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Vi piacerebbe una Vespa 98 elettrica fatta così?

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Un designer a  tutto può resistere tranne che alla tentazione di reinventare una moto elettrica. Soprattutto quando il tema c’è già ed è una hit, come la Vespa 98. Proprio la capofamiglia, uscita nell’immediato dopoguerra e battezzata con la cilindrata dell’esordio, 98 cc. E il risultato può essere anche sontuoso.

Vespa 98 elettrica, dall’India con amore

Gregory Peck e Audrey Hepburn in una celeberrima scena del film Vacanze romane

I ragazzi indiani di Mightyseed Designs, per esempio, sono perfettamente riusciti a proiettare nel futuro le linee retrò della protagonista di “Vancaze romane”.  E, soddisfatti del risultato, l’hanno anche realizzata  in un concept che sta facendo il giro del mondo.  Meritatamente. 

Mantenendo il nome e il DNA originale, Mightyseed ha dato infatti a Vespa 98 nuove versione elementi fortemente caratterizzanti e una linea terribilmente moderna. Non sarebbe male, insomma, vederla realizzata negli stabilimenti di Pontedera. O più probabilmente in India.

Il mix perfetto di vintage e contemporaneità

Il richiamo all’originale è evidentissimo. Tuttavia alcune caratteristiche la proiettano perfino oltre il presente. Per esempio il manubrio, che nel classico anni 50 era leggermente ricurvo e qui è diventato una barra dritta come un manico di scopa. Mancano gli specchietti retrovisori poichè la visione posteriore è affidata a un dispay lidar che mostra quel che avviene alle spalle del conducente e lo avvisa perfino dell’imminente pericolo. Nella voluminosa pancia posteriore omaggio all’antenata trova posto un capiente vano, quasi che lo scooter fosse pensato per una vacanza vera e propria e non solo per la mobilità urbana. L’altra particolarità è il parafango anteriore avvolgente su cui è collocato un originale faro led orrizzontale.

 

Per il resto si sa solo che motore e batteria sono anch’essi alloggiati nella pancia posteriore (e dove sennò?) e l’accumulatore è agli ioni di litio da 30 Ah. Ma di fronte a tanta creatività non è certo qualche chilometro in più o in meno di velocità o di autonomia a fare la differenza. Vedremo se arriverà mai nelle strade, almeno quelle indiane, e chi lo vorrà produrre.

La Vespa 98 elettrica all’italiana? Vespampère

Vespampére di Iacchetti

Ma quanto a creatività nemmeno gli italiani si sono tirati indietro. Ispirandosi sempre alla Vespa 98 del 1946 il designer Giulio Iacchetti ha immaginato la sua Vespampère. Iacchetti, come Mightyseed, mantiene l’inconfondibile design arrotondato ma sfrutta le potenzialità della trazione elettrica per snellire le forme, assottigliando le scocche laterali. In questo modo il veicolo appare più leggero rispetto alle ultime generazioni di Vespa.

Il capolavoro di una star: Giluio Iacchetti

Vespampère elimina tutti gli elementi superflui e bada all’essenziale. Conserva però il classico faro tondo, che essendo a LED riesce ad ospitare anche un alloggiamento per lo smartphone dal quale si gestiscono, con un app, tutte le funzionalità del mezzo. Comserva  anche gli specchietti retrovisori nei quali integra gli indicatori di direzione.  Giulio Iacchetti    é uno dei più noti industrial design italiani, già Compasso d’oro e autore di oggetti iconici per i marchi più affermati del made in Italy.

In un’intervista a Icon Design rivela di essere un «possessore orgoglioso di una PX 150» e di aver sempre convissuto con «questa presenza così simile a una compagna di viaggio connessa a volti, esperienze, scelte, amori, patimenti».

“Ha gettato un seme, spero che la terra sia fertile”

giulio Iacchetti

 Così, Giulio Iacchetti si è messo al lavoro, pur in assenza di una committenza: «Sono partito dal primo modello, da ciò che rese straordinario quel debutto. Leggerezza, dinamismo delle linee, una vera e propria molla caricata» racconta.  L’esito: una meraviglia a fondo perduto. «Credo sia un po’ come gettare un seme sperando che cada su una terra fertile. Sarebbe bello innescare un dibattito, scambiare idee, aprire una finestra nelle stanze chiuse del car design». «Ho imparato _ conclude _ che ogni dubbio serve, allarga l’orizzonte, moltiplica le risorse. E la Vespa, in quanto pensiero radicale libero, è una fonte meravigliosa per provare a confrontarsi, abbinando passione e tecnologia moderna».

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4 COMMENTI

  1. Sinceramente lo stile retrò mi ha un po’ stufato. Sia auto che moto. Però capisco che inventare sempre forme nuove non è facile ma l’avvento dell’elettrico dovrebbe aiutare i designer dato che molti vincoli del termico vengono a mancare.

  2. direi bellissima … se la producessero ad un costo umano la comprerei … mi basterebbe facesse gli 80km/h e avesse 120km di autonomia reale

  3. Mightyseed ha riproposto il design inimitabile di Corradino D’Ascanio diventato un mito eterno con Vacanze Romane.
    C’è solo da sperare che il Dott. Roberto Colaninno presto abdichi in favore del figlio secondogenito Michele, l’unico in grado di rilasciare il gruppo Piaggio ai massimi livelli internazionali.
    Se il buongiorno si vede dal mattino, Michele Colaninno è proiettato decisamente verso il futuro, lo ha dimostrato fondando Piaggio Fast Forward, il ‘laboratorio di idee’ con sede a Boston, nel Massachusetts, che punta a sviluppare soluzioni di mobilità innovative e connesse.
    È venuto il momento per il patriarca Roberto di cedere il passo al figlio secondogenito.
    Michele ne ha di più e Piaggio, Moto Guzzi, Aprilia e Laverda hanno bisogno di Michele Colaninno per rilanciarsi internazionalmente come meritano.

  4. Sarà la Piaggio in grado di imboccare la strada della transizione energetica o continuerà imperterrita nonostante i tempi che cambiano, senza rendersi conto che sia facendo correre rischi non giustificati alla durata della sua attività, forte del fatto che è riuscita a punire senza rappresaglie per diversi decenni tutti coloro che si sono indirizzati verso questa transizione?

    Non si costruisce una transizione con un solo modello elettrico, ma con un intera gamma, sulla falsariga delle le sue gamme termiche

    Queste due proposte sono l’illustrazione della strada da seguire

    Legeremmo nella stampa nei prossimi anni il risultato della loro strategia attuale di entrare tardi in curva

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