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A bordo di Grimaldi, sulla nave a emissioni zero (in porto)

Grimaldi nautica elettrica

Siamo sul ponte della nave Eco Catania della compagnia Grimaldi e si vede del fumo intorno, ma non è un (brutto) prodotto dell’imbarcazione dove siamo ospiti. In questa Ro-Ro hybrid, in sosta a Ravenna, quando si è in porto i gruppi elettrogeni sono spenti. Basta schiacciare un pulsante e in un attimo è pronta all’uso l’energia silenziosa e pulita del pacco batteria. Niente fumo ed emissioni velenose. 

Il costo sanitario, economico e sociale delle emissioni

Si parla tanto, giustamente, dell’impatto globale delle emissioni nocive generate dal trasporto, ma spesso si sottovaluta la loro incidenza a livello locale. Oltre ai cambiamenti climatici e l’innalzamento della temperatura del pianeta le emissioni provocano gravi danni sullo stato di salute dei cittadini.  A iniziare dai più fragili. Lo hanno ricordato nei giorni scorsi 14mila pediatri italiani, attraverso le loro associazioni, che hanno scritto una lettera, corredata da uno studio, a tutti i  sindaci affinché si intervenga con politiche concrete nel contrastare l’inquinamento atmosferico.

Nel documento scientifico i medici sottolineano: “L’approccio più efficace ed efficiente per proteggere la salute pubblica dagli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico è quello di ridurre le concentrazioni di inquinanti nell’ambiente attraverso il controllo delle emissioni“.

Interventi di prevenzione su strada, si latita fronte mare

Sul fronte stradale sono attivi tanti progetti pubblici – dalle Ztl alle zone 30 – e ci sono tanti  investimenti (ma non bastano)- dalle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici alle piste ciclabili – mentre sul fronte marino si vede poco o niente.

Una protesta del comitato No Fumi di Genova

Eppure dal 2030 – prima ancora del fatidico 2035 quando è prevista la fine della produzione dei motori termici per le auto – nei porti più grandi le navi in porto dovranno essere alimentate da terra con l’energia elettrica secondo la tecnologia del Cold ironing. Ben 700 milioni di euro dei fondi del Pnrr sono destinati all’elettrificazione delle banchine. Lo scenario è chiaro, ma ad oggi le zero emissioni in porto in Italia sono assicurate solo da Grimaldi, nonostante numerosi studi e rapporti internazionali e nazionali sottolineano la gravità dell’inquinamento atmosferico da “mare” nelle città portuali. Non è una casualità che nei porti di Genova, La Spezia, Napoli, Ancona e altri scali siano presenti comitati cittadini che chiedono di liberare l’aria dai fumi e dall’inquinamento acustico dei motori termici e dei generatori. In alcuni porti le emissioni neanche si misurano.

Zero emissioni in porto con Eco Catania

Siamo saliti su Eco Catania per capire il funzionamento delle uniche navi a emissioni zero, almeno in porto, presenti nel Mediterraneo. La flotta di Grimaldi conta 12 unità ibride dotate di batterie, pannelli solari e predisposizione per l’alimentazione da terra. Più nel dettaglio il pacco batteria ha una capacità da 5MWh più 350 metri quadri di pannelli solari.

L’energy pack su Eco Catania della Grimaldi

Ci ha accolto a bordo della nave ormeggiata a Ravenna  il comandante Fabrizio Compagno: “Operiamo sulla rotta Ravenna, Brindisi, Catania e oggi quando siamo arrivati abbiamo la tecnologia che ci permette la sosta in porto a emissioni zero. Una caratteristica centrale di queste unità e ci differenzia da tutte le altre flotte nel mondo. Siamo autosufficienti grazie all’energia accumulata nelle batterie“.

A sx Gianpaolo Grieco e a dx il comandante Fabrizio Compagno

Gli aspetti più tecnici ci vengono spiegati dal direttore della sala macchine Gianpaolo Grieco con cui entriamo due volte nell’ambiente  dove sono collocati i motori: in modalità elettrica, in questo caso quasi regna il silenzio, e in modalità termica con un trambusto che non aiuta la comunicazione e soprattutto non è la soluzione migliore per la salute dei lavoratori marittimi.

Integrano la produzione di energia rinnovabile i pannelli della Eco Catania

La ricarica delle batterie in navigazione con il surplus di energia

Vediamo i numeri: “Abbiamo due energy pack da 2,5 MWh ciascuno per un totale di 5 che garantiscono l’autosufficienza energetica in porto durante le fasi commerciali nella nave. Energia che si può utilizzare anche in fase di manovra“. Come si caricano le batterie? “Durante la navigazione grazie agli shaft generators sfruttando la rotazione degli assi principali”. Un dato importante perchè si utilizza energia che andrebbe dispersa e in questo caso viene recuperata e utilizzata per ricaricare le batterie.

L’autonomia?Con un carico normale siamo sulle otto ore, ma possiamo arrivare a 10 con la modalità eco. Praticamente per la maggior parte delle utenze, quelle meno essenziali, si fanno diminuire i consumi e aumenta l’autonomia“. Con questo sistema ci spiega il direttore Greco: “Non si usano in porto i gruppi elettrogeni alimentati da idrocarburi. Le emissioni sono pari a zero e si abbatte l’inquinamento acustico“. Questo il risultato buono per la salute dei cittadini.

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