Svelata in anteprima a Londra, Lotus Evija (prima denominata Type 130) è la prima hypercar elettrica della casa britannica. Nonché il primo progetto concepito sotto la nuova proprietà del colosso cinese Geely. Sfida apertamente modelli come Battista Pininfarina e Rimac C_Two (qui l’articolo).
Il culto dell’heritage e dell’efficienza
Rispettando la tradizione del marchio, gli ingredienti dietro il nome Evija (traducibile con l’espressione “prima della specie”) sono l’esclusività e la tecnologia sofisticata. Per fornire prestazioni eccellenti con un’esperienza di guida sopraffina. “La Lotus Evija riporterà il nostro brand all’attenzione dei cuori e delle menti degli appassionati di motorsport e al centro del panorama automobilistico mondiale“, dichiara Philip Popham, CEO di Lotus Cars. Le radici del progetto affondano nel mondo delle corse. L’intera autovettura è stata elaborata per avere la miglior efficienza aerodinamica possibile, ispirandosi ai prototipi della celebre 24 Ore di Le Mans. Proposito racchiuso nel termine “porosità“, definito da Russell Carr, Design Director di Lotus Cars, “tema del concept progettuale“.
L’aria al posto della matita
I pannelli della carrozzeria danno l’impressione di essere veli stesi sulla monoscocca in fibra di carbonio (realizzata in un unico pezzo da CPC, azienda italiana leader nel settore) e sulla meccanica. La ricerca formale, invece, attraverso l’alternanza tra continuità delle superfici e rottura dei tagli, ha prodotto un volume compatto (dimensioni 4459 mm x 2000 mm x 1122 mm). L’anteriore è piuttosto minimalista, mentre il posteriore è scenografico.
Dotato di un grosso estrattore e di due vistosi sfoghi laterali, ottimizza al massimo la gestione del flusso d’aria nel retrotreno per generare carico aerodinamico. E proprio le ampie cavità posteriori sono contornate da luci a LED, dando l’idea di essere “postbruciatori su un aereo da caccia“, specialmente se illuminate. La cura maniacale nei confronti dell’aerodinamica si riscontra nello spoiler posteriore retrattile, nel sistema DRS di derivazione F1 e nello splitter frontale. Sono inoltre assenti gli specchietti retrovisori, sostituiti da telecamere.
La bellezza della velocità: 2 mila kW di potenza
Le prestazioni dichiarate sono sensazionali: 2000 kW di potenza e 1700 Nm di coppia. In caso di conferma durante l’uso stradale, questi dati renderebbero la Lotus Evija l’automobile di serie più potente finora costruita. Il marchio di Ethel ha collaborato strettamente con Williams Advanced Engineering per mettere a punto il powertrain della propria hypercar. L’accumulatore (da 70 kWh) alimenta ben 4 motori elettrici, che scaricano i cavalli a terra grazie alla trazione integrale. Si trova incassato al centro del corpo vettura, subito dietro i sedili, posizione ideale per soddisfare i requisiti di stile, comfort e dinamica di guida. Il peso è contenuto in 1680 kg, anche grazie all’impiego di cerchi in magnesio (abbinati a ruote Pirelli Trofeo R).
Velocità max: 340 km/h. Da 0 a 100 in meno di 3″
Lo scatto da 0 a 100 km/h avviene in meno di tre secondi, quello da 0 a 300 km/h è sotto i 9 secondi. La velocità massima è di 340 km/h. Si può mettere alla frusta la macchina per periodi prolungati, senza avere un decadimento delle performance, grazie ai quattro radiatori che gestiscono il raffreddamento del generatore e alla sicurezza fornita dai freni carboceramici. Eccezionali pure i tempi di rifornimento. La batteria é predisposta per effettuare il pieno con potenza di ricarica fino a 800 kW. Le migliori colonnine in commercio raggiungono per ora i 350 kW. Ciò si traduce in 18 minuti per riportare al 100% il livello di carica dell’accumulatore (tramite la presa di tipo CCS, nascosta nel retrotreno).
Endorfine sensoriali
L’abitacolo riprende la drammaticità dell’esterno, partendo dalla plancia, con effetto ad “ala sospesa“. La fibra di carbonio pervade le superfici, enfatizzando la sensazione d’essenzialità e di leggerezza dell’interno. Si ritrova anche nei gusci dei sedili (ampiamente regolabili) e imbottiti con inserti in Alcantara. Ad ogni modo, il punto focale dell’ambiente è il posto del guidatore. Il volante, ispirato al mondo della F1 e delle corse Endurance, è dotato di pulsanti disposti intuitivamente, pensati per regolare funzioni quali la connessione con il telefono, il cruise control e il DRS.
C’è anche un cursore che serve per selezionare una delle cinque modalità di guida dell’automobile (Range, City, Tour, Sport e Track). Subito sopra lo sterzo si trova un ampio display digitale, da cui è possibile controllare lo stato di carica della batteria e i parametri vitali del veicolo. Altre funzionalità sono inserite sulla consolle centrale, scolpita con un motivo a nido d’ape (presente anche sulla pedaliera), regolabili tramite bottoni a controllo tattile soft-touch. “Al centro del fascino di ogni Lotus risiede l’opportunità da parte del guidatore di entrare in simbiosi con l’auto, come se potesse indossarla” aggiunge Carr. Per i più esigenti esiste anche l’applicazione per smartphone, in modo da dialogare in ogni momento con l’hypercar.
Tiratura in 130 pezzi, prezzo 1,9 milioni + tasse
La Lotus Evija sarà prodotta a Ethel, storica sede del marchio, in nuovo stabilimento appositamente dedicato, nel 2020. Saranno 130 gli esemplari sfornati dalla fabbrica, a un prezzo fissato di 1,7 milioni di sterline (poco meno di 1,9 milioni di euro, cui bisogna aggiungere le tasse), con un acconto di 250.000 sterline. I facoltosi clienti potranno contare su un’assistenza completa del brand prima e dopo l’acquisto. Dalla personalizzazione, scegliendo per esempio verniciatura, rivestimenti interni e dettagli (come i fregi sul montante C), fino al coinvolgimento in eventi track day e altre iniziative in pista. “È molto bella e non vedo l’ora di vederla sulla strada” dichiara Hazel Chapman, vedova del grande Colin. Chissà cosa ne penserebbe l’estroso fondatore della Lotus.
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