Se persino la Renault si stacca del consumismo, un motivo ci sarà. Prova a ricostruirlo in questo articolo un esperto in materia come Alessandro Scorcioni.
di Alessandro Scorcioni*
Renaulution: elettrico, riuso, servizi. Una rivoluzione! La Renault lancia il progetto Electro Pole, parla di idrogeno, di Software Republic, di vecchie icone riviste in chiave elettrica.
Se persino la Renault…comincia a parlare di riuso
La mitica R5, per esempio, realizzata con design e materiali innovativi dentro e fuori ed attrezzata con tutte cyber-funzioni di un auto del futuro-presente. Ovviamente elettrica e “green” Auto ecologiche, belle, funzionali, popolari. E poi la Re-Factory uno stabilimento che “rimetterà in funzione 100.000 auto usate all’anno” “Ci adopereremo per rompere il ciclo del consumismo” è lo slogan. Sembra un sogno: la grande industria che accoglie l’idea di riuso, di retrofit e di economia circolare, insomma che nega il paradigma del consumismo. Che una grande Casa auto accolga questi concetti nel suo piano strategico è una notizia entusiasmante. Infatti i costi del retrofit verrebbero certamente mitigati con un approccio industriale e “di serie”, rendendo interessante l’operazione a una grande platea di clienti.
Se persino la Renault…ha interesse che l’auto duri
Ma perché questo venga proposto da una grande casa si fatica a capirlo. Va ovviamente contro l’interesse di vendere auto nuove. Una possibile lettura che trapela dalle parole di De Meo, può essere quella di un cambio di strategia. Il prodotto diventa “funzione” e non più “cosa”. La Renault allora progetta di diventare un “provider di mobilità” non più solo un costruttore di automobili? Un provider di mobilità fornisce il mezzo in senso lato quindi: energia, veicolo, servizi, informazioni. Ovvero fornisce ciò che serve per soddisfare una esigenza di spostarsi, senza altri pensieri. Una versione evoluta del car-sharing che libera l’utente dal possesso ed è basato su concetti nuovi come il pay-per-use. La visione è vincente e ci sono già molti esempi di successo in altri settori. Questo spiegherebbe il senso della Re-factory: se l’auto è parte di un sistema di noleggio, l’interesse è che duri più possibile, per ammortizzare maggiormente i costi.
E finalmente l’elettrico alla portata di tutti
Ma nel progetto Renault vi è un ulteriore prospettiva, laterale, ma non di minore importanza: una strategia che sposta l’elettrico verso i modelli più popolari.Questo sdoganerebbe finalmente la propulsione elettrica dal dover essere prestazionale per giustificare i propri listini (vedi Tesla ,ma anche molti modelli delle grandi case). È evidente infatti che i limiti dell’elettrico rispetto al termico sono sempre più sfumati. Ma soprattutto sono sempre più sfumati la diffidenza e le barriere culturali degli utilizzatori. Noi una R5-Prototype in città la guideremmo volentieri. Magari pagandone soltanto l’uso e senza i soliti pensieri della trafila parcheggio-ricarica-manutenzioni-bolli-burocrazia.
* L’ing. Scorcioni, modenese, docente e imprenditore in proprio, è un grande esperto di retrofit e di batterie per auto-trazione, settore nel quale opera da lungo tempo. Qui uno dei suoi articoli scritti per Vaielettrico.it: “Rigenerare le batterie stanche, questo serve”
Era ora che si giungesse ad un risultato così logico, le risorse del pianeta non sono eterne ,se solamente si smettesse di pensare solo al denaro invece di una vita più degna di essere vissuta!
Più che altro il problema sarà scardinare l’idea che l’auto sia uno status symbol e manifestazione immediata di ricchezza, cosa che almeno in provincia é viva e vegeta.
L’auto non è uno status symbol per chi la usa per andare al lavoro tutti i gg. Sarà uno status symbol per chi si ferma davanti al bar a far vedere l’ultimo modello di coupè. Il possedere l’auto invece dovrebbe essere come il possedere un qualunque oggetto di questo mondo. Primo perchè se fossimo furbi, visto che le costruiamo, avremo più lavoro, secondo togliere tutte le tasse come il bollo auto e integrarlo nel costo del carburante, dopotutto l’IVA l’ho già pagata sulla macchina che ho comprato; poi perchè pagare una tassa sui cavalli in più se pago già sul carburante che ci metto e se ci voglio fare un giretto la domenica non mi dovrebbe costare come avere un jet privato: se non giro perchè devo pagare, non inquino nemmeno; terzo perchè se ho due auto devo pagare due assicurazioni, non posso guidare certo due auto o un auto e una moto contemporaneamente. Queste sono le semplificazioni che uno stato dovrebbe fare per ritenersi moderno e al passo con i tempi e sostituirsi ad uno stato vampiro che grazie all’inefficienza di alcuni deve fare pagare le tasse alla gente onesta.
Negli anni ’80 lo slogan della Canadian Pacific, linea di treni che univa le due coste situate sui 2 oceani era Le 3 R
ridurre
riciclo
riuso
Nel delirio consumistico successivo, quando a parlare di certi principi si rischiava la gogna mediatica, certe buone abitudini sono stati abbandonate, finalmente si è tornati ad un utilizzo più saggio. Senza tornare ai cappotti rovesciati, barba una volta alla settimana per risparmiare, camicie con colletti e polsini staccabili che venivano lavati, mentre il corpo della camicia si teneva addosso per diversi giorni. La moda esagerata, il continuo sfornare collezioni ogni 15 gg, ha un impatto elevatissimo sull’ambiente, finalmente ce ne siamo accorti. Purtroppo l’uso delle auto solo per il periodo necessario, senza proprietà, deve essere regolamentato, come quello dei monopattini elettrici, sai quanto ne hanno recuperati dal fondo del porto di Marsiglia o dei Navigli di Milano!