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E nata Spark-e, l’Airbnb della ricarica domestica

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spark-e ricarica

Prenda nota di questo nome, Spark-e, e di questo link, chi vorrebbe una ricarica protetta a tariffe vicine a quelle domestiche per la propria auto elettrica, ma non ha un garage. E chi, avendone uno, vuol sfruttare fino in fondo l’investimento in una wallbox  ripagandosi in parte dei costi di installazione e dell’eventuale aumento della potenza contrattuale fino alla soglia dei 7,4 kW. O addirittura a 22 kW, passando alla trifase.

L’idea: connettere Driver e Host

Solo l’anno scorso, grazie al Superbonus 110%, sono state installate in Italia oltre 400 mila wallbox in gran arte inutilizzate dal momento che le auto elettriche circolanti non superano le 250 mila. C’è insomma un oceano di potenzialità da sfruttare. 

spark-e ricarica

 

Spark-e, infatti, è la piattaforma che permette la condivisione della ricarica domestica fra più utilizzatori. Permette di ricaricare, insomma nel garage…degli altri.

La ricarica domestica a portata di tutti

Vaielettrico ne scrisse un anno fa, quando era solo la brillante idea nata sull’asse Milano-Berlino dall’intuizione di due studenti di  Ingegneria: Alessandro Montanari, bolognese iscritto alla Magistrale del Politecnico di Milano, e Amaury Cronenberg del TUM di Monaco. La definemmo allora “l’Airbnb della ricarica“. dal 23 dicembre scorso è una realtà.

I fondatori hanno lavorato undici mesi pancia a terra (trascurando un pò gli ultimi esami), e ora la WebApp Spark-e è on line, già pronta all’uso e già condivisa da oltre 500 utenti. E’ nata a costo zero, ma se avrà il successo che merita dovrà trovare un sostentamento finanziario. Come lo si vedrà.

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Alessandro Montanari (a sinistra)  e Amaury Cronenberg, i due studenti che hanno fondato Spark-e

Un punto di ricarica sicuro in villeggiatura

Qualcosa di simile già esiste negli Usa e in UK, e ha un grande successo. Ma la versione di Alessandro e Amaury è stata pensata e sviluppata su misura delle realtà italiana. Anche grazie al supporto di un sondaggio realizzato in collaborazione con il nostro sito.

E’ emersa per esempio – e gli sviluppatori ne hanno tenuto conto – l’esigenza di  assicurarsi un punto di ricarica sicuro nelle località di villeggiatura, dove gli utenti potenziali aumentano a dismisura in alcuni momenti dell’anno e le poche colonnine pubbliche vengono prese d’assalto.

Si pensi ai paesini alpini durante la stagione sciistica o quelli costieri in estate. Con Spark-e è possibile identificare e prenotare con mesi d’anticipo gli slot di ricarica necessari per l’intero periodo di permanenza.

Li metteranno a  disposizione i residenti, ma anche aziende,  alberghi, residence, affittacamere o ristoranti dotati di un impianto di ricarica privato. Ciascuno di questi può fissare una tariffa e una disponibilità oraria, comunicandola a Spark-e. Sarà poi la piattaforma a calcolare l’importo della ricarica registrando i dati di inizio e fine carica del cliente.

I fondatori di Spark-e la presentano così: «Una piattaforma che connette chi possiede un’auto elettrica (Driver) con chi desidera  condividere la propria colonnina privata (Host). Si colloca all’interno della “green sharing economy” , ovvero la possibilità di condividere le risorse tra privati riducendo l’impatto sul pianeta».

Iscrizione, procedure, tariffe in un’App

L’obiettivo, aggiungono è «aumentare la densità di colonnine utilizzando risorse preesistenti, offrendo al guidatore moderno una scelta maggiore». «Non ci sostituiamo alla rete pubblica – concludono ma intendiamo semplicemente ampliarla ulteriormente».

La procedura di iscrizione per Driver e Host è intuitiva e ben decritta nella homepage di Spark-e. Si effettua direttamente dalla App e per il momento è gratuita per entrambe le categorie.

 

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La pima schermata: come iscriversi, come consultare la mappa delle wallbox disponibili, come procedere alla ricarica. Sotto le procedure per diventare Host
Seconda schermata: come prenotare una ricarica, come inserire nella piattaforma una wallbox privata da condividere, come rendere disponibile un impianto di ricarica aziendale
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Terza schermata: la descrizione passo passo della procedura di prenotazione e attivazione della ricarica

Fatta la App, resta da fare l’azienda

Alessandro e Amaury, però, finita una fase di rodaggio e sperimentazione, dovranno elaborare un modello di business. Creare una società, cercare soci finanziatori, dotarsi di una piccola squadra di sviluppatori, mettere a punto nuovi servizi più evoluti per gestire direttamente la fatturazione. Si faccia avanti chi ha voglia e idee per aiutarli.

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37 COMMENTI

  1. L’idea è interessante ma naturalmente ci sono degli aspetti da valutare, tra cui anche la questione legale e fiscale già venuta fuori in altri commenti. Su questo non ho competenze, ma faccio consulenza marketing alle startup e sul modello di business va valutata la sostenibilità e la scalabilità, nell’ottica di cercare finanziamenti, il che significa stimare il numero di potenziali host, di quanto crescono all’anno e quanti se ne riescono a convertire. Dall’articolo poi mi sembra di capire che quando cresceranno le colonnine pubbliche si andrà in competizione anche con loro e con i parcheggi privati che, immagino, durante la fase di transizione inizieranno anche loro a dotarsi di stalli di ricarica, va quindi identificato un vantaggio competitivo.

    Se Alessandro lo ritiene utile e vuole farsi una chiacchierata, sarò ben felice di dargli il mio supporto.

    • Ciao Fabio, perdonami per il commento in ritardo ma sono stati giorni molto pieni.
      Mi piacerebbe molto sentirci, magari tra una decine di giorni. Se riuscissi a scriverci alla nostra mail info@sparke.it potremmo organizzare un meeting.
      Grazie infinite.

  2. Salve
    come già scritto in altre occasioni mi sembra che abbiano copiato spudoratamente un altro progetto, dal nome al funzionamento… prima o poi verrà fuori… in bocca al lupo!

    • Primo: “mi sembra che” è piuttosto generico: tiri fuori le prove.
      Secondo: fosse anche vero che esiste già qualcosa di analogo, ci vuole una bella dose di frustrazione per scrivere “copiare spudoratamente“. Ci provi lei.

      • sparx.social, progetto del 2020, ho parlato con loro ad una fiera del settore, quelli di Spark-e lo sanno… da quello che mi è stato detto presto emergerà!

          • Sembra che lei sia molto coinvolto nel progetto, invece che difendere il diritto di cronaca e sondare, sembra piuttosto infastidito da come risponde qui e da come ha risposto su altre piattaforme.
            Rispetto al suo quesito, riferisco soltanto ciò che mi è stato detto, si vedrà.

    • L’articolo comincia così: “Prenda nota di questo nome, Spark-e, e di questo link, chi vorrebbe una ricarica protetta a tariffe vicine a quelle domestiche per la propria auto elettrica“.

  3. Sarebbe molto bello se funzionasse e diventasse “di moda” tra gli utenti. Immagino prenotarsi un posto di stallo e ricarica nella villetta sul lago di un anziano host che mi garantisce oltre alla ricarica il posto comodo per la giornata al mare.
    Provo ad immaginare ipotetico guadagno e costo:
    In certi posti di villeggiatura una giornata al mare ti costa anche 2€/ora (una giornata al mare media di 6 ore sono 12€) solo di parcheggio, se invece caricassi ad una colonnina 11kw ipotetiche solite 6 ore sarebbero 66kwh che a 0.65€ circa sarebbero più di 40€ (se hai batteria capiente altrimenti vai a scollegarla e cerchi parcheggio a metà giornata – buona fortuna); per funzionare quindi i prezzi di questo servizio dovrebbero oscillare tra queste 2 cifre, sparo un 4€/ora per una ricarica da wallbox da 7kw (nelle 6 ore caricheresti 42kwh per una spesa di 24€) senza necessità di spostare auto a fine ricarica che anzi diventa un plus per l host se sfori visto che non consumi corrente. Parcheggio comodo e buona quantità di kWh ricaricati ad un prezzo giusto. All host su 0,57€/kWh che sostanzialmente pagheresti rimarrebbe dalla metà alla quasi totalità della quota nel caso avesse fotovoltaico e le condizioni ottimali, il che significa dai 12 ai 20€/GG che se garantiti con continuità dagli utilizzatori villeggianti diventerebbero un tesoretto mensile tra i 360 e i 600€.
    Non lo so potrebbe aver senso ma cmq avresti un auto parcheggiata nel tuo cortile a cui devi garantire ingresso e uscita o altri accessi per eventuali necessità, quindi reperibilità auto e dell’ host. Non lo so ragazzi voi che dite?

    • come ragionamento fila.. senza leggere due conti non avevo capito che c’è tutta questa potenzialità di fare contenti sia cliente (compreso un parcheggio in area sicura) che host.. forse forse prende piede 🙂

    • Scusami ma se l’host paga 0.57/kWh con 42kWh caricati non spenderebbe 24€, quanto pagato dal driver per il parcheggio? Poi bisogna anche calcolare il carico fiscale per l’host sull’affitto.

  4. “Attraverso Spark-e non si vende la corrente ma un tempo di utilizzo del posto auto con ricarica”.
    Attività assolutamente ILLEGALE, che viene addirittura reclamizzata con tanto di battage pubblicitario
    Ci sarebbero gli estremi per due denunce….

    • Ci sarebbero gli estremi anche per metterci la faccia con nome e cognome quando si fanno accuse così gravi

    • …e allora sporgi denuncia,
      io non me so nulla, sei sicuro è un dovere (almeno morale) denunciare un reato

    • Ma perché? Se io decido di affittare a tempo uno dei miei posti auto e ci pago le tasse che problema c’è? Io non vendo corrente, quando vado in albergo e mi ricarico il notebook in camera mica mi hanno venduto la corrente, diciamo che fa parte del servizio, come gli alberghi che hanno colonnine di ricarica per i clienti. Diciamo che chi decidesse di aderire a questa iniziativa dovrebbe dotarsi di una Wallbox specifica connessa con agenzia delle entrate per fatturare il dovuto sperando che all’ host lascino almeno un margine di guadagno per tenere in piedi il servizio, per il resto sarebbe un’ottima iniziativa

  5. Bellissima idea se va avanti.. Con tantissime potenzialità. Per esempio, giusto per passare il tempo, a chi ricarica gli si può offrire un caffè, un monopattino o una vista turistica.. . 😊

    • Attraverso Spark-e non si vende la corrente ma un tempo di utilizzo del posto auto con ricarica. Gli aspetti fiscali sono gli stessi, penso, di chi affitta una camera o un appartamento. Comunque approfondiremo

      • Lo avevo ipotizzato in risposta a Guido.
        Comunque è una bella idea, ma questi ragazzi devono muoversi sui tempi perché la cosa è replicabile proprio da Airbnb, booking, trivago etc etc

          • Mi sono registrato, intanto, come driver.
            Ho in programma installazione wallbox esterna (cortile) entro alcuni mesi (io ricarico in interno con presa industriale) e cambierò la denominazione in host. Sono lontanissimo da qualsiasi località turistica ma molto comodo al Palasport e quando ci sono le partite di Volley si litigano i parcheggi…. Non per soldi (2 ore ogni due settimane sarebbe ridicolo) ma per principio.

          • @Guido come c’è facilmente da aspettarsi questi prezzi folli alle colonnine pubbliche stanno stimolando la concorrenza (più i prezzi restano alti e più diventa conveniente l’arrivo di nuovi players) e soprattutto nuove soluzioni come può essere la ricarica condivisa.
            Ovviamente gli incumbent hanno dalla loro la rete già sviluppata per cui non appena i nuovi concorrenti arriveranno potranno facilmente riabbassare le tariffe.
            Insomma i prossimi anni saranno quasi certamente “divertenti”.

      • Massimo, son proprio gli aspetti fiscali il dubbio maggiore. AirBNB, Uber e i vari food delivery hanno avuto tutti problemi, perchè il punto focale è la rivendita di beni destinati originariamente all’uso personale.

        Ipotizziamo che io fossi Enel: vendo l’elettricità al cliente residenziale a 20cts, e alle colonnine a 50cts. Sarei contento se il cliente residenziale la rivendesse con questo sistema a 35cts? I contratti non-residenziali non a caso hanno un costo dell’elettricità maggiore. Registrandosi come host il loro sito mi ha chiesto quanto pago l’elettricità al kwh (non ho capito nemmeno perchè vorrebbero saperlo) e quanto margine sarei disposto a caricarci. Letta cosi, si rivende chiaramente elettricità, non tempo di parcheggio.

        Ci sono contratti in essere, e per quanto l’idea sia assolutamente interessante, io più ci penso e più ci vedo buchi normativi. AirBNB (un colosso, non una startup con due soci) si è presa una scoppola fiscale recentemente, lo stesso successe con Uber agli inizi, e con i food delivery.

        Ho fatto anche io un commento entusiasta appena ho visto l’articolo, perchè l’idea in se è a tutti gli effetti interessante. Ma ragionandoci sopra ci vedo parecchi dubbi. Sarebbe interessante sapere se hanno già validato questo aspetto fiscale del progetto, prima di pensare di aderirci.

        • La richiesta del costo a kWh della ricarica e del margine da aggiungere, unita alle caratteristiche dell’auto, serve proprio a Spark-e per calcolare il costo sulla base del tempo di connessione. A quanto ho capito il ricavo dell’host va tassato come un reddito immobiliare.

          • Dalle loro FAQ
            “Is it possible to sell electricity between private individuals?
            Spark-e does not count the amount of energy delivered, but simply counts the parking time in a given parking space.”

            Che non risponde alla domanda, ma parla di tutt’altro. La domanda originale prevede un si o un no. Per la legge è NO, tralaltro.

            Sotto poi c’è una frase un pò pilatesca:
            “Moreover, we will not be intermediaries in payments, the only purpose of Spark-e is to put in communication Host and Driver in order to increase the density of the charging points.”

            Praticamente, se poi un’autorità contesta la rivendita di elettricità, contesta l’host e non sparke, perchè loro han solo fatto conoscere host e driver?

          • A me pare chiarissimo ed è esattamente quello che ho scritto nell’articolo: Spark-e non conteggia i kWh e non intermedia i pagamenti, ma fornisce all’Host un parametro “terzo” per quantificare il servizio di parcheggio con ricarica. Sugli aspetti fiscali non mi pronuncio, ma immagino che siano assimilabili a chi affitta un garage o un appartamento.

        • Ciao Luca, perdonami per il ritardo della risposta.
          Ti do ragione nel senso che anche per noi l’aspetto fiscale è una delle parti più complicate da risolvere. Pertanto sono in contatto con ARERA per cercare di snellire ed agevolare proprio la pratica di scambio di energia tra privati.
          Al momento parliamo di tempo in quanto non potendo calcolare l’energia (essendo la maggior parte delle wallBox plug and charge).
          L’obiettivo, dato che di sicuro non si diventerebbe ricchi diventando host, sarebbe quello di rendere le transazioni entro un certo importo totalmente esenti da tassazione.
          Vi terremo aggiornati.

  6. Domanda: come si inquadra la vendita di energia elettrica tra privati? E fiscalmente, il guadagno, è da dichiarare?
    L’iniziativa è fantastica, aderirei immediatamente (se avessi una wallbox esterna) ma siamo in Italia, la terra dei (ma)cachi.
    Davvero interessante, a parte le mie perniciose questioni, auguro estrema diffusione alla cosa, tutto “fa brodo” per aumentare le BEV circolanti. E magari aiutarsi un po’ di più tra passeggeri della stessa barca.

    • Di sicuro non si può rivendere energia senza passare dalle norme sulla diateibuzione, forse la cosa che si può fare è invece l’affitto breve del posto auto.
      Mah chissà, alla fine delle tasse andranno pagate, e ha un senso solo xon fotovoltaico, perché senza i guadagni, sarebbero ridicoli.

      Poi boh, di sicuro si sfrutta quche buco normativo, e tra qualche hanno la GDF consegnerà parcelle proprio come ha fato con Airbnb

  7. Iniziativa molto interessante!
    Ho provato a registrarmi per diventare un host, mancano alcune informazioni e limiti, sicuramente c’è da lavorare per migliorarla ma l’idea di base è molto valida.
    Il successo ovviamente passa anche dalla sua diffusione, speriamo si registrino in tanti host.

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