Home Vaielettrico risponde Le auto elettriche non sfondano? Ecco perché

Le auto elettriche non sfondano? Ecco perché

45
wallbox in condominio

Le auto elettriche non sfondano? È stato fatto un errore strategico: si è partiti da modelli troppo costosi disorientando il mercato, ci scrive Enrico. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it  

Le auto elettriche non sfondano
La mitica Citroen 2CV, sempre rimpianta.

Le auto elettriche non sfondano? Ci vogliono modelli più piccoli e meno costosi…

“Sono un vostro affezionato lettore, appassionato di tematiche ambientali e tecnologiche. Vorrei condividere le mie riflessioni sul mancato sviluppo del mercato delle auto elettriche in Italia. Mi sembra che nelle analisi apparse su alcuni articoli si parli soprattutto dell’alto prezzo e delle difficoltà di ricarica

Secondo me c’è stato un errore di approccio da parte delle case auto nel proporre auto di grosse dimensioni. Non si è tenuto conto della realtà specifica del nostro paese, dove il parco circolante è composto in gran parte da auto medio-piccole, che circolano in città antiche. Con strade anguste e pochi parcheggi. E non si è tenuto conto che l’auto elettrica grande non sarà competitiva con l’auto endotermica grande, intendo auto per lunghi viaggi, per molto tempo ancora.

L’acquisto di un’auto importante risponde anche a un’idea di libertà che l’elettrica non soddisfa. Vi ricordate quando negli anni 70 si andava in India con la 2CV o a Marrakech con la R4? Ecco, ci provereste adesso con una Tesla?.

Le auto elettriche non sfondanoCon la mia Ami spendo 7,5 euro al mese di energia, ne spendevo 80…

Penso che l’errore sia stato di non giocare la partita sul campo dove l’elettrica poteva vincere, ossia l’auto da città. L’elettrica senza il cambio, senza vibrazioni, senza rumore, senza esalazioni velenose è l’ideale per la città. E, se di dimensioni contenute, riesce ad essere agile nel traffico e di facile parcheggio.

Io per avvicinarmi  all’elettrico ho scelto una Citroen Ami, un quadriciclo che con tutti i suoi limiti mi soddisfa completamente, tenuto conto che costa come un motorino. Mi ha riconciliato con la guida in città: dopo 2 anni e quasi 15 mila km posso dire che fa il suo lavoro egregiamente. La carico a casa, in campagna, e mi ha ridotto il costo dei viaggi quotidiani.

Dai circa 80 euro al mese dell’auto a benzina che ho tenuto per i lunghi viaggi ai 7,5 euro al mese calcolati sul primo anno di uso, in cui ho percorso circa 8.000 km. Ma non è che uno dei tanti vantaggi, per me è fondamentale entrare in centro storico ZTL, dove spesso devo recarmi per lavoro, e la facilità di parcheggio in ogni situazioneEnrico Baselli

Le auto elettriche non sfondano
La nuova Renault 5 sarà presentata a fine mese.

Le auto elettriche non sfondano? Adesso le piccole arrivano, vediamo

Risposta. Solo due considerazioni. La prima: è vero che in Italia si vendono solo auto medio-piccole, ma i costruttori non pianificano la loro gamma su un mercato che ormai fa numeri marginali. Pensano quantomeno all’Europa, se non al mondo intero, dove non sono le citycar le macchine più richieste.

Seconda considerazione. Nell’elettrico si è partiti da auto di grandi dimensioni anche per un motivo tecnico. Ovvero l’incidenza del costo e del peso delle batterie, che è molto più facile “annegare” nel listino di un’auto da 50 mila euro in su che in un’utilitaria da 15-20 mila euro. Adesso finalmente le batterie stanno diventando più abbordabili, per costo e resa a parità di peso, e comincia ad arrivare una nuova generazione di citycar.

Iniziano Renault con la R5 e Citroen con la C3 (qui i prezzi), a cui seguiranno Fiat con la e-Panda e Volkswagen con la ID.2. Quanto alla possibilità di fare viaggi lunghi con una Tesla, c’è che li fa e impiega molto meno che con la mitica 2CV. Ricarica compresa.

-Iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico-

Apri commenti

45 COMMENTI

  1. Sebbene la redazione abbia dato una risposta tecnico economica soddisfacente al quesito iniziale, esiste anche una questione riconducibile al processo di diffusione dell’ innovazione. Storicamente, questo processo inizia proprio dal “lato alto” del mercato cioè della società perché più ricettivo ovvero disponibile per ragioni di reddito e di cultura a rischiare l’ acquisto di un prodotto più costoso e “di incerta” fruibilità

    • Hai ragione!
      In questo senso hanno fatto una cappella galattica .
      Non dovevano cominciare dalle piccole (che in quanto tali destinate a fare pochi chilometri) e nemmeno dalle top di gamma (che in quanto tali destinate ad una utenza di nicchia) . Allora con cosa ? Con le auto di medie dimensioni che hanno il bel mix di essere molto popolari e con buone percorrenze .
      E spiegare CHIARAMENTE che nonostante costino di più , oltre agli incentivi, hanno costi di utilizzo bassissimi tra ricariche domestiche con pannelli solari o contratti Enel notturni a ZERO EURO, tagliandi a €50 , niente bollo, niente costi di parcheggio , niente cambio freni , assicurazioni più economiche , usura pneumatici molto inferiore ( il maggior peso dell’auto viene compensato con gli interessi con il ridotto uso del freno e l’andatura monomarcia ) …..

  2. Scusate ma vorrei dare una personalissima interpretazione al titolo perchè le auto elettriche non sfondano, a mio avviso i motivi sono diversi e cercherò di elencarli
    – Primo e più conosciuto il costo, si è vero ora ci sono gli incentivi, però sono veramente interessanti per chi è sotto i 30K di ISEE e in moltissimi casi una famiglia dove si lavora in 2 o magari in 3 con casa di proprietà, altre auto e un minimo di disponibilità sul CC se uno non è un evasore 30k sono una soglia veramente bassa che sfido chiunque ad avere.
    – secondo la mitica ricarica da casa, ho letto che in Italia i posti auto coprono circa il 50% del parco auto, peccato che poi moltissimi siano condominiali ed a oggi avere la ricarica condominiale non mi pare sia semplicissimo.
    terzo le colonnine di ricarica, queste sono cresciute parecchio ma per essere veramente competitive dovrebbero trovarsi a 2 – 300 metri dalla abitazione e essercene in numero adeguato per avere la certezza o perlomeno una buona probabilità di trovarla libera e funzionante in modo da lasciarla la sera e ritirarla al mattino , ad oggi credo che non sia affatto così, io abito in Lombardia che è la regione con la % maggiore di colonnine ma quella più vicina è a 2 km e pensare che uno debba andare 2 o 3 volte alla settimana a ricaricare stando 30 -40 minuti in attesa o farsi 4 km per tornare a casa e ritornare poi a ritirare l’auto è semplicemente ridicolo.
    – Quarto oggi gli stipendi italiani sono inferiori (e di parecchio) ai loro equivalenti europei per cui le persone cambiano l’auto solo quando sono costretti e si dirigono soprattutto sull’usato (per ogni macchina nuova immatricolata ne vengono immatricolate più di 2 usate) e il mercato dell’usato elettrico è ridottissimo con modelli che spesso sono tecnologicamente una o due generazioni passate per autonomia e ricarica, cosa che per l’endotermico non accade
    – Quinto la tecnologia, chi si informa e non ha urgenza di cambiare l’auto perchè mai dovrebbe comprareuna elettrica oggi quando continuano a uscire notizie di nuove batterie più performati e abbassamento costante dei costi con un obiettivo di arrivare tra non molti anni ad avere auto a costi inferiori con performances decisamente superiori? E magari nel frattempo saranno state installate molte più colonnine rispetto a oggi.
    Insomma come dire oggi l’auto elettrica va bene per qualcuno ma non per tutti … in futuro forse per tutti no ma per molti si … aspettiamo fiduciosi

    • ha mai pensato che si possa ricaricare mentre si fa la spesa? abito io stesso in lombardia e il 90% dei supermercati della mia zona ha colonnine di ricarica proprio nel parcheggio, spesso ci sono insieme sia dc che ac, insomma proprio per tutti i gusti. certo è che la colonnina sta spesso in fondo al parcheggio, e spingere il carrello pieno è pesante….

      • Per noi possessori BEV il fatto che la colonnina è in fondo al parcheggio può essere un vantaggio, chi è quel possessore di ICE che andrebbe a parcheggiare così lontano solo per impedire la ricarica ad una BEV? Troppo faticoso fare due passi.
        Anzi, direi che dovrebbero fare così in ogni centro commerciale, tranne per i parcheggi dei disabili che dovrebbero essere integrati da colonnine dedicate per chi ha una BEV (diciamo 1 su 5)

      • Hai mai pensato che chi fa il pendolare (come mia figlia) parte alle 7,30 e arriva alle 18.30 e la spesa la fa una volta alla settimana o fa gli ordini online se la spedire a casa mia, forse per chi lavora a pochi km e alle 17.00 finisce a va a farsi un giro al supermercato va anche bene, ma chi finisce alle 17.30 e ha poi 40 km da farsi (in coda) quando arrica fare la spesa e la ricarica alla nacchina è l’ultimo pensiero che ha dato che poi deve pure prepararsi la cena e magari acere un paio di ore di “libertà e socialità” prima di andare a dormire.

        • giustamente.. l’ auto elettrica al momento non è per tutti…
          magari lo sarà tra 10 anni (data la velocità con cui arrivano innovazioni tecniche)..se non sarà così…il termine verrà spostato..o annullato.

          A tutti però conviene che una nuova tecnologia si diffonda rapidamente… così costerà meno a tutti… sennò avremmo ancora il telefono a gettoni
          (I primi 2 o 3 cellulari mi son costato 1 stipendio..e dovevo pure portare 2 o 3 batterie di scorta perché all’ epoca 1 durava 6 ore in standby)..

          Lei magari sta scrivendo con uno smartphone con enorme schermo a colori.. dotato di una batteria che arriva sicuramente a 24/36 ore ..anche se i 5G.

          PS. A volte devo accompagnare.mia madre a fare spesa con la mia BEV perché almeno trovo posto alle colonnine di ricarica..(ovviamente ricarico..ma ho FV ) perché se andiamo con la sua ICE a volte non si trova parcheggio in 20 minuti..

          Forse da me “gira il mondo a rovescio”

  3. Leggendo questo articolo … la considerazione di Enrico B. … (perché non fanno auto piu piccole ed economiche ?) è estremamente diffusa, a quanto leggo qui e su altri siti di mobilità elettrica/auto/tecnologia
    La risposta l’ha già sintetizzata bene la redazione; cit. “Seconda considerazione. Nell’elettrico si è partiti da auto di grandi dimensioni anche per un motivo tecnico. Ovvero l’incidenza del costo e del peso delle batterie, che è molto più facile “annegare” nel listino di un’auto da 50 mila euro in su che in un’utilitaria da 15-20 mila euro. Adesso finalmente le batterie stanno diventando più abbordabili, per costo e resa a parità di peso, e comincia ad arrivare una nuova generazione di citycar.”

    Ogni nuova tecnologia all’inizio ( e specialmente qui in Europa) ha bisogno di enormi investimenti, sperimentazioni, collaudi, verifiche ed assistenze ai problemi dei clienti finali.
    Siamo giusto adesso all’inizio della fase di produzione auto “popolari” (così come i primi smartphone, gli iPhone, non erano certo “per tutti”…poi con gli anni – e la solita concorrenza cinese – lo sono diventati).

    Enrico B. ha però avuto un approccio molto pragmatico (e mi riporta un po’ alla mente la fase di motorizzazione degli italiani nel dopoguerra): invece di una piccola auto a batterie, ha valutato un quadriciclo COPERTO che poteva usare ugualmente, e magari con grandi vantaggi (il minor spazio di parcheggio, il bassissimo costo d’uso).

    Forse bisogna ripensare il modo di usare le vetture, specialmente in città… sempre più intasate da auto (specialmente SUV … anche per fare 2/5 km…).

    Se ognuno comprasse una piccola auto, adesso che stanno arrivando sul mercato, e magari l’unica volta all’anno che serve una più grande e stradista la noleggiasse….
    forse staremmo tutti meglio…. più rilassati e con aria più pulita…

    (nb; non voglio far pubblicità … ma un NLT con cui lavoravo faceva questo servizio: in caso di necessità potevi richiedere un’altra vettura in base alle esigenze del momento; un mio amico p.es. prese una 4×4 .. per gli altri giorni bastava l’utilitaria ).

  4. Mi sono fatto un ripasso:

    – quadricicli leggeri: 350 kg + pesa batteria a parte
    – quadricicli pesanti: 400 kg (550 se per trasporto merci) + peso battereia a parte

    l’annunciata versione AMI potenziata a quadriciclo “pesante” ( 80 km/h e batteria più grande ) tarda ad arrivare, cosi come l’aggiornamento della Twizi

    Sarei curioso di capire se rimanendo nei limiti di peso dei quadricicli pesanti, che sono come dei grossi scooter riparati da freddo e pioggia, privi dai tanti costi omologativi, di sicurezza, di accessori e finiture, rispetto alle vetture normali

    si possa realizzare una vetturetta BEV da 80 km/h un poco più larga e lunga della AMI, ma al contrario dei vari quadricicli già in commercio, con una carrozzeria più o meno in lamiera

    mi pare mancano modelli tra i 7000-9000 euro della AMI, e i 18.000-23.000 euri di altri quadricicli più grandi e comodi, come la Xev Yoyo o le vetturette della Tazzari

    qualcosa sui 12-13.000 euro ( poi leggermente incentivabili dalle Regioni )
    2,6-2,9 metri x larghezza 1,5-1,6 metri ( la Ami mi pare è 1,4 m)
    2 posti, o 2+1 posti,
    80-90 km/h

    una scocca più semplice della Fiat Seicento del 1998, ma senza l’ingombro del motore termico davanti, city-car in categoria di peso dei quadricicli pesanti

    la fiat 500 d’epoca pesava 520 kg, scocca in lamiera, 4 sedili scomodi e pericolosi in caso di urto + motore termico (60 kg?), cambio (20 kg?), radiatore, serbatoio, etc

    si dovrebbe riuscire a fare una Bev in lamiera, 2 posti comodi e meno pericolosi, in 400 kg + 80 kg di batteria, upgradabile/riparabile in futuro

    batteria LPF, oppure già che ci siamo, direttamente al Sodio, va meglio in inverno, le celle nei classici formati 210-240 Ah da vetturette elettriche sono già in vendita

    guardando vedo ci sono già in commercio, ma molto rifinite (e con molti pannelli in vetroresina invece che in lamiera) e appunto si parte da 18.000e

    • Sull’argomento quadricicli leggeri/pesanti cibsarebbe da scrivere parecchio, soecie elettrici.
      personalmente li trovo molto interessanti ma a mio opinabilissimo parere mi sembra che le case costruttrici se la stiano giocando malissimo.
      Sarebbero potenzialmente un gol a porta vuota per un sacco di utilizzi, per quanto ci sarebbe da lavorare parecchio anche a livello di normative, ma continuo a pensare che chi potrebbe approfittarne se ancora mentalmente piuttosto “ingessato”. E così per adesso i quadricicli rimangono in un limbo, fatti su nel bozzolo come il bruco della farfalla.

  5. Io a dicembre ho preso in leasing la 500e in versione da 22kWh che ha 150km reali di autonomia su misto in questa stagione. Anticipo 0, tasso 0, 235€ al mese per 3 anni con tagliando e 10 mila km annui inclusi. Se avessi avuto un usato rottamabile sarebbero stati 199. Considerando i consumi (12,5kWh/100km in città) e il costo attuale dell’energia (PUN 0,10 in F3) siamo a circa 2,50€/100km, bollo gratis, agevolazioni nei centri urbani, e non paragoniamo neanche la qualità del mezzo e il piacere di guida.
    Mi sembra che non ci sia molta differenza di costo finale se guardiamo oltre ai soli listini

    • Bhe per uno che può ricaricare a casa fa pichi km tendenziamente in città e pochi viaggia utostradali o lunghu percorsi in genere può anche andar bene, se invece uno fa (come molti) il pebdolare da fuori città con 80 – 100 km andata e ritorno al giorno per andare al lavoro (magari in coda) e non può ricaricare a casa … direi che gli svantaggi sono sicuramente superiori ai 200 -250 euro risparmiati tra bollo e manutenzione e il “piacere di guida” quando sei in coda o quando sei fermo alla ricarica qualcuno mi deve spiegare bene quale sia.

      • Quando sei in coda le termiche consumano, le elettriche no. Quando l’auto è ferma in ricarica, tu fai i fatti tuoi (spesa, cinema, sport, lavoro, turismo)

      • La differenza di spesa è maggiore; io vengo da un 170cv gasolio (bollo 377€/anno.. in 4 anni=1500euro; BEV 220CV=0 per i primi anni); il tagliando medio era tra 250/350; il mio primo BEV 104 EURO…(fatto perché importante…anche se il filtro abitacolo me lo potevo cambiar tranquillamente da solo).
        A casa o FV .. ma talvolta trovo pure colonnine gratis a certi supermercati … o uso convertire i punti spesa in ricariche gratis…. se sommo tutto … non è affatto una cifra trascurabile, di questi tempi

        La verità è che nessuno vuole cambiare le abitudini o i punti di vista.

  6. Tecnologicamente non è ancora possibile costruire un veicolo di dimensioni contenute (dove per contenute intendo smart, 500 termiche, etc…) che garantisca un’autonomia da “tuttofare”. Riguardo alle EV, comincia adesso a vedere all’orizzonte una tendenza nella riduzione delle dimensioni e ad un contenimento dei prezzi (vedasi le nuove C3, Panda, si spera la futura Tesla Model 2), ma parliamo comunque di veicoli superiori ai 4m, non di certo delle compatte. Questo perché per ora è il massimo di quanto si possa fare in termini di compromesso tra costi e autonomia.
    Credo che per una diffusione delle EV su larga scala perlomeno in italia, sia necessario almeno ancora uno step tecnologico ma le nuove C3 e Panda anche grazie agli ecoincentivi potrebbero giá rivelarsi degli oggetti interessanti giá da subito

  7. R5 e Panda elettriche non sono piccole, la Panda attuale, non a caso appena rinominata “Pandina”, è piccola. Per sfondare sul mercato basterebbe mettere un motore elettrico ed una batteria da 200 km reali con ricarica veloce sulla Panda attuale e venderla allo stesso prezzo del termico, o anche meno visto che risparmierebbero su motore, cambio, scarico, pompe, filtri, oli, ecc. Il 90% della gente fa più di 200 km pochissime volte l’anno, e quelle poche volte non sono un problema se la ricarica è veloce; 200 km sono una distanza perfetta per prendersi una pausa di 20 minuti dalla guida.

      • Premesso che ho una BEV, per te la Twingo è valida per gli spostamenti che ci fai? Oppure reputi che ci sono delle limitazioni che ne avrebbero migliorato l’usabilità?
        Perché il tutto sta nel come si percepisce il mezzo, ovvero cosa offre e cosa si desidera avere a disposizione, anche se poi non lo si usa quasi mai.
        Come ci diciamo con i nostri interventi, molti dei nostri connazionali si trova stretto nei 200 km di autonomia, ne vorrebbe almeno 500 (la mia BEV in autostrada dovrebbe stare tra i 250/300 km, mai sperimentato, arrivato a max 200 km tutta una tirata).

        • la possiedo da 3 anni e ci ho fatto 50k km. auto perfetta per il corto medio raggio, ci vado in vacanza al mare a circa 200km da casa con una sola sosta di 40 minuti in uno dei miei locali preferiti dove mangio un boccone, anche se ora potrei ricaricare in ac in autostrada. l’unica cosa che le manca è una DC, anche a 50kW, visto che la batteria è climatizzata a liquido, ci poteva stare, ameno come optional.

        • La Twingo costa 23000, ok però visto che gli incentivi c’erano e pare ci siano ancora il concessionario da me ha voluto 13.000 € e un auto di 20 anni. Seconda cosa non sarà una ricarica veloce ma in un’ora si può ricaricare la batteria al 100% con una colonnina ac. Per il mio scopo va bene, la usa tutti i giorni mia moglie, 20 km quotidiani. Se non dobbiamo fare grandi trasferte e non abbiamo bisogno di tanto spazio usiamo quella, altrimenti prendiamo quella a benzina. Ricarico sempre a casa quindi per il nostro uso va più che bene, dovessimo avere quella come unica auto, no.

        • …conti al volo, approssimati e fatti a partire dalla mia Zoe:
          50kWh –> 400km
          quindi 200km –> 25kWh
          per caricare 200km ci vanno
          non più di 15 minuti a 100kW
          e 1ora e 10 minuti a 22kW

    • Scusa Mario ma 200km sono pochi o sono tanti a secondo dell’uso che ne fai, per me che faccio circa 1000 km al mese sono tanti … anche se però quando vado al mare in Liguria di entan pichi e mi costringerebbero a fare alneno 3 ricariche, prima di partire, in autostrada sia all’andata che al ritorno, mentre per mia figlia che ne fa 80 – 90 al giorno per andare nell’interlabd milanese per lavoro sono pochi e la costringerebbero a 1 ricarica di mezz’ora ogni 2 giorni a una colonnina (che e a 2km da casa) soluzione decusamente improponibile.
      E tutto ciò indipendentemente dai costi che comunque per ora sono ancora superiori (usata trovi una C3 di 2 – 3 annj con pochi km a 10000 euro) e con – 13000 anche nuova a km 0

  8. L’ho scritto tempo fa e lo ribadisco…non sono mancate tanto le auto piccole, quanto le auto tuttofare…mi riferisco alla punto, alla polo e compagnia bella…auto che vanno bene per la città e non richiedono sacrifici per il classico viaggio (uno l’anno generalmente) estivo di vacanza, nè tantomeno per i fuoriporta del fine settimana. Quella è l’ossatura del sistema di trasporto per le famiglie italiane. Quando lo capiranno il mercato decollerà.

    • Yes, ne siamo convinti in molti…
      Ma anche un adeguato sistema di ricarica… ci vorrebbe.
      Ma anche un sistema di fornitura concorrenziale dell’energia elettrica… ci vorrebbe.

    • Mah non è che non lo capiscono, è che per quel tipo di auto serve una capacità produttiva enorme, soprattutto per le batterie.
      Se poi consideriamo che molti produttori partivano da posizioni tipo “le auto elettriche non le vogliamo produrre” (*) i conti sono presto fatti.

      (*) E alcuni sono ancora in catarsi mistica, tra i più eclatanti vedi Toyota che pensa ancora di sfruttare a lungo la scia dell’ ibrido e Toyoda a cui luccicano gli occhi quando parla di idrogeno invece che di elettrico.

    • Concordo in pieno.

      Per ora moltissimi di quelli che hanno comprato auto elettriche, soprattutto se piccoline (perché con una Tesla puoi sicuramente sostituire l’unica auto termica di una famiglia con adattamenti minimi, salvo casi limite) continuano ad avere in famiglia anche una vettura con motore a scoppio per tutte le occasioni in cui serve maggiore autonomia, rifornimento veloce etc.: proprio come il lettore che ha scritto a Vaielettrico.

      Certo, meglio di niente, visto che probabilmente queste persone utilizzeranno la termica meno dell’elettrica, ma non è esattamente il modello di mobilità auspicabile e possedere due mezzi invece di uno ha un costo che non tutte le famiglie possono sostenere.

      Gira e rigira, per una diffusione capillare delle elettriche nei segmenti inferiori le “nuove” Bev piccole e medie dovranno avere autonomia e tempi di ricarica non lontani da quelli delle migliori Tesla, cioè dovranno essere auto tuttofare, come dice correttamente Alberto, nonché avere costi ragionevoli come quelli (tenendo conto della diversa classe) che si stanno assestando nei segmenti più alti.

      Da ultimo, che le city car non siano il futuro si evince dalla stessa scelta di Mercedes di “estinguere” la smart due posti elettrica che, peraltro, pur avendola provata solo da passeggero, a me piaceva moltissimo.

      • È però anche vero che in moltissime famiglie ci sono già almeno 2 auto (ad esempio, perché marito e moglie lavorano in due posti diversi), che di solito vengono classificate come “l’Ammiraglia” e “la Bianchina” (denominazioni © casa mia 😉).
        Sarebbe già un enorme, gigantesco, fondamentale passo avanti che anche solo il 50% delle “Bianchine”, al momento di essere rottamate, lo fossero con auto elettriche.
        Certo, per questo bisogna che siano disponibili sul mercato “Bianchine” elettriche di segmento A e B con prezzi allineati alle corrispondenti termiche di pari segmento: speriamo che questo si realizzi a breve, e che assieme ai nuovi incentivi diano veramente una scossa alla situazione!
        Partire sostituendo la “Bianchina” avrebbe ovviamente il vantaggio di far prendere confidenza alle famiglie con la mobilità elettrica e di aiutarli così a superare le paure e abbattere i pregiudizi e le false informazioni di cui leggiamo tutti i giorni.
        Così poi, quando dovranno sostituire le “Ammiraglie”…

        • A casa mia funziona esattamente così, anzi meglio.
          L’ammiraglia è l’unica macchina per dimensioni in grado di muovere tutti e 4 i componenti della famiglia con bagaglio al seguito. La Bianchina è una segmento A elettrica francese acquistata usata 5 anni fa con già circa 6 anni sulle spalle. Ora infatti viaggia verso gli 11 anni.
          La Bianchina percorre 40 km al giorno tutti i giorni in mano a mia moglie.
          Io percorro 21 km al giorno in bici.
          Di conseguenza con l’Ammiraglia si percorrono meno di 10.000 km l’anno quasi esclusivamente nel fine settimana e nei periodi festivi

    • Scusa, ma sul mercato ad oggi esistono nel segmento B (lunghezza 4-4,1 mt):
      – Opel Corsa e la sorella Peugeot 208 (entrambe elettriche)
      – Jeep Avenger e la sorella Fiat 600
      – Opel Mokka e Peugeot 2008
      Passando al segmento C (lunghezza 4,2-4,4 mt) abbiamo:
      – le solite cinesi MG4 e BYD Dolphin
      – Renault Megane E-TECH (ora più abbordabile specie con rottamazione EURO 1-2
      – Citroen C4 e le sorelle Opel Atra e Peugeot 308
      Tutte auto con autonomie reali superiori ai 300 km visto che montano pacchi batteria da 50 kWh a 60 kWh
      Tra le multispazio abbiamo:
      – il quartetto stellantis Berlingo, Ulisse, Combo e Rifter
      – in renault abbiamo la kangoo
      qui anche se i pacchi batterie sono da circa 50 kWh, causa forma, hanno autonomie inferiori (200 km reali)
      Quello che vorrai dire è che reputi il costo e l’autonomia non in linea con le necessità/desiderato di molti.

      Una Citroen e-C3 con batteria da 44 kWh e forse 250 km di autonomia reale come la vedi se pagata tra i 13.000 e i 18.000 € con i nuovi incentivi (con/senza rottamazione)?
      Io la vedo come una buona alternativa, come vedo una buona alternativa anche la MG4 standard a 22.000/26.000 € (con/senza rottamazione) anche perché una Tipo hybrid in promo viene 24.400 € (stesso segmento C, altri modelli come Golf costerebbero di più).
      Come puoi notare oramai i prezzi si stanno allineando, forse rimane l’autonomia che ai più mette ansia.

      • Una Citroen e-C3 con batteria da 44 kWh tra i 13.000 e i 18.000 € mi sembra sprecata come pura auto da città, mentre come auto tuttofare, anche senza pensare alle vacanze estive di 1000km, mi sembra inadatta con le autonomie dichiarate.
        Classica auto né carne né pesce, meglio un’auto più compatta per la città o una con più autonomia per fare altro.
        Naturalmente mia opinione personalissima.

      • Tecnicamente oggi tra le segmento B sul mercato c’è ancora anche la Renault Zoe.
        È vero che è arrivata a fine corsa con il Model Year 2022 ed è in procinto di essere sostituita dalla R5… ma proprio per questo potrebbe essere oggetto di interessantissime occasioni!
        Batteria da 52 kWh e 395 km WLTP (per mia esperienza, nell’urbano/extra vanno dai ~320 d’inverno ai ~440 d’estate), ricarica AC a 22 kW ⭐ e DC a 50 kW (unico vero limite), equipaggiamento nelle 2 versioni superiori decisamente buono e una piacevole altezza di 156 cm, ne fanno un’auto ancora molto, molto godibile, pur se come tecnologia non è certo all’ultimo grido…
        Come TUTTE le piccole Stellantis (Corsa-e, e-208, 600e e la “nuova” Lancia Y) del resto, che “ricicciano” la stessa piattaforma vecchia di ormai 4-5 anni!

  9. La marginalita’ delle vetture piccole/cittadine e’ trascurabile se non quasi nulla, e devono sempre rispettare tutte le norme di omologazione e di dotazioni minime. Questo il motivo per cui stanno sparendo dai listini anche le versioni termiche gia’ da tempo. Quelle che resteranno, non avranno il prezzo di attacco da “piccole”.

  10. Buon dì Enrico,
    la AMI è interessante e l’avevo presa in considerazione per un primo approccio (peccato che in famiglia si sarebbero rifiutati di guidarla perché considerata troppo piccola ed insicura).
    Un quadriciclo più interessante è lo XEV YoYo che classificato come quadriciclo pesante può raggiungere i 90 km/h di velocità massima ed offre un’impostazione più automobilistica. Peccato per il prezzo da minicar, ovvero costoso che fa piegare l’ago della bilancia su auto come la Dacia Spring che con in nuovi ecoincentivi costerebbe persino meno e comunque è un’utilitaria.
    Una cosa interessante che i più non sanno è che ad oggi con circa 9.000 € è possibile convertire una Smart/Panda ICE in elettrica con un kit di retrofit (proprio ieri sera ho visto un video di Andrea Galeazzi relativo al kit di Newtron).
    Avevo pensato persino di convertire la mia vecchia E3 diesel, peccato che non esistono kit standard omologati che abbatterebbero i costi (sarebbe venuto intorno ai 20.000€).
    Come dice la redazione ci vorrà un po’ di tempo per avere utilitarie economiche, ma nulla vieta di pensare ad un retrofit che reputo un ottima alternativa per quelle utilitarie ancora in buono stato ma che per classe EURO non possono più circolare liberamente. Almeno finché non ci saranno utilitarie economiche. Sarebbe interessante se Renault e Stellantis proponessero retrofit per le loro auto (anche se penso che Renault già lo faccia in Francia).

    • 9000€ per avere un veicolo più pesante, bilanciato male, con un pacco batterie limitato e probabilmente una gestione software non ottimale. Per essere precisi, la Panda con il kit newton garantirebbe circa 100km di autonomia (dichiarati) e una potenza di ricarica massima a 7.5kW, significherebbe spendere 9k per un veicolo ad uso esclusivamente cittadino. Tralasciando la questione ambientale, sotto i 10k pur con il folle mercato auto di questi ultimi anni si trova il mondo. Con 5k riesci a portarti a casa un benzina (adattabile gpl) nemmeno messo male, in grado di tirare almeno 5-6 anni e poi rivalutare più avanti.
      Sinceramente i retrofit li lascerei agli amatori, almeno fino a quando non ci saranno progressi tecnologici consistenti

      • Con i progressi tecnologici consistenti i retrofit non avranno più senso visto che le produzioni industriale in scala avranno costi sempre inferiori ai retrofit.
        Nell’intervista fatta a quelli di Newton vorrebbero portare il costo a poco più di 6k€ per Smart e Panda/500 (anche ultima serie).
        Ripeto, se uno ha una seconda/terza auto che è usata quotidianamente non superando il range per cui è pensata perché no.
        Facciamo un esempio, diventando anziani (oltre i 75 anni quando alcuni iniziano ad usare meno l’auto) uno potrebbe convertire la propria utilitaria piuttosto che comprarne una nuova. In quel caso credo che il range sia adeguato ma soprattutto si conosce l’auto e non ci si ritrova spiazzati nel passaggio. Questo non vuol dire che uno non può comprare un’auto nuova ma che per qualcuno potrebbe essere fattibile e soprattutto si avrebbe un’auto che non ha un cambio da gestire, con meno manutenzione e costi assicurativi+bolli annuali.
        Oppure trasformare una vecchia Smart Coupé in un quadriciclo leggero/pesante per ragazzi/e non ancora in età di patente B (come da video). In ogni caso il guscio sarebbe molto meglio di quello offerto da un quadriciclo.

        • Se arrivassimo ad un costo di conversione di 6k finito già potrebbe essere un discorso differente, per il momento così non è. Oltre 9k sono tanti quando con circa la metà ci sono soluzioni più comode, anche il risparmio su bollo e manutenzione comincia a diventare faticoso da ammortizzare. Sulla questione del retrofit legato ad una migliore efficienza delle batterie invece secondo me in futuro si potrebbe aprire un bel mercato: mettiamo di possedere o individuare un veicolo antiquato con una bella linea classica senza particolare valore storico che non è in grado di circolare, qualora il costo non fosse esorbitante si potrebbe valutare di elettrificarlo, facendolo diventare un oggettino simpatico con cui uscire facendosi notare. Pensa che bello sarebbe circolare con un Carrera 4 del ’98 elettrico

Rispondi