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Design Group Italia, ovvero: il bello della ricarica

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design group italia

C’è un mondo dietro ogni colonnina e quasi sempre ha la stessa firma: Design Group Italia,  uno dei gioielli del design italiano (ha vinto tre Compassi d’oro). Da ormai dieci anni si è specializzato nella mobilità sostenibile, la ricarica in particolare. Ha lavorato con ABB, Enel X Way, Repower, Fimer, Firem, Free2Move, Ionity, Atlante ed e.on: l’Olimpo dei Charge Point Operator (CPO) e dei Mobility Service Provider (MSP).

design group italia

Con sede principale a Milano e una succursale a New York, Design Gropup Italia è entrato a far parte della holding di consulenza digitale Alkemy, quotata al segmento Star della Borsa di Milano.

Non solo estetica, ma “user centred design”

Nessuno pensi però che il suo contributo alla mobilità sostenibile si limiti all’estetica.  Design Group Italia (qui il sito) è quel che si definisce un “user centred designer“, un progettista di esperienze. Se è vero che in una stazione di ricarica anche l’occhio vuole la sua parte, infatti, tutto il resto vuole molto di più: innovazione, praticità d’uso, affidabilità, velocità ed efficienza. Insomma, tutto quello che c’è a monte, a valle e dentro una colonnina.

Design Group Italia non si occupa invece di tecnologia. Ma chiede alla tecnologia che semplifichi la vita agli utenti.  E Dio solo sa quanto bisogno ce ne sia in un ecosistema ancora embrionale come la ricarica dei veicoli elettrici.

Tutto quello che sta attorno alla ricarica

Il team di Design Group Italia ne è consapevole. «E’ un’esperienza tutta da immaginare e da costruire. Con un’attenzione particolare a due aspetti: hardware e software dell’oggetto colonnina e tutto ciò che le sta attorno» dice Chris Miller, creative director dell’azienda. Con Lidia Tralli, service designer director e Roberto Beretta, engineering director, forma il triunvirato che guida la progettazione di Design Group Italia nella ricarica.

Costruendo da zero il progetto del nuovo netwok Atlante il team ha condotto un’indagine fra gli utenti elettrici dei principali Paesi europei. Quali criticità sono emerse? Lidia Tralli le elenca raggruppandole in tre filoni: la funzionalità, la comprensione, il controllo della tempistica.

Cosa chiedono gli utenti? Funzionalità, comprensione, tempistica

Sul lato funzionalità gli utenti vorrebbero una maggiore diffusione dei punti di ricarica, una segnaletica per localizzarli, contesti più attrattivi, migliore illuminazione, protezione dalla pioggia e dal sole.

Sul lato comprensione lamentano: troppe App ognuna concepita in modo diverso; poche informazioni sui display delle colonnine, in particolare relative ai costi della ricarica; istruzioni carenti riguardo la procedura di ricarica ed eventuali inconvenienti.

Sul lato della tempistica  chiedono una programmazione dei viaggi più veloce e stime accurate sui tempi della ricarica. Più positivi, invece, i giudizi sulle procedure di autentificazione.

LEGGI ANCHE: Il futuro della ricarica? Chiedetelo a E-Charge iscrivendovi al nostro Webinar (20 luglio ore 18)

 

C’è molto da migliorare quindi, dicono a Design Group Italia, tanto nel servizio di ricarica primario, quanto nel contesto esperienziale che lo circonda.

Il concept Atlante, per esempio…

Il primo concept delle colonnine HPC Atlante disegnate da Design Gropup Italia

La dimostrazione è nel concept delle stazioni di ricarica fast di Atlante. «La filosofia del progetto – aggiunge Miller – nasce dalla risposta a due domande: una lato cliente (cosa faccio per 20-30 minuti, mentre l’auto è in carica?), una lato operatore (con quale offerta di servizi aggiuntivi, sinergici al core business della ricarica, posso sfruttare l’opportunità di avere tanta gente lì attorno?).   

 

Ecco fiorire, così, l’idea di un luogo con spazi di coworking, relax e intrattenimento, per esempio. E nel contempo l’offerta di informazioni turistiche, servizi di mobilità come car e scooter sharing, noleggio di monopattini, assitenza, servizi energetici.

Operatori, preparatevi alla concorrenza

«Oggi l’automobilista elettrico sceglie dove sostare per la ricarica solo in base alle necessità del viaggio _ dice Lidia Tralli _ . Ma in futuro, quando i vincoli dell’autonomia saranno meno stringenti e la capillarità della rete molto maggiore, la scelta sarà fatta in base alla gradevolezza dell’esperienza di ricarica. Ogni operatore dovrà caratterizzare il proprio brand per l’insieme della sua offerta. Tariffe, velocità, affidabilità e semplicità della ricarica in sé saranno solo uno dei fattori di successo. Tutto il resto conterà anche di più».

Il progetto Juice Pole, la colonnina quick di Enel X Way per le ricariche urbane

Le ricariche lente nelle aree urbane sono l’altro grande enigma da risolvere  in previsione di una mobilità elettrica di massa. Roberto Beretta l’ha affrontato affiancando Enel X Way nel progetto Juice Box e Juice Pole (probabilmente le più bella e riconoscibile colonnina quick sul mercato). E’ convinto però che per le città bisognerà inventare qualcosa di nuovo.

Per esempio sistemi di ricarica wireless fissi o mobili. Oppure prese intelligenti integrate a tutti gli arredi urbani già esistenti e futuri, come fioriere, dissuasori, insegne pubblicitarie, lampioni, panchine, totem informativi.

Saranno i Comuni i prossimi clienti di Design Group Italia?

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1 COMMENTO

  1. Ottimo articolo per ricordare che c’è un indotto niente male dietro la mobilità elettrica.

    Peccato che, a causa dell’atavica paura italica dello sconosciuto, molte cose rischiano di restare cattedrali nel deserto.
    Nella quotidianità le colonnine vengono usate poco (nonostante chi non abbia una BEV sia convinto che stiamo sempre lì a caricare l’auto) quindi per essere davvero luoghi “frequentati” deve necessariamente aumentare il parco circolante che ora è composto da noi pochi utilizzatori e molti stranieri.

    “Le infrastruttture le abbiamo fatte. Ora dobbiamo fare gli italiani!” 😀 😀 😀

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