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La svolta elettrica è matura? Le ragioni del sì e del no

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Un'immagine del convegno, moderato dal co-fondatore di Vaielettrico Mauro Tedeschini.
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La svolta elettrica nell’auto è matura? Le ragioni del sì e del no a confronto in un convegno organizzato da Vaielettrico a E-Tech, Bologna Fiere. Oggi, mercoledì 8 maggio, il bis con un incontro sulla ricarica nei condomini (qui orario e dettagli).

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Guido Fontanelli di Panorama

La svolta elettrica è matura? Le ragioni del no secondo Fontanelli

È stato il giornalista Guido Fontanelli di Panorama a sostenere le ragioni del no. Spiegando di non dubitare che il futuro sarà elettrico, ma anche di essere altrettanto convinto che le condizioni per una diffusione di massa oggi non ci sono. “Nelle grandi città ricaricare l’auto è un’impresa e per di più i costi delle colonnine sono lievitati in modo impressionante. Senza contare che spesso le stazioni di ricarica sono fuori uso. Per questo io ho scelto un’auto come la Toyota Prius, un’ibrida molto efficiente e con emissioni molto limitate. Bisogna esser realisti, le elettriche costano ancora troppo e troppi italiani non possono permettersele“.

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Alessandro Macina, Presa Diretta.

La svolta elettrica? Le ragioni del sì secondo Macina di Presa Diretta

È toccato a Alessandro Macina, inviato speciale di Presa Diretta (Rai Tre), replicare a Fontanelli. Spiegando di avere voluto testare personalmente la praticabilità di un’auto elettrica nella vita di tutti giorni in una grande città come Roma, noleggiando una Fiat 500e. E di non avere trovato alcuna difficoltà: “Basta solo avere un minimo di programmazione e la vita in elettrico è assolutamente possibile già oggi. L’abbiamo dimostrato nell’inchiesta data in onda qualche settimana fa, andando alla ricerca dei fatti senza sposare una o l’altra tifoseria. Macina è autore del libro-inchiesta ‘Chi ha paura dell’auto elettrica?’ in cui 8 fake news vengono sottoposte alla prova dei fatti.

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Il prof. Leonardo Setti, dell’Università di Bologna e, a destra, Leonardo Spacone, creatore della app PKC.

Il prof e l’inventore di PKC: perché le EV convengono già oggi (e l’ambiente…)

Il professor Leonardo Setti, un fisico dell’Università di Bologna, si è occupato invece del modo in cui il mondo accademico sta affrontando il tema. Spiegando che ormai il 90% almeno dei ricercatori ritiene ineludibile una svolta virtuosa anche per le emissioni nei trasporti. Con il duplice obbiettivo di migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e di combattere i cambiamenti climatici. E ha spiegato che in Italia l’auto-produzione dell’energia da rinnovabili ha margini di crescita incredibili. Con la possibilità di abbassare notevolmente i costi delle bollette. Setti guida auto elettriche dal 2015 ed è uno dei principali animatori in Italia delle Comunità Solari, un modo concreto di condividere stili di vita più sostenibili.

Infine Leonardo Spacone, creatore dell’app Power Cruise Control, ha spiegato che già oggi le auto elettriche sono molto più convenienti anche sul piano economico. “È vero che costano un po’ di più, ma poi il costo di mantenimento è molto più contenuto. Anche se non si ha possibilità di ricaricare a casa, basta informarsi e si trovano app con cui farlo nelle colonnine a prezzi più competitivi rispetto alla benzina o al gasolio“.

— VW ID.7 alla prova autostrada (463 km): ricariche fast? Una sola da 4 MINUTI:  il NUOVO VIDEO di Paolo Maiano

Phoenix
Vesper
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14 COMMENTI

  1. Ma che convegno è???
    Come fa un giornalista a capire qualcosa di questa portata solo perché si è fatto una opinione ???? Abbiamo bisogno di una visione da esperti anche con opinioni molto diverse.E forse qualcuno che spieghi che la svolta verso l’elettrificazione non è una scelta ma un obbligo se vogliamo guardare non solo l’ambiente ma la nostra industria.
    Ho lavorato una vita sui diesel ed ora lavoro sull’elettrificazione tra UK e Asia e posso dire che non sono d’accordo che siamo pronti già oggi per infrastrutture di ricarica,costo ed autonomia e per ultimo non abbiamo ancora disponibile così tanta elettricità da fonti rinnovabili.Non ultimo l’elettrificazione vuol dire anche la presenza di un motore a benzina/diesel.Si fanno miracoli…

    • la crescita delle energie rinnovabili non è un problema (a meno di non cercare di ostacolarla per legge per protezionismo sulle vecchie filiere)

      essendo semplici ed economiche, le installazioni e la crescita possono essere rapide e abbondanti, lo mostrano gli esempi in europa a partire dall’anno 2017

      “fatti, non pugnette” (cit.), qui un grafico che dal 2017-2018 si impenna:
      https://www.energy-charts.info/charts/renewable_share/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year

      in spagna con i risparmi ottenuti ci hanno finanziato le leggi per l’aumento dei salari, che a loro volta spingono le aziende a puntare sulla maggiore produttività, invece che sul solo basso costo dei salari, vogliono mollare il modello di lavoro “Italia”, e puntare a un modello più vicino a “Germania / Francia”, e stanno vivendo una crescita economica superiore alle altre nazioni, oltre che accaparrarsi progetti industriali nei nuovi settori elettrificati

      • Bhe forse Francia e German iasaranno sicuramente superiori come salari (la Spagno ho qualche dubbio a riguardo) ma come PIL ultimamente non direi proprio e se non avessimo il debito monstre ereditato dai governi allegri dei decenni scorsi e magari la metà delle centrali nucleari francesi (peraltro ora diventate magicamente green) in paragone sarebbe ancora più a nostro favore.

        • Lasci stare l’economia, non è il suo forte. Il nostro Pil galleggia proprio per il boom debito pubblico. La produzione industriale cala da 12 mesi in tutti i settori, tranne che nell’edilizia, sostenuta dal vituperato Superbonus. E Il resto della crescita viene dai 200 miliardi europei del Pnrr.

  2. io sono d’accordo con Tony Seba da oltre un decennio

    il futuro è l’auto elettrica condivisa gestita da flotte, non l’auto privata

    pochi anni di ritardo ma l’8 agosto finalmente si comincia

  3. BASTEREBBE DARE A TUTTI senza menate di amministratori, permessi etc (PREVIA OVVIAMENTE MESSA A NORMA DELL’ IMPIANTO ELETTRICO DOMESTICO CON RELATIVA CERTIFICAZIONE) la possibilità di insitallare una wallbox in garage. anche se una minina percentuale (siamo realistici, io ho quasi 50 anni, e delle 5 abitazioni che ho avuto in tutta la mia vita solo 1 aveva la corrente in garage, nella ricca e prospera brescia centro). Ora sto cercando di mettere la wallbox in condominio e tra permessi amministratore e preventivi folli (quasi 4k per wallbox, 40 metri di cavo+ canaline/tracce nei garage+progetto+assemblkea condominiale straordinaria+**zzi e mazzi) ti passa la poesia. andrei domani a firmare per l’ elettrica, ho una citycar di 22 anni da dare dentro e mi verrebbe a costare poco piu di uno scooteerone…. ma che senso ha pagare il 50% del valore auto per una wallbox?????? sono i costi accessori che sono una follia

    • Concordo sinceramente.
      Del tutto disincentivante.
      Normative punitive e vessatorie per tirare un filo e mettere un banalissimo modulatore.

      Prezzi dei devices totalmente al di là di ogni senso pratico.

      Prodotti magnifici ma spesso ridondanti rispetto alle situazioni reali (wallbox da 7/11/22 kw… ma mancano quasi del tutto quelle limitate a 10/13/16 ampere che sarebbero le più utili in contesto condominiale)

      Ridondanza di soluzioni tutto sommato superflue che però alzano ulteriormente i costi ( es: siamo sicuri che a tutti serva sempre e comunque e inevitabilmente una cavolo di app e quanto ne consegue? non basterebbe in molti casi un banalissimo timer sulla wallbox per caricare una auto in un box magari al piano -2 dove non prende il wifi?)

      Perfetta applicazione del concetto che “il meglio è nemico del bene”.

    • appunto , mettiamoci una linea dedicata e senza wallbox che non e’ indispensabile .per caricare basta una presa industriale e forse neanche l’autorizzazione del condominio . io mi informerei in tal senso . saluti

  4. Diciamo che non è per tutti, ma potrebbe essere già oggi per moltissimi più degli attuali utilizzatori. Ci sono ancora moltissime famiglie che potrebbero permettersi una seconda auto elettrica, anche usata, che potrebbero ricaricare a casa a costi bassissimi e contribuire alla riduzione degli inquinanti nell’aria.
    Il mercato si espanderebbe in maniera ancora maggiore e la crescita dei volumi contribuirebbe a far calare i prezzi nei segmenti più popolari.
    Da lì aumenterebbe l’utilizzo delle colonnine e gli operatori inizierebbero a farsi più concorrenza proponendo soluzioni più convenienti per il consumatore.
    Questo di conseguenza spingerebbe anche chi non possiede un parcheggio privato a passare all’elettrico, di conseguenza la diffusione aumenterebbe ulteriormente e il sistema si sosterrebbe senza necessità di incentivi pubblici.
    Adesso scusate è suonata la sveglia il sogno è finito devo andare a lavorare

    • Ma perché comprare un’auto elettrica usata se (sempre ministro Urso permettendo) puoi comprarti rottamando una euro 1/2/3/4 + ISEE un’auto elettrica nuova al prezzo della termica se non meno?

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