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Beffa in Sicilia: solo 94mila euro di incentivi all’auto elettrica

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auto elettriche più piccole

Più che una politica sanitaria e ambientale di riduzione del danno da inquinamento sembra una beffa quella della Regione Sicilia: solo 94mila euro di incentivi per l’acquisto di auto elettriche e ibride. 

Serve un bando per 20 auto elettriche  in una regione da 5 milioni di abitanti?

auto elettricaAvevamo già scritto di questo bando beffa (leggi qui) con pochissimi fondi, solo 344mila euro, e subito esauriti. Nel 2024 la situazione è pure precipitata: il bando pubblicato a marzo mette a disposizione solo 94mila euro, ne sono stati tagliati ben 250mila. Un’inezia in una regione da cinque milioni di abitanti.

Se va bene sarà possibile finanziare l’acquisto di solo 20 auto elettriche. Beffa ancora maggiore, ma possibilissima, se le richieste di contributo saranno concentrate sulle ibride. Come si legge nel bando su: “full ibrida di classe Euro 6”. Meglio di un euro 3/4 ma sicuramente non la soluzione migliore sul fronte emissioni.

Il rammarico della consigliera Marano

Sicilia incentivi
La consigliera regionale Jose Marano

L’iniziativa è firmata dalla maggioranza di centrodestra guidata da Renato Schifani, ma la proposta è frutto di un emendamento alla legge regionale del 2021 presentato dalla consigliera regionale pentastellata Jose Marano. Che resta ottimista sui social: “L’agevolazione non è più vincolata, come in passato, alla rottamazione di un veicolo inquinante ed è di fatto entrata a regime nel bilancio della Regione siciliana (ho presentato una modifica alla norma di modifica durante la finanziaria)”.

La consigliera però non può non riconoscere la beffa. “Il mio rammarico riguarda la riduzione dei fondi a disposizione per il 2024, appena 94mila euro rispetto ai 344mila della prima previsione. Ecco perché mi attiverò in tutte le sedi affinché si possano finanziare tutte le domande che arriveranno”.

Un contributo da 5mila euro

incentivi auto elettricaSenza un finanziamento aggiuntivo si rischia di aver approvato  un provvedimento controproducente che avrà l’obiettivo di alimentare la sfiducia dei cittadini verso la mobilità sostenibile.  Più che un bando sembra infatti l’estrazione di una lotteria di sagra paesana.

Ma il problema non è solo della Sicilia: i nuovi incentivi nazionali sono stati annunciati nel 2023 e rimandati di mese in mese bloccando il mercato (leggi qui).  Senza dimenticare quelli dedicati ai motori elettrici, approvati dal Parlamento nel 2022 ma scomparsi dai radar.

Queste le considerazioni, ma vediamo cosa finanzia il bando: “Un contributo a fondo perduto da 5.000 euro per l’acquisto di un veicolo nuovo con alimentazione elettrica e 2.500 per l’acquisto di un veicolo nuovo ad alimentazione full ibrida di classe euro 6“.

Per tutte le informazioni specifiche basta cliccare sul link dove si può scaricare il bando e la domanda di contributo.

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13 COMMENTI

  1. sempre stato e sempre sarò contrario agli incentivi.
    lo ero per le ice e lo sono per le bev

    e i governi che si sono succeduti nel passato dovevano lasciare che fiat si arrangiasse.
    non è la stessa cosa che dite giornalmente per chi si lamenta (uno a caso tavares)?

    per coerenza però dovete dare atto a chi dice che tesla e prodotti cinesi hanno avuto un trattamento finanziario di riguardo, prima per tirare avanti e poi per emergere

  2. Faccio notare un dettaglio. Le auto incentivate non solo le full hybrid ma tutte le ibride. Sì, lo so che nel bando si parla di “full ibrida” ma questa parola non significa niente: non c’è modo, tecnicamente, di distinguere tra mild hybrid e full hybrid. Ci sono mild hybrid che consentono di fare pochissimi km in modalità solo elettriche e ci sono delle full che hanno delle batterie così piccole da essere di fatto delle mild (non a caso tra le recensioni di alcuni modelli si legge talvolta “a metà strada tra una mild e una full”). Siccome non esiste una normativa al riguardo e non c’è alcun dato a libretto, di fatto non è possibile legalmente distinguere tra le 2 tipologie.

  3. Senza volutamente entrare nel merito della questione siciliana , devo però puntualizzare che la stragrande maggioranza dei sussidi al fossile servono a fare in modo che un kg di pomodori trasportato da sud a nord Italia non costi 10 euro e così per migliaia di altre cose commerciali e industriali non certo per fare andare in vacanza un milanese in Puglia spendendo 10 euro in meno

  4. Buongiorno, volevo sottolineare come siano anni che i pro bev lamentano sempre la mancanza o l’inadeguarezza degli incentivi per l’acquisto di auto elettriche per la mobilità sostenibile. Di grazia come dovrebbe sostenersi economicamente se si sta sempre ad aspettare incentivi? Chiaramente la sostenibilità è quella ambientale che però non può essere sostenuta economicamente in perdita sine die. Sono anni che il mercato dell’auto elettrica sta per decollare e bene fanno ad eliminare progressivamente incentivi su un ramo secco che non produce nulla. Non c’è sostenibilità ambientale senza quella economica. I paesi ricchi andranno avanti con l’elettrificazione e i più poveri dovranno attendere.

    • Giova sempre ricordare che annualmente l’Italia sostiene il settore delle fonti fossili. Ad esempio secondo il Fondo monetario internazionale, l’Italia nel 2022 ha sostenuto il settore con 63 miliardi di dollari. Non ho sbagliato sono proprio miliardi di dollari.

      • Giova sempre ricordare che l’Italia ha già bandito in passato incentivi per l’acquisto di BEV che non sono stati sfruttati per mancanza di richieste da parte dell’utenza.

        • Questo, se permette, significa soltanto che l’importo non era sufficiente a compensare il divario di prezzo con l’equivalente termico, peraltro anch’esso incentivato.

      • Il dato è reale, ma è sballato perchè coincide con l’anno della crisi energetica. Mediamente il sussidio alle fonti fossili oscilla sui 20-25 miliardi. Non poco, comunque. Altro che incentivi all’auto elettrica…

    • Guardi e mi scusi ma sono veramente parole in libertà. Il quadro è completamente all’opposto di quello da lei dipinto. Gli incentivi grossi ancora oggi sono per le auto termiche. Facciamo parlare i numeri. A livello nazionale ci sono ora oltre 400 milioni per le auto termiche e 240 per le elettriche. L’anno scorso i bonus sono stati spesi soprattutto per le termiche. Senza dimenticare quanti centinaia di milioni (giustamente anche) paghiamo per sostenere fabbriche di aziende termiche in crisi, e ben prima dell’avvento delle elettriche visto che l’Italia nella classifica europea dei costruttori è in caduta libera da prima di vedere una Zoe o una Nissan per strada. Questi sono costi facilmente calcolabili. Vogliamo poi calcolare i costi sanitari dati dall’aumento delle malattie croniche negli anziani e nei bambini – 14mila pediatri hanno scritto ai sindaci per le gravi conseguenze sui bambini dell’inquinamento atmosferico dato nelle grandi città soprattutto dal traffico – che costano cifre spropositate e occupano posti letto e ingrossano le liste d’attesa. Insomma di incentivi la mobilità sostenibile ne ha visto visto fino a un certo punto. Per onestà erano buoni i primi bonus da 8mila euro, poi i successivi governi hanno ridotto, tagliato e ostacolato. Anche qui parlano i numeri. Grazie comunque per il suo contributo

        • Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro. A iniziare da Stellantis e di tutte le aziende dell’automotive per cui giustamente si è pagata la cassa integrazione e le pensioni anticipate. Un fiume di denaro pubblico e concordo sia stato giusto farlo scorrere come nell’accordo firmato solo pochi giorni fa per la Marelli dove il pubblico, giustamente, interviene per salvare posti di lavoro, offrire formazione, cercare il rilancio delle aziende. Questa è solo l’ultimo intervento di alcuni giorni fa https://imprese.regione.emilia-romagna.it/notizie/notizie-attualita/2024/vertenza-marelli-tecnomeccanica-conferma-22-milioni-di-investimento
          Il sistema automotive tradizionale è stato e ancora è aiutato dalle risorse pubbliche. E va bene, ma basta dire che l’elettrico è tutto assistito. Non è vero come dimostrano le decine di miliardi in ricerca e sviluppo investiti dalle case costruttrici.

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