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Cambiare le batterie alla Peugeot iOn? Vaielettrico risponde

La Peugeot iOn. Il modello del lettore è del 2011, con 50 mila km, ed è ormai fuori garanzia.

Cambiare le batterie “stanche” senza dover cambiare l’auto è possibile? Ce lo chiede Mattia, un lettore, aprendo un tema interessante. Vaielettrico risponde. 


“Buongiorno, scusate il disturbo. Ho una Peugeot iOn del 2011, le batterie sono ancora al 90 %. Ma, visto che l’auto ha solo 50.000 km, qualora cominciassero a perdere autonomia voi sapete indicarmi qualcuno che potrebbe sostituire il pacco batterie? E anche un costo orientativo? Grazie mille e complimenti per i vostri articoli. Mattia Mariani.

Risposta. Sostituire il pacco-batterie di un’auto elettrica non è un’operazione banale. I costi sono molto alti e, con gli incentivi tuttora in vigore per l’acquisto di un veicolo nuovo, il gioco spesso non vale la candela. Ma la preoccupazione del lettore è legittima: la Peugeot iOn è un’elettrica di prima generazione, derivata dalla Mitsubishi MiEV, con una una batteria da 16 kWh. L’autonomia reale è di circa 100 km ed è ovvio che, se la capacità dovesse diminuire molto al di sotto del 90%, la percorrenza potrebbe diventare troppo scarsa.

Cambiare le batterie: ne vale la pena? E la spesa…?

Il pacco-batterie di una Peugeot iOn: si può sostituire?

Nel caso di Mattia, poi, non c’è più neppure copertura della garanzia, che per le Peugeot iOn immatricolate fino a tutto il 2014 era di 60 mesi o 50.000 km. Che fare, dunque? A noi non risulta che la Casa francese effettui questo tipo di operazione. Né che, a differenza di modelli della concorrenza (come Smart EQ e Nissan Leaf), sia mai esistito un tariffario in proposito. C’è stato poi il caso della Renault, che ha praticato la sostituzione della batteria della Zoe per aumentarne la capacità nei primi modelli venduti, passando da 22 a 40 kWh. Se, nella nostra community, qualcuno è al corrente di chi effettua la sostituzione per le Peugeot iOn, è pregato di segnalarcelo. La domanda di Mattia, però, merita una riflessione su quel che succederà quando le auto elettriche in circolazione aumenteranno e il problema di porrà su larga scala. Sarebbe opportuno organizzare una filiera che sia in grado di allungare il più possibile la vita di queste vetture. Intervenendo proprio sull’aspetto più critico, ovvero le batterie.

— Leggi anche: se persino la Renault si stanca del consumismo… Di Alessandro Scorcioni

Una Second Life su larga scala, ecco che cosa serve

Un’immagine dello stabilimento Renault di Flins: dal 2024 sarà in grado di intervenire sulle batterie di 10 mila auto elettriche all’anno.

Va in questa direzione l’iniziativa della Renault di insediare a Flins una Re-Factory, ovvero uno stabilimento dedicato solo alla trasformazione e al recupero di auto usate. Entrando, su scala industriale, in un settore che finora era rimasto appannaggio solo di piccole imprese. L’idea è sì di spezzare la catena del consumismo, ma creando un business per reimpiegare personale (in questo caso circa 3 mila persone) in eccesso. È la famosa Second Life, con cui si evita di mandare al macero oggetti che in gran parte sono ancora in ottimo stato. Tanto più che, se un intero pacco-batteria ha sicuramente dei costi molto alti, spesso esiste l’alternativa di intervenire solo sulle singole celle non più performanti. Riducendo la spesa e lo spreco di materiali rari in maniera considerevole. Ma per farlo, lavorando su sistemi ad alta tensione, occorrono attrezzature e personale adatti per intervenire in condizioni di sicurezza e di economicità. Cambiare le batterie? Ne riparleremo.

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