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Una vita a ostacoli: è questa l’auto elettrica?

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Tre colonnine su tre visitate a Modena: due fuori servizio e questa addirittura spenta e in pessime condizioni.

Una vita a ostacoli: è questa l’auto elettrica? Una piccola esperienza personale per spiegare quanti inciampi pratici ci sono ancora per chi guida EV.

una vita a ostacoli
RICARICA 1 / Viale Trento Trieste, “out of order”, fuori servizio.

Una vita a ostacoli: mai dire ricarica…

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RICARICA 2 / Viale Nicola Fabrizi, “out of order”, fuori servizio

Dovendo partire per un viaggio, nel pomeriggio, ho pensato bene di portare l’auto a una colonnina di buon mattino per sbrigare tutte le mie faccende durante la ricarica. Premesso: vivo a Modena, in una zona che ha fama di avere servizi degni della Svizzera. Arrivo alla prima colonnina Hera, in viale Trento Trieste e mi trovo sul display la scritta out of service, fuori servizio. Da notare è stata installata da poco, ma per la verità è spesso non funzionante. Poco male, penso: non lontano da qui ce n’è una che funziona quasi sempre, in viale Nicola Fabrizi,  un passo dalla casa in cui visse e morì Enzo Ferrari. Arrivo pronto a estrarre i cavi, ma mi trovo davanti alla solita, sconsolante scritta out of service. L’irritazione comincia a salire, tutto sommato ho a casa una seconda auto termica, potrei usare quella. Ma a me piace andare in elettrico e non desisto.

una vita a ostacoli
RICARICA 3 / Piazzale Risorgmento: questa è proprio spenta.

A Modena colonnine spente o “out of service”…

Ancora uno sforzo e arrivo in Largo Risorgimento. Impossibile che non funzioni, mi dico, è la madre di tutte le colonnine installate da Hera a Modena, inaugurata dal sindaco Giancarlo Muzzarelli nel marzo 2019. Fu l’avvio di un piano per installare 30 colonnine, tutte alimentate da rinnovabili. “Modena sarà pronta per la nuova sfida“, fu detto con una certa enfasi. Peccato che la colonnina sia desolatamente spenta, neanche out of service, e dannatamente sporca. Morale della favola: sono passati 4 lunghi anni, le colonnine ci sono, ma sono troppo spesso fuori servizio. E chi, come il sottoscritto, ha un abbonamento per ricaricare con un tot di kWh prepagati, non è messo in condizione di usufruirne. Giustamente in una lettera pubblicata il 1° luglio un lettore, Alessandro, ci faceva notare che “uno non vive in funzione dell’auto”. E ricaricare dovrebbe essere semplice come fare benzina. Ma si ha l’impressione che ad alcune grandi utility, in questo caso Hera, importi poco e non considerino la ricarica elettrica un servizio degno di essere curato. Un capriccio per ricchi, anche se nel mio caso si tratta di una piccola Zoe…


  • Italia meglio della Norvegia per numero di colonnine? Sì, ma poi devono funzionare…Il VIDEO di Paolo Mariano

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59 COMMENTI

  1. Andarwvi aeroporto è ncora un percorso a ostacoli: vi racconto la mia esperienza. due settimane fa dovevo raggiungere Barcellona con un volo da Malpensa.
    sentite cosa mi è capitato. arrivo in aeroporto e mi dicono che l’auto la devo lasciare in un parcheggio. non sapevo che era meglio prenotarlo prima. persontempo a cercarlo all’ultimo. Entro finalmente al terminal 1 e vado a comorare il biglietto al banco Ryanair. coda. pagato caro. non sapevo che era meglio comprarlo un paio di mesi prima online. lo avrei pagato mebo della metà. arrivo al gate e mi dicono che il trolley è fuori misure consenttite. e me lo imbarcano cin sovrapprezzo. non sapevo che divevo rispettare perso e misure….
    In realtà questo è stato solo un incubo…mi sveglio e con gioia mi ricordo che a Barcellona ci sono davvero stato 2 settimane fa. con la mia skoda enyaq 60. 2500 km andata e ritorno con 3 cariche ionity dopo partenza carico al 100 da casa. spendendo 120 euro totali. (a conferma della buona fede di quello che scrivo se la redazione me lo chiede invio foto e fattura ricariche powerpass skoda a 35 cent al kw).
    dopo croazia, francia,, germania, Austria adesso aggiungo anche Barcellona ai viaggi in elettrico no problem. ad agosto tunnel della manica e giro tutto il sud Inghilterra. a proposito già registrata la mia targa per accesso gratis a Londra (low emission zone). in sintesi ma che cavolo significa evidenziare semprw solo i problemi causati da scarsa capacità organizzativa ? il futuro è smart. il futuro è green. il futuro è di chi sa usare le app senza fare il lagnoso. ps ho 50 anni non 25. ciao

  2. Ma non ho capito perchè non controllare prima lo stato dlele colonnine sull’app. O l’app le dava funzionanti?

  3. NO. LA VITA IN ELETTRICO NON E’ A OSTACOLI.
    Gli ostacoli li troviamo sempre, sta a noi affrontarli programmando i nostri viaggi e la nostra ricarica.
    Tutto ciò comporta che ci si prepari sempre e comunque agli inconvenienti.
    Sabato dovevo partire per il mare in giornata e sapevo già dove trovare le colonnine. Fatto sta che al mattino la moglie cambia idea e si mette in testa di andare al sea life. Andiamo al sea life e così ne approfitto per fare la ricarica nel parcheggio di Gardaland.
    Ovviamente le colonnine a Gardaland non sono proprio in bella vista e nemmeno segnalate con cartellonistica decente. Io … comunque… che sono un rompiballe cronico … e avevo già fatto un sopralluogo la volta scorsa… la metto al posto giusto.
    Alla fine della ricarica enel x mi manda una notifica … eeeee… alla fine pago 1 euro e 90 per sosta prolungata…
    … VABBE”’ … è comunque illogico che uno esca dal parco … che non è proprio piccolo… per andare a staccare l’auto alle 16 e 30 e poi trovare un posto libero (a quell’ora il parcheggio è praticamente pieno).
    Dunque? è una vita ad ostacoli?
    No. Pieno fatto anche per il giorno successivo e così vado al mare e torno a casa.
    A parte questo caso… andando su quello dello scrittore dell’articolo…
    Io mi farei la wallbox a casa (o una presa comandata sull’amperaggio). Le colonnine da 22 kw? servono in via marginale…. io ci carico a 9.5 kwh e per fare un pieno ci vuole mezza giornata… servono? magari sì se contestualizzate al parcheggio di Gardaland oppure al parcheggio del mare o di qualche posto dove piazzi l’auto per diverso tempo ma di notte? anche no.. non ci farei riferimento. Mi terrei quella di casa come punto propedeutico all’auto elettrica.
    Poi.. tutte quelle colonnine fuori uso.. è scandaloso. farebbe girare le palline a tutti.

  4. Cioè, fatemi capire.
    Con la termica, se trovo un distributore con carburante esaurito, o con il nastro rosso perchè stanno ricaricando, posso andare da un altro (anche di un altro marchio, incredibil vero?) e fare carburante, pagando esattamente quanto immesso nel serbatoio.

    Invece con una BEV, devo PREPAGARE un numero di kWh (che poi non so nemmeno se utilizzerò) e poi sono obbligato ad utilizzare un solo fornitore, giusto?
    Cioè, non posso andare da un altro marchio per ricaricare, a meno di non pagare un extra oltre la soglia mensile già acquistata dall’altro fornitore?

    Spiegatemi, perchè prima o poi dovrò anche io prendere una BEV.

    • I principali operatori della ricarica hanno un accordo di roaming. Quindi, con la stessa prepagata può ricaricare, alle stesse condizioni, presso quasi tutti gli altri fornitori. Faccio un esempio. Se lei ha un contratto con abbonamento mensile flat di Enel X Way potrà utilizzarlo anche nelle stazioni Be Charge, A2A, Hera, Duferco, Neogy, Free To X, Ewiva, Ionity e via dicendo.

    • Non è obbligato a prepagare…io ad esempio pago a consumo ( come era x il gasolio) usando saltuariamente le colonnine pubbliche… dipende e facendo due conti si può scegliere e anche cambiare

    • mi dispiace FRED ma purtroppo non è così a mio parere quello che tu dici è sacrosanto anche se non proprio del tutto vero infatti sentirai dire che si può cambiare etc etc ma se come vado dicendo tu potessi caricare al distributore e pagare esattamente come fai con la benzina questo ti faciliterebbe o ti dissuaderebbe dall’acquisto di una totalelettrica ?

      saluti Claudio alla mia seconda in meno di tre anni ev precisazione necessaria affinchè a nessuno possa sorgere il dubbio che io sia contrario a questa mobilità.

  5. Claudio, non è possibile mettere alcune colonnine “veloci” nei distributori di carburante, come tu chiedi. E-distribuzione, come pure gli altri operatori elettrici, ti danno al max 100 kW per le forniture in bassa tensione 230/400 V. Oltre devi passare alla cabina elettrica in media tensione 15 o 20 kV tipicamente. Con tutti gli annessi, pratiche e costi. Una cabina mediamente, costa sugli 80.000 €, vedete un po’ voi. Ed inoltre non finisce qui. Le famose infrastrutture, sono le Cabine Primarie da 50 – 100 MW, alla tensione di 132 kV, che servono, ma nessuno le vuole vicino a casa sua. Infine gli scavi per i cavi AT. Un terminale, uno, costa 300.000 €. E mi fermo.

    • Molti che vanno in elettrico pensano che l’elettricità sia come l’aria, dappertutto ed abbondante. Da tempo sto pensando di passare alle auto a batterie, ma ogni volta che faccio due conti non ne trovo mai il motivo, soprattutto economico, aldilà del piacere di guida sul quale concordo. L’avevo forse già scritto ma la comunità degli elettrciti mi ricorda la comunità Linux che frequentavo anni orsono, per loro era tutto fantaatico anche se ogni cosa era macchinosa rispetto a Windows, a distanza di dieci anni Linux lo usano 4 gatti. Penso che l’auto elettrica se non ci sarà un miglioramento incredibile sulla ricarica e sulle batterie resterà come linux

      • Non è assolutamente vero che Linux lo usano quattro gatti, infatti è in molti più dispositivi di quanto le normali persone si possano rendere conto, incluse molte auto tra cui anche le Tesla e tutti i dispositivi Android.
        Oltre a questo, l’elettricità è effettivamente ovunque, la scarsità è perlopiù creata ad arte per renderla più costosa, vedi gli obsoleti limiti di 3 kW di molti contratti domestici contro i 20+ kW dei contratti normalmente usati nel residenziale in UK.
        Questo non significa che sia tutto rose e fiori, soltanto che il gregge deve essere tenuto nel recinto il più a lungo possibile.
        Chi ha orecchie per intendere intenda.

          • Che è l’unico esempio in cui non ha avuto successo, e per tante ragioni, tra cui il fatto che di proposito alcune applicazioni desktop non sono state portate in quell’ambiente.
            Come per le auto elettriche, ci sono polli da spennare e che devono continuare a essere spennati.
            È il capolavoro è quando i polli, dopo essere stati spennati, vanno in giro a dire quanto son contenti della spennatura.
            La storia non si ripete, ma spesso fa la rima.

            P.S. e sempre O.T.: sono uno dei pochi e felici utilizzatori di Linux in ambito desktop.

          • utilizzo Linux desktop dal 2007.
            in ambiente professionale, anche.
            e non sono un informatico.

            che sia poco diffuso sui sistemi desktop è vero
            mentre non così rispetto ai server, ai dispositivi embedded e alla telefonia.
            che alla gggente piaccia per ignoranza e pigrizia mentale continuare a pagare applicazioni buggate e antivirus, antimalware e software che richiedono GByte di spazio per eseguire 3-4 cose spesso anche abbastanza banali, e sorbirsi dosi nucleari di pubblicità in ogni dove
            è altrettanto un dato di fatto.

            i polli spennati di cui parla Leonardo (R).
            buon divertimento e auguri!

            poi ogni tanto qualcuno mi chiede
            do due dritte
            lo si rivede due mesi dopo e anche lui ha visto la luce.

            bene: lìberissimi di pagare licenze inutili e avere sistemi sempre in tilt
            ma venire a dire che usare Linux è macchinoso
            ecco, è una balla e quindi anche no.

            vale lo stesso per l’elettrico:
            puoi, e non vuoi per pigrizia o ideologia?
            per me ok,
            ma almeno che non debba sorbirmi che l’elettrico non si può,
            perché è una balla

      • Linux lo usano 4 gatti?
        ah ah ah!
        e il server su cui gira questo sito che sistema operativo usa?
        ah ah ah!

        Linux macchinoso OGGI?
        ah ah ah ah ah!
        installi il sistema operativo in 20 minuti, tutte le periferiche automaticamente riconosciute, e mai più virus (quasi)
        ah ah ah ah ah

        dai, simpatico!

      • Premessa: uso esclusivamente linux anche per lavoro dal 2008 perché, se sei capace, funziona meglio degli altri sistemi operativi e, tenendo aperta una finestra del terminale, senza passare dall’interfaccia grafica si possono fare in 10 secondi operazioni che con windows richiedono programmi dedicati e 10 minuti di tempo. L’unico pc con windows in studio lo usa mia moglie.

        Chi dice che linux desktop lo si installa e funziona senza sbattimenti vuol dire che usa macchine mainstream con alta compatibilità, ma il panorama è più ampio. Scrivo da un MS surface go 2 che probabilmente è stato studiato per complicare l’installazione di linux e richiede:

        – patch al kernel;

        – compilazione dai sorgenti di un modulo per abilitare il video loopback e l’installazione di vari software per far funzionare le fotocamere etc.. E molte altre cosine.

        Tempo richiesto, se uno sa già cosa fare, almeno un’oretta. Con le mie personalizzazioni aggiuntive (script ricorsivi tipo “interruttore” per abilitare e switchare le fotocamere, blocco della rotazione dalla tastiera bypassando la password di superutente, script customizzati per montare i vari cloud con rclone etc.) circa due ore. Operazione assolutamente non alla portata di chi non abbia competenze informatiche e, ad ogni aggiornamento del kernel o di alcuni dei programmi di cui sopra, le fotocamere possono anche smettere di funzionare (e serve di nuovo la mano di un esperto, perciò un utente normale non può usare questo pc “in produzione” con linux). Ed è spesso così con i portatili cinesi che hanno touchpad particolari o con i device muniti di schermo touch appena usciti e non riconosciuti dal kernel linux, per non parlare dell’uso di penne wacom che, spesso, hanno le coordinate sottosopra. Vogliamo poi parlare dei driver delle schede Nvidia? Ho appena recuperato -gratis- per degli amici commercialisti con una distro leggera un all in one Samsung con schermo touch, su cui il fornitore di studio aveva inopinatamente installato windows 10 rendendolo un fermacarte, ed ho avuto problemini con la Gpu separata anche se era roba del 2013 che avrebbe dovuto essere ampiamente gestita da un kernel odierno.

        Ecco, tutta questa premessa è per dire che, se vuoi usarlo a tutto tondo, GNU Linux sui desktop richiede di acquisire delle competenze molto maggiori rispetto a quelle che servono a chi utilizza un pc Windows o Mac. In questo obiettivamente vedo, allo stato dell’arte, un possibile accostamento con chi guida un’elettrica che deve informarsi su dove si trovano le stazioni di ricarica (so che ci sono le app) tenere conto della tipologia delle stesse, munirsi di varie app e/o carte per il rifornimento, eventualmente fare abbonamenti a pacchetto etc. etc..

        Insomma, per andare in giro con una Bev non è necessario essere dei tecnici ma, direi, utenti c.d. “consapevoli” e, in questo, una somiglianza con chi usa linux ci può stare.

        • Ho anche io il Surface go, un ottimo tablet-pc della Microsoft e come tale il sistema Windows gira bene perché il tutto è stato ottimizzato per questo sistema operativo ma installare un sistema Linux su questo tablet-pc è come voler installare un motore a combustione su una Tesla, non è impossibile ma alquanto complicata.
          A me sembrano solo forzature inutili come chi vuole far apparire la mobilità in elettrico una cosa complicata riservata solo a pochi avventurieri.

          • Beh, le prestazioni del surface go 2, pur con una full Ubuntu (non leggerissima) sono abissalmente migliori rispetto a Windows e, comunque, il mio flusso di lavoro è ormai su linux sicché, se ci riesco, alla fine lo installo sempre:) L’esempio sul mio dispositivo era per dire che linux non è come windows in termini di semplicità di installazione su tutti i pc del mondo.

            Non penso che usare una Bev sia da pionieri: se hai il garage con una presa disponibile e non sei un hypermiler, non hai neppure bisogno di essere un utente “consapevole”. In caso contrario, se viaggi parecchio, una certa cultura su app, carte, tipi di ricarica etc. è palesemente necessaria e, in questo, un parallelismo con chi usa linux un po’ lo vedo. D’altra parte, in questo sito, spesso si rimproverano i neo-elettrici di essersi trovati in difficoltà perché sono partiti allo sbaraglio senza carte, app e così via. E mi paiono rilievi condivisibili.

    • Grazie Fabrizio ma ritengo che100kwpossano soddisfare buona parte della utenza elettrica io ho una 58 kW potrei ricaricare in 15 minuti quanto il 30 % bene il tempo di un caffè e ripartire ma con la certezza di trovare una colonnina sempre funzionante non occupata da chicchessia tutto questo non potrebbe facilitare la transizione io penso di sì

    • Vero. Non è possibile. Infatti ti propongo un’attività per scoprire la bellezza dell’impossibile. In Norvegia stanno sostituiendo progressivamente le pompe di carburante con colonnine fast e ultra fast. Vai a vederli.

      Ma tanto abbiamo i progettisti da bar qui.
      Chissà come fa Tesla con i SuC da 22 stalli con solo qualche armadio… che non deturba nemmeno la vista. Sono grossi armadi grigi o una cabina in muratura chiusa.

      • Ci sono due tipi di persone: quelli che trovano una soluzione per ogni problema e quelli che trovano un problema per ogni soluzione. 🤷

      • grazie ma non è necessario che vada a vedere ne sono assolutamente certo infatti a mio parere si tratta di un ragionamento talmente semplice che sono stupito nel non vederlo minimamente realizzato ma aggiungo non dico di sostituire le pompe (cosa che prima o poi dovranno comunque fare ) ma solo di aggiungere almeno una colonnina doppia in ogni distributore almeno in autostrada invece di gettare non so quanti soldi in migliaia di inutili e inutilizzate colonnine lente in posti improbabili probabilmente inutilizzate da anni.
        dice Fabrizio evidentemente molto più informato di me che al massimo potrebbero mettere delle 100 kw ma sarebbe fantastico con la mia da 58 kw in mezzora potri caricarla praticamente al 100% in mezzora un sigaro due chiacchiere con mia moglie 400 km ricaricati sarebbe veramente un sogno ( NORVEGESE ) Claudio

  6. Sto a Treviso e a colonnine direi che non posso lamentarmi (una 50ina nel territorio comunale a cui si aggiungono quelle dei supermercati e concessionari… e fino all’anno scorso c’erano due colonnine gratuite e i parcheggi non si pagavano visto che bisognava incentivare l’elettrico…). Vero che si può controllare se la colonnina funziona via app (che a sua volta deve funzionare o essere raggiungibile) però se vogliamo fare il paragone con le termiche, nessuno ha una app per vedere se il distributore funzioni… dovrebbe essere naturale trovare la colonnina in funzione. Inoltre, esperienza diretta, a volte l’app ti dà disponibile una colonnina che poi quando arrivi lì, è fuori servizio. Non dovrebbe accadere. Se a questo poi aggiungiamo una scarsa manutenzione… c’é sicuramente da migliorare.

  7. Mi spiace dirlo ma la realtà è una soltanto: In Italia non è tanto una questioni di numeri ma di manutenzione. E sarà sempre così. Paradossalmente l’italia avrebbe bisogna del doppio delle colonnine solo per questo motivo. Ma trovo che sia inutile proseguire il discorso tanto piove sempre sul bagnato.

  8. una domanda: fuori uso perché?
    manca la corrente?
    problema di natura fisica (rottura di un “pezzo”)?
    o molto più facilmente problemi di natura elettronica/informatica?
    eh, la tecnologia.. ti facilita la vita 😎
    quando funziona..

      • potrebbe essere che sono scadute delle concessioni e sono in attesa di rinnovo? lo stesso problema l ho riscontrato a Imola e Cesena lo scorso anno

  9. L’impressione che ho avuto è che questo resoconto dell’utente di Modena sia un “attacco” a Hera.
    Ci voleva poco a cercare colonnine di altro gestore, tanto più che poi si paga in roaming.
    L’ho visto solo io questo accanimento su Hera?

    • Accanimento su Hera? E perché mai? Quando mai abbiamo scritto altri articoli negativi su Hera per giustificare il termine “accanimento”? L’impressione che ho avuto io, invece, è che Lei non sappia che Hera ha una posizione dominante a Modena e le colonnine sono in gran parte sue. A meno di andare dall’altra parte della città per trovare una Enel X Way, aspettando lì che l’auto si ricarichi. Via…

    • Io abito appena fuori Modena e le colonnine Hera le vedo spesso in manutenzione come segnalato, non solo quelle in docate nell’articolo.
      Hera penso abbia solo colonnine in AC.
      La cosa però che non capisco sembra la mancanza di manutenzione proattiva, mi sono sempre chiesto se esista una dashbord nella control room di Hera che segnali l’indisponibilità di una colonnina o la manutenzione si attiva solo dopo segnalazione di un utente? Se una colonnina è nello stato non disponibile sono potenziali euro persi e vanifica il presunto servizio pubblico che dovrebbe essere.
      Discorso estendibile a tutti i gestori…

  10. Mi permetto di fare una tiratina di orecchie al nostro amico. Usare una delle decine di app per la ricerca colonnine prima di partire da casa? Giusto per non girare a vuoto e fare la figura dello sprovveduto come sembrano voler dipingere tutti i maggiori canali mainstream l’utente elettrico medio. Che poi il problema esista lo sappiamo tutti. Ancora poca capillarità siamo d’accordo e servizi altalenanti. Ma basta davvero poco per non trovarsi in difficoltà a meno che non lo si faccia appositamente per poi lamentarsene.

    • Io mi sento invece di difendere l’amico. Questa è la mia esperienza: Noleggio una MG4 a Milano, faccio un bel po’ di chilometri su e giù per gli appennini piemontesi, liguri ed emiliani utilizzando strade senza pedaggio, prima di entrare in autostrada a Parma per raggiungere casa, con sufficiente energia nella batteria, mi chiama mio nipote che si trova a Modena per dirmi di raggiungerlo perché vorrebbe vedere l’auto. Ok, lo raggiungo e metto l’auto in ricarica presso una quick in un parcheggio strapieno dove la seconda postazione adibita alla ricarica era occupata da una 500 Abart ma termica. Dopo circa un’ora mi rimetto in viaggio verso Milano e so per certo che non riuscirò raggiungere casa con quel SOC, ma so pure che a Modena, in autostrada, ci sono due FreeToX per un totale di quattro postazioni di ricarica e quindi mi fermo li. Due postazioni sono occupate da una Volvo e una 500e con targhe tedesche e quindi io mi collego ad una di quelle libere. Tagliando corto, non sono riuscito ad avviare la ricarica ne via APP, ne con una carta fisica ma neppure chiamando l’assistenza di Enel X Way, eppure la colonnina sull’APP era disponibile, ho dovuto ricaricare presso una FreeToX in autostrada a Piacenza. La ragazza di Enel X Way non sapeva come scusarsi per il fatto di non riuscire a comunicare con la colonnina, forse avrei dovuto chiamare direttamente il numero di FreeToX apposto sulla colonnina?

      • Enel X Way non ha la possibilità di operare sulla colonnina di Free to X, che è un altro operatore, seppure in roaming. Perciò la risposta è sì: avrebbe dovuto chiamare il numero di Free To X sulla colonnina.

        • Il che è un po’ come dire che se sono cliente della compagnia PhoneWay e non riesco a telefonare al mio amico che è cliente Free to Phone devo chiamare Free to Phone per risolvere il problema. Non credo che funzioni bene così.
          Se con Enel X la colonnina Free to X non si attiva, e Enel X ritiene che il problema sia a valle, Enel X dovrebbe contattare Free to X per sbloccare la situazione, non si può chiedere ai clienti di andare a caccia del problema altrimenti il risultato sarà sempre un servizio molto scadente.

        • Sono pienamente d’accordo con te Massimo, ma il giorno prima, sempre con la stessa auto, ero a Merano su una Becharge, la ricarica si è bloccata dopo l’handshake e avendola avviata con l’APP di Enel X Way non sono riuscito a terminarla, la signora dell’help-desk di Enel X Way l’ha interrotta e riavviata da remoto. È vero, in questo caso la comunicazione colonnina/help-desk era funzionante, ma forse a Modena sarebbe bastato che mi dicessero di contattare FreeToX, sono convinto che non sarebbe cambiato niente, ma un tentativo lo si poteva fare.

          • A me è successo lo stesso, ma l’help desk di Enel X Way mi ha detto che non poteva operare da remoto sulle colonnine di Be Charge. Insomma: c’è ancora molto da sistemare in questo guazzabuglio di CPO, MSP, roaming…Come ho scritto più volte, sembra di rivivere gli esordi dei Bancomat che negli anni 80 ti lasciavano a secco una volta su due. Poi arrivò la piattaforma interbancaria Sia. Speriamo che succeda lo stesso con i network della ricarica.

          • @Massimo il paragone con i bancomat ci sta ma è assurdo che quarant’anni dopo con elettronica e IT infinitamente più evoluti siano riusciti ad accrocchiare un servizio tanto scadente.

        • cosa significa in Roaming?
          Significa che posso utilizzare i kWh che ho precedentemente acquistato da un operatore, su una colonnina di un altro operatore?
          A me è questa cosa che mi blocca.
          Ossia: con una ICE, vado da qualunque distributore, di qualunque marchio, e pago con i SOLDI il carburante che metto dentro.
          Con una BEV, mi sembra di aver capito che, per pagare meno, devo PREACQUISTARE un TOT di kWh (che non so se utilizzerò nel mese) e solo da quel fornitore. Se devo caricare da un altro fornitore, devo pagare in più per quell’extra di energia, al di fuori dell’abbonamento mensile. Che poi serve l’app per caricare o si può pagare direttamente l’energia immessa con la Carta di Credito?
          è tutta questa (apparente, per voi) complicazione che mi blocca, per ora.

          • Il roaming della ricarica funziona esattamente come quello dei telefoni cellulari: con il contratto del suo operatore può collegarsi a tutte le altre reti di telefonia mobile, sia in Italia sia in Europa.

            Tornando alla racarica: esaurita la quota mensile prepagata, pagherà con la tariffa pay per use del suo contratto. Il pagamento con Carta di Credito o Bancomat senza contratto, è possibile solo in poche stazioni dotate di un Pos dedicato che si interfaccia con il circuito interbancario da cui riceve l’autorizzzione al pagamento e la registrazione dei suoi dati, necessari alla fatturazione.

  11. Noto che i problemi riguardano sempre le colonnine in AC. Le HPC o anche solo le fast raramente sono fuori servizio e in ogni caso per poco tempo. Sembrerebbe quasi che siccome le AC vendono meno kWh e in molto tempo siano meno rimunerative perciò meno degne di attenzioni e relativi interventi di manutenzione. Sembrerebbe eh…

  12. Qualsiasi autista elettrico SA che prima si controlla sull’app se colonnina è attiva ed è libera, solo poi ci si reca con l’auto .
    Chissà mai perché perchè NON si è comprtato così ?

    • Mi aspettavo questa obiezione, Paolo: io ho l’app di Enel X Way, che al momento non si collegava. Controllando mezz’ora dopo effettivamente dava le tre colonnine “in manutenzione”. Ripeto però che una era completamente spenta.

  13. … Spezzo un’arancia… a favore della mobilità elettrica o più semplicemente ringrazio l’amministrazione pubblica… del comune dove vivo, Verbania (VCO) comune turistico di 35k abitanti. Ai residenti, dietro semplice richiesta viene distribuito il pass rinnovabile ogni anno per parcheggiare su strisce blu -se in possesso- di auto elettriche o plug-in.
    La città, composta da alcune frazioni, conta ben 4 fast Dc, con pluralità di operatori Alperia, Be Charge ed Enel x oltre a capillari AC nei luoghi di interesse: teatro, biblioteca, lungolago e centro storico. Certo, prima si stava meglio quando era presente una colonnina gratuita del Comune, ora vandalizzata ed un’altra in un noto discount ora spenta.
    Se ci fosse maggiore informazione la mobilità elettrica avrebbe maggiore penetrazione ma è necessario il contributo dell’amministrazione in modo da facilitare questo passaggio, nel caso del mio comune credo abbiano stipulato un accordo con Enel x che gestisce tutte le Ac, be charge opera nell’area di servizio Eni ed Alperia attraverso un progetto Interreg di mobilità sostenibile Italia – Svizzera. E’ chiaro infine che la pluralità di operatori garantisce la continuità del servizio.

  14. A Milano le colonnine non mancano e ne spuntano spesso di nuove, anche se apparentemente senza una programmazione specifica. Non avendo ancora un’elettrica, non ho controllato né le potenze, né i singoli gestori, ma la tendenza è quella. Durante il giorno, limitatamente alla zona Pagano – vecchia Fiera, sono prevalentemente occupate da Tesla o comunque da auto grandi, mentre la notte sono sempre vuote e ciò mi fa pensare che vengano usate più come parcheggi che altro. In altre zone meno “di lavoro” vedo auto elettriche in ricarica anche di notte.

    La mia impressione è che, a regime, ci vorrà un numero enorme di parcheggi su strada con annessi punti di ricarica e valga lo stesso per gli autogrill. Su questo punto penso che pochi abbiano la percezione di quanto è pleonastica la dotazione di pompe di benzina. Anche il distributore cittadino più piccolo ha almeno 3 pompe disponibili e, di regola, 2 non sono impegnate. Un autogrill come quello di Dalmine ha decine di pompe che vengono usate solo in poche occasioni l’anno. E sì che realizzare un impianto di rifornimento di carburante comporta opere da non poco come scavare e mettere in sicurezza le vasche sotterranee e rifornirle con le autocisterne che viaggiano e consumano non poco: costi e tempo che sarebbero sicuramente ridotti per la mobilità elettrica, laddove basta ampliare la sezione del cavo per fornire più utenti e la perdita energetica (soprattutto calore) per portare la corrente a destinazione è sicuramente inferiore all’energia impiegata nel trasporto su strada di benzina e gasolio.

    Purtroppo agli “early adopters” è stato proposto un modello di ricarica lenta e casalinga che non andrà mai bene per quel 10-15% di automobilisti che percorre il 90% del monte complessivo annuo chilometrico. E’ la solita storia dei 2 amici al ristorante, con uno che digiuna e l’altro che mangia un pollo intero e che, statistiche alla mano, hanno mangiato mezzo pollo a testa.

    Non è questione di giocattoli per ricchi o di altre amenità che si sentono dire, è che chi percorre spesso tratte giornalieri oltre i 4-500 km e non dispone di una ricarica casalinga o al lavoro, può cavarsela con Tesla ed affini se abita in una zona fornita e se non viaggia verso destinazioni “sfigate”. Ed in questo sito abbiamo visto che sono tali anche località della riviera ligure, perciò è tutto dire.

    In città ogni elettrica di passaggio dovrà trovare un parcheggio con ricarica, almeno fino a che i tempi di rifornimento ad alta potenza non garantiranno 3-400 km effettivi con una sosta di 10-15 minuti e senza extra-degrado della batteria.

  15. Già detto e stradetto cosa ci vuole a capire che per risolvere e facilitare questa mobilità basta mettere nei classici distributori alcune colonnine veloci si entra si fa’il pieno si paga e ci si toglie dalle scatole esattamente come si fa con le termiche qualcunom spieghi quali difficoltà presenti questa soluzione

    • Se diventasse così, chi farebbe più benzina!!!
      Il paradosso è che se si arrivasse a ciò la transizione sarebbe ancora più veloce e in molti rimarrebbero scontenti (piccola provocazione)

      • A pensare male quasi sempre ci si prende mi sa che hai ragione complicare le cose semplici evidentemente a qualcuno conviene

    • Non lo so ma presso il distributore eni a 300mt da casa mia hanno montato una bellissima colonnina all inizio Dell inverno ma non è ancora funzionante

    • Infatti, molti spinti da un acquisto impulsivo ci stanno ripensando, l’elettrico e sicuramente il futuro, ma non ora…

  16. Carissimo abitante di Modena, fortuna che vivi in una delle città più organizzate di Italia.

    Pensa chi vive nelle zone disagiate.

    Come spesso riportato nei commenti di tanti post su viaelettrico, la mobilità elettrica è ancora troppo giovane, troppo acerba.

    Chi compra oggi elettrico deve purtroppo tenerne conto…

    Le infrastrutture mancano un po ovunque, anche se si sta facendo molto, siamo molto lontani da avere una rete capillare che funzioni correttamente.

    Bisogna avere pazienza, sicuramente tra 4 o 6 anni le cose saranno migliori e tutti potranno usare l”‘auto elettrica senza grossi disagi.

    Le Auto che saranno vendute a fine decennio saranno dotate di batterie capienti che potranno essere caricate velocemente.
    E costeranno la metà di quelle di oggi (le batterie…per le auto vedremo..)

    Ma non oggi, occorre aspettare…

    • No ci sta niente da fare ahimè è così.
      Devo comprare la mia prima auto e mettere su piazza soldi
      Eterno dilemma ….ancora termica o Bev?
      Vorrei fare lo switch alla BEV ma:
      1) Ahimè Il panorama attuale (non quello americano o norvegese) della mia città e di quelli confinanti è troppo embrionale.
      2) Senza box , avrei due colonnine da 50w nella città confinante (con 70.000 abitanti….) Su cui fare affidamento per una ricarica “chiamiamola veloce” da fare magari il sabato mattina presto mentre intanto faccio running.
      3)E se si rompono?….Che faccio?
      Mi do ad una sosta in ricarica da 22kw a mo da “caffè greco” …?!
      4) E se dovesse aumentare un minimo il parco di Bev qui?
      5) Mettici che le batterie attuali , stando alle news (vedi che CATL M3P a montarsi sul facelift di Model 3 e Model Y), sono già vecchie e quindi fra un 4 anni sarei costretto a vendere o meglio Svendere la mia Bev nel mercato dell’usato (io ad esempio di certo non la comprerei una Model 3 vecchio modello con 4 anni sulle spalle e 100.000 km percorsi);
      Insomma, anche non volendo, credo sia opportuno prendere una nuova termica e poi fare lo switch quando questa embrinalita’ andrà effettivamente sfumando. Basta guardare le risultanze degli obblietivi non raggiunti sulla quarta rata del Pnrr
      Le 20.500 colonnine tra autostrada e centro urbano da implementare ando’ stanno?

    • Non è del tutto vero, Carletto, nel senso che già oggi si può fare molto con l’auto elettrica, pur se è vero che ancora non si può fare tutto. Come peraltro Vaielettrico.it ribadisce da sempre.
      Un esempio del molto che si può fare è sostituire una delle auto di famiglia con una BEV: noi lo abbiamo fatto, e da 13 mesi alla Ford EcoSport di mia moglie si è affiancata una Renault Zoe (aho, mica tutti possono permettersi una Tesla o una tedesca) che utilizzo per il casa-lavoro (circa 30 km al giorno, 9000 km il primo anno) e che, con nostra stessa sorpresa, è di fatto diventata l’auto principale, con cui abbiamo imparato a fare anche le nostre gite fuori porta… e anche un po’ più in là.
      Abbiamo fortunatamente la possibilità di ricaricare nel nostro box al piano terra del condominio in cui viviamo, ma credo che questa possibilità l’abbiano in tanti, magari non nelle metropoli ma sicuramente in tantissime città medio-piccole.
      Ecco, se tutti coloro che si trovano in una condizione simile alla nostra e, dovendo cambiare la propria seconda auto, scegliessero una piccola BEV – e notare che, tra incentivi, sconto pronta consegna e rottamazione, la Zoe ci è costata 26000 euro, perfettamente centrata con tante altre auto dello stesso segmento B —, farebbero del bene innanzitutto a loro stessi come costi di gestione e contribuirebbero a ridurre di parecchio l’inquinamento della propria città.
      Non è tutto, ma sarebbe già molto..

      • vivo a Milano,
        in un condominio degli anni 50.
        ho 3 box privati.
        La presa elettrica regge al massimo 1700WATT.
        Una volta ho ritirato un forno elettrico usato, di quelli in regalo da chi smantella la cucina e ho voluto provarne il funzionamento in box.
        è saltata l’elettricità in tutti i box (28 su 130 appartamenti) perchè il sistema elettrico di TUTTI i box NON REGGE più di 1700 watt COMPLESSIVAMENTE.
        Ora, se dovessi ricaricare l’auto in box, dovrei portare un altro cavo, un altro contatore, chiedendo il permesso al condominio?
        Chiedo perchè prima o poi so che sarò costretto ad acquistare una BEV e mi devo informare con anticipo.

        • Io l’ho fatto, linea dedicata e presa industriale che può sopportare 32 ampere, cavo predisposto per trifase sempre 32 ampere, adesso ho 3.7 kW ma potenzialmente potrei arrivare a 22 kWh.

    • Permettimi di non essere daccordo, la vera discriminante è la possibilità di ricaricare a casa o in ufficio, superabile dalla disponibilità di una AC a meno di 800m.
      Detto questo dal 2020 posso dire per esperienza personale che è cambiato moltissimo, le infrastrutture crescono velocissime e già adesso ci sono 40000 punti di ricarica

  17. Con queste premesse nel 2030 andremo tutti quanti in giro in Tesla.
    La mia è una provocazione, ovviamente, ma la situazione è assurda: è come se metà delle pompe di benzina fosse sistematicamente fuori servizio o con la cisterna vuota.
    Io sono in attesa della risposta all’ennesimo reclamo a EnelX e ho disdetto l’abbonamento: nonostante l’aumento dei prezzi e un call center con operatori gentilissimi, non si cava un ragno dal buco per ora, speriamo rinsaviscano velocemente.

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