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Perchè una BEV paga l’energia da 2 a 5 volte più di una ICE?

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La sfida fra BEV e ICE si può giocare anche sul costo dell'unità di energia. L'esito è paradossale

Riccardo ci propone una riflessione originale: partendo dal costo unitario dell’energia, anzichè dal costo del vettore energetico, scopre che una BEV la paga da 2 a 5 volte di più di una ICE. In una società affamata di energia, questa è una distorsione del mercato per molti versi inconcepibile.

Bev energia
Una BEV utilizza molta meno energia di una ICE, ma la paga da 2 a 5 volte di più

                                   di Riccardo Innocenti

Molto spesso, nelle prove su strada svolte in parallelo con un’auto elettrica e un’auto termica, al termine viene calcolato il costo del viaggio. Più raramente viene valutata la differenza dei consumi espressa in valori confrontabili.

BEV e ICE, sfida tra costo e consumo di energia

Il costo di un viaggio è dato dal prezzo unitario dell’energia utilizzata (o del vettore energetico) moltiplicato per il consumo.
Esempio: 2 auto, una a gasolio ed una elettrica, percorrono 100 km.

-Calcolo del costo. Quella a gasolio percorre i 100 km con 5 l e spende 9,00 € (prezzo unitario alla pompa 1,80 €/l x 5 l = 9,00 €).
Quella elettrica percorre i 100 km con 20 kWh e spende 9,20 € (prezzo unitario ad un
Supercharger 0,46 €/kWh x 20 kWh = 9,20 €).

-Calcolo del consumo. Il consumo per chilometro misura l’efficienza dell’auto. Ovvero, quanta energia l’auto ha consumato per percorrere quei 100 km. Secondo il Sistema Internazionale delle Unità di Misura, la potenza energetica si misura in Wh (Wattora) o kWh (1 kWh = 1000 Wh).

Per l’auto elettrica l’energia consumata è esplicita (20 kWh). Basterà dividerla per la distanza percorsa (100 km) e otterremo il consumo di 200 Wh/km.
Per l’auto a gasolio, invece, dovremo convertire i litri in energia. Per farlo ricorriamo alle tabelle della calorimetria che assegnano al gasolio un potere energetico di circa 10 kWh per litro. Pertanto, i 5 litri consumati dall’auto a gasolio per percorrere 100 km corrispondono a 5 x 10 kWh= 50 kWh ed il consumo per chilometro sarà dato da 50 kWh / 100 km = 0,5 kWh per km ovvero 500 Wh/km.

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La BEV per fare gli stessi km ha consumato 20 kWh di energia, ovvero, 200 Wh/km, risultando 2,5 volte più efficiente dell’auto diesel.

Considerazioni sul costo dell’energia elettrica

Nonostante questo, la spesa per fare 100 km è pressoché uguale (9,00 € della ICE contro 9,20 € della EV).
A questo punto, gli elettronauti più esperti penseranno che questo è un ragionamento parziale perché esistono anche gli abbonamenti. Ed è proprio qui che volevo arrivare!
Quando con un’auto elettrica abbandoniamo le mura domestiche e la certezza del costo della ricarica, possiamo (dobbiamo!) abbonarci per abbassare il costo unitario del kWh.


Ad esempio, con EnelX-Way – Travel Plus paghiamo 0,31 €/kWh (dal 1° agosto 0,40 euro n.d.r.). Tuttavia, l’abbonamento ha un costo che dobbiamo pagare in anticipo, in questo caso 99,00 € (129 euro dal 1°agosto n.d.r.). Inoltre, dobbiamo consumare i 320
kWh previsti in 30 giorni, pena l’azzeramento del credito alla scadenza.

Per abbonamenti con meno kWh, il costo unitario sale ulteriormente. Ad esempio con quello Enel X Way-City  si pagano 39,00 euro per 80 kWh, cioè 0,48 euro a kWh (0,61 euro dal 1° agosto).
Se invece non abbiamo, o non vogliamo fare un abbonamento, la ricarica può costare fino a 1,00 €/kWh e il costo per 100 km sale a 20,00 euro.
Fatte le dovute proporzioni, è come se, con un diesel, dovessimo viaggiare con una carta
prepagata in tasca e pagare il gasolio alla pompa prezzi variabili da 2,00 € a 10,00 € a litro!

Quanto costano gli altri combustibili

Abbiamo preso ad esempio il gasolio, ma le cose non cambiano di molto con gli altri vettori energetici per l’autotrazione: benzina, metano e GPL. Il bello, si fa per dire, è che questa sproporzione non cambia nemmeno se confrontiamo il costo dell’energia elettrica domestica, che sta ritornando a prezzi confrontabili con i combustibili (0,20 €/kWh), con il costo dell’energia alla colonnina che, invece, sta aumentando.

Non ci possiamo neppure appellare a: “queste cose succedono solo da noi!”, perché anche negli altri paesi europei i costi sono sostanzialmente uguali.

Perché una BEV paga tanto l’energia?

I motivi possono essere diversi, ma probabilmente il principale è dovuto al costo delle infrastrutture di ricarica. Ovvero, non tanto al costo in se’ per se’, che è enormemente inferiore rispetto ad una stazione di servizio, ma a quel costo ripartito per il numero di utenti serviti nel tempo, anch’essi enormemente inferiori a quelli di una pompa di benzina.

Tra le tante discussioni attorno all’auto elettrica, il consumo è quello che si presta maggiormente ad essere citato da sostenitori e detrattori. E la verità, in questo caso, non sta nel mezzo. Infatti, ha ragione sia chi sostiene che con 2 € (più o meno il costo di 1 litro di benzina) non si fanno più di 10 km, sia chi, invece, scorrazza tutta la settimana senza spendere un euro perché parcheggia presso le colonnine gratuite del Lidl.

Più elettriche circoleranno, minore sarà il divario

Fortunatamente, con l’aumento delle auto elettriche, questo divario dei prezzi, per ora a favore delle auto termiche, è destinato a diminuire e ad invertirsi.

Nel frattempo, chi ha comprato un’auto elettrica ha molti altri argomenti per apprezzarla: intanto, mentre il gasolio è sicuramente di origine fossile, l’energia elettrica, almeno in parte, proviene da fonti rinnovabili (dal 25% al 40% in Italia e, volendo, anche al 100%). E poi, il piacere di guidarla, il comfort del silenzio e del fruscio del vento, l’efficienza energetica… Ma questa è un’altra storia.

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SECONDO NOI-L’eclatante divario di costo  fra BEV e ICE per unità di energia è frutto di una disciplina del mercato elettrico che guarda a un passato dominato da un’unica fonte primaria: il combustibile fossile. I prezzi dell’energia elettrica, infatti, vengono fissati sulla base delle quotazioni internazionali del gas naturale fissate sul Ttf di Amsterdam, divenuto famoso durante l’ultima crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina.  Le fonti rinnovabili vengono ignorate, anche se ormai coprono oltre il 30% del fabbisogno elettrico europeo. O quanto meno, si considerano fonti fungibili,  a seconda che siano più o meno convenienti rispetto a quelle fossili.

Ma già oggi questo non è più vero (e lo sarà sempre meno) per due motivi. Primo: sappiamo tutti che le fonti fossili hanno un costo nascosto, eppure altissimo, in termini ambientali. Secondo: le fonti rinnovabili (sole e vento) sono inesauribili mentre quelle fossili si esauriranno certamente nell’arco di 100-200 anni al massimo, anche se il loro prezzo continua, paradossalmente, ad ignorarlo. Oggi ad Amsterdam il metano è tornato esattamente a livello pre crisi Ucraina (29 euro a MWh); ma basterà il prossimo gasdotto interrotto a ricordarcelo.

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85 COMMENTI

  1. “I prezzi dell’energia elettrica, infatti, vengono fissati sulla base delle quotazioni internazionali del gas naturale fissate sul Ttf di Amsterdam, divenuto famoso durante l’ultima crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina. Le fonti rinnovabili vengono ignorate, anche se ormai coprono oltre il 30% del fabbisogno elettrico europeo”: a mio avviso va considerato un altro aspetto. I produttori di energia elettrica tramite fonti rinnovabili sfruttano il “perverso” meccanismo di determinazione del prezzo dell’energia elettrica per lucrare giganteschi profitti, soprattutto se sono verosimili i costi di generazione tramite questa fonte citati in qualche commento qui sotto. E ciò genera ulteriori distorsioni: nella mia zona (pianura emiliana, non certo marginale sotto l’aspetto colturale) vedo sorgere impianti fotovoltaici su terreni agricoli in precedenza coltivati a seminativo, acquistati a prezzi (conosco alcune persone chi li hanno venduti, ed io stesso ho ricevuto offerte in tal senso) improponibili per uso agricolo. Evidentemente un campo a pannelli fotovoltaici rende molto di più di un campo a grano, granoturco o soia. Ma così corriamo il rischio di distruggere il paesaggio agrario italiano, oltre alle nostre stesse fonti di sostentamento primario

    • Ciao, non c’è questo rischio, facciamo un calcolo:

      intallando 250 GW di fotovoltaico (moltissimo, al momento si punta a 60-80 GW ),
      servirebbero 2000 km2 (compresi ampi spazi distanziamento tra i pannelli)

      FOTOVOLTAICO 250 GW -> 2000 km2 da distribuire su queste aree:

      – aree industriali dismesse 9000 km2
      – aree agricole non utilizzate 36.000 km2
      – aree agricole coltivate in italia 129.000 km2
      – parcheggi, capannoni, tetti abitazioni, etc

      E’ una percentuale molto bassa rispetto a queste aree,
      e ancora più bassa rispetto al totale suolo italiano ( 0,6% )

      =============
      IL BIODISEL INVECE…

      Il problema ci sarebbe invece con le coltivazione per il biodisel, a parità di energia ricavabile, occupano mi pare 20-25 volte l’area dei pannelli solari, cioè occuperebbero 50.000 km2

      Infatti il biodisel che usiamo è fintamente italiano, mi parte venga da coltivazioni in africa (con probabible danno alla loro agricoltura di sostentamento), ne parlava Report

      =============

      Poi certo, meglio se i luoghi per installare i pannelli vengono scelti con criterio; l’iter autorizzativo ha una serie di studi e filtri, oltre che avere colpevoli attese, troppo lunghe, per avere le risposte positive o negative

      Sugli extraprofitti delle rinnovanili quando il gas costa caro, e sul meccanismo del “prezzo marginale” che determina il costo kwh elettrico, discorso lungo, le regole che determinano il prezzo andrebbero affinate alla nuova situazione ( ad es. Draghi propose la tassazione degli extraprofitti ); comunque ogni % di rinnovabili che aggiungi, hai un effetto al ribasso dei prezzi, nonostante il meccanismo del prezzo marginale, dipende dagli orari e dai singoli giorni

      • Lei afferma che questo rischio non c’è, ma non sono d’accordo ed i fatti mi danno conferma: le consiglio di fare un piccolo giro a Poggio Renatico (FE) dove molti ettari di seminativo sono stati sostituiti da “campi fotovoltaici”. Così in tanti altri punti della Pianura Padana

      • Più che dirlo io, è la matematica:

        – 36.000 km2 aree agricole non utilizzate
        – 129.000 km2 aree agricole coltivate

        – 2.000 km2 installazione di 250.GW di FV
        di cui 1.000 km2 saranno su parcheggi, aree industriali, tetti,
        e gli altri 1.000 su terreni agricoli (in maggioranza non utilizzati)

        1.000 Km2 di panneli FV non occupano
        165.000 Km2 di suolo agricolo
        è una frazione quasi omeopatica

        Sta dicendo una cosa divesra, che le danno fastidio delle installazioni di Fv localizzate in un punto preciso, o forse le danno fastidio per principio, chissa perchè poi

        ho aperto gogle.maps per vedere questa invasione di pannelli a Poggio Renatico, al momento gli unici pannelli visibili sono sopra i tetti di un gruppo di capannoni

        Ripetere per metabolizzare: il fotovoltaico non centra niente con un rischio di consumo di suolo e carenza di prodotti agricoli, eviterei certa retorica

        Sa cosa consuma il suolo agricolo? e questo caso in modo irreversibile?

        cementificazione

        in italia tra il 2006 e 2021 sono stati cementati 1.156.km2 (dati di Ispra), però di questo non si è lamentato, ne a temuto che restassimo senza agricoltura, direi che non se ne è neanche accorto

    • Esiste anche l’agrivoltaico, ovvero il fotovoltaico ad un’altezza tale da rendere comunque coltivabile il terreno sottostante.

      • Questa mi sembra molto una scusa per non andarci, in bicicletta. Fa bene sempre, specie per la pancia, per non parlare delle articolazioni: c’è lo smog? C’è anche andando a piedi.

        • Vivendo in città so molto bene cosa si respira muovendosi in bicicletta.
          Sì lo smog te lo respiri anche quando sei a piedi ma in bicicletta (muscolare) la frequenza respiratoria aumenta, a meno di non avere l’andatura della nonna ma in quest’ultimo caso di pancia ne va giù poca.
          Il punto era: ben venga la bicicletta ma le auto non devono più inquinare l’aria che respiriamo.

  2. Per rendere comprensibile l’ottima analisi/confronto anche dai profani, sarebbe sufficiente indicare nel testo almeno una volta il significato delle sigle Bev=Battery electric vehicle e Ice=Internal combustion engine. Inoltre sarebbe utile a mio parere affiancare per il metano oltre al dato relativo all’unità di misura [metro cubo] anche i valori per [chilogrammo] così come accade per il Gpl del quale vengono esplicitati i dati per [chilogrammo], [metro cubo] e [litro].

  3. E fare una cosa rivoluzionaria come un abbonamento che per dire (visto che si paga in anticipo) abbia scadenza a fine kW ma che idea fuori dal mondo

  4. L’articolo è ben fatto, per aevidenziare il paradosso tra energia e costo commerciale
    poi, forse è un po’ esagerato (a fini illustrativi) nei parametri:

    – 5 litri di gasolio per 100km (in uso misto o WLTP) mi sembra ottimistica

    o meglio, vale per un’auto segmento C, ma allora il dato corrisponte dell’elettrica non sarebbe (?) 13-14 kwh per 100km, che diventano 17 kwh per 100Km con le dispersioni per la ricarica
    rispetto a usare 20 kwh come nell’articolo.. sarebbe un 15% di correzione nel conto

    – oppure (auto segmento D-E) usare 5,7 km di gasolio per 100km (misto/WLTP) vs 19 kwh per 100km per l’elettrica D-E comprese dispersioni per la ricarica

    – molti guidano più in urbano che nel’extraurbano; in città il consumo della elettrica diminuisce, quello della termica aumenta, ci sarebbe un altro 30% di correzione nel confronto

    • Pensare che ogni volta che ad un elettrico facevo notare il risparmio pari a zero mi dicevano sempre che mi sbagliavo, oltre a pagare l’auto un prezzo assurdo. Cmq io il diesel l’ho pagato stasera 1.65 euro al litro, con 80% del prezzo fatto di accise, la mia auto una Audi a3 1.6 diesel, consuma molto meno di 5 litri per 100 km, monitoro spesso il tratto casa lavoro di 17 km, consumo medio 3.3 litri per 100km, Con punte in basso anche di 2.9 ed in alto di 3.9 (con aria condizionata accesa per tutto il tragitto). Non sono contro le auto elettriche, anzi, ma la acquisterò quando veramente ci vedrò un risparmio, non parlatemi che esistono colonnine gratis, ricariche gratis in aziende etc etc che sono favole per pochi.

        • Guidando in maniera accorta, come si farebbe con una BEV dalla quale devo sfruttare ogni kWh, con una buona auto diesel si possono fare quei consumi là.

          Esperienza personale: con Golf 8 2000 cc facendo tangenziali e superstrade sto sempre sopra i 25 km/l, se la velocità è inferiore ai 90 km/h si raggiungono le medie indicate da Marco Sacchi. Stesso stile di guida e tragitto simile con Hyundai Kona BEV: circa 8 km/kWh. Altro discorso l’autostrada, dove con la Golf diesel a 130 km/h sto a 20 km/l. Non ho provato la Kona in autostrada.

          • Beh, se Marco Sacchi fa l’hypermiler con il diesel può farlo benissimo anche con una Bev senza pretendere di dimostrare che i parametri di consumo adottati dall’autore dell’articolo sono sballati.

          • Mah dipende dal piede e dallo stile di guida, per fare un esempio avevo un cmax TDCi ugutad un mio collega, lui asseriva di fare i 22km litro, io stesso percorso 17/18 ed ero contento, poi prestai la macchina a mia figlia per le ferie e andai al lavoro con lui , e capii che non mentiva, ma onestamente non riuscirei a sottopormi a quella tortura, andava pianissimo, accelerava lentamente,frenava ( si fa per dire) in modo predittivo, insomma per me troppo snervante.

        • Posso mandare foto se desidera del cruscotto, era scettico persino mio suocero che ha una tesla. Se mi da una mail gliele mando

          • Non ci credo neanche se lo vedo che fai 33 km con un litro in città.
            Se poi li fai andando a 70 km/h in extraurbano è un po’ diverso. A quel punto ti dimostro che andando in discesa con la BEV ho consumo negativo!

    • 5 litri per 100km è quasi troppo, io ho fatto i conti con la versione gasolio e la mia corsa elettrica e la versione a gasolio consuma il 4.3/100km sullo stesso tratto la mia circa 17KWh/100km… E la dispersione la devi calcolare perchè quell’energia la paghi: la consumi solo prima invece che dopo ma fa parte del computo energetico.

      • Ciao, grazie per i dati per una auto segmento C

        Approfitto per chiederti dei dettagli:
        – sembrerebbe un percorso estraurbano, a velocità circa?
        – i dati della versione gasolio sono da test tuo o i teorici dichiarati?
        – i tuoi dati 17kwh sono quelli del displaty auto (senza dispersioni)
        o quelli fatturati alla colonnina (con dispersioni)?

        si la dispersione sopra è nei conti (circa +3kwh), solo consideravo un percorso misto (tipo WLTP), non prevalentemente scorrevole/veloce

        Segmento D,
        Alfa Giulia Diesel 2.2, considerata efficente tra motore e basso cx nella categoria,
        dichiara 5,7 L /100 nel combinato/misto, però credo pesi 1.600-1700kg
        Poi sui forum che chi dice che fa meno e chi più, chiaro piede leggero e tragitto scorrevole

        • I dati sono reali, nel caso della mia auto elettrica quelli fatturati dalla colonnina, ma i kw consumati della batteria (letta tramite dongle ODB2) e ho fatto una proporzione per capire il consumo data la carica rimanente alla fine del circuito; da computer consuma sensibilmente meno (con aria condizionata a 24C in estate 12,8kwh/100km, diventano 14,3 in inverno). Il percorso è lo stesso con entrambe le auto, parte urbano, parte extraurbano, parte strada di montagna, la velocità è quella consentita dal CdS nei vari tratti (scorrevoli) (50km/h in urbano, 90 extraurbano e attorno ai 70/80 sulla strada di montagna). Essendo un circuito (torno al luogo di partenza) quindi viene recuperata anche l’energia potenziale in frenata.

          Nel test poi abbiamo guidato entrambe le auto entrambi i proprietari e la differenza dei consumi devo dire è stata trascurabile.

          Non so dire per la Alfa Giulia, mai guidata.

  5. Al fine di risolvere il caro energia e in particolare dell’elettricità c’è una soluzione economica da molti anni che si chiama fotovoltaico. Ha un costo iniziale che si ammorizza facilmente in 5-10 anni e poi è tutto gratis per minimo altri 15-20 anni (oggi tutti i pannelli sono garantiti almeno 25 anni con un calo di produzione di circa il 20 %).

    • Sante parole

      gli ultimi grossi impianti fatti in Spagna (e immagino dati simili per il Portogallo) costruiti durante il covid, senza fermarsi, e attivati nel 2022, avevo fatto un po’ di conti, producono elettricità a 2,5 centesimi per kwh ( 25 euro per MWh )

      prezzi del kwh fotovolatico (ed eoilico) per nuovi impianti continuano a scendere 13% all’anno

      non dico già i paesi nordici, che sono molto avanti, ma anche l’umile Portogallo, paese latino come noi, senza grosse materie prime o con poche risorse, installando rinnovabili a più non posso, con energia abbondante ed economica, sta vivendo una “seconda occasione” di sviluppo e ricchezzza sociale ridistribuibile ed economica, basata su una “scelta” ragionata

      dovrebbe essere una priorità nell’agenda politica italiana, invece vedo il ministero MISE e il Ministro Cingolani fare “melina” centellinando le autorizzazioni e i decreti quel minimo che basta per non rendere spudorata l’azione di frenaggio..scusate lo so lo scrivo troppo spesso..

  6. Qua si perde di vista il secondo principio della termodinamica! Il costo dell’energia non è dato solo dalla quantità ma anche dalla qualità. A parità di quantità l’energia elettrica è più preziosa del petrolio perché può essere trasformata con ottima efficienza in energia meccanica, cioè in movimento, mentre il petrolio no. Il petrolio può essere trasformato solo in calore e il calore è una forma di energia “caotica” che è impossibile nella pratica trasformare con buona efficienza in energia meccanica. Infatti la famigerata bassa efficienza dei motori termici non è una questione di tecnologia (che nel caso dei motori a scoppio ha probabilmente raggiunto il massimo) ma di leggi fisiche. Per questo non ha senso confrontare il prezzo unitario di elettricità e petrolio in termini di quanittà di energia. Per questo la generazione di energia elettrica direttamente da sole e vento è tanto importante. Per questo le auto termiche stanno morendo proporzionalmente all’abbassamento del costo delle batterie (e del fotovoltaico).

    • Si è così , è un principio della termodinamica “Non tutto il calore può essere trasformato in energia meccanica, ma una parte del calore dovrà essere ceduto nell’ambiente a bassa temperatura”
      Visto il rapporto tra i costi farebbe presupporre un efficienza di conversione 2 o 5 che in linea con i limiti della termodinamica ed in linea con l’efficienza dei mori termici del 30%.
      Però sul BEV dopo questo apparente 1-1 si possono spendere due cartucce:
      1) L’efficienza di conversione delle moderne centrali elettriche turbo gas a ciclo combinato sta tra il 50/60%, quindi più alta del motore dermico automobilistico
      2) Parte dell’energia elettrica può essere prodotta da idroelettrico, eolico e fotovoltaico
      3) C’è la frenata rigenerativa, vero che ce le hanno anche le ibride, ma con le BEV funziona meglio perché il motore elettrico e le batterie sono più grosse, per esempio in discesa da una montagna le BEV riescono a re-incamerare quasi tutto l’energia potenziale perduta, le ibride non lo possono fare. Poi le frenate nell’urbano generano tanta potenza per breve tempo, difficile recuperarla con i motorini e le piccole batterie delle ibride, con le ibride bisogna attuare una guida molto predittiva e poco pratica.

  7. Nel ragionamento si trascura che il gasolio, derivando dal petrolio con un’efficienza di circa il 93% (serve 1,07 kWh di petrolio per produrre 1 kWh di gasolio) è molto più “vicino” alla fonte energetica primaria dell’elettricità, che invece è un vettore intermedio. Se l’elettricità è prodotta con un’efficienza media del 40% da fonti primarie (2,5 kWh di combustibile fossile per produrre 1 kWh di elettricità), si ottiene proprio quel fattore 2,5 tra il costo del kWh elettrico e il costo del kWh di gasolio… Non confrontiamo le pere con le arance, l’elettricità è una forma di energia molto più pregiata di un combustibile…

    • Ciao, vero se la corrente la fai con i fossili hai le perdite di trasformazione

      – concordo +7% (almeno) la sola parte della raffinazione da petrolio (non trattando quanto succede prima), e +1% camion cisterna sino al distributore

      – efficenza netta centrale termoelettrica italiana ad olio combustibile:
      tra 48% e 51% in base a quanto è recente;
      (per andare sopra al 51% servono impianti più costosi, con acciai speciali)

      – efficenza netta centrale turbogas ciclo combinato metano italiane:
      tra 56% e 63% in base a quando è stata rimodernata (revamping)
      (PS: tra 65% e 80% se centrale con teleriscaldamento come a Torino)

      – efficenza motore diesel auto moderna:
      dichiarano sino a record di 36% (sino a 40% per i camion), ma non è dato effettivo, è un dato teorico relativo alle dispersioni termiche del cilindro, senza contare accessori e gli atriti

      se prendi i litri consumati al km e l’energia necessaria per far avanzare l’auto /test quattroruote), su strada diesel moderno rende circa 27% a velocità costante, 23% nel misto/urbano; il benzina ancora peggio

      Se concordi su questi dati, è più efficiente alimentare le centrali e fare corrente per le auto elettrico, mediamente usi metà gas/greggio (per ricaricare l’elettrica perdi 5% di dispersione sulla elettrica e 8-15% nella operazione di ricarica)

      poi, in italia usiamo più centrali a gas ciclo combinato che termiche ad olio;
      metano invece di petrolio porta ulteriore vantaggio in riduzione Co2,
      in totale a me pare che si arriva a un risparmio quasi da 1 a 2 sino a 1 a 3 sia di kwh primari per km percorso dall’auto, che di costo economico alla base (a parte il picco folle della crisi russa ovviamente), che di Co2 emessi

      Per cui, giusto il tuo ragionamento, i conti andrebbero pesati con i fattori di conversione del mix italiano, poi anche cosi rimane un certo ricarico sul costo dell’elettricità al consumo (per pagare l’ammodernamento della rete), e ancora di più nel caso particolare sulle colonnine Fast che rispetto al contatore di casa aggiunge un ulteriore fattore x2 o più

  8. Scrivo solo per dire, amici BOICOTTATE enel x!!
    Ha applicato un aumento delle tariffe spropositato proprio quando il costo dell’energia elettrica ha iniziato a calare in modo rilevante.

    Piuttosto utilizzate A2A, ha accesso a tutte le colonnine enel x a un costo che è rimasto invariato e molto inferiore.

  9. L’illustrazione fatta è molto interessante.
    Però l’indicazione sul costo dell’energia elettrica di casa lo ritengo sbagliato.

    Attualmente il costo di Enel è di 0.29€ al Kw/h, come costo della sola componente energia, vedere il si sito Enel…
    A cui vanno aggiunte tutte le altre voci, trasporto, spese fisse, ecc. e le tasse di stato.

    Siamo sui 0.45€ al Kw/h, in pratica lo stesso prezzo praticato sulle colonnine più economiche.

    Al momento la produzione Italiana di energia stenta a produrre a costi bassi.
    Proprio nei giorni scorsi è stato pubblicato che la produzione di Energia Green da Idroeletrico è crollata del 40%.

    Mentre la produzione da Fotovoltaioco e da Eolico al momento penalizza il costo complessivo di produzione.
    Come dire ” produrre Green costa molto”

    Uno studio internazionale indica come alternativa per ridurre il costo di produzione, il vecchio e odiato Carbone.
    Infatti la Germania ha aumentato del 45% la produzione di energia da Carbone.

    Al momento quindi non ci potremo aspettare una diminuzione dei costi dell’energia elettrica.

    Come qualcuno ha scritto si tratta di aziende che devono fare profitto, poi quando anche lo stato vorrà applicare le tasse sulle colonnine allora il prezzo basso sarà una chimera…

    Permangono ancora i vantaggi nell’auto produzione, ma non può essere per tutti.

    Tenete conto che ad oggi una certa parte di Fotovoltaico va perduta, essendo prodotta di giorno e solo fino ad una certa ora, mentre le ricariche si concentrano di notte.
    Serve un accumulo intelligente, questo potrà essere l’idroelettrico e la produzione di Idrogeno..

    Staremo a vedere, l’idrogeno sarà sicuramente il sistema migliore per sfruttare bene il Green…

    • FOTOVOLTAICO E EOLICO ABBASSANO LE BOLLETTE (carbone è solo per emergenza russa)

      GRAFICO COMPARATIVO PREZZI
      https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png

      Il grafico è tratto dal report 2019-2020 della banca di investimento americana Lazard,
      esiste anche un report aggiornato al 2023, molto simile

      Non volevo contraddirti (il carbone è vero che costa abbastanza poco) ma mettere in contesto: le rinnovabili abbassano la bolletta meglio del carbone, è la soluzione a portata di mano, “oggi”, solo ci vuole un po’ di costanza per far crescere di numero gli impianti
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      FOTOVOLTAICO
      A me risulta che il fotovoltaico (anche italiano) abbassi i costi della bolletta,
      e lo farà sempre di più se le autorizzazioni iniziano a permetterne l’installazione massiccia invece che poco più che simbolica,

      bisogna essere molto chiari e battere con forza in questa direzione,
      vincere le resistenza che IMHO il governo sta facendo con le autorizzazioni per rallentare la transizione;

      i ritardi introdotti nelle autorizzazioni delle rinnovabili, hanno l’effetto di rimandare il calo dei prezzi delle bollette, che potremmo notare di anno in anno anche aumentando già di pochi punti % le rinnovabili installate (vedi sotto meccanismo “PREZZO MARGINALE”)

      EOLICO
      per l’eolico mi aspetto lo stesso beneficio, e anche utile perché mediamente va anche di notte integrandosi con il solare, ma bisogna distinguere tra:

      – on-shore (costo basso ma difficile da posizionare in alcune delle nostre regioni per ragioni paesaggistiche)

      – off-shore su fondazioni fisse (costo basso)

      – l’emergente off-shore “galleggiante” in acque profonde, anche per il nostro mediterraneo; sarebbe startegico nel mix in quanto ha vento più forte e relativamente costante

      Off-shore galleggiante è tecnologia agli inizi costicchia, sono i primissimi impianti non ancora standardizzatie prodotti in grandi volumi; il primo parco autorizzato italiano è nel mare del canale di sicilia ed ha un contratto per comprare elettricità a 185 euro Mwh, cioè 18,5 centesimi a Kwh; serve da apripista

      ma si prevede che ogni nuovo impianto costerà meno (nel giro di un po’ di anni arrivando a 60 euro Mwh ) se l’italia si indirizzasse con decisione in questa direzione, rilanciando anche la nostra cantieristica navale

      PREZZI LCOE FONTI ENERGETICHE (vedi grafico 2019 link sopra)

      Solare impianti utility (grandi) e eolico hanno un prezzo tutto compreso (LCOE) stracciato, nel 2023 siano intorno a 30-70 euro/ Mwh, cioè 3-7 centesimi di euro per kwh

      e prezzo impianti scende del 13% ogni anno, si arriverà sotto ai 3 centesimi per kwh;
      in Spagna su alcuni grossi impianti terminati nel 2022 hanno chiuso a 2,5 cents per kwh.

      Cioè le rinnovaibili mettono fuori mercato persino il carbone, e se la giocano con il metano, che quando sta ai minimi di prezzo (come in questi giorni) sarebbe economico (3-7 centesini a kwh), mentre durante la crisi era aumentato circa 8 volte (300 centesimi)

      L’uso del carbone è stato riaumentato (un poco) in italia e (in maggior quantità) in germania per emergenza durante la crisi, perchè era disponibile “subito”; ma si prevede di farne a meno al prima possibile;
      Produce moltissima CO2 e come beffa ormai costa più delle rinnovabili

      Anche ipotizzando che in italia per distorsioni varie del nostro paese (meno trasparente/competitivo di altri) il solare utility venga pagato un po’ di più che all’estero, o contando a fare media impianti realizzati in passato a costi più alti, resta comunque una fonte economica, se non la più economica

      Ho guardato spesso il prezzo del kwh italiano giornaliero, es. in maggio quando le rinnovabili riescono a entrare più spesso nella determinazione del “PREZZO MARGIANLE” (meccanismo diabolico che in futuro andrebbe migliorato), i prezzi del kwh italiano scendono parecchio

      ci ha anche in parte salvato (purtroppo non ce ne era di più) nel periodo della crisi, le bollette avrebero potuto essere persino peggiori senza il contributo delle rinnovabili, per ora ancora non abbastanza come quantità installate

      QUESTIONE ACCUMULI

      sono aggiungo un po di contesto sulle priorità (per come la ho capito io):

      Pare che sino ad arrivare ad a produrre il 60-75% del totale con fonti rinnovabili, si hanno solo benefit e cali continui di prezzo del kwh, con necessità di interventi progressivi e non esagerati sull’adeguamento della rete elettrica (colonnine fast è un discorso a parte, per forza hanno dei ricarichi sul prezzo base del kwh); ad es.Terna sta già aggiungendo alcuni elettrodotti interrati o sottomarini che collegano le diverse isole e regioni italiane

      Oltre queste soglie di mix prevalentemente da fonti rinnovabili ( ma a questo ritmo in italia ci arriveremmo nel 2050, altri paesi stano facendo più in fretta ) si certo le intermittenze necessitano, o anche solo giovano, degli accumuli, giornalieri e stagionali; oltre a introdurre utenze utili per sfruttare i picchi di energia e scollegabili negli altri momenti, ad es: molti dissalatori per fornire l’acqua all’agricoltura o alla produzione di idrogeno, oltre a anche sistemi intelligenti per incentivare l’uso della corrente nelle fascie orarie migliori

      Di accumuli ce ne sono di diveri tipi, tra cui sistemi di bacini idrici, batterie fisiche, chimiche, etc; per accumuli stagionali si parla anche (ma ancora da sviluppare) di idrogeno/metano/ammoniaca realizzati per sintesi chimica con corrente green

      Un’ equivoco che si fa spesso, è che non è necessario arrivare da subito a emissioni zero,
      gli accumuli potrebbero non essere ancora abbastanza sviluppati come costo /scalabilità per coprire tutta la necessità, speriamo di si, ma non è detto, magari necessiteranno di qualche anno in più

      lo scenario più realistico, efficace e meno costoso, per l’italia prevede di tenere momentaneamente (all’incirca ci arriviamo tra 20-25 anni) ad es. 80% da rinnovanili, 5% da accumuli in sviluppo crescente ogni anno, e 15% ( 70-90 TWh annui , oltre 10 volte meno del consumo di fossili in italia di adesso per capirsi ) con classiche centrali turbogas modulabili ma solo del tipo recente ad alta efficenza ( 60-63% come impianti di Maghera e di Prevenzano), che tra le soluzioni fossili son quelle con minori emissioni di Co2 e dai costi e tempi di installazione molto contenuti

    • Si, ma se sono a casa/presso un attività commerciale (tipo un centro commerciale) i costi fissi dell’utenza vengono comunque pagati che ci sia la colonnina oppure no. A meno che a casa/nel centro commerciale non ci sia la luce, ma ne dubito.

      E nulla toglie che il costo dell’energia 2 anni fa era lo stesso, c’erano meno auto elettriche, ma la ricarica elettrica costava quasi la metà.

  10. folle idea : la corrente esiste in natura ,non si crea , la si convoglia utilizzando materiali adatti ad estrarre gli elettroni dei materiali magnetici ed indirizzarli sui conduttori . qualsiasi fonte venga utilizzata per generare lavoro meccanico: acqua ,vento ,nucleare, carbone e gas abbiamo sempre sempre corrente da un generatore nel quale interagiscono tra di loro campi magnetici e movimento . unica fonte dove non c’e’ movimento e’ il fotovoltaico ( lavorano i fotoni interagendo con gli elettroni ) . i fulmini sono energia elettrica naturale allo stato brado !

  11. /// per l’auto a gasolio, invece, dovremo convertire i litri in energia \\\ Forse non ho capito bene l’intervento di Riccardo ma secondo me ha – come nel passaggio che ho citato – confuso almeno in parte la densitá energetica con il costo al kWh.. In ogni caso è chiaro che il prezzo al kWh per il consumatore finale è ancora sbilanciato a favore delle fonti fossili perché – come evidenziato piú volte anche da VE – non vengono “conteggiate” a dovere le spese di estrazione, raffinazione, trasporto e distribuzione dei carburanti.

    • “In ogni caso è chiaro che il prezzo al kWh per il consumatore finale è ancora sbilanciato a favore delle fonti fossili perché – come evidenziato piú volte anche da VE – non vengono “conteggiate” a dovere le spese di estrazione, raffinazione, trasporto e distribuzione dei carburanti.”
      cioè ci fanno pagare meno di quello che spendono?
      posso dubitare fortemente di questa visione? 🤷‍♂️

    • In realtà sono conteggiate eccome, anzi fossero conteggiate solo quelle come per le super privilegiate fonti intermittenti rinnovabili ti troveresti a pagare benzina e diesel a 70 o 80 centesimi al litro. Invece il diesel va a 1,60 al litro causa tasse, accise ed IVA. Quando aggiungeranno tasse, accise, IVA su le ricariche per compensare il calo delle tasse ci sarà da ridere.
      Tutto questo discorso per la più banale delle verità, la densità energetica a pari peso degli idrocarburi non ha rivali e quindi conviene di più.

      • Lei scopre l’acqua calda: l’articolo è corredato da una tabella con i dati precisi. Però il 70% di quell’energia i motori termici la buttano via in calore. E se vogliamo parlare di risate le dò appuntamento alla prossima crisi petrolifera (si ricorda l’anno scorso?).

        • Massimo non te la chiamare che tanto alla prossima crisi petrolifera vedi come si impenna il costo dell’energia, che per come è calcolato … E questo è colpa dell’Europa. E’ l’Europa che vincola il prezzo dell’energia a quello del metano favorendo gli extraprofitti ed è sempre l’Europa che ha deciso che gli allevamenti intensivi non sono inquinanti, dimostrando che alla fine Greta ha ragione a continuare ad attaccare la politica …

          • Tanto per camibare non hai letto quello che ho scritto. Ma il disaccoppiamento metano-elettricità è già nell’agenda europea, come propose San Draghi l’anno scorso. Intanto l’Europa ha imposto il “tetto” al prezzo e ridotto drasticamente i consumi di gas. Infatti il prezzo a MWh è tornato a 29 euro, livello pre crisi

    • Di solito nei carburanti Diesel e Benzina:

      – si è conteggiato il costo economico “di mercato”, dal pozzo al distributore;
      con distorsioni, ma è conteggiato (aggravato da accise, ma sgravato con sussidi e soprattutto esternalizzazioni di vari costi ambientali, logistici, infrastutture, e costi sanitari)

      – quello che nei conti quasi mai viene ricordato è il contributo di CO2 dal pozzo estrattivo al distributore, cioè alla pompa; il dato non è facile da trovare; da mie ricerche:

      >> estrazione del greggio e trasporto per mare o oledotto, dato molto variabile;
      >> consumo energetico/CO2 raffineria: minimo +7% (di più su raffinerie poco efficenti)
      >> trasporto con autocisterna da raffineria a distributore +1%

      Siglifica cue quando un’auto brucia 1 litro di gasolio, non andrebbero conteggiate emissioni di 2650grammi di Co2, ma emissioni per un fattore aumentato circa del +20%
      (comunque stimerei mai inferiore a +10% anche nei casi più favorevoli)

      Questo +20% tra l’altro, è lo stesso fattore di compensazione che va introdotto per i kwh dell’auto elettrica: +5% dispersioni di rete (dato Terna) +9/15% dispersioni ricarica

      Qualcosa di più di questo +20%, se in mezzo c’è una batteria statica di accumulo intermedio, es colonnina alimentata da un accumulo statico megapack, che però non gravando con picchi sulla rete e accumulando energia nei momenti migliori, in realtà nel complesso risulterebbe un guadagno di efficenza complessiva

  12. Riccardo ha espresso con parole sue un concetto che mi è sempre stato chiaro e caro, ovvero la retorica dell’efficienza usata come dato “scientifico” per convincere le persone a passare all’elettrico. “Scegli l’elettrico perché è più efficiente, perché tu quando fai il pieno di diesel carichi tot kWh nell’auto e dovresti fare ennemila km in più e invece …”. Questo ragionamento è sempre stato monco perché va visto quanto mi costa il kWh del diesel e quello alla colonnina: se alla fine il costo si equivale o è maggiore, la convenienza sparisce. Il dato da valutare per il consumatore è il tco che è dato dal costo dell’auto, del rifornimento, della manutenzione e delle tasse, dalla culla alla bara. E sulla base di un tco peggiore, valutare quanto sta spendendo per motivazioni ambientali.

    Giustamente Andrea fa notare che il risparmio c’è ancora ricaricando a casa, ma anche questa informazione è monca perché ci si dimentica dell’altra faccia della medaglia, ovvero di tutti coloro che a casa non possono ricaricare (e qui ne conosciamo qualcuno che ricarica alle colonnine).

    Né va preso per oro colato la visione ottimistica del futuro in cui l’aumento dell’uso delle colonnine porterà ad una riduzione dei prezzi. Io non ci scommetterei. Il prezzo di ricarica segue logiche commerciali e le aziende puntano al profitto. Con l’installazione delle colonnine si sta creando un mercato ristretto, almeno in Italia, costituito da 2 grandi player, EnelX e Plenitude Be Charge, di cui il primo è quello che ad oggi pratica già le tariffe più alte anche a fronte di una diminuzione del costo dell’energia (se il buongiorno si vede dal mattino …) e il secondo è ENI, compagnia petrolifera, che come minimo è in “””conflitto d’interessi””” (o in regime di “neutralità tecnologica” per usare un altro punto di vista) e potrà modificare i suoi margini in base alla variazione dei suoi obiettivi.

    • Enzo tu confondi, come molti, l’efficienza con la convenienza economica che sono 2 cose mooolto diverse…
      Potrà anche costarti a livello economico lo stesso (ma solo se la correntw l’acquisti in una colonnina pubblica) ma a livello energetico con la corrente “spendi” 1/4 dell’energia e, soprattutto, questo quarto lo puoi prendere da diverse fonti e non solo dal petrolio ed affini…
      I conti di sostenibilità, soprattutto nel lungo periodo non si possono fare solo ed unicsmente guardando l’aspetto economico di oggi (perchè aspetta 15 o 20 anni e vedrai quanto ti costa 1 L di benzina…) ma anche, anzi soprattutto con la sostenibilità energetica. Questo ovviamente se vuoi creare un sistema che sia sostenibile nel tempo per tutti (con tutti intendo soprattutto i nostri figli e nipoti…) e che non ci porti verso l’autodistruzione come ha fatto quello attuale basato sulle fonti fossili…

      Ma capisco che per chi ha dimostrato ampiamente di non avere un minimo di senso civico il concetto di sostenibilità per le fenerazioni future sia un pò troppo complicato da conprendere..

      • Moreno tu confondi la sostenibilità ambientale con i livelli medi dei salari italiani. Capisco che chi si può permettere di spendere e spandere non si curi dei prezzi di auto e rifornimento e il tco è una barzelletta, per tanti italiani non è così. Ma tanto su questo moralismo basato sul censo ci stiamo abituando: l’ultimo è Sala che per risolvere il problema dell’inquinamento a Milano continua ad aumentare del 50% i pedaggi di accesso col risultato che c’è chi può e chi non può. Nella foga di venire a commentare il mio post per il solo gusto di attaccarmi non ti sei accorto neanche dove stai commentando, ovvero su un articolo che giustamente mette il dieto nella piaga dei costi (crescenti) dell’energia elettrica alla colonnina rendendo l’auto elettrica troppo costosa (e non sono io l’autore della lettera alla redazione). E io concordo al 100% su quanto scritto in quella lettera.

        Siamo abituati a vedere lorsignori passarci avanti, il priority checkin, la first class, l’executive e il premium ma anche la morale sull’educazione civica grazie no, quella risparmiatecela.

        • Penso che avete mostrato i due lati, entrambi corretti, dalla facenda:

          A) PORTAFOGLIO UTENTE

          inutile nascondersi, conta per l’adozione in massa, specie in italia con i salari bassi; il conto varia in base a situazione/uso/tipologia auto personali

          comunque il trend avvantaggia l’elettrico ogni anno di più, ampiando la platea di interessati (per ora per assurdo il vantaggio è più sulle auto più grandi); i prezzi di aquisto scendono e i costi della corrente dovrebbero anche farlo per una serie di motivi.. fine bolla inflazionistica della guerra.. aumento rinnovabili installate… ammortamento rete distribuzione..

          B) EFFICENZA

          fa risparmiare sostanzialmente soldi allo Stato, che importa meno fossili, e CO2 all’ambiente, che indirettamente sono altri soldi risparmiabili in futuro (problema dei nostri nipoti, l’utente ad oggi mediamente ci pensa poco)

          ricordo che persino escludendo ipoteticamente le rinnovabili dal mix, generando la corrente solo da centrali termoelettriche (recenti, come sono in italia), si usa circa 1/2 petrolio/gas rispetto a metterlo nei serbatoi delle auto termiche; se il conto è fatto con centarli solo a gas, addirittura si emette solo 1/3 di Co2 rispetto a bruciare petrolio con i motori a pistoni

          quindi non è solo risparmio enorme già oggi di costi per lo Stato ( risparmio in minore aquaisto di petrolio, che poi dovrebbe tradursi in minore tassazione generale), ma anche importante riduzione di CO2; questo rimane vero anche contando il contributo, in proporzione modesto rispetto ai consumi dell’auto nell’uso, della C02 per fabbricazione delle batterie

          conto che ho fatto perrsonamente decine di volte partendo dai dati pubblicati in letteratura ogni anno, il valore di Co2 associato alla fabbricazione della batteria scende ogni anno; al 2023 il contributo batteria è stimabile in circa mediamente 15gr di CO2 al km, da aggiungere ai consumi kwh/km dell’auto elettrica;

          cioè:
          se un’elettrica segnemto C-D ricaricata nel mix energetico italiano emette 50-60gr di Co2 al km (che non aumentano, anzi scendono, in uso urbano) aggiungendo il contributo batteria (come si fa nei grafici di comparazione) siamo a circa 65-75gr di Co2 al km

          da confrontare con le emissioni (effettive misurate nel misto) di circa 140-160gr di un diesel moderno segmento C-D, o più di un benzina;
          (consumi che poi aumentano in uso urbano);
          e andrebbe aggiunto un +10+20% di Co2 per il trattamento del carburante dal pozzo alla raffineria e alla pompa del distributore

          • Assolutamente, concordo. Secondo me la politica (l’Italia e/o l’Europa) dovrebbero porsi il problema dell’impennata dei prezzi alle colonnine così come fino a ieri si sono preoccupati del costo del metano. Non possono scaricare gli aumenti su quegli utenti, gli early adopters, che hanno “scommesso” i propri soldi sull’auto elettrica. Quelli vanno tutelati perché se diventano i primi a sparlare dell’auto elettrica è la fine. Qui si genera un doppio danno: da un lato un danno economico per chi l’auto elettrica ce l’ha già, dall’altro si dirotta potenziale clientela dall’auto elettrica a quella diesel o gpl.

            E’ chiaro che se l’obiettivo di tutti è spingere sull’adozione dell’auto elettrica e se l’argomento TCO è stato sempre il primo o secondo argomento più considerato insieme a quello ambientale, se non si affronta il problema ci facciamo del male da soli. Già il TCO viene costantemente minato dagli aumenti praticati per i tagliandi e la compressione dei vantaggi dell’elettrico (ingresso in ZTL, parcheggio gratuito, ricariche pubbliche gratuite), poi se ci mettiamo anche l’impennata alla colonnina è la fine. Il punto è comprendere che certe critiche, la mia ma anche quella di Riccardo, non nascono per denigrare l’elettrico ma per portare all’attenzione dei problemi che vanno risolti oggi e per i quali le persone si aspettano delle soluzioni. Il minor pluralismo nell’offerta di ricarica pubblica (escludendo ovviamente i soggetti minori presenti in una o al più 2 regioni) rispetto alla benzina è un altro rischio collegato al costo della ricarica: quella è la luna ma qualcuno preferisce guardare il dito che la indica. Ad esempio, mi chiedo tanto per passare dalle chiacchiere alle proposte, sarebbe così “lunare” imporre un tetto per legge che preveda che la ricarica pubblica (in pay-per-use) non può mai costare più del doppio rispetto al PUN e, nel caso dell’HPC, non più di 2 volte e mezzo il prezzo del PUN? Perché questo abbasserebbe già oggi drasticamente il costo della ricarica, soprattutto il divario che intercorre già oggi tra il privato con villetta e garage e il privato che parcheggia e ricarica per strada.

          • Si chiaro.. si crea anche un po’ di danno di immagine..
            che poi quando il divario di costo di “carburante” si riduce, già il messaggio in un clima mediatico ostile diventa che addirittura costerebbero di più

            ..credo che questa delle colonnine sia una fase far-west passeggera, chi ha messo le colonnine fast in autostrada “ci prova” a rientrare prima delle spese, finche utenti e concorrenza non si organizzano..
            ben vengano articoli come questo a evidenziare la cosa

            ..non penso potranno fare cartello, o almeno non ha lungo..
            ..ci sarà da pazientare 6-9 mesi? per vedere un assestamento?..

            Comunque 400.000 wallbox già installate, molti stanno giusto aspettando ancora un po’ che i listini scendano, le vendite di elettriche continueranno a salire anche da noi.. è solo questione di tempo..inizierà normale convivenza con le termiche..

            Personalmente ho la certezza che il costo dell’elettricità va a scendere ogni anno anche in italia, perchè è già successo con un poco di anticipo in altri paesi:

            ogni punto in più % di rinnovabili introdotto nel mix energetico, aumentano il numero di giorni/ore all’anno in cui sono le rinnovabili a stabilire (al ribasso) il “prezzo marginale” del kwh nella borsa energia

            Oltre a driblare tra i vari abbonamenti delle colonnine, o chiedere (come dici tu o come diceva Massimo in altro articolo) regole e semplificazioni sui pagamenti alle colonnine ( limiti 2x, app unificata per comparare più velocemente i prezzi abbonamenti, pagamento anche con bancomat, etc)

            ..bisognerebbe battere molto sul ministero MISE, per far sbloccarre più rapidamente gli impianti di energia rinnovanile.. ci sono progetto per centinai di GW che attendono parere positivo o negativo, ma almeno di avere una risposta.. sono montagne di soldi risparmiabili in costo energia e petrolio da Stato, industria e da noi tutti in bolletta, risparmi enormi e con ricadute importanti tenuti fermi (per lobbysmo dico io)

            Purtroppo ci sono anche utenti che se sono elettori di destra, anche se capiscono questa evidenza sul rendere basso il costo dell’energia, arrivano a negarlo per difendere ideologicamente il governo del loro “colore”

            Personalmente se un mio “colore” fosse al governo e facesse lobbismo contro le rinnovabili, lo sputt..erei comunque e ferocemente,

            Cosi come faccio al momento con l’attuale ministro Cingolani e compagni di merendine, oltre a far durare più possibile carbone, petrolio, ogni tanto tentano anche di parlare di nucleare, forse aveva un senso 50-30 anni fa, ad oggi IMHO è la fuffa delle fuffa, la madre delle mazzette e del debito pubblico, costo economico astronomico ( tra 150 e 230 euri al Mgw al 2023, in crescita ), lo installano solo stati che hanno bisogno di produrre scorte di plutonio per motivi militari (es Cina)

            https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png

            PS: honotato è in corso una campagna mediatica contro Sala di Milano, è iniziata la campagna elettorale per l’anno prossimo;
            nella caciara che stanno montando, tra insulti e denigrazioni, c’è una confusione:
            in realtà le elettriche continueranno ad entrare gratis in area C a Milano e a non avere lòimitazioni anche in altre città

            Non gli serve la mia difesa, se la sa cavare da se, comunque lui ha fatto 2 mandati, non è rieleggibile, e nelle statistiche (articlo Repubblica pochi gg fa) è stato un sindaco molto amato

            Questo al netto dei malcontenti per il traffico e i parcheggi di milano, che è un problema mai risolvibile completamente da nessuno; secondo me lui qualcosa di sensato lo ha fatto, anche meno delle limintazioni nelle citta straniere, e anche al netto del malcontento per le ferrovie lombarde sempre in ritardo, ma chenon dipendono da lui, dipendeno dalla Regione, amministrazione politica Fontana..che non vuole mollarne la gestione con gare di appalti per le varie parti, perchè è feudo di manovre elettrorali

            https://www.ilpost.it/2023/07/12/milano-nuove-regole-trasporti/?homepagePosition=16

          • Il limite di Sala che è andato verso un modello “premium” per l’accesso ai varchi: se hai i soldi passi, se no ti fermi. Certo, così facendo fai cassa, ma crei un abisso tra chi può e chi non può, andava studiata un’altra strada, così son buoni tutti …

          • Ciao,
            ti racconto come la vivo i ( capisco che ognuno la vede diversamente)

            a periodi vado in zona quasi-centro, ospite a casa altrui;
            vado in auto (magari i fine settimana), oppure (anche meglio nei lavorativi) con la metro leggera regionale ogni 30 minuti,

            a volte mi porto una bici pieghevole ( 140e – decatlon in ferraccio – 13,5kg – ruote da 20 pollici e monomarcia ) a mo’ di valigetta (preferisco bici che usare poi i mezzi se dopo faccio qualche commissione in città)

            Milano centro-storico (Area C) purtroppo è costosa di suo; il centro città (Area B) dipende ma non scherza

            che Sala punti al premium, non saprei bene, forse, non è che mi sono studiato a situazione, poi ho il dubbio sia un messaggio denigratorio passato dagli avversari politici sui giornali (popolo ZTL, salottieri, etc), sennò non si spiega che per es. ha aumentato le ciclabili (scontenando altri per aver tolto degli spazi parcheggiabili o della carreggiata per le auto) e inziative sul sociale e che gli vengono rinfacciate

            Sui giornali spesso non spiegano che Milano “città” è in pratica l’area B,
            mentre l’area C è il nucleo storico più piccolo

            non tu, ma chi non conosce la città, leggendo gli articoli ci si fa l’idea che le limitazioni che tanto riempono gli articoli (la piccola area C) siano applicate al “centro” città (area B), mentre nella reltà l’area B è piuttosto libera, non cosi punitiva

            – area B ha un raggio di 2-3 km,
            entri liberamente (euro 4 benzina, euro 6 diesel, euro 5 diesel furgone) e se sei hai pelo sullo stomaco (io non tanto) fai pure parcheggi selvaggi e difficilmente vieni multato, oppure se vai la sera/weekend parcheggi liberi non a pagamento; ai vari uffici o locali es ai navigli, isola, o porta venezia ci arrivi molto vicino se non proprio davanti con l’auto

            – l’area C è proprio il centro storico, ha un raggio di 1000-1200m,
            per me il punto sta in questo nunero (il raggio piccolo)

            ci puoi praticamente andare a piedi, se non con i mezzi pubblici,
            le auto potresti quasi non farcele entrare, oppure fai il compromesso di disincentivarle, e qui ogni tipo di soluzione “intermedia” scontenterà qualcuno (al momento mi sembra lasciano entrare liberamente le elettriche, che includono i quadricicli leggeri, oltre ai mezzi piccoli a noleggio; un domani magari metteranno una limitazione sulle dimensioni dell’auto; comunque ogni modifica la annunciano con anni di anticipo)

            diciamo che hai una necessità/sfizio eccezionale (trasportare un oggetto pesante in centro storico) allora paghi l’accesso al centro storico (o chiedi un permesso); ma normalmente l’ultimo tratto si può fare senza l’auto, mezzi o piedi (salvo permessi invalidi o simili, e le soluzioni intermedie per i residenti)

            altrimenti molti, per come siamo abituati tenterebbero di arrivare in auto vicino a piazza duomo quotidianamente, con l’effetto di bloccare ancora di più traffico, autobus e girare a vuoto cercando parcheggi;

            ho visto riportate le statistiche, ad oggi Milano ha ancora più auto rispetto altre città, perche la tendenza è a togliere un po di auto dalle città.. in confronto, a Milano mi sembra che ancora ci vanno leggeri ?

            Vabbè, buona giornata!

    • Il motore elettrico è più efficiente del motore endotemeico?
      Si, nonostante le inefficienze intrinseche delle batterie

      Il motore elettrico è più semplice da riparare di quello endotermica?
      Si

      Per l’utente finale l’auto elettrica è più conveniente?
      Il capex saaolutmanete è a favore dell’endotermico
      L’opex è, a seconda dei casi, a favore dell’elettrico o dell’endotermico.
      Il costo di utilizzo in termini di spesa per km dipende dai distributori di energia, ma dato che sono “steonzi” per definizione il costo o si equivale o è addirittura più alto.

      All’utente finale frega poco dell’efficienza, ma il costo di esercizio. Se per dare 100Km spendo uguale o addirittura di più per pura ragione commerciale, a quel punto l’utente finale sceglie ciò che è più pratico per lui.

      Banalmente la macchina con l’impianto a metano o Gpl sono al momento le più convenienti per l’utente finale.

      • A meno che uno non ricarichi a casa. Se poi ha il fotovoltaico il confronto non ha più senso.

        • Si perché il fotovoltaico a casa è costato zero immagino, aggiungendo magari anche la pura fuffa delle batterie di accumulo… Ed il rimborso in 10 anni del 50% speso immagino sia rimborsato da babbo natale e non dalla collettività… Quello che sta emergendo ed è stra evidente è che le energie rinnovabili sono costosissime, lo dico anche perché cavalcai all’epoca i primi 2 conti energia con 2 parchi fotovoltaici al sud, assieme ad altri soci, conti energia che stiamo pagando ancora oggi e per i prossimi lustri…

          • Ma che esempio è, lei parla dei primi conti energia com se non avessimo appurato che erano completamente sballati, oltre al fatto che le tecnologie erano enormemente più costose di quelle di oggi.
            Provi a chiedere ai privati se il fotovoltaico è vantaggioso o meno con i prezzi dell’energia schizzati alle stelle grazie al GAS, mica per colpa delle rinnovabili!
            Ho perfino un collega che ha impianto fotovoltaico e accumulo non allacciati alla rete, ma senza arrivare a questi estremi, grazie all’aumento dei prezzi del gas chi ha un impianto si è visto arrivare rimborsi dal GSE molto superiori alla norma.
            Ripeto per la terza volta, per quelli che fanno fatica a capire: grazie all’aumento dei prezzi del gas!

          • Il fotovoltaico a casa me lo ripago con il risparmio che ho sulla bolletta di casa, che comunque alimento con l’energia elettrica (o tu la alimenti a gasolio quella?). Il fotovoltaico è in investimento che ti dura nel tempo, mentre i tuoi rifornimenti di gasolio te li bruci nel tempo di consumarli.

      • Condivido il concetto generale che il conto in portafoglio muove le valuazioni di molti, magari non in modo esclusivo, ma pesa, specie con i salari italiani

        Per dirla tutta, nella situazione italiana per chi è sul badget e non fa troppi chilometri anno, non vince ne il gpl, ne l’elettrica, ne l’utilitaria nuova termica,
        vince il rimandare l’acquisto del nuovo e prendere un’auto usata (per ora termiche)

        Solo mi sembra strano che il capex sia a favore dell’endotermico, non avrà generalizzato un caso particolare?

        – includerei spese di manutenzione importanti per auto che si tengono oltre i 70.000km

        – come dice Massimo, considerei un mix di ricarica che non sarà mai esclusivamente alle colonnine in autostrada e al peggiore tra gli operatori disponibili, sarebbe il caso più sfavorevole in assoluto, non rappresentativo

        – distinguerei il caso delle auto grandi (segmento D-E), per cqueste mi pare che la convenienza ci si sia già su tutti i fronti, si risparmiano 5000-10.000e già all’aquisto, oltre ai bolli (0 in 5 anni e ridotti dopo), poi i costi di gestione neglia anni sono più bassi, la garanzia 8 anni, in alcuni casi estendibile a 10 anni, non capisco come potrebbe mai un’elettrica risultare più cara di una termica

        – auto compatte e utilitarie (A-B-C), qui chiaro invece il prezzo di aquisto dell’elettrica è (per ora, vediamo se ci vorrà 1 anno, nel segmento C, oppure 2-3 anni) più alto e per ammortizzarlo ci vorrebbe una buona percorrenza annua

        – per le auto compatte metterei nel conto 5000e di incentivi, giusto o sbagliato che sia, visto che si sta parlando del portafogli del proprietario dell’auto nelle condizioni particolari del 2023 puramente economiche, gli incentivi esistono e si possono conteggiare

        PS: se avesse un calcolatore on-line CAPEX con intefaccia chiara da suggerire ci guardo volentieri, vorrei impratichirmi con queste valutazioni

        • Capisco il non considerare solo la ricarica pubblica ma mediare anche l’uso della ricarica casalinga, ma purtroppo se devo fare un viaggio che supera l’autonomia dell’auto sono obbligato a caricare fuori.
          Non che caricare sia in sé un problema grosso, ma andare al mare assieme al mio amico con la stessa auto ma diesel, pagata 8000 euro in meno, impiegarci pure ore di più accumulate tra ricariche e velocità autostradale ridotta a 110 km/h e spendere pure più soldi è aberrante! Per assurdo al momento dell’acquisto l’elettrico era più conveniente e avevo deciso di comprare l’elettrico per risparmiare.

          Visto l’attuale prezzo dell’energia, paragonabile a quando la ricarica AC costava 0.35-0.30 kWh le tariffe pay per use alle colonnine pubbliche sento puzza di cartello e AGICOM dovrebbe provvedere.

  13. Apprezzo moltissimo il Suo preziosissimo ed illuminante articolo, Riccardo. Non riesco pero’ a condividere il Suo ottimismo risp. al futuro dei prezzi praticato alle colonnine. A mio avviso non tiene nella dovuta considerazione l’ipotesi che possa esserci un cartello a falsare, condizionare e frenare il mercato delle elettriche. Due operatori, di fatto pubblici, con enormi dotazioni finanziarie (sufficienti a spalmare l’investimento iniziale in diversi anni piuttosto che riversarlo subito nei prezzi praticati), uno dei due con interessi prevalenti proprio nelle fonti fossili, che hanno in mano buona parte delle colonnine, assieme ad altre partecipate pubbliche con quote minoritarie (A2a, Hera, Neogy per citarne alcune). Di privati veri quasi non se ne vedono, c’e’ chi tenta la strada dell’antitrust https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2023/4/A557
    … una lotta impari!
    Sarei curioso di verificare nei bilanci di queste societa’, quanto questi aumenti stiano giovando negli incassi e nel numero di clienti o kwh erogati, se in linea o meno risp alla progressiva (lenta) diffusione dell’auto elettrica.

    • La ringrazio dell’apprezzamento e delle sue considerazioni. L’ottimismo è la manifestazione di una speranza. I fatti ci indicheranno in che direzione andremo. Ma non sottovaluti le forze della società civile e delle istituzioni internazionali che favoriscono il libero mercato.
      Io auspico un sistema di ricarica dove le colonnine siano tutte interoperabili e integrato con la distribuzione dell’energia e del gas. Un fornitore, oltre a luce e gas, potrebbe offrire anche le ricariche alle colonnine pubbliche. Ma questa è un’altra storia…

      • La speranza è l’ultima a morire, ma non ho mai visto un prezzo di un servizio scendere negli ultimi anni così velocemente quanto Enel X abbia alzato i prezzi nonostante il costo dell’energia fosse scendendo… E aumenteranno ancora ad Agosto, con costo dell’energia ridotto ulteriormente.
        Nutro davvero poche speranze visti i rincari totalmente non giustificati passati così…se potessi non darei più un centesimo ad Enel X e becharge, ma purtroppo in alcune zone non posso neppure scegliere di fare quello.

        • Questo è il problema principale, si stanno comportando da monopolisti cercando di dimostrare che non lo stanno facendo.
          Miscela esplosiva direi, vediamo come andrà a finire.

  14. Nel suo ragionamento, ha tralasciato un dato che con le ICE non esiste, mentre per le EV è molto importante, ovvero la ricarica casalinga.
    Io non faccio distinzione tra singoli viaggi, ma un confronto annuale di spesa per energia e kWh utilizzati.
    Se io ricarico prevalentemente a casa, tranne quei pochi viaggi all’anno, il costo di quelle sporadiche ricariche fatte a prezzo pieno sarà mitigato dal costo casalingo.
    Al contrario, se ricarichi prevalentemente alle colonnine, un abbonamento ti conviene sicuramente, ma non è detto che sia il Travel Plus di EnelXWay oppure il BeElectric 500 di BeCharge, ma quello che più si avvicina al consumo medio mensile.
    Io, ricarico per il 90% a casa, in quel 10% metto le gite fuori porta, le vacanze, imprevisti vari che mi portano a caricare alle colonnine.
    Tranne che per le vacanze, dove in 15gg si concentrano tanto km e quindi mi conviene attivare un abbonamento, per le restanti ricariche pago a consumo.
    Non solo, l’abbonamento è personale, ma a questo possono essere collegate più card RFID, ad esempio io ne ho 2, una per me ed una per mia moglie, quindi nel caso dell’abbonamento si possono spalmare i kWh su più auto, riuscendo sicuramente a sfruttarlo appieno.

    L’abbonamento ha un costo che dobbiamo pagare in anticipo; e dove sta il problema?
    Chi ha un cellulare con contratto a consumo oggi?
    Paghiamo in fisso mensile che ci dà diritto a ti minuti di telefonate ( ormai illimitati ) e tot GB di dati; ma chi li usa tutti per ammortizzare meglio il loro costo?

  15. la corrente non esiste in natura, va prodotta e costerà sempre tanto quanto la fonte piu costosa utilizzata per produrla

    • Perchè mai la “fonte più costosa”? Dovrebbe costare quanto il costo medio del mix delle fonti per produrla. Gli extraprofitti le dicono qualcosa?

      • Gli extraprofitti mi dicono esattamente che il prezzo dell’energia elettrica è legato a quello del gas, il quale invece non era necessariamente legato al costo di acquisto del gas, ma ad una speculazione verificatasi lo scorso anno, che ha generato gli extraprofitti d cui si parlava prima. Ed il meccanismo della Borsa elettrica, alla quale si rifanno tutti gli operatori nel campo di compravendita dell’energia elettrica, finisce per premiare le fonti più costose.
        Quella della media dei costi delle fonti energetici è, almeno da noi, una bella utopia.

    • Per me è il consumo per ogni tipo che sembra strano.
      Per una ICE fare 100km con 5lt mi sembra buono ma soltanto su strade normale non in autostrada.
      A questo punto se uno viaggio su strade normale, il consumo di 200Wh/km è esagerato.
      Ovviamente dipenderà dal tipo di EV.
      Nel caso di una Tesla è difficile arrivare a questo livello alto tranne se uno va sempre.oltre 130kmh.

      La mia su strade miste ma soprattutto autostrade, rimango tranquillamente sotto 180wh/km.

      • Si, l’ho scritto anche io sopra, è stato un po’ ottimista con i consumi della la termica e pessimista con l’elettrica, anche contando i kwh dispersi nella ricarica;

        credo che abbia estremizzato un po’ i dati per poter evidenziare il paradosso, che comuqnue c’è, del prezzo commerciale dell’energia;

        Comunque bell’articolo, bravo 😉

        • Grazie.
          In effetti ho semplificato a svantaggio della EV. Il concetto comunque rimane quello. Detto questo, sappiamo che lo stile di guida fa la differenza dei consumi. Personalmente, facendo il “conto della serva”, ovvero, dividendo i kWh “fatturati” per i km percorsi io ho questi risultati:
          Citroen C-zero 45000 km in 4 anni. Media 152 Wh/km
          Tesla Model 3 25000 km in 18 mesi. Media 185 Wh/km

    • Questione insostenibile. Come scritto correttamente, abbiamo un’energia non disponibile in natura ma creata, difficile da gestire ed instabile, contro un’energia chimica potenziale che deve essere trasformata.

      • Completo la frase: contro un’energia chimica potenziale che deve essere trasformata e che sarà sempre più difficile e costosa da ottenere.

        • Possibile ma non era il punto in discussione.

          Come è possibile che lo stesso accada per batterie e gli efficienti motori a magneti permanenti nei prossimi anni. Perché sappiamo che anche li si usano materiali e terre rare finite, estratte da enormi miniere e processati con tanta energia?

          • Total mining per minerali per batterie etc (componenti) Vs total mining per fonti di energia fossile (tutta l’energia da fonti fossili). Anche l’autore e’ affetto da chiaro bias.
            Non ho ben capito l’autore dove vorrebbe prendere l’energia elettrica che poi usa in modo cosi’ efficiente. Non e’ perche lei cita un link su internet la fonte sia autorevole e verificata: e’ praticamente un opinione personale.

          • @AntonioR il problema sta tutto lì: ogni attività tecnologica rilevante ha impatti ambientali, incluse le batterie, i pannelli solari e le turbine eoliche. Il problema sostanziale che “la vecchia economia” sta combattendo è che il passaggio da un sistema lineare a uno chiuso, dove i materiali utilizzati sono in gran parte riciclati, abbassa in un colpo solo le necessità minerarie e il fabbisogno di energia primaria.
            Il tutto fatto con un sistema distribuito e non centralizzato, che per gran parte può funzionare per qualche decennio con manutenzione minima.
            Dovrebbe pertanto esserle più che chiaro perché è necessario attaccare con tutta la forza possibile la transizione verso un sistema energetico che richiederà meno materiali minati e meno energia primaria di quello attuale.
            Ma si rilassi, non voglio convincerla, il tempo da solo mostrerà questa semplice cosa che oggi ai più sembra impossibile (come sembravano impossibili le auto elettriche, o i razzi che atterrano e possono volare decine di volte, o telefoni smart che hanno più potenza di tutta la potenza di calcolo utilizzata dalla NASA per andare sulla luna)

          • Ma lei non deve convincermi, solo portare dati a supporto. Il suo discorso non fa una piega eccetto che qui si parlava del costo di un’energia nobile, prodotta artificialmente Vs una chimica potenziale.
            In merito alla transizione non sono in disaccordo, pero’ usare la logistica e le infrastrutture esistenti per ridurre CO2 ed impatto ambientale oggi con una varieta’ di soluzioni di elettrificazione nei trasporto leggero, rispetto a scavare, costruire altre fabbriche, produrre tanta piu’ energia, lasciare a piedi migliaia di meno abbienti domani, mi sembra poco sensato.
            Un esempio? Usare i soldi pompati su acquisto di BEV private o nuove fabbriche (Tesla Berlino, Gigafactories..) per dare all’Europa trasporti pubblici green, semi gratuiti e piu’ efficienti? Un’auto termica non in uso abbatte la CO2 oggi molto piu’ che sostituendola con una elettrica domani. Invece vogliamo emettere CO2 per ridurre la CO2, diabolico.

          • Vedo che lei insiste con una falso ragionamento. Un’auto termica che sta ferma è comunque costata qualche tonnellata di emissione al momento della produzione. E sono tonnellate emesse inutilmente, visto che il possessore non la utilizza, quindi non ha alcuna necessità di possederla.

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