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Impianti elettrici fuori norma, allarme Adiconsum

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Impianti elettrici fuori norma, Adiconsum lancia l’allarme, dopo i nuovi incidenti accaduti nel fine-settimana a Roma. Sono tre le principali criticità più diffuse. 

Impianti elettrici fuori normaImpianti elettrici fuori norma: “Altri incidenti a Roma, tre i problemi…”

Sono stati quattro gli incendi verificatisi nel weekend appena trascorso nella capitale e per uno dei quali è stata già accertata la causa, individuata in un corto circuito. Si tratta di episodi che, secondo l’Associazione di consumatori, pongono al centro il tema dell’importanza della sicurezza nelle abitazioni.

Circa il 70% degli immobili risale a prima dell’emanazione della L. 46/90 sulla sicurezza degli impianti elettrici. E i cittadini ignorano la necessità di manutenere periodicamente l’impianto. Tale carenza è sovente causa di eventi tragici che potevano essere evitati. Tra le criticità emerse, si segnalano:

  • la non conoscenza dello stato e della sicurezza dell’impianto elettrico in casa
  • la necessità di una corretta informazione sulla gestione dell’impianto elettrico
  • la mancanza di strumenti per valutare le competenze degli impiantisti.
Impianti elettrici fuori norma
(foto tratta dal sito di Adiconsum- La casa sicura)

Una campagna con sopralluogo gratuito di un tecnico abilitato

Tra le possibili soluzioni Adiconsum propone: 1) il censimento dello stato degli impianti elettrici negli appartamenti. 2) la manutenzione periodica e l’aggiornamento obbligatorio della certificazione di conformità. 3) l’aggiornamento obbligatorio del libretto di manutenzione. Il tutto partendo da una campagna di comunicazione, da realizzare con le Associazioni Consumatori del CNCU.

Obbiettivo: informare i cittadini sui comportamenti da seguire per garantire la massima sicurezza, rispettando la Direttiva “Case green”. Adiconsum ricorda che una Campagna di sensibilizzazione è attiva ancora  fino al 31 dicembre, promossa con Prosiel.  Campagna che consente di richiedere, tramite il portale lacasasicura.org, la visita gratuita di un tecnico abilitato per controllare  dell’impianto di casa.

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6 COMMENTI

  1. In questi casi credo che il primo passo da fare sia la formazione. Tutti usiamo un impianto elettrico domestico, ma quanti sanno come funziona? La prima formazione dovrebbe avvenire nelle scuole, perché va bene conoscere “l’ira funesta del Pelide Achille” o la tecnica manuale di estrazione della radice quadrata, ma anche dove attaccare l’asciugacapelli o la stufa elettrica e come cambiare una lampadina…

    • Il problema è che se l’impianto elettrico è vetusto come tutta la struttura può diventare anche impossibile renderlo a norma o aggiornarlo per sopportare i carichi che oggi si richiedono.
      Soprattutto nei centri storici e nelle zone rurali ci sono case costruite in pietra o con tecniche che non prevedevano la canalizzazione degli impianti, non di rado infatti in vecchie abitaizoni ad esmepio a Roma o Napoli, ma anche a Milano, si trovano i cavi passati da canaline esterne alle murature.
      COnsideriamo anche che l’80% del patrimonio abitativo non è a norma così come gli impianti, e si può istruire una persona quanto si vuole, possiamo anche diplomarci tutti a scuola radio-elettra, ma l’impianto prende lo stesso fuoco.

  2. é quell oche sostengo io da sempre, il fotovoltaico e l’impianto per ricaricare l’auto non è un concetto democratico tra costi e possibilità di farlo.

    Quello che a mio avviso è può essere un pricicpio d soluzione sono le centrali fotovoltaiche a ridosso dei centri abitati, cioè centrali di accumulo che poi possono servire i quartieri o le stazioni di ricarica aiutando la rete elettrica, da dislocare al posto o sopra le stazioni di servizio carburanti.

  3. Purtroppo il problema è enormemente complesso. Negli anni è aumentato il numero di apparecchi elettrici presenti nelle case, molti di questi assorbono grandi correnti. C’è poi il problema principale, il fai da te con prolunghe, ciabatte, spine multiple che non facendo parte dell’impianto fisso non sono assoggettate a nulla. Gli impianti condominiali dai tempi della legge 46/90 sono stati messi a norma praticamente tutti visto che la responsabilità ricade sugli amministratori mentre all’ interno degli alloggi è una giungla. Ed anche mettere una minima protezione a volte non serve perché difficilmente l’innesco di un incendio è dovuto a cortocircuito ma a sovraccarico. Per avere un cortocircuito bisogna che i due conduttori fisicamente si tocchino, cosa molto difficile. E fra l’altro se due conduttori si toccano molto probabilmente scatta il magnetotermico del contatore a causa del supero elevatissimo di corrente prelevabile. Il sovraccarico è più subdolo, la corrente prelevata è tanta, sufficente per stressare fili vecchi e piccoli fino a farli incendiare ma insufficiente per fare scattare il contatore. Purtroppo a livello normativo si può fare poco, pensare di obbligare tutti i proprietari di mettere obbligatoriamente a norma gli impianti è impossibile. Inoltre per gli impianti precedenti al 1990 basta installare un magnetotermico da 16A ed un differenziale da 30 mA e sulla carta l’impianto è a posto anche se di fatto è uno sfacelo

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