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Non siamo in Svizzera e qui l’auto elettrica…

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Non siamo in Svizzera, dove puoi lasciare l’auto in ricarica e prendere i mezzi pubblici: in Italia l’elettrico è un percorso a ostacoli, scrive Luca. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

Non siamo in SvizzeraNon siamo in Svizzera, da noi ricaricare è un rebus e i mezzi… Come ne usciamo?

“Leggo da tempo i vostri articoli trovandoli curati e interessanti. Parto dal presupposto che l’auto termica è destinata a scomparire per una serie di motivi. E vorrei porre l accento su un altro argomento, forse (sicuramente) di non vostra competenza: il parcheggio. In pillole, se non ho il garage o un posto macchina dove ricaricare a casa, poco male. Spendo qualcosa (poco o tanto che sia) in piu e ricarico alla colonnina. Poi vado a casa, nel mio caso circa un km e dopo il tempo di ricarica devo uscire di nuovo salire in auto e cercare parcheggio. Ci sono quartieri in cui queste due operazioni portano via molto tempo. Non è solo un problema di pigrizia, di infrastrutture o di abitudini. È un problema logistico. Non siamo in Svizzera posso lasci in carica l’auto, prendi i mezzi pubblici e al ritorno dal lavoro vai a casa col pieno. Come risolvere questo problema non ne ho idea. In Toscana, a fronte di un aumento di piste ciclabili, c’è stato un aumento del biglietto del bus e una diminuzione dei servizi di quest’ultimi.  Spero col cuore di riuscire ad avere un’auto elettrica un giorno, senza grattacapi descritti. Luca da Firenze 

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La City-Plug, colonnina A2A per ricarica lenta e diffusa in città.

La soluzione? Ricariche capillari nelle aree di sosta notturne

Risposta. Il racconto di Luca, pieno di osservazioni sensate, conferma quel che diciamo da tempo: l’auto elettrica oggi è per molti, ma non per tutti. Bisogna lavorare per rendere le ricariche capillari e meno costose, ovviamente a bassa potenza, da utilizzare nei tempi morti. Qualche esperienza si sta facendo anche in Italia: citiamo ad esempio il progetto City Plug di A2A. L’idea è di portare in strada l’esperienza della ricarica domestica, con delle isole di colonnine da 7 kW che possono essere utilizzate anche come parcheggi notturni. Sappiamo che anche Enel X Way ci sta lavorando. E un’esperienza altrettanto interessante la sta facendo una catena di supermercati del Nord-Est, la SME, dotando ogni parcheggio di una ricarica. Qui sotto la VIDEO-INTERVISTA all’energy-manager dell’azienda, che spiega l’iniziativa. È chiaro che l’auto elettrica non diventerà di massa fintanto che chi vive in città e non ha un garage privato potrà ricaricare agevolmente. Ma ci si sta lavorando.

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5 COMMENTI

  1. Il punto di arrivo della transizione energetica dovrebbe essere un’infrastruttura che consente l’interscambio continuo di energia tra i veicoli e la rete, cablato per una maggiore efficienza quando il mezzo è fermo, ma per forza di cose senza cavi quando in movimento.
    Siamo ancora lontani da reti che premettano la bidirezionalità e da ricariche induttive, anche se le prime applicazioni sperimentali sono già realtà.
    A mio avviso quindi, allo stato attuale della rete elettrica e della sua regolamentazione, e delle caratteristiche dei veicoli venduti, l’unica cosa che la nostra leadership dovrebbe imporre SUBITO è un ampio passaggio cavi verso la rete elettrica per ogni singolo posto auto, coperto o scoperto, privato o pubblico.
    Via via che la diffusione delle auto elettriche aumenterà questi condotti verranno popolati; in un primo momento da un semplice monofase AC 230V 16A monodirezionale, per poi evolversi nel futuro in un collegamento bidirezionale trifase AC oppure addirittura un DC.
    C’è per me anche una cosa semplice da fare SUBITO: dotare ogni colonnina del suo cavo. Trovo veramente fantozziano aprire il bagagliaio o il frunk, districare e collegare il cavo in due punti ogni volta che ci si ferma!

    • Nelle colonnine in strada non è possibile lasciare il cavo, verrebbe vandalizzato o rubato a meno di prevedere un riavvolgimento all’interno della colonnina..

  2. La soluzione non sono colonnine ad 200kW ovunque, la maggior parte delle auto è ferma per ore (9 a lavoro e 8/12 di notte) quindi sono meglio colonnine lente collegate nei parcheggi in strada, nei garage a ore, nei parcheggi degli aereoporti/ferrovie etc, nei parcheggi di esercizi commerciali.
    L’idea è che se vado al cinema posso ricaricare per 3 ore a 7kW, il giorno dopo a lavoro faccio il pieno a 3kW etc etc.
    Bisogna smetterla di paragonare l’auto elettrica alla termica e al pieno al distributore, la ricarica veloce deve essere l’eccezione magari durante un viaggio.

  3. Soluzione. Reti alta potenza ovunque. Ricariche veloci potenti 400km per 15 minuti. 600km reali 30 minuti massimo…….. E miglioreranno con gli anni. A 350kw ricarichi velocissimo.
    Devono arrivare a questi tempi. Solo allora in Italia si arriverà all adozione.
    Servono anche parkeggio, in generale mancano tantissimo. Le soluzioni lente non sono accettabili, elettrificare i parkeggi ma mancano proprio i parkeggi.
    Soluzione colonne alta potenza ricarica alta potenza sopra i 200kw anche per le utilitarie. Ovunque

  4. Signori, siamo solo agli inizi, sicuramente si troveranno soluzioni per fare fronte a questo problema.
    Nel Regno Unito, se non erro, si sta sperimentando la ricarica tramite i lampioni della luce che, bel Regno Unito, sono praticamente a bordo strada nella maggior parte delle strade.
    Non sarà sicuramente l’unica soluzione ne tantomeno quella che risolverà, da sola, il problema, ma stanno nascendo tantissime realtà interessanti, come per esempio la ricarica “wireless”, insomma, sicuramente si troverà una soluzione, bisogna solo avere un po’ di pazienza…

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