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L’Onu sceglie Bologna per l’Università del clima

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Nascerà a Bologna la prima Università sul clima e la crisi climatica con il sigillo dell’Onu. Sarà un centro mondiale d’eccellenza per la ricerca, la scienza, l’intelligenza artificiale e i big data sul “climate change”, aperto a studenti e docenti da tutto il mondo. Partirà nel corso del 2024.

 

L’UNU Institute on Big Data and Artificial Intelligence for Managing Human Habitat Change, questo il nome del nuovo Istituto presentato alla Bologna Business School di Villa Guastavillani.

Hanno illustrato il progetto Tshilidzi Marwala, Rettore dell’Università delle Nazioni Unite, Anna Maria Bernini, Ministra dell’Università e della Ricerca, Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna e Giovanni Molari, Rettore dell’Università di Bologna.

L’istituto, recita la stessa il documento firmato ieri, «sfrutterà l’uso di tecnologie digitali all’avanguardia per aiutare a risolvere le pressanti sfide globali e promuovere una maggiore collaborazione internazionale».  Non a caso sorgerà nel capoluogo dell’ Emilia-Romagna e nell’area del Tecnopolo di Bologna dove ha trovato sede anche il supercomputer del Centro Meteo Europeo, uno dei più potenti d’Europa.

Bologna scelta per infrastrutture e capitale umano

Bologna è stata scelta come città ospitante dell’istituto per «il fiorente ecosistema di innovazione, l’accesso a ricercatori illustri, strutture di supercalcolo e infrastrutture cloud che offrono un ambiente ideale per il funzionamento dell’Istituto» si legge sul sito dell’Università di Bologna.

«Insieme alle altre Università ed Enti di ricerca della Regione saremo lieti di costruire, con il tramite dell’istituto, nuove opportunità di ricerca e di collaborazioni interdisciplinari, prestando particolare attenzione all’inclusione e al coinvolgimento dei paesi del Global South» ha dichiarato  il Rettore Giovanni Molari.

A disposizione fondi statali e regionali

Il Governo italiano si è impegnato a stanziare, previa ratifica parlamentare dell’Accordo per la sede ospitante, 40 milioni di dollari per il Fondo di dotazione UNU, per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’Istituto e facilitare iniziative future. Nonché un contributo annuo condiviso con la Regione di 2,5 milioni di euro durante il primo decennio di attività dell’istituto.

tecnopolo
Il Tecnopolo di Bologna ospita anche il Data center del Centro Meteo Europeo Ecmwf

La Regione ha già stanziato le risorse necessarie per garantire l’avvio della struttura e la gestione per i prossimi anni: 5 milioni di euro per il triennio 2023 – 2025, insieme a 6 milioni che si aggiungono ai 40 milioni stanziati dal ministero per realizzare il complesso dell’edificio F2, futura casa – già in costruzione – del nuovo istituto dell’Università Onu all’ex Manifattura Tabacchi dove è sorto il Tecnopolo.

Un centro di ricerca mondiale sui cambiamenti climatici

Al Tecnopolo sono già attivi il Data Center del Centro Meteo Europeo per le previsioni a medio termine e il supercomputer europeo Leonardo: infrastruttura gestita da Cineca che offre una potenza di calcolo senza precedenti nel nostro Paese – l’80% di quella italiana e oltre il 20% di quella europea – e che è al servizio del territorio, dell’Italia e dell’Unione Europea.

Tecnopolo Bologna
Il Tecnopolo di Bologna dove troverà sede l’Università dell’Onu dedicata allo studio del clima

L’Università di Bologna all’interno del Tecnopolo ospiterà dal 2024 anche  il Centro delle Nazioni Unite per la resilienza delle coste ai cambiamenti climatici (Decade Collaborative Center-DCC Coastal Resilience), finanziato dalla Regione con 2 milioni di euro. L’infrastruttura bolognese si candida dunque a diventare motore di studio e di ricerca mondiale sul climate change.

L’Istituto utilizzerà il supercalcolo, i big data e l’intelligenza artificiale per studiare i cambiamenti dell’habitat umano indotti dal climate change, con un’attenzione specifica ai complessi problemi del Global South e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali che si stanno verificando come conseguenza di una serie di fattori quali l‘urbanizzazione, le migrazioni internazionali e interne, le sfide e le opportunità sociali ed economiche generate dall’innovazione tecnologica. Dinamiche complesse, che corrispondono a molti degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Bonaccini: “La sfida urgente del cambiamento climatico”

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini: «Siamo orgogliosi di avere nella Data Valley dell’Emilia-Romagna una nuova sede dell’Università delle Nazioni Unite, che si occuperà, grazie a infrastrutture e competenze uniche, di una tra le sfide più urgenti e complesse, quella del cambiamento climatico, di cui anche la nostra terra sta drammaticamente pagando le conseguenze».

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5 COMMENTI

  1. Per ora tutti questi nuovi mega computer bolognesi si limitano ad aggiungere altra co2 all’atmosfera consumando colossali quantità di corrente elettrica tutt’altro che green. Sarebbe il caso di andare oltre i soliti comunicati stampa e fare una seria indagine su tutto ciò. Che contratto elettrico ha il tecnopolo, con chi e quanto consuma/emette? Il centro meteo europeo prima stava in Inghilterra dove l’eolico ha una crescita esplosiva mentre qui è quasi fermo, non era meglio restasse là?

    • Vittorio, non poteva restare là: è finanziato dall’Unione europea e dopo la Brexit il Regno Unito non è più nell’Unione Europea. Detto questo, concordo solo sul fatto che l’Italia dovrebbe darsi una mossa e accelerare la transizione alle rinnnovabili.

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