La britannica White Motorcycle Concepts (qui il sito) ha presentato un rivoluzionario prototipo di moto elettrica “col buco” aerodinamico che l’anno prossimo tenterà di battere il record mondiale di velocità su terra. Il record (408 km/h) è ora detenuto da Max Biaggi a bordo del prototipo Voxan Wattman. Sarà lo stesso fondatore e amministratore delegato dell’azienda Rob White a pilotarla.
Con V-Air l’aerodinamica migliora del 70%
Il dimostratore ad alta velocità WMC250EV, nato da un’idea di White, è in lavorazione da più di due anni e rappresenta il tentativo di introdurre un’innovazione cruciale nell’evoluzione delle motociclette. Il nuovo concetto riguara il sistema a resistenza aerodinamica ultra bassa chiamato V-Air. La moto elettrica presenta infatti un ampio condotto centrale che spinge l’aria attraverso il veicolo, anziché attorno ad esso. V-Air ridurrebbe la resistenza aerodinamica della WMC250EV fino al 70% secondo i risultati dei test nella galleria del vento.
Effetto Venturi per la moto “col buco”
Sfruttando l’effetto Venturi, il condotto aumenta anche di cinque volte il carico assiale sulla parte anteriore della motocicletta consentendo al WMC250EV di utilizzare due unità motore D-Drive da 20 kW di potenza alla ruota anteriore, in grado di sfruttare al meglio l’energia nella frenata rigenerativa. Infine, la moto è dotata di un esclusivo sistema di trasmissione finale F-Drive che aumenta la potenza complessiva fino a 100 kW e migliora l’efficienza. Le parti meccaniche e la batteria sono collocate sotto il tunnell centrale, garantendo un baricentro estrememente basso.
Tutte le innovazioni sono già state brevettate nel Regno Unito e a breve anche in Europa, Stati Uniti e Giappone. Applicate ai veicoli commerciali da strada potrebbero ridurre notevolmente i consumi, aumentare l’autonomia e abbattere le emissioni di CO2. .
White, che ha più di 25 anni di esperienza nel motorsport a livello mondiale, tra cui Formula 1 e Le Mans, concepì la sua idea di V-Air sei anni fa. Dopo aver creato WMC nel 2019 con base nel Northamptonshire, centro globale dell’eccellenza nel motorsport, White ha iniziato a sviluppare il dimostratore ad alta velocità WMC250EV, partendo da una struttura interamente in fibra di carbonio.
Obiettivo: portare su strada le moto “col buco” V-Air
Il sistema V.Air può avere un enorme impatto sull’efficienza energetica dei veicoli. Afferma White: «Sebbene questa tecnologia ti permetta di andare più veloce, ti permette anche di andare molto più lontano con la stessa quantità di energia. Questo ha un vantaggio diretto e tangibile sulla riduzione della CO2. Idee rivoluzionarie come questa sono rare e, se hanno successo, hanno il potenziale per rivoluzionare il settore». Infatti WMC sta già lavorando a uno scooter ibrido a tre ruote da 300 cc denominato il WMC300FR. Include la tecnologia V-Air e riduce la resistenza del 25%. Ciò equivale a un miglioramento del 18% nell’efficienza del carburante, dai soli miglioramenti aerodinamici e, se abbinato a un piccolo sistema ibrido, migliora le prestazioni fino a raggiungere i livelli di 500 cc, ma con il 50% in meno di emissioni di CO2.
Due anni di studio per battere il record di Biaggi
Il programma del record di velocità su terra prevede un tentativo entro il 2022 per battere l’Electric Semi Streamliner World Record. Anche in questa particolare categoria il detentore è Max Biaggi con Voxan, che ha raggiunto 366,94 km/h. Il record assoluto per veicoli a due ruote è detenuto da Ralph Hudson con la Suzuki GSXR-1000 termica a 479.849 km/h.
«Le ambizioni dell’azienda sono grandi _ sostiene White _ e miriamo a produrre costantemente ingegneria di alto livello con al centro la responsabilità ambientale, riducendo le emissioni di carbonio in tutto il mercato motociclistico, dalla progettazione e produzione fino all’uso finale».
La WMC250EV è spinta da quattro motori elettrici della tedesca Hacker: due motori da 20 kW nella ruota anteriore e due brushless da 30 kW che alimentano quella posteriore per mezzo di una trasmissione a catena completamente rinchiusa nel forcellone posteriore in alluminio, con sistema di recupero olio per mantenerla costantemente lubrificata. Tutto ciò la rende di fatto una moto a trazione integrale, con a disposizione una cavalleria totale di 100 kW.
Le caratteristiche tecniche
Il telaio in alluminio contiene il pacco batteria e fornisce un collegamento diretto con il forcellone anteriore in acciaio con sterzo a mozzo. Ad entrambe le estremità, la sospensione fa affidamento anche su un mono-ammortizzatore Multimatic mentre i freni si compongono di dischi EBC (una coppia da 340 mm all’anteriore e uno da 310 al posteriore) e pinze Hel. I cerchi in alluminio da 17″ sono stati appositamente realizzati per questo progetto da Dymag e dotati di pneumatici slick della Pirelli (120/70 davanti; 180/55 dietro).
Non c’è molto da dire. Complimenti per l’idea. Che resta una idea e basta, a mio modo di vedere.
Anche negli anni ’60 furono stabiliti record di efficienza aerodinamica che non trovarono alcuna applicazione reale.
La resistenza all’aria diventa un “problema” a velocità elevate. Nella realtà comune non so dove mai potremmo sfrecciare a velocità alle quali è possibile sfruttare l’effetto venturi o la minor resistenza all’aria.
Oltretutto quello delle moto è certamente il segmento che ha meno speranze di applicazioni per utilizzo quotidiano.
Bellissimo esercizio, ma non vedo il vero nesso con la minore emissione di CO2.