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La mia lettera aperta alle case auto: se la ricarica è questa…

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caro colonnine

Una lettera aperta alle case auto perchè si ribellino agli operatori della ricarica, colpevoli dei ritardi italiani nell’adozione delle auto elettriche. Prezzi dell’energia alle colonnine fuori mercato, malfunzionamenti, procedure di ricarica e pagamenti cervellotici  scoraggiano gli automobilisti dall’acquisto di vetture su cui pure le case stanno investendo miliardi. “Anche voi siete vittime, fatevi sentire” è l’appello di Lorenzo. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.

La ricarica complica la vita a chi sceglie un’elettrica

punto interrogativo“Sono un vostro lettore e seguo con interesse i vari articoli che pubblicate, con particolare attenzione alle segnalazioni di criticità che i possessori di autovetture elettriche devono affrontare. In particolar modo, vorrei condividere con voi il mio disappunto per quanto sta accadendo con i vari gestori di ricarica pubblica. A questo proposito, ho inoltrato una lettera alle principali case automobilistiche, per sensibilizzarle e stimolarle, affinché si adoperino a favore dei loro clienti, che hanno scelto di guidare una vettura ecologica. 

Questo è quanto ho inviato agli indirizzi delle varie case automobilistiche e gradirei fosse messo a conoscenza di altri possessori di auto a batteria, che come me devono fare i conti con le difficoltà derivate da una certa scelta di vita.

Spettabile azienda ti scrivo

Ecco il testo della missiva.

“Spett.le Azienda

Sono il proprietario di un’auto elettrica da oltre due anni e mi rivolgo alla vostra cortese attenzione per segnalare un problema che sta assumendo dimensioni preoccupanti.

Si tratta dei principali venditori di ricarica elettrica, Enel X Way e Be Charge in testa, che forniscono la loro energia a prezzi esorbitanti.

Oltre ai costi per i kWh erogati, che in alcuni casi arrivano ad 1 €/kWh, a vessare gli automobilisti concorrono i contratti di vendita, pieni di cavilli e condizioni capestro che l’utente deve accettare, nel caso volesse acquistare energia senza dissanguarsi ulteriormente. Non scendo nei particolari e lascio a voi il compito di effettuare le opportune verifiche e scoprire quale giungla di imposizioni si cela sotto gli slogan propagandistici di questi distributori.

Quello che mi preme, è farvi riflettere sulle difficoltà che deve affrontare un vostro potenziale cliente. Difficoltà, non solo economiche, che limitano pesantemente l’uso di una vettura ad emissioni zero.

Di fronte a queste gravi criticità, è ovvio che chi sta acquistando un’auto rifletta attentamente sulle condizioni favorevoli o meno, riguardo la scelta di un veicolo a batteria. Ed è anche uno dei vari motivi, per i quali la percentuale delle BEV vendute in Italia non supera il 5% del mercato automobilistico.

Io soffro ancora per l’ “ansia da ricarica”

ricarica

-Ancora oggi, e per molto tempo ancora, un’auto elettrica ha scarsa autonomia.
-Le colonnine non rispondono alle esigenze della mobilità in maniera soddisfacente perché sono poche, maldistribuite e a volte inaccessibili.
Rifornirsi di carburante elettronico non è facile come avviene con la benzina e il gasolio.
-Il sistema di acquisto energia è farraginoso e dipendente dalle APP installate sugli smartphone, che devono essere sempre connessi in Rete.
-Sono disponibili delle Card acquistabili dai vari gestori, ma il tutto deve essere fidelizzato da precedenti sottoscrizioni, con i dati delle Carte di credito e dei fidi bancari attivi.
-Addirittura e per paranoica diffidenza, prima di avviare una sessione di ricarica, EnelX ed altri prelevano una somma di € 45 a titolo di cauzione, che viene restituita successivamente salvo buon fine.

Io ho percorso molti chilometri con la mia auto che, con i suoi circa 350 Km di autonomia, posso ritenere ancora tra le più valide. Tuttavia, quando effettuo viaggi più lunghi di 150 Km di raggio, io soffro di “ansia da ricarica”.

Così non va bene, le vittime siete anche voi

Non va bene, non ci siamoPer tale motivo, ho deciso di scrivervi e chiedervi di attivarvi con i mezzi che avete a disposizione, per far pressione sui principali fornitori di energia e indurli ad applicare modalità di acquisto e prezzi che siano in linea con gli standard del mercato energetico e rispettosi verso gli utenti. Automobilisti che, con sacrificio, dagli altri si distinguono per la loro sensibilità verso l’ambiente e le altre persone.

Altrimenti, se questo stato di fatto perdurerà senza controllo alcuno, sarete anche voi vittime di questi prepotenti. Più o meno indirettamente, voi pagherete lo scotto di tenervi i vostri prodotti, frutto di grandi investimenti, invenduti.
Cordialmente, Lorenzo Pagiaro.

Una rivoluzione “giovane”, ancora incompiuta

punto interrogativoRisposta- Nessuno nega che la ricarica pubblica sia una delle principali criticità nell’adozione della mobilità elettrica. Ma non è la sola. I prezzi ancora elevati dei veicoli a batteria, la loro affidabilità a lungo termine, la capillarità dell’assistenza, la penuria di modelli nei segmenti A e B sono le altre facce del problema. E qui gli operatori della ricarica non c’entrano per nulla.

Restando poi al tema del rifornimento, non possiamo dimenticare le assurde procedure richieste per installare un impianto domestico nei garages condominiali.

Quindi è vero che l’ecosistema della mobilità elettrica non è perfetto, come noi diciamo da tempo. Tuttavia sarebbe sbagliato gettare la croce addosso a uno solo degli attori di una rivoluzione colossale e assai recente.

Non c’è solo la ricarica, guai dividere in buoni e cattivi

In appena dieci anni gli operatori energetici hanno costruito dal nulla una rete con oltre 45.000 punti di di ricarica. Nessuno di loro è rientrato dell’imponente investimento. E con appena 200.000 Bev in circolazione è escluso che possa rientrare nel giro di qualche anno. Hanno fatto una scommessa, con qualche anno d’anticipo rispetto a gran parte dei costruttori di auto. Inoltre le turbolenze sul mercato energetico li hanno sottoposti ad ulteriori stress finanziari che non hanno ancora metabilizzato (leggi). Nonostante ciò la rete continua a svilupparsi: pensiamo che in soli due anni sono state elettrificate 100 stazioni di servizio autostradali. Il prossimo passo sarà l’introduzione del Plug&Charge che ci affrancherà da App e RFID Cards.

Concludendo. Giusto sollecitare tutti a migliorare i prodotti e i servizi; giusto sottolineare quello che non va bene; sbagliato, secondo noi, semplificare il problema dividendo i protagonisti in buoni e cattivi.

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67 COMMENTI

  1. Nel Vorarlberg (Austria) chi ha un contratto con il gestore elettrico può chiedere una carta legata al cc bancario. La ricarica si fa facendo leggere la carta alla colonnina. Il costo deriva dai minuti di ricarica, non dal costo del kilowatt ora. (0,11 cent. colonnine da 22; 0,30 cent. colonnine 》50). Ne consegue, facendo due conti che è conveniente usare le fast. Colonnine dappertutto!

  2. Ma meno male che ci sono vari operatori…altro che chiedere alle case automobilistiche di farsi sentire,dovrebbero attivarsi loro con soluzioni più flessibili …parlo di VW che conosco…non ha tariffe flat…dovrebbero applicare una forte scontistica ai loro clienti sul circuito ionity per farlo diventare “il nostro supercharger”…altro che guardare il marchio americano e chiederti nelle ricerche di mercato perché hai scelto VW a tesla.🖖

    • Perfetto ottima analisi io ho scelto VW a Tesla ma la prossima se non si danno una regolata probabilmente sarà diversa

  3. La colonnina costa e deve garantire alla azienda un ritorno economico. Le auto sono troppo poche per avere questo ritorni, quindi i costi di ricarica sono più alti per garantire almeno una perdita economica più limitata possibile. Si tratta di una cosa semplice.

    • Non così semplice.
      Ormai che gli investimenti per installare colonnine sono stati fatti (e molti altri investimenti sono tuttora in corso), il fatto che i fornitori tengano prezzi di ricarica “al consumo” esosamente alti sia rispetto ai prezzi dell’energia elettrica per uso domestico, sia rispetto ai prezzi che si spuntano stipulando abbonamenti con i medesimi fornitori, non fa altro, assieme ai vari altri fattori già ben noti, che disincentivare la vendita di auto elettriche, cioè dei potenziali clienti di quelle colonnine.
      E se il numero di auto elettriche in circolazione rimane cronicamente troppo basso, i fornitori mettono a rischio proprio il rientro in tempi ragionevoli degli investimenti fatti.

  4. e direi anche basta con quest’ansia da ricarica… è una malattia immaginaria per malati immaginari che farebbero meglio a tenersi i loro diesel puzzolenti.
    Sono attualmente all’estero per le ferie (farò a breve un veloce resoconto sull’esperienza) e NON HO AVUTO ALCUN PROBLEMA a ricaricare l’auto, nonostante abbia trovato stalli occupati da termiche o da BEV in ricarica.
    Non ho dovuto nemmeno modificare le abitudini di viaggio (se non qualche piccolo accorgimento).

  5. Ho due fantastiche elettriche Skoda Enyaq EV80 (bellissima) privata e Tesla Model Y (top) per lavoro. Non tornerei indietro neanche morto. Ma sono daccordo che c’è ancora da fare: sono andato (e tornato) con la Enyaq a Düsseldorf facendo 2 tappe sia all’andata che al ritorno (2000km in totale), girando per città e paesi… In effetti la ricarica è ancora problematica perché alcuni operatori lavorano solo con le tessere, alle volte l’app non funziona o la colonnina non la riconosce, gli alberghi hanno ricariche lente…ma tutto sta migliorando molto velocemente. Credo si sia facendo la strada dei “telefonini”, ma con tempi molto più stretti. Trovo che il network e la funzionalità supercharger Tesla sia impareggiabile e bisogna andare in quella direzione. Inoltre ci vorrebbero più colonnine veloci nelle città: quelle da 22kw (che poi vengono sfruttate al max a 11 dalla maggior parte delle auto EV) sono poco utili a mio avviso.

  6. Scusate la franchezza, ma acquistate auto elettriche con una tecnologia assolutamente immatura. Le batterie al litio sono già superate e voi vorreste ricoprire ogni centimetro quadrato delle nostre città con colonnine di ricarica. Questa auto elettrica NON è il futuro, è solo un giocattolino che vi siete tolti lo sfizio di comprare

    • Si è dimenticato di scrivere quale sarebbe la tecnologia che ha superato le BEV. Dove posso comprarne una, a quale prezzo e con quali caratteristiche?

      • Il gatto imburrato.
        Il burro sai cosa costa, i gatti se cerchi bene te li regalano pure.
        C’è il piccolo risvolto morale sulle sorti del felino dopo un certo numero di giri, ma si sa: non puoi fare una frittata senza romprte le uova.

  7. Italia ma soprattutto Europa sta sbagliando su molte cose:CCS combo 2… ma questa presa quant’è GROSSA e PESANTE?? poi orribile da vedere… in USA c’è la NACS Tesla piccola leggera performante che oramai è lo standard di fatto!! e qui da noi con bagagli elefantiaci!; e non dite che è chiusa, NACS è OPEN = aperto a tutti il progetto è sempre stato aperto a tutti, sono GLI ALTRI che fino a IERI si sono rifiutati anche solo di guardarci!! poi Ford, GM, e parecchie altre lo stann implementando in nord America! ! e noi qui no??

    la ricarica nei Tesla superharger è
    ULTRAVELOCE 150/250 e sono in arrivo quelli nuovi…
    ULTRAECONOMICA siamo sotto i 50cent a 44/46 se non ricordo male al kwh…
    ULTRASEMPLICE nessuna app…. ti attacchi e parte la ricarica…
    ULTRALIBERA in un punto ci sono almento 6/8 stalli di ricaricaaaa !!!
    gli altri europpppeiiii dormonoooooo… costa una tesla? si si ma gli altri dormonoooooo
    eppoi ricordate il dieselgateeeeeee???? era aria fresca !!! seeeeeeeeeeee dai sviluppiamo nuovi turbodiessel nuovi turbbobbenzinnaaaa siii vai col turbbbbo e bitturbbbooo e col cambio meccanico a frizzzzzionneee e coi pistonni del milleenovecenntttoooo che vanno su e giù su e giù…. vai col FAP ewwiwwwwa l’ADBLUEEEEEE foreveeeeerrrrrrrr ADBLUEEEEE ewwwiwwwa le polveri sottili ! ! ! ewwwiwwwa le marmitte al platinnnnoooooo altrimenti il catalizzatore non catalizza nienttteeee! ! ! ciao và…

  8. Faccio davvero molta fatica a capire la richiesta insistente di ricaricare tramite carta di credito. Ho un’auto elettrica da due anni, ho richiesto 3 card: We Cherge, Enel X e Be Charge. Le ho configurate tramite app per collegarle ad una carta di credito prepagata. Questo due anni fa, poi basta complicazioni. Ora le utilizzo a turno, scegliedo l’operatore e l’offerta di volta in volta più conveniente. Le tengo direttamente in macchina così possono usarle anche mia moglie e i miei figli. L’utilizzo pratico è molto più semplice di quello di una carta di credito o di un bancomat: appoggio la card alla colonnina, senza dover inserire codici o altri dati, questa mi riconosce, inizia immediatamente la carica. A fine ricarica ricevo la fattura via mail. Più semplice di così? Le app le uso solo se voglio acquistare dei pacchetti prepagati di kWh, che poi utilizzo allo stesso modo: appoggiando semplicemente la card alla colonnina e via.

    • Inoltre penso che pagando con carta di credito sarebbe possibile solo pagare a consumo, solo usando una card (o un’app) è possibile utilizzare pacchetti prepagati. Infine, disponendo di più card posso scegliere su una stessa colonnina la tariffa in quel momento più conveniente. È come se con una termica facessi rifornimento al distributore sotto casa ma potessi scegliere il prezzo del carburante del distributore più conveniente della città!

    • Mi fa sorridere che l’utente deve dare i propri dati e quelli della CC all’app e si fa il problema dei dati personali; chissà se si è fatto la stessa domanda quando si è iscritto ai vari facebook et similia.

    • D’accordissimo con lei, Aldo, e anch’io trovo straordinariamente semplice ricaricare con RFID card (ma anche con l’app non ci vuole un rocket scientist…).
      Rimane tuttavia scandaloso – a mio parere – che esistano tariffe in abbonamento con prezzi al kWh vicini o accettabilmente superiori rispetto ai prezzi dell’energia elettrica domestica, e invece tariffe “a consumo” che letteralmente spennano vivo il malcapitato utente di BEV che, per mille motivi, non ha un abbonamento.
      Questo di fatto instaura una antipatica discriminazione rispetto alle ICE:
      — se con una BEV fai molti km, con l’abbonamento giusto puoi ricaricare a basso costo
      – se invece con la tua BEV fai pochi km e ricarichi “a consumo” perché un abbonamento non ti conviene, sei cornuto e mazziato.
      E non mi si dica “Se ricarichi saltuariamente, cosa ti importa di qualche euro di differenza”, perché è il principio che conta!
      Se facessero così con i carburanti – se viaggi molto, il carburante lo puoi pagare la metà o un terzo di chi invece viaggia meno – ci sarebbe una sollevazione popolare immediata.

      • Ci sono abbonamenti di taglia piccolissima, finché restano disattivabili da un mese all’altro non vedo quale sia il problema.
        Anche il fatto della discriminazione non lo capisco, la mobilità elettrica ha le sue peculiarità e non basandosi su beni materiali è normalissimo che ci siano tariffe molto più flessibili. In futuro si potrebbero avere anche tariffe molto vantaggiose o addirittura negative in certe ore nei giorni in cui c’è eccesso di produzione da rinnovabili come bonus per la stabilizzazione della rete.

  9. A volte 2 gocce di Xanax fanno miracoli e risolvono i più grandi e insormontabili problemi della evoluzione umana ;-D

  10. Sono d’accordo su una cosa va imposto per legge il pagamento POS. I negozi ed i professionisti sono obbligati ad averlo e le colonnine elettriche NO?

    Io non devo installare niente, arrivo passo lo smrtwatch, lo smartphone, la CC, il bancomat e preautorizzo.
    Come per la benzina, quando torno e schiaccio fine carica mi addebiti il dovuto e fine della storia.
    Poi se voglio installarmi la app, l’abbonamento mensile ecc ecc sono affari miei. Ma per il resto io devo usufruire di un servizio essenziale e di pubblica utilità. Se lo smartphone mi è caduto, non ha campo, si è scaricato, lo ho perso sono affari miei.
    Arrivo, preautorizzo, schiaccio fine carica e me ne vado. Fine della storia.

    • Non è la stessa cosa, quante altre volte dovrò ripeterlo? La ricarica deve essere fatturata, non basta l’autorizzazione al trasferimento del denaro dalla banca, ma il gestore della ricarica deve chiedere anche i dati fiscali del cliente per la fatturazione. Comunque, le nuove colonnine finanziate con il bando del PNRR, quindi con denaro pubblico e non privato, prevedono già l’obbligo di un POS dedicato per il pagamento senza contratto e app (molto più complesso e costoso di quello del fruttivendolo, però)

      • E qui basterebbe far evolvere la legge. In ogni caso non vedo tutta questa necessità di pagare con bancomat/cc… Così facendo ti becchi per forza le tariffe specifiche del singolo gestore vanificando il vantaggio della interoperabilità che invece nel mondo dei carburanti non c’è mai stata. Da possessore di elettrica Skoda, ho ricevuto subito la card Powerpass (più cara ma funzionante davvero ovunque) e poi mi sono attrezzato di EnelX (ora diventato troppo caro e abbandonato) e card A2A (più conveniente). Attacco, appoggio la card e via. Molto più comodo del benzinaio dove devo lasciare l’auto, entrare in garitta, fare la coda alla cassa, tenere gli scontrini x conteggiare a fine mese (che invece con le card trovo tutto raccolto ordinatamente nella App). Sono 2 modi diversi ma ognuno ha i suoi vantaggi… non vedo proprio la ricarica pubblica un problema… Negli ultimi 2 anni poi la rete è cresciuta enormemente. In Val Formazza ci sono colonnine fast e non ogni 2 paesi, a Domodossola non avevano nemmeno una colonnina, ora sono 3 fast e altrettante in AC… Negli ultimi 6 mesi non ho mai trovato tutto pieno da sentirmi in difficoltà.

      • Già ci sono ma sulle dita di due mani.
        Ewiva, la stessa medesima colonnina, in alcuni punti ha anche il POS mentre in altri (medesima colonnina) No.

      • Non occorrono mica i fondi del PNRR ( soldi pubblici) per avere e trovare il POS sulle colonnine di ricarica.
        Il problema è un altro.
        Il costo, con questa modalità di pagamento. “stranamente” è più alto.

        • Ho scritto che quelle finanziate con il denaro pubblico del Pnrr avranno l’obbligo di avere il Pos, non ho scritto che il Pos l’hanno solo quelle

      • Non ne ero a conoscenza. Perché è obbligatorio per i gestori delle colonnine emettere fattura mentre non è obbligatorio per i distributori?

        • Perchè i distributori vendono un bene fisico (carburanti) tracciato dall’origine al consumo finale. L’elettricità è un bene immateriale, prelevato dalla rete, prezzato per legge in relazione all’uso. Dal punto di vista fiscale è un servizio e non un bene

          • Massimo ho capito ma basta un contatore piombato a monte della colonnina e lo sai subito se i KWh venduti e quelli prelevati dalla rete coincidono.
            Sul mio FV ho DUE contatori piombati uno a valle del FV e l’altro, bidirezionale, a monte della casa.
            Ci vuole tanto? A me pare che tecnologicamente sia facile ma come al solito dove si lascia spazio alla burocrazia tutto si complica inutilmente.

          • vabbe’, basta questo, basta quell’altro…E al bar sono tutti capaci di vincere i Mondiali

          • Ma quale bene immateriale.
            È da una vita che è stato superato questo concetto dal Legislatore.
            Le energie naturali hanno un valore economico e pertanto rientrano nell’altro dei beni Mobili.

          • Ah sì? A me risulta che che gli operatori della ricarica non vendano energia elettrica, prerogativa dei distributori, bensì vendano la prestazione di un servizio, che come tale deve essere fatturato.

      • Massimo, parliamo di mera burocrazia.
        Basta che NON sia necessaria la fatturazione ed è risolto il problema.

        Non è la gravità che è ineluttabile attrae verso il centro dei corpi. È una legge fatta di inchiostro.

        • Ha una logica, pensaci bene. Senza l’obbligo di fatturazione chiunque potrebbe rivendere elettricità prelevandola dal proprio contratto domestico agevolato.

          • Massimo, perdonami parliamo di colonnine con pressa Type2. La colonnina VENDE corremte di mestiere. Per questo è nata.

            Ogni utenza ha un POD e se ha un POD è facile abilitarlo o memo alla vendita.

            La mia sensazione è che davanti ad un cambiamento epocale noi stiamo cercando di adattare una vecchia legislazione, nata magari tempi addietro, alle rivoluzionarie condizioni attuali.
            Ci vogliono i TULS che sostituiscono le vecchie leggi e le adattino alle nuove situazioni.

            Parliamo di una servizio essenziale SE viaggio in macchina elettrica. Quindi c’è l’obbligo di inter-operabilità perchè se arrivo col 5% di carica davanti ad una colonnina che NON Inter opera con la mia registrazione resto a piedi? O devo fare una nuova registrazione?

            Ma… resto perplesso e deco constatare che davanti ad una sfida epocale come la transizione ecologica NOI ci poniamo con l’approccio classico che ci contraddistingue, quello burocratico.

          • Non mi sembra una cosa così grave rivendere energia. Infatti in tanti paesi non è considerato “reato”. E poi, con la benzina non potrebbe avvenire lo stesso? Uno la compra e la rivende.
            Perché rivendere energia elettrica dovrebbe essere reato?

          • A lei può sembrare non tanto grave, ma è una sua valutazione personale. Pensi a quanti automobilisti non sembra un reato tanto grave piazzare l’auto termica nello stallo di ricarica o nei posteggi riservati ai disabili. Per la legge è un reato: l’energia elettrica può essere venduta solo dai distributori autorizzati che fanno parte di un sistema molto complesso. Gli operatori della ricarica vendono la prestazione di un servizio che per legge deve essere fatturata. Non conosco la situazione in altri Paesi (se lei ne sa di più ci informi) ma arrivo a capire che il mercato dell’energia elettrica è molto particolare, partendo dal fatto che l’elettricità non si può stoccare ma va prodotta istante per istante nella quantità esattamente corrispondente alla richiesta.

          • E a moltissimi automobilisti non pare reato neppure rimappare la centralina per ottenere più prestazioni mandando a quel paese i dati di omologazione, in particolare quelli relativi alle emissioni che creano gravissimi problemi di salute a moltissime persone.
            Nella convinzione che non saranno mai loro o i loro cari le vittime delle loro scelte.

          • Cerco di spiegare, purtroppo inutilmente, che il mondo è complesso e le soluzioni ancora di più. Chi pensa che siano semplici e tutti gli altri siano stupidi perchè non capisce il perchè di quello che fanno, mi ricorda tanto quello che sente la radio in autostrada e commenta: “altrochè un’auto in contromano, ce ne saranno almeno un centinaio”.

          • Continuo a non capire cosa ci sia di tanto complicato da avere un’app a cui collego una sola volta la carta RFID fisica ( che per enelx può anche essere digitale con NFC ).
            Passo la card ed arrivo la colonnina, ripasso la card e la disattivo.
            A me pare tanto semplice.
            È anche vero che vedo un sacco di gente ferma in coda al casello per pagare in contanti anziché usare le casella del fastpay con CC o Bancomat.
            E non parliamo del telepass….

  11. Ci sono alcune case automobilistiche che già danno una grossa mano: il gruppo BMW fornisce al cliente una carta compatibile con la quasi totalità degli operatori, con la possibilità di caricare a consumo oppure a prezzi agevolati a fronte di un canone mensile irrisorio. In questo modo si ha la possibilità di caricare facilmente e senza necessariamente utilizzare 10 APP. Senza voler fare pubblicità ad un marchio che non ne ha bisogno, sottolineo che BMW si è impegnata a mantenere costi di ricarica inferiori a quelli dei gestori ed è stata forse l’unica ad abbassare le tariffe di 5 centesimi per mutate condizioni di mercato.

    Credo che VW con We Charge e Hyundai con Charge my Hyundai facciano lo stesso.

    • Possiedo una Hyundai Kona e avevo sottoscritto il servizio Charge my Hyundai. Ma poi non l’ho mai usato perché più caro rispetto alle tariffe dei gestori.

    • Anche Renault mi ha fornito la RFID card Mobilize Charge Pass appoggiata sul maggiore network europeo PlugSurfing.
      In effetti in Scozia mi ha salvato due volte, essendo risultata l’unica card in grado di farmi ricaricare in due stazioni Osprey DC 50 kW segnalate dall’app Enel X Way ma la cui card non veniva minimamente riconosciuta… tuttavia i prezzi sono così poco convenienti che quelle sono state le uniche due ricariche in cui ho usato la Mobilize e solo per disperazione!

    • Mi accodo alle altre risposte…con VW mi hanno fornito di tessera wecharge che ho usato il primo anno con tariffa scontata..poi non l’ho più usata la tengo come scorta di sicurezza,uso altri operatori in flat e usando app perché non mi và di pagare per delle tessere

  12. La domanda sorge spontanea… ma davvero i costruttori, a parte le dichiarazioni, hanno voglia di vendere le BEV su cui guadagnano poco o nulla (e spesso ci rimettono)?
    Un modello che funziona benissimo esiste già da anni, basterebbe copiarlo.. si arriva alla colonnina, si attacca la spina, in pochi secondi la macchina è riconosciuta automaticamente e la ricarica inizia, con un addebito di 0,44 €/kWh direttamente sulla carta di credito associata alla macchina. Ma stiamo parlando di qualcuno che le macchine le vuole vendere per davvero, perchè ci guadagna una montagna di soldi.

    • A perte il fatto che il plug&charge di Tesla è nato in un ambiente chiuso mentre gli altri costruttori devono interfacciarsi tra loro e con decine e decine di operatori della ricarica, tutti ci stanno lavorando e presto sarà disponibile su tutte la auto elettriche e per tutte le stazioni di ricarica. Ma le App saranno comunque necessarie per individuare le stazioni e monitorarne il funzionamento.

    • Leggendo l’articolo avevo pensato una cosa simile: magari ai produttori sta bene che l’esperienza di ricarica non sia il massimo, così è più facile rifilare un’obsolescente termica che molti clienti vorranno cambiare presto, quando la transizione sarà ormai completa.

      • Personalmente avrei pochi dubbi, una lettera di quel tipo, pur con tutte le ragioni del mondo, porterà grosse soddisfazioni a tante case automobilistiche e concessionarie.
        Addirittura in Tesla che potrà, a buon diritto, aver messo in piedi per la propria clientela un servizio ottimo.

      • VW può essere criticata per tante cose, ma io con la mia ho provato il plug&charge su Ionity e funziona perfettamente, e oltre Tesla è una delle pochissime altre ad offrire questa soluzione. La tecnologia c’è, è definita da un protocollo ISO e funziona. Sta agli operatori abilitare tutte le specifiche del protocollo (ad esempio, FreetoX è ottima in molti aspetti, ma non si vede lo stato di occupazione in tempo reale delle sue colonnine) e accordarsi per il roaming.

  13. Perdonatemi la brutale franchezza, non vuole essere uno spot, ma basterebbe scegliere una Tesla e con i Supercharger non avrete solo uno di questi problemi: affidabilità altissima delle stazioni, alte prestazioni, plug and charge e prezzi al kWh competitivi. La verità è che BeCharge ed EnelX sono un po’ dei farfalloni, solo vedere la qualità delle loro app c’è da provare imbarazzo per loro. Mi chiedo poi chi dopo l’ultimo mostruoso aumento dei prezzi di EnelX farà ancora un abbonamento con loro, essendoci il roaming. Di contro, devo riconoscere che le stazioni BeCharge qua in Lombardia funzionamo parecchio bene. Pace e bene.

    • Mi perdoni la brutale franchezza.
      Ma intende Tesla model 3 e Model Y?
      No perché preferisco dover avere qualche problema con le modalità di pagamento alla colonnina piuttosto che farmi il craneo arrostito d’estate (neanche una micro tendina a copertura di quel tetto panoramico… Figuriamoci i comandi vocali), oltre che schiena e sedere tutti sudati su quei sediolino belli da guardare ma senza sostanza (né microforati.. Figuriamoci ventilati)
      Per la Serie “Né Carne e né Pesce”
      Nel Napoletano “Bell ma nu val”.
      Per non parlare dell’autoBan (senza lo zampino di Trump o Biden di turno)
      Senza Android auto… mi sembra come Huawei azzoppata dal Ban.
      Contenti voi.
      Ognuno giustamente I soldi li veicola coem vuole.

      • Be’ a dire il vero la tendina per il tetto panoramico è disponibile sul tesla shop all’onestissima cifra di 99 € per la zona anteriore e altri 99 € per quella posteriore. Per quanto riguarda i sedili, apprezzo che non siano in pelle umana, e tanto meno animale, sul fatto che però facciano pezzare nessun dubbio, mi sembrano comunque inconvenienti minori rispetto alla bontà complessiva del prodotto (che per carità può non piacere, la Y mai l’avrei comprata). Un saluto!

        • 1) Pure il cinese (le tendine) le vende da apporre al momento…! dai.
          Ci voleva tanto a mettere di default una tendina avvolgibile con un tasto fisico?!
          Suvvia diciamo le cose come stanno.
          2) La simil pelle di cui parla non è pelle umana e la si può microforare e redlnderli ventilati.
          Ora in Tesla è il concetto di saccenza e superiorità che porta a vendere un prodotto così.?
          Mi auguro vivamente di vedere tali novità (oltre ad un’apertura ad Android Auto senza operazioni Mod come quelle attuali mini apparecchi.. Lag e versioni obsolete) sul facelift in uscita della Model 3.
          Vorrei prenderla ma se non ha le suddette caratteristiche aggiuntive….

        • 😂😂..giuro,ne ho visto passare una model y a fianco a noi in autostrada tornando da Trieste l’altro giorno 40°…si era escogitato la tendina a costo 0 , un telo mare fissato ai 4 finestrini con le “orecchie” che svolazzavano 😂😂…avendo provato id5 con tetto panoramico con tendina e non ha 40° mi fa apprezzare sempre più un bel tetto isolato👍

    • Sì però la risposta non può essere: scegli Tesla le cui auto necessitano di una serie di requisiti (e non mi riferisco solo al prezzo) ma proprio all’auto.
      Musk, una buona volta, metta in produzione un paio di medie/piccole fatte bene, poi se ne potrà parlare.
      Senza scordare che i supercharger non è che si trovano ad ogni angolo di strada ed in genere l’auto la prende chi ha la ricarica casalinga o in azienda, spazi abbondanti per parcheggiarla e metterla al riparo e viaggia parecchio.
      Non è la situazione del 95% dei cittadini.

      • Non ce la fa a produrre abbastanza già con i modelli in produzione. Per produrre medie/piccole occorre decuplicare i numeri e quindi servono altre fabbriche.
        Guarda caso recentemente ha fatto viaggi in tutto il mondo per capire dove sia meglio fare nuovi stabilimenti.

      • Sono d’accordo comunque con quello che dici, io stesso a Milano non avendo un garage ricarico sempre ad una stazione BeCharge da 110 kW sotto casa, i Supercharger non li uso mai, infatti sono pensati per le ricariche veloci lungo le tratte extraurbane.

  14. Ho un dubbio.
    Il mercato e le sue regole favoriscono o frenano la transizione?
    Oppure è imperativo avere un “regolatore” attivo ed energico?
    Quale?

    • Sottoscrivo il problema della farraginosa modalità per la ricarica dei veicoli: ad Affi mi sono trovato un francese che nelle colonnine Ionity non riusciva nemmeno ad entrare per l’autenticazione nel prompt del display (bisognava prima inserire la presa): poi non aveva idea di come procedere per il pagamento e provava con la carta di credito, ed effettivamente sarebbe stata la cosa più intuitiva. Poi gli ho fatto vedere che bisognava scaricare la app.. ecc…
      Però è assurdo che ti lascino a piedi in una situazione del genere.

      • Idem, questa estate mi sono imbattuto in una coppia di signori del Lussemburgo che non riuscivano a ricaricare la loro auto in quanto non riuscivano ad attivare l’abbonamento (non gli arrivava l’sms), diciamo che forse avrebbero dovuto fare i compiti a casa prima di mettersi in viaggio ma la situazione era un po’ imbarazzante, alla fine li ho fatti ricaricare usando il mio abbonamento.

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