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7 consigli al volo su come guidare una EV

7 consigli al volo su come si guida un’auto elettrica. Capita sempre più spesso, che le aziende adottino le EV come veicoli aziendali. Senza però saper fornire ai collaboratori le prime informazioni utili per guidarle, quelle di “sopravvivenza”. Ma anche tra i privati che acquistano un’elettrica a volte c’è chi è del tutto impreparato e molte cose finisce per impararle strada facendo. Urge un ripasso!

7 consigli al volo / Non curarti troppo dei km di autonomia indicati dall’auto (1)

Si tratta del tristemente famoso “indovinometro“. Così battezzato dai pionieri dei viaggi in elettrico, vista la connaturata limitata affidabilità. Ma non potrebbe essere diversamente. I costruttori si ostinano a riportare questo valore nel display dell’auto. Valore dei km di autonomia residua che viene calcolato moltiplicando il numero di kWh  di carica della batteria per il consumo (espresso in km/kWh). Ma come consumo viene preso a parametro quello che hai avuto negli ultimi km percorsi. E questo ovviamente può rendere il dato dell’autonomia residua altamente inaffidabile. Se per esempio abbiamo appena percorso 200 km in autostrada ai 130 e con il riscaldamento acceso, l’indovinometro indicherà un’autonomia residua molto bassa. Perché presupporrà che continuiamo a fare lo stesso. Ma se nel frattempo la temperatura è mite e ci spostiamo in città, gli effettivi km residui potranno essere molti di più di quelli indicati (fino a tre volte di più). Naturalmente vale anche il contrario. Per questo motivo abituiamoci a guardare più alla percentuale di batteria che ai km residui. Familiarizzando con i veri consumi.

Sul display tutte le info utili, senza farti ossessionare.

7 consigli al volo / Familiarizza con kWh e consumi, ma senza farti ossessionare (2)

Una volta che sappiamo che l’auto ha, ad esempio, consumi medi di circa 14 kWh/100km in città, 16 kWh/100km sull’extraurbani e 20 kWh/100km in autostrada, saremo a cavallo. Tieni conto che l’auto elettrica, così come un’auto endotermica, varia il suo consumo in funzione di stile di guida, velocità, dislivello, carico a bordo, temperatura. Non ha senso quindi prendere a parametro l’autonomia nel ciclo WLTP dichiarata dal costruttore. L’altro dato importante da conoscere è quello relativo ai kWh della batteria (la sua capacità espressa in kWh). Se la batteria è ad esempio da 60 kWh, dividendo per i consumi, sapremo, in linea di massima, quanta strada potremo percorrere. 60 / 14 = 4,3 – 4,3 * 100 = 430 km. In città potremo percorrere circa 430 km. In autostrada solo circa 300. E’ necessario tenere anche conto del fatto che i consumi sono un po’ superiori in inverno.

Se ad esempio percorriamo 100 km al giorno, consumando 20 kWh/100km, e ricarichiamo a casa durante la notte a una potenza massima di 2 kW, dobbiamo assicurarci di poterlo fare per almeno 10 ore. Stiamo a casa solo per 5 ore a notte? Avremo bisogno allora di ricaricare ad almeno 4 kW .

Ricarica quando l’auto sarebbe comunque parcheggiata (3)

Le colonnine di ricarica FAST e ultra FAST, le più potenti, sono pensate (almeno a oggi) per i viaggi lunghi.  Percorsi che vanno oltre l’autonomia dell’auto. E non per essere utilizzate come l’equivalente di un distributore di gasolio. Questo tipo di ricarica mette sotto stress la batteria, e il suo utilizzo ripetuto la deteriora. Pertanto i costruttori stessi consigliano di limitare l’utilizzo ai casi in cui non ci sono alternative. Inoltre anche i costi a kWh sono superiori. E, in ogni caso, anche se presso le ultra FAST la ricarica può essere davvero molto rapida (nella maggior parte dei casi di meno di 30 minuti per raggiungere l’80%) ci costringe comunque a dedicare tempo al rifornimento. Cosa che, nella maggior parte dei casi, si può evitare. L’auto elettrica, quando possibile, va ricaricata nei momenti nei quali sarebbe comunque parcheggiata. Solo così potremmo trarne il meglio. Generalmente di notte a casa, sfruttando per di più la tariffa bioraria, in tutta comodità. E annullando il tempo percepito di ricarica ridotto ai pochi secondi necessari a collegare la spina.

Procurati una tessera o un keyfob per la ricarica pubblica (4)

Qualcuno potrebbe illudersi che, se ha una wallbox a casa e/o sul lavoro, questo sia sufficiente. In molti casi lo è, dipende dal tipo di utilizzo dell’auto. E c’è chi percorre decine di migliaia di km all’anno senza mai utilizzare una colonnina pubblica. Ma la prima volta in cui porterai la tua elettrica fuori dai percorsi abituali per un numero di km superiore a quello della sua autonomia, avrai gioco forza bisogno di ricaricarla presso una colonnina pubblica. Sia essa AC (ricarica a bassa potenza, in corrente alternata) o DC (FAST o ultra FAST, in corrente continua). E dovrai essere preparato. Nulla di complicato. Ma alle colonnine non si paga (quasi mai) con carta di credito o contanti. Serve un’app (ce ne sono molte che permettono di ricaricare su circuiti diversi, come ad esempio EvWay o NextCharge, previa registrazione sull’app di una carta di credito). O una tessera: molti operatori offrono tessere pre o post pagate e hanno accordi di roaming che permettono di utilizzarle presso la quasi totalità dei circuiti.

Sei a corto di energia? Se solo rallenti un po’… (5)

Nella stragrande maggioranza dei casi, se ti accorgi di essere a corto di energia, ridurre la velocità sarà sufficiente per portarti a destinazione. Senza bisogno di soste di ricarica. Ovviamente questo non significa che l’autonomia dell’auto è infinita. Ma considera che viaggiare a 130 km/h in autostrada può richiedere anche il doppio dell’energia necessaria per viaggiare in città. Significa che puoi facilmente veder raddoppiare l’autonomia residua indicata dall’ “indovinometro” semplicemente riducendo la velocità. In caso di necessità, si intende. Tieni conto che la maggior parte delle moderne elettriche ha oggi un range reale di almeno 200/250 km nelle condizioni peggiori. Non poco. Esiste un’app, che funziona in abbinamento ad un dongle che si collega alla porta OBD dell’auto e permette di sfruttare fino all’ultimo Wh disponibile. Si imposta la destinazione, si sceglie la strategia di viaggio (se ad esempio prediligi il minor tempo di percorrenza) e si seguono le indicazioni. L’app si chiama PCC (Power Cruise Control), affidabile al 100%.

Scarica sul telefonino l’app dell’auto: tutto sotto controllo (6)

Tutti i costruttori mettono a disposizione dei propri clienti un’app, che costituisce di fatto una versione mobile del monitor di bordo dell’auto. Molto più semplificata, consente comunque di visualizzare le informazioni base dell’auto (come stato di carica, km di autonomia) e di avviare, bloccare, programmare la ricarica. Oltre ad esempio a controllare la climatizzazione. Preclimatizzare l’abitacolo ad esempio risulta molto utile per ottimizzare i consumi prima di un viaggio. Scaricala immediatamente e tienila sempre a portata di click. Ti sarà estremamente utile.

7 consigli al volo / I viaggi lunghi si pianificano per tempo (7)

I sistemi di infotainment delle moderne elettriche permettono di programmare gli spostamenti tenendo conto delle eventuali soste per la ricarica. Qualcuno lo fa meglio, altri peggio. Ad oggi il miglior sistema di pianificazione on-board è quello di Tesla, perfettamente integrato con la rete dei Supercharger e pertanto estremamente affidabile. Il problema degli altri sistemi non è tanto quello di non saper calcolare quanto consumerà l’auto per raggiungere un certo luogo. Questo lo fanno tutti piuttosto bene. Ma piuttosto quello di dover basare le ricariche FAST dei propri utenti su una moltitudine di reti di ricarica diverse. Senza poter accedere in tempo reale a tutte le informazioni relative (come la disponibilità o alle volte la stessa esistenza). Per questo motivo, se non ci si sposta a bordo di una Tesla, a oggi è consigliabile sapere in anticipo dove si ricaricherà nel corso di un viaggio. Preferendo stazioni di ricarica a 4 o 6 stalli. In modo da essere certi di poter ricaricare e ripartire senza grosse attese. Un eccellente sistema di pianificazione è ABRP.

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