Home Scenari Arval Italia, barra dritta sulla transizione elettrica

Arval Italia, barra dritta sulla transizione elettrica

8
arval italia
Gli Arval Store, punto di forza di Arval Italia

Arval Italia tiene la barra dritta sugli ambiziosi obiettivi di sostenibilità della flotta. E non cambia la sua strategia “elettrica” che prevede un forte incremento della quota di BEV anche in Italia «benchè il nostro Paese non sia quello ideale, in questo momento» dice il Direttore generale Dario Casiraghi presentando il bilancio 2023 e le strategie per il prossimo triennio.

arval Italia
Dario Casiraghi, direttore generale di Arval Italia

Retromarcia sulle BEV? No, valore residuo e costi di riparazione “non sono un problema”

Il colosso del noleggio a lungo termine che fa capo al Gruppo BNP Paribas, quindi, non condivide il “riposizionamento” di altri protagonisti internazionali del settore (Hertz e Sixt), preoccupati per il crollo del valore residuo atteso delle vetture elettriche usate e per i maggiori costi di riparazione. «Non abbiamo ancora dati statisticamente significativi sul valore residuo dell’usato elettrico  – argomenta Casiraghi – ma siamo convinti che una strategia attenta di asset management sui veicoli a fine noleggio possa minimizzare l’impatto di una eventuale iper svalutazione».

Un esempio? L’utilizzo delle auto a fine noleggio nella flotta di 10.000 vetture del servizio Flex (25 mesi, con la possibilità di cambiare veicolo e durata del noleggio). Oppure, con AutoSelect, l’offerta di veicoli ex noleggio certificati. E infine, con Arval Release,  la possibilità di noleggio a medio termine o leasing di veicoli usati.

Quanto ai costi di riparazione, Casiraghi sottolinea l’attenzione  di Arval alla propria rete di assistenza e manutenzione. «Hertz e Sixt (i due colossi del noleggio a breve termine che hanno ridimensionato i loro piani elettrici n.d.r.)  fanno un altro mestiere. La nostra politica di inflottamento è più chirurgica e la nostra rete di officine specializzate è enorme. Quindi non avvertiamo il problema».

arval italia
Marco Pigozzi, Direttore marketing e Digital i Arval Italia, ha presentato la gamma di servizi offerta ai clienti Arval

Più 30% le BEV nella flotta di Arval Italia

Nel 2023 Arval Italia ha aumentato la sua flotta del 6,9% a 264.740 veicoli nonostante «condizioni difficili per l’approvvigionamento del nuovo, il caro-tassi e l’aumento dei prezzi – commenta Casiraghi – che abbiamo assorbito aggiungendo servizi supplementari e adottando processi più lineari, quindi mantenendo la redditività necessaria ad alimentare nuovi investimenti».

I veicoli elettrici sono aumentati del 30%, quelli ibridi plug-in del 29% taccando nel complesso il 20% della flotta. I clienti in Italia sono 70.000, per metà privati e per metà aziende, i collaboratori 1.200. Risultati, commenta Casiraghi, che «esprimono solidità e dinamismo».

A livello di Gruppo (29 Paesi serviti, 300.000 clienti, 8.400 collaboratori) i veicoli sono 1,7 milioni, 166.363 dei quali BEV (+85%). Questo ha contribuito ad abbattere l’impronta di carbonio della flotta del 35%. E l’obiettivo è arrivare a 350.000 veicoli 100% elettrici nel triennio.

Per centrare target così ambiziosi anche nel “problematico” mercato italiano Arval sta mettendo in campo tutta la sua creatività.

Amplierà da 6 a 10 i suoi Arval Store dove garantisce consulenza ai clienti sull’utilizzo delle BEV e sull’ecosistema elettrico in generale. Offre inoltre l’intera gamma dei suoi prodotti e servizi sia per privati (retail) sia per le flotte aziendali (corporate). Si va dalla dotazione dell’energy card per la ricarica pubblica, al supporto per l’installazione dell’infrastruttura di ricarica privata.

La filosofia Arval: NLT è una rendita, non una vendita

Anche le partnership “white label” siglate con alcuni costruttori – da ultimo Polestar, MG Motor e BYD che si aggiungono a Volvo, Hyundai, KIA e Mazda – dimostrano l’attenzione per le case più orientate all’elettrico. Senza pregiudizi verso i brand cinesi, che secondo Casiraghi «hanno raggiunto eccellenti livelli di qualità e affidabilità, soprattutto nell’hardware».

Il noleggio a lungo termine, questo il messaggio di Arval Italia ai clienti, «non è una vendita, ma una rendita». Ecco perché la transizione elettrica rappresenta una grande opportunità. Già colta dai clienti corporate medio grandi, che da quest’anno dovranno redigere un bilancio di sostenibilità (ESG). Ancora difficile da veicolare ai clienti privati e alle PMI, più legati alla mobilità convenzionale.

-Iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico-

 

Webinar
Apri commenti

8 COMMENTI

  1. come scritto da un altro utente,in germania sono calate perchè non ci sono più incentivi..cerchiamo di essere meno maliziozi o meno disfattisti quando non siamo informati…

  2. Secondo me hanno fiutato l’affare e in Arval comprano in massa (e magari “a peso”…) le Tesla e le Polestar di Hertz e Sixt… ehehehe (scherzo)

  3. A giudicare da quello che sta succedendo in Germania con un -54.9% di auto elettriche vendute non mi sembra una scelta molto prudente…

  4. Infatti io non capisco perchè pensino soprattutto al valore residuo (le altre) dato che il core business è nel noleggio quindi un costo mensile dove ci guadagnano. Non è detto che dopo 3/4 anni debbano per forza rivenderle ma potrebbero anche noleggiarle di nuovo a prezzi più bassi dato che sono auto seminuove.

    • giusto. senza contare che possono anche reimmatricolarle in mercati più favorevoli e maturi, dove la paranoia dei “1000 km senza soste” non esiste, visto che Arval non è presente solo in Italia.

Rispondi