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Idea Autocraft: riparare e ricondizionare le batterie

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Dobbiamo riparare e ricondizionare le batterie auto perchè «se vogliamo raggiungere net zero non possiamo permetterci di riciclarle prematuramente».

Con questa missione Mike Hague-Morgan, direttore esecutivo di  Autocraft Solutions Group ha salutato un finanziamento di 24 milioni di sterline appena ricevuto dalla banca HSBC.

Autocraft è una società con sede nel Regno Unito.  Ha sviluppato la tecnologia REVIVE per testare, riparare e rigenerare le batterie auto degradate. Ora utilizzerà i finanziamenti per espandere l’attività di riparazione delle batterie in località strategiche, dove è più capillare la diffusione di veicoli elettrici.

Stop al riciclo prematuro: Autocraft individua le celle difettose e le sostituisce

L’industria automobilistica, sostiene Autocraft deve far fronte a pesanti costi ambientali e finanziari derivanti dalla produzione delle batterie, a cui si aggiungono tassi di guasto più elevati del previsto. I pacchi batteria guasti vengono spesso sostituiti in garanzia e riciclati prematuramente, anziché rigenerati e riutilizzati.

Con il processo sviluppato e industrializzato da Autocraft, invece, si individuano le celle deteriorate e si sostituiscono per riportare alla massima efficienza i pacchi batteria.

Secondo l’azienda, con i test diagnostici messi a punto internamente è possibile addirittura individuare i guasti a livello delle celle prima ancora che si verifichino. Sarebbe possibile così sottoporre le batterie a una “manutenzione predittiva”.

riparare le batterie

Primo impianto nei Paesi Bassi. Poi Scandinavia, Sud Europa e America

Autocraft ha lanciato il suo primo impianto europeo di riparazione di batterie per veicoli elettrici ad Arnhem, nei Paesi Bassi, nel 2023. Prevede di aprire nuove strutture in Scandinavia, Europa meridionale e Nord America. Ciascuna di esse sarà in grado di trattare 1.400 batterie per veicoli elettrici all’anno.

«La nostra capacità di rigenerazione ci consente di massimizzare la durata della batteria ripristinandone la salute ottimale, con tutti i vantaggi ambientali che ciò comporta» è la promessa di Hague-Morgan.

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11 COMMENTI

  1. é arrivato il momento di “costringere” le case produttrici (con apposite leggi e regolamenti) a costruire ed installare in tutti i dispositivi pacchi batterie apribili e sostituibili facilmente
    (quindi anche i VEICOLI !! non solo i cellulari o piccola elettronica di consumo, come recentemente richiesto dalla commissione europea)
    gli assemblaggi pur strutturali (come vano di contenimento) mi stanno bene.. ma non si deve arrivare a situazioni ingestibili come le batterie 4680 Tesla “affogate” in un “collante” (visto lo scorso anno in un primo tentativo di dis-assemblaggio), che poi rende impossibili eventuali interventi di riparazione, se non a costi stratosferici (e quindi l’auto “usa e getta” e costi assicurativi proporzionati… cioè stratosferici !!

    • In effetti una maggiore accessibilitá degli accumulatori potrebbe diventare un argomento di vendita.. Per esempio la moto Rezon Bohemia ha un pacco batteria assemblato senza saldature (vedi https://rezonmotorcycles.com/), fra l’altro è da 15 kWh quindi non molto piú piccolo di quello di una citycar.

      • moto interessante direi ! ovviamente la cartina di diffusione sedi non calcola l’Italia (pur paese produttore di motocicli elettrici…in cui però vengono poco acquistati).
        unica cosa (ma ho letto molto rapidamente il link .. ora ho poco tempo) non ho trovato il peso della moto… ho paura che pesi parecchio più di un BMW GS 1.2 !! Per me che sono leggerino… è un bell’elefante da portare a giro (non faccio più enduro come una volta … ma anche in città ci son le sue difficoltà… andrebbe anche capito bene l’angolo di sterzo se sufficiente ad evitare mille manovrine negli spostamenti nel traffico e per parcheggio.. forse va usata solo come cruiser alla “easy rider” .. non so se impensierisce la Harley D. Livewire …)

      • POST SCRIPTUM …mi ero dimenticato di scriverti che
        a Pontedera il Gruppo Piaggio sta facendo grossi investimenti per sviluppare la mobilità elettrica; del resto fa parte del Swappable Batteries Motorcycle Consortium: tra Piaggio, Honda, KTM e Yamaha … quindi sicuramente avremo ulteriori novità … tra l’altro oggi comincia pure il Vespa World Day .. e magari qualche “annuncio goloso” potrebbe essere diramato..

  2. Alla faccia di quelli che “l’elettrico ucciderà l’occupazione”…
    La realtà è che ogni nuovo settore di attività genera sempre ulteriori attività nell’indotto: basta avere inventiva e flessibilità.
    Ottimo esempio davvero di attività indotta!

  3. Ho puntato a non cambiare più l’auto e limitarmi a sostituire la batteria quando non riuscirò più a fare il mio solito tragitto. Questa bella notizia va in quella direzione.

  4. Questa mi sembra una ottima cosa, per l’utente e per l’ambiente.
    Ottima la “manutenzione predittiva” (anche se non ho capito come funziona): intervenire prima che il guaio si manifesti.
    Chissà che si possa avere sempre sotto controllo lo stato della batteria senza l’uso di strumenti di terze parti.
    Ottimo anche per un acquisto sereno dell’usato.
    Pian piano si arriverà a condizioni ottimali.
    Bene!
    Sarebbe stato anche più bello se fosse stata un’azienda italiana.

    • Esatto avevo scritto qualche tempo fa qualcosa di simile visto che l’ incubo che perseguita tutti i BEV e NO è la batteria soluzioni di questo tipo ne tranquillizzerebbe buona parte e l’ usato sarebbe molto più appetibile .

    • ciao Ivano …. la manutenzione predittiva è basata sull’analisi del funzionamento (passaggi di corrente) e delle temperature registrate all’interno delle singole celle che compongono i pacchi batterie… Se (soprattutto con SW analisi guidati da I.A.) si individuano prontamente le risposte “anomale” è possibile p.es. istruire l’ OBC ad “ignorare” la ricarica di quelle parti, od abbassare le tensioni di carica e farle scaldare meno, insomma … si possono gestire al meglio sia i tempi di ricarica che i possibili guasti…
      Di fatto le batterie sarebbero quasi “eterne” se correttamente gestite, minimizzeremmo il degrado anche delle chimiche attuali; queste “officine” di rigenerazione batterypack sono quanto aspetto in Italia, analogamente a quelle che nei motori termici recuperano i costosi componenti che alimentano sia il mercato dei ricambi che pure il circuito di sostituzione in garanzia (quando ero responsabile io, molto raramente la Casa mi consentiva di ordinare un ricambio nuovo se era disponibile l’equivalente “ricondizionato”).

      Questo è il vero futuro prossimo… speriamo che molti imprenditori si impegnino a seguire quanto prima questo preziosissimo “filone”… che è veramente Oro !

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