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Seri industrial (Faam) dalle batterie agli e-bus?

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Seri Industrial, unico produttore italiano di batterie al litio per autotrazione con il marchio Faam, potrebbe diventare l’azionista di maggioranza di Industria Italiana Autobus (IIA), ex Menarini bus, in crisi. Le trattative sono state comunicate ufficialmente il 30 aprile a Borsa italiana, dove Seri Industrial è quotata, e all’organismo di controllo sulla Borsa Consob.

L’aveva in qualche modo preannunciato l’Amministratore delegato Vittorio Civitillo nell’ultima lettera agli azionisti scrivendo: «Valuteremo possibili allungamenti della filiera produttiva, con particolare interesse a quei prodotti che vedono l’accumulatore elettrico al litio quale elemento fondamentale, sia in termine di costi, ma soprattutto in termini di innovazione e sviluppo futuro».

Gli autobus urbani elettrici sono esattamente questo: un prodotto che ruota attorno all’accumulatore. E un prodotto fortemente richiesto dal mercato.  L’anno scorso gli e-bus hanno coperto il 13,7% del mercato europeo e nel primo trimestre 2024 le vendite sono salite di un ulteriore 10,8%.

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Industria Italiana Autobus ha in produzione una gamma di autobus a batteria, alcuni in fase di consegna. Già in crisi dal 2022, l’anno scorso e stata ricapitalizzata per 25 milioni dai tre soci: Invitalia, che detiene il 42,76%, Leonardo con il 28,65% e i turchi di Karsan con il 28,59%. Per rimetterla in carreggiata servono ora altri 30 milioni. Un onere che non vogliono sobbarcarsi i due soci pubblici Invitalia e Leonardo. Potrebbero essere loro a cedere le quote a Seri Industrial. Dopo l’annuncio della trattativa i titoli della società quotata a Piazza Affari su Euronext Milan hanno fatto un balzo del 6,93%. Ritracciando poi nella seduta di ieri.

Industria Italiana Autobus è la più importante azienda italiana costruttrice di mezzi per il trasporto pubblico su gomma. Produce e distribuisce il marchio Menarinibus. Attualmente occupa 600 dipendenti in due siti produttivi: lo storico stabilimento bolognese di via San Donato 190, sede amministrativa e operativa dell’azienda (155.000 mq di cui 50.000 mq coperti con una pista prove di 2 km) e lo stabilimento di Flumeri (AV) (975.000 mq di cui 105.000 mq coperti con una pista di 7 km).

Era a trazione bolognese anche l’altra cordata candidata a rilevarne la maggioranza. Ne facevano parte Valerio Gruppioni di Sira (fusioni in alluminio), Maurizio Stirpe di Prima spa (componentistica auto) e  Maurizio Marchesini di Marchesini spa (packaging farmaceutico). Ma secondo il Ministero dell’Industria che la settimana scorsa ha incontrato i sindacati, l’unica proposta rimasta in campo è ora quella di Seri Industrial.

  • LEGGI l’articolo e GUARDA IL VIDEO sul progetto gigafactory di Faam a Teverola

Il gruppo ha avviato la produzione di celle batteria al litio nel primo sito di Teverola, in Campania, con una capacità produttiva di 330 MWh. E ha avviato la fase esecutiva del secondo impianto di Teverola che diventerà la prima gigafactory di batterie italiana con 8 GWh  di capacità produttiva.

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