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La Mercedes sicura: “Elettrico senza alternative”

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Marc Langenbrinck, numero uno di Mercedes Benz Italia.

La Mercedes sicura: l’elettrico è il futuro, senza alternative. Lo ha confermato Marc Langenbrinck, presidente e ceo della marca della Stella per l’Italia.

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La EQA, la Mercedes elettrica più venduta in Italia: 544 pezzi nel 2023.

La Mercedes sicura: tecnologia già matura

Mentre la politica si azzanna, a livello italiano ed europeo, sulle scadenze per il passaggio alle emissioni zero, molte Case auto stanno già decidendo da sole. La Nissan pochi giorni fa ha annunciato che dal 2024 i nuovi modelli in Europa saranno solamente elettrici. Mentre la Volvo pochi giorni fa aveva ufficializzato l’addio al diesel. E ora la conferma che l’elettrico è la soluzione del futuro arriva non da un gruppo di agitati ambientalisti, ma dalla marca che ha inventato l’automobile, la Mercedes. A dispetto dei punti di vista di altri brand, anche tedeschi, che invece mostrano titubanza nei confronti di un cambio radicale di tecnologia nel prossimo futuro. La Casa si Stoccarda si dice aperta ad altre soluzioni, come le auto fuel cell, già praticate a partire dal lontano 2008 e tuttora in sperimentazione. Ma la strada maestra, oggi, sono le auto elettriche a batteria, già pronte a rispondere alle esigenze dell’utenza.
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Oltre ad essere azionista di Ionity, la Mercedes sta installando una rete propria di stazioni di ricarica, con potenza fino a 350 kW.

“Basta tentennamenti, serve un gioco di squadra”

Non solo: “Ci sono stati investimenti ingenti sulle auto elettriche e sull’evoluzione dei pacchi batteria, tornare indietro rappresenterebbe un errore clamoroso“, ha aggiunto Langenbrinck . “È inutile andare a cercare soluzioni alternative quando già esiste l’auto elettrica, che è ormai matura, e va solamente sviluppata nella maniera più idonea“. Piuttosto, per Langenbrinck è necessario “lavorare in maniera corale, percorrendo tutti la stessa strada, senza tentennamenti, per favorire la diffusione delle vetture ad impatto zero. Soprattutto ora che le case automobilistiche stanno proponendo questa tecnologia in maniera consapevole e convinta. È come nel gioco del calcio, bisogna costruire una manovra per mandare a buon fine un’azione giocando tutti nella stessa squadra“. Il n.1 di Mercedes Italia ricorda però che c’è bisogno di poter contare su una larga diffusione dei punti di ricarica. Altrimenti si generano dubbi nell’acquirente, che rischia di perdere fiducia in una soluzione che funziona e risponde a tutte le esigenze.

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18 COMMENTI

  1. Complimenti a Mercedes. Adesso però mettete in pratica tutte queste belle idee e cominciate a fornirci prodotti efficienti a prezzi che, pur considerando lo status premium del brand, siano più sensati; altrimenti Tesla continuerà a fagocitare tutto il mercato. Detto questo, quello di Mercedes è un bel messaggio a cui spero possano accorarsi anche gli altri grandi brand europei

    • ha senso, fanno vetture grandi, dove l’elettrico è già oggi la scelta più competitiva, e pare abbiano un accordo con CATL per avere la fornitura di batterie LPF di ultima generazione

  2. Pensate che bello sarebbe, se l’Italia fosse in una (quasi) federazione assieme a Germania, Francia, Spagna, Polonia e altri stati europei, quante cose potremmo fare presto e bene tutti insieme!

    Ah, ma ci siamo dentro, anzi addirittura la abbiamo fondata noi la UE!?

    Ma allora, scusate, siamo deficenti noi!

    • Mah, che lo dica Mercedes fa effetto ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo il guadagnare. E per il momento, di profitti da parte delle auto elettriche Mercedes ne ha fatti veramente pochi, vedremo se i prossimi anno le porteranno meglio, ma vista la strada intrapresa dubito fortemente.

      Intanto, punzecchiando tutti coloro che vedono la transizione verde e l’azzeramento delle emissioni mondiali come un obiettivo assolutamente realizzabile, lascio questo link:
      https://www.reuters.com/sustainability/climate-energy/china-climate-envoy-says-phasing-out-fossil-fuels-unrealistic-2023-09-22/
      A voi le conclusioni….

      • -che lo dica Mercedes fa effetto-

        A me non più di tanto. La Merdeces ormai è da un po’ che di fatto è in mano alla Geely.
        Poi si può discutere serenamente sulla bontà o meno del’argomento, ma stupirsi che l’oste dica che il suo vino è buono magari anche no. 😉

      • Le dichiarazioni della Cina sono relative alla non “totale” (completely) dismissione delle enegie fossili, e all’irrealistico obiettivo di limitare a 1,5°gradi il riscaldamento globale

        niente di sbagliato, è corretto e già previsto

        – l’obiettivo realistico è una riduzione delle emissioni di Co2 a circa -80%, non un azzeramento; nel bilancio Co2 l’ecosistema ha anche degli assorbimenti, con le emissioni bisogna arrivare sotto questa soglia per avere un “net zero”; è un equivoco comune sul tema dovuto alle semplificazioni giornalistiche

        – che non faremo in tempo a limitare il rialzo a 1,5° già si sà dei garfici dei dati (già oggi siamo a 1,1°), al momento si punta a 2°, sapendo che probabilmente possiamo aspirare a 2,5°; è un motivo in più per non avere dubbi sul da farsi, temperature ancora più alte inziano a prefigurare scenari molto pesanti e rischiosi

        Si procede con le politiche di decarbonizzazione, che tra l’altro portano risparmi econmici, la Cina stessa è un esempio di quanto si sta correndo, con l’installzione massiccia di rinnovabili e nel frattempo per tamponare il rinnovo delle loro centrali termiche più obsolete che avevano basse efficenze hanno anticipato il raggiungimento del loro picco storico di emessioni e si preparano a inziare la discesa

        Al momento non sono più la patria del carbone, hanno una intensità carbonica del kwh che in pochi anni è scesa a molto meno della nostra Polonia

        • Come non essere d’accordo con te R S, il problema è che qua si è letto che le energie rinnovabili + accumulo, l’idrogeno e il nucleare parzialmente avrebbero sicuramente permesso un abbandono totale delle fonti fossili. Non è così invece, queste continueranno ed essere necessarie, e non lo dico io, ma lo sta dicendo la Cina, economia che sta correndo verso la decarbonizzazione e senza interessi proprio nel petrolio.

          • Saranno ancora necessarie, questo l’ha detto Bruxelles nel suo Green Deal molto prima della Cina. Ma non nelle automobili che vanno benissimo a batteria. Serviranno nell’aviazione, forse nella navigazione oceanica e in alcuni settori industriali (cemento e acciaio) se l’idrogeno verde non sarà sufficientemente economico. Le emissioni di CO2 che ne deriveranno, però, dovranno essere compensate da assorbimenti maggiori (riforestazione, cattura del carbonio) per raggiungere il famoso saldo netto zero o “net zero” come abbiamo sempre scritto e detto parlando di decarbonizzazione.

          • Basta intendersi su quantità, aggettivi, tempistica

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            esempio: aggettivi come ‘totale’ introduce forzature, anche su articoli di giornali; qui su vaielettrico sono più che attenti su questo, si parla sempre di ridurre l’impatto più che di azzerarlo

            per quello che ho capito guardando un po’ di previsioni sul conteggio Co2 ed effetti climatici, l’urgenza non soggetta a dubbi nelle varie valutazioni, è fare il grosso della decarbonizzazione entro 20 anni;
            quando ne parlo per semplicare dico -80%, che all’incirca da un’idea

            le riduzioni di emissioni sono necessarie e previste in ogni settore (trasporti, energia, industria, case, servizi, agricoltura)

            sull’equivoco della decarbonizzione a ” 0 assoluto “, gioca ad esempio la propaganda che spingeva il nucleare, mentendo 2 volte:

            – la prima sulle emissioni indirette di questi impianti, che sono in realtà più alte (circa 116 gr di Co2.eq. al kwh generato) di quelle delle energie rinnovabili, per cui non sarebbero comunque zero-emission

            – la seconda negando la soluzione più semplice e molto più economica per decarbonizzare all 80-90% la generazione di energia, usare in quantità massicce energie rinnovali e come back-up per stabilizzare la rete, in attesa di aumentare accumulatori e idrogeno verde, tenere una piccola quantità di centrali a metano a ciclo combinato, molto efficenti

            per le auto e i furgoni leggeri, più in tema con l’articolo:

            costituiscono una fetta cospicua delle emissioni mondiali e sono già diventati un settore ‘facile’ da decarbonizzare, tecnicamente l’elettrico per me ha già risolto il problema; restano problemi di assentamento produttivo/commerciale (prezzi/filiera/rete ricarica) e ulteriore miglioramento delle specifiche, diciamo altri 3 anni prima che il passaggio di motorizzazione sul venduto nuovo diventi rapido/massiccio ed evidente alche a chi oggi avese dubbi

            al solito, la decarbonizzazione delle auto adottando la trazione elettrica non arriva a zero emissioni, e non gli è richiesto, l’importante è che la riduzione di emissioni sia molto alta

            nel caso delle auto elettriche la riduzione di emissioni sul ciclo di vita del prodotto è già molto elevata oggi (si scende a valori tra 1/4 per auto ce fannomolti km e 1/2 per auto a basso chilometraggio), e in prospettiva entro pochi anni decarbonizzando sempre più filiera produttive ad enbergetica migliora ancora (si arriva a 1/10);
            è la soluzione che centra gli obiettivi di emissioni “quasi zero”

            chi è nostalgico può tenersi l’auto a pistoni (pensa alle auto d’epoca), tra 10-15-20 anni quantitativamente saranno poche persone, banalmente per la differenza di costo tra carburanti ed elettricità

            il danno da evitare in prospettiva è più sul nuovo, cioè non continuare a comprare auto nuove termiche (come consumatori bisogna farlo capire ai costruttori europei), piuttosto far durare l’usato qualche anno in più

            solo mia opionione

    • Mercedes combustione ha chiuso in pratica nel 2000, come bmw, visto che e’ iniziato il periodo schiavismo a basso costo, per via della normale immigrazione di bassa finanza. Adesso si ricomincia dal full elettric, ma sara’ per pochissimi, meglio cosi’.

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