobbiamo cambiare il nostro modello energetico. Massicci investimenti nella ripresa economica devono consentirci di costruire un nuovo mondo che non è più quello dei combustibili fossili“. Sull’idrogeno la discussione è aperta, nella sua applicazione per l’auto vi è scetticismo.

Navigando e producendo energia 

Energy Observer
L’arrivo in Martinica di Energy Observer

La pandemia ha interessato anche Energy Observer che ha iniziato la sua transoceanica record prima delle misure di contenimento. Covid ha quindi impedito all’equipaggio di mettere piede a terra durante gli scali nelle Isole Canarie o Capo Verde. Solo oceano Atlantico, considerato sterile,  per una traversata: “In piena armonia con la natura, incrociando molte specie marine: delfini, balene, tartarughe. E si produceva l’energia grazie al vento, al sole e all’idrogeno“.

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4 COMMENTI

  1. argomento controverso per quanto affascinante.
    l’idrogeno viene ricavato usando elettricità generata da fossili (per ora)
    i pannelli producono energia pari a quella che è servita per costruirli (fossili)
    la resina è prodotta dal petrolio e via discorrendo.
    quindi le zero emissioni sono ich et nunc e non per la costruzione\alimentazione della macchina.

    • Grazie Fausto per l’intervento. In questo caso da Energy Observer dichiarano di produrlo dall’acqua di mare. Per quanto riguarda questa tesi: “I pannelli producono energia pari a quella che è servita per costruirli (fossili)” c’è un T.R.E. (Tempo di Ritorno Energetico) più ampio di quello necessario per costruirli. Chiaro che se si considera l’energia prodotta per la barca… non si hanno le emissioni zero (però presenti qui e ora quindi salutari per tutti i nostri apparati respiratori e quindi si salvano tantissime vite umane), ma ci interessa lo scarto con le alternative e qui non c’è partita.

    • Beh, non è proprio così: l’idrogeno si può produrre da fonti rinnovabili. Altrettanto i pannelli fotovoltaici che comunque in 20 anni di vita producono ben più energia di quella utilizzata per costruirli.

  2. Molto bravi e speriamo che qualcun altro si convinca che si può approfittare della transizione per partire di scatto visto che a quanto pare ancora oggi incontro gente che non crede le rinnovabili negli ultimi 20 anni abbiano generato lavoro e ricchezza!

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