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Furti eBike: come proteggersi con i registri

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Furti eBike in costante aumento in Italia e nel mondo. Iscriversi ad appositi registri può essere una soluzione per difendere la propria bici senza spendere molti soldi con le assicurazioni.

Le notizie di eBike rubate sono all’ordine del giorno visto il costante aumento del parco delle due ruote che circolano sulle nostre strade e la richiesta di mezzi e pezzi di ricambio che cresce in maniera direttamente proporzionale. Un recente studio della Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) stima in 320mila all’anno il numero di due ruote a pedali che spariscono nella Penisola. Sono calcoli difficili perché spesso i proprietari non sporgono denuncia per la sottrazione del mezzo, infatti la media non supera le 13mila denunce annuali.

Un antifurto meccanico non è quasi mai la soluzione giusta

Chi abita in città di sa bene quanto grande sia il fenomeno e spesso ci si rifugia nell’acquisto al “mercato nero” di bici rubate e rivendute a basso prezzo. Con l’arrivo di eBike e monopattini elettrici il problema è diverso perché soprattutto nel primo caso i costi possono raggiungere diverse migliaia di euro e subire un furto a “cuor leggero” non è opzione percorribile. Per cui sono stati inseriti sensori di blocco e Gps per rintracciare la propria eBike. Eppure i furti avvengono e sono anzi in aumento. Cosa fare allora?

Furti eBike: la soluzione è l’assicurazione?

Uno dei deterrenti al furto e un modo per ritrovare la bicicletta dopo un furto è iscrivere il mezzo a un registro. Quello che si vorrebbe è ovviamente un servizio nazionale pubblico che permetta di proteggere al meglio la propria bici a pedalata assistita. Ma un servizio del genere non c’è e non pare nemmeno all’orizzonte, visto che la politica pare più propensa a incentivare, se non a rendere obbligatoria, la via dell’assicurazione privata.

Sara è probabilmente la prima compagnia assicurativa a pensare alle bici

Esistono però servizi già attivi di enti pubblici a livello locale e servizi gestiti da aziende private. Tra i primi a muoversi è stata la compagnia di assicurazioni Sara, con un servizio di cui ci siamo occupati circa un anno fa. Si tratta del Registro sperimentale velocipedi. In pratica le informazioni necessarie all’identificazione e alla attestazione della titolarità e del valore del mezzo verranno memorizzate su registri distribuiti con tecnologia blockchain pubblica, generando un NFT (attestato digitale che identifica in modo univoco il mezzo). Il costo di un anno con questa copertura (qui tutti i dettagli) è di 110 euro che rimborsa, oltre che in caso di furto in ambito esclusivamente domestico, anche per infortuni e smarrimento dei documenti. Con 50 euro si ha invece tutela legale e protezione alla mobilità. 

Il registro di Ancma

Ancma ha creato nel 2021 il Ciclo registro, database centralizzato dove è possibile registrare la propria bicicletta elettrica e certificarne la proprietà. Inoltre si può segnalare un furto o consultare la sezione delle bici rubate denunciate dagli utenti. La registrazione è gratuita: occorre creare un account con codice fiscale, indirizzo, numero di telefono, e un documento di identità valido. Una volta completata la registrazione è possibile registrare la propria eBike inserendo i dati relativi a marca e modello, e successivamente del numero di telaio. 

Ribs e Bici sicura 

C’è poi Il Registro italiano bici (Ribs) che è attivo dal 2006, fra i primi in Europa. Ha circa 800mila bici censite e collabora con 70 amministrazioni comunali in Italia. Con il Ribs è possibile ottenere un certificato digitale di proprietà oppure fare una auto dichiarazione. La bici è marchiata e resa identificabile (il numero di telaio non basta perché spesso non è univoco) tramite un stick adesivo speciale.

furti ebike
Lasciare la propria eBike senza paura si può?

È l’utente stesso che si occupa di marchiare e registrare la sua bici, il kit può essere inviato via posta o comprato in un negozio di biciclette o anche in alcuni supermercati. La registrazione sul registro è online o telefonica. Il Certificato è valido solo se l’iscrizione al Registro Italiano Bici è attiva e con esso vengono mantenuti i passaggi di proprietà e le eventuali modifiche alla scheda bici e ai dati del proprietario. Inoltre, la Polizia e i Carabinieri sono in grado di contattare direttamente il proprietario in caso di recupero della bici che avesse effettuato l’iscrizione e questa fosse attiva.

Molto simile è il Progetto bici sicura che fa in modo che la bici sia marchiata e resa identificabile e inserita in un  data base consultabile. Biciradar è invece un’app con cui compilare una scheda bici utile per documentare in ogni momento la proprietà della bicicletta.

Un registro nazionale contro i furti eBike, ma privato

Si chiama Registro nazionale cicli, ma a dispetto del nome non è creato da un ente statale, ma dalla Starcare Srl di Pozzuoli. Per iscriversi al Registro Nazionale Cicli bastano pochi passaggi. Una volta completata la registrazione, la richiesta viene esaminata ed approvata. Successivamente viene inviato via email il Certificato di Registrazione. In caso di vendita della bici il nuovo proprietario può  procedere alla richiesta di cambio, che deve comunque essere approvato dal precedente iscritto.

Allo stesso tempo si possono verificare i dati della propria bicicletta elettrica in ogni momento. Inoltre se la bici dovesse essere rubata, attraverso il Registro Nazionale Cicli è sempre possibile identificarla e restituirla al legittimo proprietario.

Furti eBike: i registri comunali

Alcune amministrazioni locali hanno pensato ai registri comunali, che hanno il pregio di coinvolgere il settore pubblico, per di più in maniera molto capillare. L’altra faccia della medaglia è lo spazio circoscritto in cui operano (che potrebbe non essere quello del ladro di biciclette). Già perché tocca ricordare che nel nostro Paese le realtà locali non fanno rete, nemmeno quando si tratta di reati molto gravi.

Capofila dei registri comunali contro i furti eBike è Milano, che ha deciso di dotarsi di un modello aperto a tutte le opzioni. Infatti la scelta è tra la punzonatura della bici in un negozio aderente oppure dare valore alla certificazione già effettuata attraverso l’acquisto di etichette o altri sistemi. O ancora abbinare il codice del telaio del produttore alla propria scheda.

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3 COMMENTI

  1. Vorrei segnalare che nel registro “privato” ANCMA, sebbene abbia ebike di marca prodotta 2018, non è possibile aggiungere modelli che non siano già presenti nella “loro lista”. Inutile mandare mail, la risposta è “Se la marca o il modello che stai cercando non è disponibile, purtroppo, non potrai completare la registrazione della tua e-bike su Ciclo Registro. A presto, Il team di Ciclo Registro”
    Questo lo si sa solo dopo aver dato la qualunque di dati personali (CIE, CF, mail, cellulare e copia documento). Pessimo.

  2. dopo 3 (tre!) furti di e.bike (ricerche senza esito..) ho realizzato che unica reale tutela dai soliti malintenzionati è stato il ritorno alla bici muscolare, magari in versione pieghevole per un più agevole trasporto fuori dai centri urbani. Almeno dalle mie parti le elettriche sono di gran lunga prese di mira dippiù dai……soliti ignoti

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