Home Vaielettrico risponde I NO-BEV non esistono? E questi come li chiamate?

I NO-BEV non esistono? E questi come li chiamate?

42
no-bev
Webinar
I No-Bev non esistono, sostiene qualcuno anche sul nostro blog. Esistono soltanto i “razional perplessi” preoccupati degli oggettivi limiti dell’auto elettrica e della transizione energetica. Bene, la ricostruzione di questa vicenda  dedicata a loro, con un grazie a Marco che l’ha segnalata. Inviate i quesiti a info@vaielettrico.it.

Il Giornale d’Italia: “Così esplodono le auto elettriche”

punto interrogativoSui social ho intercettato questa, rilanciata da un gruppo di “no-bev”:

https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/520540/usa-incidente-auto-elettriche-video.html?fbclid=IwAR1t6E8aJmf-SHbBXyAeIDVGQlIkh780SLKwFqPw6Gu65zTtftDsqgyHX0A

A me pare molto molto improbabile che le cose stiano così per una serie di motivi: le circostanze ed il luogo descritti sono molto generiche, inoltre si parla di una grande esplosione mentre di esplosioni se ne contano 5 o 6, oltretutto potentissime che partono da punti differenti. Non mi risulta che gli incendi di auto elettriche si possano sviluppare in questo modo cosi apocalittico.

Ma io ho qualche dubbio

Sarei invece portato a pensare ad un carico esplosivo, come ad esempio bombole di gas o comunque materiale altamente esplosivo.
Altra cosa che mi lascia perplesso è il fatto che questa “notizia” è di fine luglio ma non si è vista comparire altrove!!
Vi chiedo se possibile di indagare, grazie!. Marco Scozzafava

E fa benissimo: è la falsificazione di un vecchio video

punto interrogativoRisposta- Caro Marco, lei ha fatto Bingo. Il video non riguarda uno “scontro fra auto elettriche” come sostiene l’imbarazzante articoletto de “Il Giornale d’Italia” che lo rilancia, bensì l’esplosione di un camion che trasportava 119  bombole di gas metano.
Non riguarda gli Stati Uniti bensì la Tangenziale di Mosca.
Non è recente,  risale bensì a dieci anni fa, esattamente al 13 luglio del 2013.

Una truffa nata su Facebook, già smascherata in aprile

E’ stato ripescato lo scorso aprile su Facebook con questa narrazione: «Tesla si schianta, si ferma, inizia a fumare ed esplode circa 16 volte. Le auto elettriche sono una polveriera».
no-bev
La corretta ricostruzione della vicenda è comparsa sulle rubriche di fact-checking di più testate giornalistiche subito dopo la prima uscita su Facebook, in aprile. Le cito queste:
Nonostate ciò, il 31 luglio scorso il quotidiano summenzionato la riciccia inventandosi uno scontro fra due auto elettriche negli Stati Uniti e a sua volta viene rilanciato da tutti i gruppi militanti No-Bev, come giustamente dice lei.
no-bev
Ecco il video originale dell’episodio dal quale si evince la località (targa di Mosca) e il contesto

Perchè? A che scopo? O è solo un caso?

Chiediamoci allora perchè e a che scopo. Informazione, contro informazione, disinformazione? Il Giornale d’Italia è una testata storica (risale al 1901) passata recentemente attraverso vicissitudini di varia natura. Chiusa nel 2006, rilevata e resuscitata dal 2012 al 2018 dall’ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace (Alleanza Nazionale, poi La Destra), uscita a singhiozzo per brevi periodi sotto la direzione prima di Sergio Luciano (ex Repubblica) poi di Giovan Battista Vico è oggi guidata da Luca Greco, ex CEO di Affari Italiani. Parrebbe essersi avvicinato a posizioni complottiste, almeno a giudicare dalla linea novax sul Covid e dalla firma del filosofo “no tutto” Diego Fusaro.

Questa è la scuola dei Porro-Boys

Ma tutto questo poco importa e nulla spiega su questa carognata studiata a tavolino e  sparata freddo proprio mentre crescono i toni della campagna di dezinfornatsya contro l’auto elettrica (il termine è russo, e fu coniato per definire una precisa strategia adottata dal KGB ai tempi della guerra fredda).

LEGGI ANCHE: Contro informazione sull’auto elettrica, un’anomalia italiana?

Il video ricicciato dal Giornale d’Italia ha contabilizzato quasi centomila visualizzazioni. Altrettante, o ancor di più, ne stanno facendo video-comizi anti auto elettrica e anti ambientalisti di ingegneri improvvisati e sedicenti esperti di automotive, che non meritano di essere citati ma che potremmo definire Porro-boys.
Saranno solo tanti piccoli casi? Ragazzate da liceali?
AGGIORNAMENTO del 24 /08/2023 -Ci viene segnalato che l’articolo de “Il Giornale d’Italia” è stato corretto. Nella versione al momento disponibile, la prima ricostruzione dell’evento che attribuisce il rogo documentato nel video a due auto elettriche è riportato in forma dubitativa. A questa è stata aggiunta l’ipotesi B, che si tratti invece del vecchio filmato dell’esplosione di un camion carico di bombole di metano avvenuto a Mosca nel 2013. Come abbiamo visto c’è la certezza assoluta che quest’ultima sia la verità dei fatti. Apprezziamo comunque la seppur parziale correzione di rotta del quotidiano romano. Della quale, permettetecelo, rivendichiamo il merito. 
-Iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico.it-

 

Phoenix
Vesper
Apri commenti

42 COMMENTI

  1. sembra che la tirata abbia fatto emergere proprio chi non capisce le (legittime) motivazioni altrui (definire la considerazione per la propria salute “pregiudizio” è notevole..)

    etichettare sotto un’unica voce denigratoria (no-bev), senza tenere conto di pensieri e problemi diversi serve solamente a “inasprire” gli animi e creare un’inutile muro divisorio: a che scopo?
    ai dubbi si oppone un ragionamento atto a dissiparli, non gli si dice “sei uno stupido no-bev”.
    a chi lamenta le condizioni di miniere impattanti non si oppone un “perché i pozzi di petrolio?”: che risposta è? siccome i pozzi inquinano/impattano va bene farlo anche con le miniere?
    ma tornando al discorso di enzo, ognuno ha i suoi perché riguardo l’elettrico (veri o presunti falsi che siano) e di sicuro non sarà trattandoli da stupidi che verranno convinti. semmai l’esatto contrario.
    dimenticavo: la querelle “con 5 minuti pieno e faccio x km” non è solamente ad uso autostradale: significa che per 2 settimana (o 3/4) mi dimentico del carburante. se per chi guida una bev non è un problema cercare colonnina libera, stallo libero ecc, per gli altri si. falso problema? può essere, ma è uno di quelli che frena la diffusione..

    • Le rispondo per me, e ovviamente non è affatto detto che questa sia la linea editoriale del sito, le ragioni di cui si lamenta.
      Personalmente non voglio convincere proprio nessuno a comprarsi l’auto elettrica, anche se quando vado in giro con la mia e qualcuno mi chiede come va e vuole sapere come faccio a caricarla e altre domande più che lecite sono sempre felice di rispondere e di fare vedere che le auto elettriche non sono il demonio sceso in terra per rovinare la vita delle persone.
      Il problema con i no-qualsiasi-cosa è che hanno quell’atteggiamento dell’aver scoperto tutti i mali del mondo, così i no-vax ci fanno le lezioni imparate su facebook sui “sieri” senza neppure sapere cos’è un siero, i vegani rompono le palle perché non bisogna mangiare carne e ti devono fare la lezione perché sei un gretto assassino di animali, eccetera, eccetera.
      Il problema è che io non vado nei loro forum a dire che un siero non è quello che dicono loro, non vado a dire che è giusto uccidere gli animali, eccetera, eccetera.
      Invece questi qua vengono in un sito che parla di mobilità elettrica e tirano fuori tutte queste cose senza senso che raccolgono tra i vari siti di disinformazione (ricordiamo che le grandi del tabacco hanno usato la stessa strategia disinformativa per anni, ma non è l’unico esempio) e riempiono i commenti con le più varie idiozie. Quando la domanda è genuina non c’è grande problema, si risponde e si spiega il perché, e i limiti del tutto: e sì, rispondere che anche estrarre petrolio inquina anzi molto di più che non estrarre il litio perché il primo finisce bruciato in atmosfera mentre il secondo finisce in una batterie e sarà riciclato è UNA risposta.
      Altre volte le domande sono palesemente fatte per gettare fango sulla mobilità elettrica: quelli sono i no-bev, perché dopo che gli hai risposto a una obiezione te ne tirano fuori un’altra e poi un’altra all’infinito. Il loro unico scopo è dimostrare che la mobilità elettrica è una cretinata.
      Obiettivamente se andassi in un sito no-vax, un sito vegano, eccetera eccetera a dire che dovrebbero vaccinarsi o mangiare carne, eccetera eccetera mi manderebbero certamente a quel paese, non perché loro abbiano ragione o il contrario, semplicemente perché nei siti a tema il tema è quello e contrastare il parere dei partecipanti è contro la netiquette e ripetere all’ infinito le solite cose è un atteggiamento da troll.
      Quindi, giusto avere dubbi, giusto fare domande, a cui la community sarà ben felice di rispondere cercando di ottenere le informazioni con la massima qualità possibile.
      Le risposte poi possono piacere o meno, ma insistere a casa d’altri dicendo che l’arredamento fa schifo è un buon modo per farsi cacciare, e di troll mandati su vaidiesel ne abbiamo già avuti parecchi, e mi dispiace che se non puo capire la differenza di impatto ambientale tra estrarre petrolio per bruciarlo in atmosfera per 100 anni dall’estrarre qualche decina di chilogrammi di litio da mettere in un batteria che deve durare la vita dell’auto e poi essere riciclata, non è più un mio problema, potrà direttamente vedertela con gli sceicchi e i governi di mezzo mondo che sanno che tra poco ci litigheremo i barili di petrolio estratti oltre a dover trovare i miliardi di dollari, euro, eccetera che serviranno per tamponare tutti i danni causati dal cambiamento climatico. Problemi, insomma, che stanno su un livello un bel po’ più in alto del dover rifornire o caricare l’auto due volte a settimana anziché una.
      Fine del pistolotto.

  2. Uhm, a me sembra che siamo passati a questo:

    – non esitono i no-bev, non solo gli scettici razionali o irrazionali, ma neanche quelli che usano argomenti apertamente diffamatori e denigratrori (pompati da campagne fatte per interesse)

    – no, gli argomenti usati contro le bev sono TUTTI giusti, razionali, rispettosi, disinteressati :):)

    – sono le bev che sono sbagliate, perchè è vero che inquinano, che rubano le donne, il lavoro, aumentano la criminalità, per questo vengono gisutamente attaccate, è colpa loro che sono cattive

    Ricorda qualcosa questo modo di ragionare?
    Campagne politiche di polarizzazione e denigrazione contro bersagli mutevoli nel tempo?

    Anche un po’ metodi alla QAnon, cioè lasciare ogni pudore logico, lasciare i tentativi di usare argomenti versoimili, e puntare ancora più in alto con la retorica rigira frittata, e ripeterla a sfinimento sui socialmedia finché gli altri si stancano di ribattere

    Roba da venditori.. sparo 100.. poi insisto.. alla fine porto a casa 30 (in diffamazione)

  3. “i no bev non esistono e questi come li chiamate?”
    giornali..

    come ben raccontato da enzo la questione si pone in modo diverso e in modo diverso va affrontata: additare chi non possiede (o vuole) una bev come untore no-vax è controproducente.
    chi di voi è mai stato convinto (da altri) a fare qualsiasi cosa sentendosi dire costantemente dello stupido?
    nessuno? ecco..

    riguardo ai no-vax, non hanno paura del microchip (a parte qualche decerebrato, ma sono ovunque nella società) ma di un siero sperimentale di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine sul corpo (dicesi non testato). qualcuno di voi in sede di iniezione ha chiesto al medico lumi? io si, ed è stato una lunga fila di “non si sa”..
    chi si è posto dubbi e ha ragionato un attimo su cosa era meglio per sé e famiglia, è diventato nemico dell’umanità: la stessa cosa avviene ora per le bev, leggendo il pensiero dei commentatori..

    • La tirata pro No-vax poteva risparmiarsela: dimostra la sua propensione al pregiudizio. Appunto quello che caratterizza i No-Bev. Che non sono tutti i contrari o i preplessi verso l’auto elettrica, ma chi la rifiuta appunto per pregiudizio. E ovviamente chi soffia sul fuoco per alimentarlo.

    • Eccolo là, il complottista del “siero sperimentale”. Caro Enzo, queste sono le persone che ti appoggiano, fatti qualche domanda anche tu che complottista non sei

  4. Grazie a @Enzo che ha capito perfettamente la mia posizione., al contrario di @Leonardo che non conosce la differenza tra un incendio da litio e uno da benzina.
    Inoltre una macchina a benzina non viene ricaricata in garage.

    • Le fobie sono fobie, c’è chi ha paura di volare e chi degli incendi delle auto elettriche: quest’ultima fobia è ben cavalcata dai no-bev.
      Un incendio di auto termica l’ha provato una mia amica, hanno avuto la casa in montagna inagibile per mesi perché un incendio di un’auto in box (in questo caso un piccolo garage condiviso) si è propagato alle altre auto e, tranne che si tratti di un principio di incendio, non lo si ferma certo con l’estintore ma servono i pompieri.
      Poi certo, tutti saremo più felici come dice Enzo quando ci saranno le batterie a stato solido che non prendono fuoco neppure se le perfori.
      Dal punto di vista razionale non ha alcun senso avere la fobia dell’incendio all’auto elettrica ma non averlo per la termica che ogni volta che la parcheggi in box con motore e catalizzatore caldi può innescare (basta un po’ di grasso, olio, carburante che per qualche ragione si sono depositati vicino alle parti calde). Immagino che con tutta questa ansia per gli incendi ti sarai certamente attrezzato con un estintore.

    • A) stuzzicato da queste polemiche, mi sono trovato una lista di notizie (italiane) di auto termiche che hanno preso fuoco fa ferme, persino da fredde, cioè ore o giorni dopo essere state parcheggiate, solo che sono notiziole che non escono dei trafiletti di cronaca locale, non finiscono sui giornali nazionali, è sufficiente cha abbiano la batteria 12v collegata

      B) in caso di incedente stradale serio, personalmente cercherei di scendere più velocemente da una termica che da una elettrica, perchè se c’è una perdita di benziana l’incendio può manifestarsi in modo rapido o persino rapidissimo, basta che apri le cronache dei giornali locali; per la battreria invece vale quanto sotto, anche in caso di incidente grave, se dovessero incendiarsi hanno una progressività e segnali evidenti

      C) altri casi ( non incidenti stardali), Leonardo ed altri qui abbiamo fatto tante di quelle discussioni su questi temi che un’idea almeno approssimata di come sono fatti gli incendi delle elettriche che la siamo fatta, se ti poni in questo modo mi fai dubitare della tua serenità di giudizio

      per batterie NCM “raramentre” gli incendi sono rapidi (raramente perché la sicurezza assoluta in termini di auto non la puoi avere, a partire dalle termiche, sarebbe disonesto scrivere certezze assolute), prima si incendia una cella (il singolo evento può incendiarsi rapidamente, ma è una piccola cella chiusa dentroi all’invoilucro del pacco batteria, non è l’intero pacco batteria);
      eventualmente (non sempre e non su tutti i tipi di pacchi NCM, alcuni sono già diventati più evoluti per evitare la propagazione tre celle) si propaga a quelle vicine e cosi via, man mano che questo avviene fanno un bel baccano, petardi e fumo da sotto all’auto, può essere scenografico ma di solito prima che si propaghi al resto dell’auto come incendio libero, fai a tempo a fermarti, scendere, telefonare, in qualche caso fanno anche a tempo ad arrivare i vigili del fuoco perima che propaghi; qualcuno (una signora) ha persino continuato a guidare sino a casa con l’auto che scoppiettava chiedendo al telefono al marito cosa doveva fare, arrivata a casa si è messa a filmare l’auto con il telefonono per poi discutere meglio con l’assicurazione

      ancora meglio con batterie LPF, “di solito” (sempre perchè onesta intellettuale esige usare questi avverbi, la sfera di vetro non ce la nessuno) producono spetardate con espulsione di fumo scuro, senza un vero incendio, e con difficoltà propagano alle celle vicine

      la LPF Blade infine, pare non facciano nenache fumo o spetardate in caso di guasti;

      c’è un noto canale bufalaro americano che posta video di incendi, poi andando a verificare scopri che mischia incendi della parte elettrica/elettronica, con incendi partiti da batteria, anzi spesso mischia vetture ibride spacciandole per elettriche

  5. Da sempre, c’è chi ha paura delle novità.

    Cito un pezzo preso dall’articolo linkato qui sotto, dove si parla della storia della fotografia:
    Ti ruba l’anima. La fotografia per molti aveva un che di diabolico. E non la pensavano così solo i superstiziosi, ma anche intellettuali del calibro di Balzac. Lo scrittore era convinto infatti che ogni corpo fosse costituito da “spettri” sovrapposti, simili a pellicole infinitesimali, e temeva che ogni scatto del dagherrotipo distaccasse e trattenesse sulla fotografia uno di quegli strati. Con il rischio di cancellare la sua fisionomia. Ma, superate le prime perplessità, scoppiò l’entusiasmo.

    Quindi, niente di nuovo: non è che uno odia le auto elettriche in quanto tali, è che purtroppo al mondo ci sono, e ci sono sempre state, persone che temono le novità.

    Non so voi, ma io ho 50 anni, e fino ai primi anni 2000, quando al bar capitava di parlare con qualche amico di PC, internet, o informatica in generale, c’era sempre qualcuno delle altre persone presenti, che si sentiva in dovere di fare commenti senza senso per sminuire l’informatica e chi usava i PC.
    Nel giro di 20 anni, oggi c’è gente che senza internet e smartphone, farebbe fatica a vivere !!!

    Ciao, Mario

    P.S. Ecco il link:
    https://www.focus.it/cultura/storia/giornata-mondiale-fotografia-joseph-niepce-papa-primo-scatto

  6. Cosa non si fa’ per aumentare le visualizzazioni…per attirare telespettatori o lettori….in una società dove ci si informa sempre meno e dove si guardano molti titoli e foto, è facile distorcere il reale..non c’è nemmeno più la paura “dello sputtanamento ” come cantavano Cochi e renato…anche fra i giornalisti è calata l’asticella della professionalità…ieri sera ho sentito una bella citazione: ” le camice stirate passano inosservate si notano solo quelle stropicciate”…se poi uno le stropiccia volutamente questo non è dato sapersi…😔

    • Bella la citazione che non conoscevo.
      È simile a questa: “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”.

  7. Solo una persona ignorante può credere al quel video, tra l’altro è vecchio di almeno 7 anni e circola su YouTube ormai da tanti, tantissimi anni.

    • si, ma il problema non è credere o no a quel video: il problema è che un giornale a tiratura nazionale (organi del maggior partito italiano) spacci, ai suoi lettori, quella notizia per vera. Se fatto in buona fede il consiglio ai giornalisti è di cambiare mestiere perchè la verifica delle notizie è l’ABC del giornalismo, se fatto in mala fede….lascio tirare le conclusioni ai loro lettori.

      • Il Giornale d’Italia non è l’organo del maggior partito italiano. Non lo confonda con Il Secolo d’Italia

        • Giusta correzione, anche se la linea editoriale sembra la stessa……e le altre considerazioni non cambiano

  8. Quindi tutte le bufale smascherate da Paolo Attivissimo e da Butac da decenni sono tutte partorite da un no-qualcosa? Oppure il mondo dell’elettrico deve essere per sua stessa natura esente da bufale, altrimenti è la prova provata che esistono i no-bev? Prima delle auto elettriche non c’erano bufale che circolavano sul mondo delle auto? E’ una novità di quest’anno?

    Ecco un’altra, beccata a volo dopo 3 secondi di ricerca: https://www.butac.it/le-auto-non-vendute/ e in questo caso a cascarci in pieno furono sia il Corriere che Repubblica, chissà per quali interessi nascosti degli Elkann, vallo a sapere, non-cielo-dicono …

    Il problema per cui le bufale sono dure a morire è che la realtà, spesso, supera la fantasia. Come Musk che vuole sfidare Zuckerberg a chi ha il pene più lungo (neanche un bambino di 5 anni … si stenta a credere che sia vero), come Musk che finisce spiato dai suoi stessi dipendenti (Tesla = Privacy), come Musk che si batte per la piena libertà di parola su Twitter/X e poi definisce il New York Times “l’equivalente digitale della diarrea” e “un organo di propaganda” (altro che Berlusconi che puliva la sedia di Travaglio con un fazzoletto) e come Musk che, impunito, è accusato di aver ordinato ai suoi ingegneri di truccare l’indovinometro delle Tesla per sparare un chilometraggio ottimistico (1000 volte Valenza l’avrà chiamato indovinometro e neanche una volta che gli fosse passato per la testa che forse non era gli informatici a non saper ottenere una taratura intelligente ma dietro c’erano ben altre ragioni), per non parlare dell’autonomia effettiva delle Tesla non corrispondente a quanto dichiarato con una speciale task force a gestire, facendo muro, le lamentele degli acquirenti. Ecco, se tutte queste cose totalmente assurde sono purtroppo vere poi non è che le persone si scandalizzano se la notizia di un incidente è vecchia e inesatta. Di che stiamo parlando? Scoppia la terza guerra mondiale e la vecchietta non trova il suo gattino …

    • Indovinometro di Tesla che sbaglia appositamente
      Tesla e la Task-force per zittire le lamentele
      L’autonomia di Tesla è farlocca
      Le bufale sono sempre esistite e non c’entrano i no qualcosa

      Enzo, cosa c’entra tutto quello che hai scritto (che ignoro nel contenute perché non è questo il punto) con il fatto che esista qualcuno che inventa bufale con uno scopo preciso? Scopo che può essere di interesse economico o personale oppure ideologico?

      Non intendo lanciarmi in un dibattito con te: non ne ho voglia. Però, secondo me, non hai colto il punto e ti invito a rileggere e rileggerti. Se non fossi tu, ti accuserei di fallace logiche (argomenti fantoccio) da troll, invece ritengo solo tu abbia travisato il punto.
      E non replicherò!

      • “Enzo, cosa c’entra tutto quello che hai scritto ”
        _________________
        Mi facevo la stessa domanda.
        Non ha colto il punto oppure ha semplicemente “sbrodolato” per passare il tempo.
        A me spiace invece aver letto questo articolo perchè sono venuto a conoscenza di un giornale di cui ignoravo beatamente l’esistenza.
        Come farò ora?

        • Io l’ho bloccato a livello di firewall… Anni fa. Insieme a tante altri: così da me non prendono nemmeno una frazione di centesimo.

      • Esistono infiniti motivi per cui le persone inventano bufale. Per divertirsi, per goliardia, per acchiappare click, per convincere gli altri delle proprie ragioni, etc. Non sarò qui a fare l’analisi socio-psicologica-psichiatrica-antropologica di chi inventa bufale.

        Perché le persone, e talvolta gli stessi giornalisti, finiscono per credere alle bufale e quindi le ripropongono a loro volta? Magari perché sono credibili e ben confezionate e perché non fanno scattare quei campanelli d’allarme che scattano quando qualcuno ti dice che c’è un microchip in un vaccino. Magari perché sottopagati come sono non hanno tempo di approfondire una materia che conoscono poco. E perché, come ho riportato, la fantasia talvolta supera la realtà e la differenza tra vero e verosimile dipende da quanto hai tempo e voglia di approfondire una fonte.

        Il giornalista avrebbe dovuto indagare meglio? Indubbiamente, è il suo lavoro, ma forse si è fatto ingannare dalla credibilità della notizia che chissà da dove ha pescato. Questa notizia qui di qualche settimana fa è vera? https://bari.repubblica.it/cronaca/2023/07/24/news/cadavere_carbonizzato_auto_elettrica_bari-408791647/ Boh, non ho controllato, forse sì, forse no, se qualcuno ha voglia di verificare. Dimostra qualcosa? Nulla.

        Ma vengo al punto: dov’è dimostrato il nesso causale tra una fake news (riportata erroneamente da un quotidiano nazionale) e la presunta esistenza dei fantomatici no-bev? Se io fossi un giornalista e per errore dovessi dare la notizia di uno stupro compiuto da un extracomunitario (errando perché nel caso di specie magari il colpevole era un italiano), il fatto che io giornalista abbia riportato una fake news dimostra l’esistenza del razzismo in Italia e fa di me un razzista? La fake news di Repubblica che ho riportato sulle auto invendute dimostrava l’esistenza di un qualche tipo di gruppo no-qualcosa?

        La prefazione di questo articolo è “I No-Bev non esistono, sostiene qualcuno anche sul nostro blog. Esistono soltanto i “razional perplessi” preoccupati degli oggettivi limiti dell’auto elettrica e della transizione energetica. Bene, la ricostruzione di questa vicenda dedicata a loro”.

        E allora tu leggi l’articolo convinto di trovarci dentro la prova provata dell’esistenza dei no-bev. Eccoli, schedati diligentemente dalla digos, mentre si riuniscono segretamente in una chat telegram e fanno brainstorming per costruire da zero articoli credibili da diffondere poi su social. E c’è anche il loro manifesto, in cui proclamano lo stato di diritto dei motori a scoppio e sono pronti a rovesciare il governo armati di marmitte e cambi se nel 2035 non potranno acquistare auto a pistoni. E invece che ci trovi? La solita fake news dei giornali, lo scivolone di qualche giornalista che ha scritto un articolo in 2 minuti scambiando fischi per fiaschi. Davvero scarsina come prova provata dell’esistenza di questa setta dei no-bev …

        Aspetta, aspetta, c’è dell’altro: il video “ricicciato dal Giornale d’Italia ha contabilizzato quasi centomila visualizzazioni”. Ecco i centomila no-bev. Un gruppo scarno, direi, perché a confronto il gruppo no-bus-di-Roma-Nord fa meglio, con questo video di questo autobus non elettrico che va a fuoco https://www.youtube.com/watch?v=E04mi-ydKB4 e fa un milione e mezzo di visualizzazioni. Sta a vedere che poco poco i video di incidenti e di mezzi che vanno a fuoco fanno tanti click …

        Concludendo:
        – le auto elettriche fanno notizia e la notizia di un’auto elettrica che prende fuoco fa visualizzazioni, così come la farebbe quella di un’incidente di un’auto a guida autonoma o di un evotl che precipita, nulla di strano che venga “ricicciata” e che gli inventori di bufale si concentrino su questo tema;
        – il Giornale d’Italia non è né l’ansa né reuters né il New York Times, quindi che le sue “notizie” vadano prese tutte con le molle si sa, così come i suoi video (“”imperdibile”” oggi quello a difesa di Vannacci https://www.ilgiornaleditalia.it/video/home/522405/vannacci-ceccantoni-pubble-politically-correct-lobby-giornalisti.html questo per far capire anche l’elevato spessore di questa testata e la qualità dei suoi approfondimenti);
        – che ci siano persone oggi contrarie all’auto elettrica è inevitabile, visto l’obbligo del 2035; che la critica all’auto elettrica sia sempre fideistica e illogica anziché motivata (aka “razional perplessa”) resta ad oggi indimostrato, anche davanti a una fake news come questa. E il fatto che una parte delle motivazioni sia irrazionale, basata su errate convinzioni, informazioni inesatte o su paure infondate fa parte della vita, accettatelo. Non dimostra nulla, se non che è tutto normale perché da sempre il mondo va così.

        Da informatico, da ragazzo, mi capitava di dover tranquillizzare le mamme (tante!) dei miei coetanei timorose che i loro figli potessero infettarsi con Il Virus trasmesso dal computer, eppure non ho mai letto su nessun giornale dell’esistenza dei no-pc.

        Io ho un atteggiamento contrario sull’esistenza dei no-bev. Credo davvero che il fatto che i giornali abbiano all’unisono usato il termine no-vax abbia finito per polarizzare le persone spostando una parte di questa ad entrare in una squadra, quella dei no-vax, radicalizzandoli. Per me è sbagliato puntare il dito contro le persone o le trasmissioni televisive perché crea schieramenti e fa venir meno l’altro aspetto, ovvero il meritevole contrasto della disinformazione sull’auto elettrica. Dire oggi che esistono i no-bev significa interrogare ogni italiano e chiedergli dove si posiziona, se di qua o se di là, se tifa per una squadra o per l’altra: secondo voi oggi nel 2023 gli italiani cosa sceglierebbero di fare? Se invece ci si “limita” a dire che le auto elettriche hanno il 90% di probabilità in meno di esplodere rispetto a quelle a benzina (citando le fonti), che le auto elettriche inquinano il 60% in meno rispetto alle diesel (citando le fonti), etc. etc. si lasciano gli italiani liberi di non schierarsi e di valutare senza la maglietta del tifoso da che parte stare. Abbiamo 12 anni davanti per far valere le buone ragioni dell’elettrico con la forza delle argomentazioni: se si butta tutto in tifo e in squadre da calcio finisce malissimo.

        • Mah… Io sono un convinto no-bevo perché puoi citare tutte le fonti che vuoi sulle macchine a benzina che prendono fuoco più facilmente ma, e lo sai pure tu, un incendio da benzina si spegne facilmente con i normali mezzi a disposizione dei VdF.
          Ma un incendio al litio no. Non lo spegni.
          E se ti prende fuoco la macchina in ricarica a CASA, voglio vedere come fai.
          Specie per chi come me ha un palazzo sopra il box.
          Improbabile? Vero, ma POSSIBILE.
          Poi ognuno fa le sue valutazioni. La mia è questa.

          • cvd, Marco grazie per la dimostrazione che lei dà a Enzo.

            Le chiedo se lei tiene l’auto a benzina nel box di casa sapendo che ha più probabilità di incendiarsi di una bev. E in tal caso se si è organizzato con gli estintori necessari a estinguere un eventuale principio di incendio. E se parcheggia l’auto col serbatoio sempre il più vuoto possibile. O se quando arriva a casa lascia fuori l’auto per qualche ora per dare modo a tutte le parti calde di raffreddarsi prima di mettere l’auto nel box.
            Senza precauzioni non c’è nessuna differenza se prende fuoco la bev o la termica nel box, a parte la maggiore probabilità che accada per la seconda.

          • Invece Marco è la prova di quello che ho scritto. Perché ad esempio quando usciranno le batterie a stato solido (e manca poco) allora lui si sentirà tranquillo, visto che quelle hanno 0 possibilità di prendere fuoco. Probabilità di incendio su una batteria a stato solido: 0; benzina: 1000.

            Grazie Marco.

        • Io ho un parente no-bev, dopo avergli spiegato, e dimostrato carte alla mano, che quelle che continuava a mandarmi erano bufale mi ha risposto perentoriamente: “Io non la compro lo stesso”. Siamo nel campo dell’irrazionale, esattamente come i no-vax.

          • Anzi i no-vax sono anche più razionali, almeno possono appigliarsi al principio di cautela, pur assumendosi il rischio più alto di ammalarsi con conseguenze gravi o a lungo termine.

        • Caspita Enzo mi hai sfinito.
          Ero convinto di aver capito che i no-bev non esistono, poi che in realtà esistono ma sono pochi, poi… non so più che.
          Sinceramente che fra i normali cittadini ci siano o non ci siano no-bev non me ne può fregare di meno, trovo invece pericoloso per l’avvenire del Paese che, indubitabilmente, siano presenti fra chi ha fra le mani i bottoni del comando ed i cordoni della borsa.
          Questi condannano sopratutto le generazioni future non solo per i ben noti problemi dell’inquinamento e del riscaldamento (precisando… un po’ come quando si dice che c’è un aggressore ed un aggredito… che le auto partecipano solo per una parte e non rappresentano la salvezza del mondo) ma anche per le future possibilità del lavoro.
          Personalmente ritengo infinitamente più grave e pericolosa l’esistenza dei no-vax ed altrettanto grave che venga distorto il principio di cautela e/o di riduzione del danno, quando in realtà le loro scelte possono rappresentare un grosso pericolo per grosse fette della popolazione.

    • il problema con l’indovinometro è che tesla come tutte deve usare il ciclo wltp per omologare le auto . l’autonomia mostrata sulle tesla è : energia nella batteria * consumo medio wltp , peccato che sia indicativo e sia cosi con tutti , tesla ha un applicazione che stima la carica residua a destinazione che calcola velocita media , temperatura esterna , elevazione , etc… e risulta piu accurata del ciclo wltp. altro che indovinometro. l’indovinometro è sulle altre bev.

      • Non è corretto Matteo, in realtà il consumo base utilizzato da Tesla per il calcolo del range residuo è più vicino all’EPA americano che al WLTP. Ad esempio la mia Model 3 ha un range WLTP di 580 km mentre il range suggerito a display non ha MAI superato i 540 km. Tra l’altro le accuse di presunti taroccaggi della previsione di consumo (o range… che poi è più o meno la stessa cosa) sono relative alle prime Model S prodotte (sino al 2015 se non ricordo male), ancora tutte da dimostrare…

    • Beh, invece per le auto diesel ed a benzina i consumi indicati nelle brochure sono sempre veritieri, vero?
      Loro non sgarrano mai nemmeno di un 0,01ml/100km, vero?
      Eh, brutta cosa non saper essere obiettivi.
      O forse è invidia?
      Vai a saperlo, caro Enzo.

  9. CI SONO MOLTI INTERESSI TOCCATI DALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA…
    Interessi di chi sul petrolio ci ha fatto soldi e non vuole cambiare.
    Interessi di quasi tutti i meccanici che si vedono “espropriare” il lavoro verso autofficine autorizzate e con software alla mano.
    Interessi nella ristorazione dei nuovi punti di ricarica
    Interessi politici per la tassazione e per la mole di imposte che si rivolteranno su un altro senso
    Interessi di ogni genere…
    Pure di sfigati che bollano le auto elettriche come “cose per ricchi”.
    Dunque?
    Dunque a noi che ccccccce frega?
    Continuiamo a girare in elettrico e che facciano pure i video degli alieni che atterrano su un disco volante a diesel TDI…. tanto…. per qualcuno la terra è piatta e solo a dirglielo rischi che ti picchi con il badile.
    Tanto… i vaccini non servono a niente ed è tutto un complotto…
    Intanto guardiamo gli alieni fare il pieno in autostrada a 2 euro al litro. Io stasera metto l’auto fuori perché ho paura che mi scoppi. La guardo mentre con la canna bagno il prato.. non si sa mai… metti che parta qualche scintilla e salti in aria… boh… l’ho assicurata contro l’incendio… metti pure che succeda ho la ciccia in frigo e ci faccio la grigliata..AHA AHA AHAHHA…
    PENSIERO DI FINE AGOSTO….
    ps: prendiamolo come un monologo demenziale…
    ps2: stasera .. quando parcheggio l’auto e porto i cani fuori… quasi quasi… a quelli che passano e la guardano incuriositi … mi ci avvicino piano piano… e iiiiie dico: “booooooom” “attento che scoppia!!”

  10. Non è un mistero che la destra italiana è legata ai partiti conservatori americani. Al pari di questi sono contro la transizione energetica, perchè va contro gli interessi delle multinazionali dei combustibili fossili, da cui ricevono sostegno. Pertanto non dobbiamo meravigliarci se i quotidiani a loro legati sparano a zero contro l’auto elettrica e non solo anche contro la direttiva europea sulle case verdi, definendola ad esempio come dei salassi per gli italiani, quando a mio personale giudizio rappresentano delle vere opportunità per noi cittadini. Le multinazionali dei combustibili fossili stanno utilizzano la stessa tecnica adottata dalle multinazionali del tabacco per negare gli effetti del tabagismo negli anni 50 e 60. Attraverso il loro potere economico incominciano una campagna di disinformazione al fine di tutelare i loro interessi e smentire i rapporti della comunità scientifica. Posso capire che i partiti conservatori americani sostengano le multinazionali americane, che estraggono il petrolio con le tecniche del fraking nel sottosuolo statunitense, ma i nostri partiti di destra che in teoria si definiscono nazionalisti e poi remano contro la transizione, quando l’Italia ha tutto da guadagnare dalle rinnovabili, perché é difficile negare che il petrolio, il carbone ed il gas dobbiamo importarli mentre l’energia elettrica prodotta dal sole possiamo farla a casa, ottenendo quell’autarchia energetica tanto sognata in passato. La disinformazione è spesso bipartisan e non mi ha meravigliato vedere un quotidiano come Repubblica che pur sostiene la transizione energetica anch’esso sparare a zero contro l’auto elettrica in alcuni articoli semplicemente, perché legato al gruppo stellantis. Mi ritengo fortunato perchè conoscendo inglese e francese spesso quando leggo una notizia, nel limite del possibile, la confronto con quella anche in lingua straniera per smascherare alcune di queste false informazioni.

    • Quoto in pieno quello detto da te. Aggiungo che non capisco perché per alcuni ci sia un complotto dietro la democratizzazione della produzione di energia in maniera diffusa e non concentrata, con implicazioni molto importanti dal punto di vista sociale e politico: se ogni edificio può produrre energia, nessun gruppo di interesse (petrolieri? Le sette sorelle? L’opec+?) potrà controllare la produzione di energia e, attraverso le comunità energetiche, potrebbero nascere tante “cooperative dell’energia”. L’auto elettrica è un tassello di questo possibile e auspicabile futuro, finalmente libero dai condizionamenti diretti degli stati esportatori di fossili. Molti sono i NOBEV, dietro di loro ci sono grandi interessi economici, il problema è che la maggior parte degli odiatori delle elettriche non si rende conto di essere un burattino nelle mani dei PETROL-portatori di interesse.

    • Semmai non é un mistero che la politica italiana (che sia di destra,sinistra,centro o diagonale) é legata alla politica americana (che sia repubblicana, democratica, austroungarica o cazzaniga)

      • L’Italia è il più fedele e prezioso alleato degli Stati Uniti a dirlo non solo io, ma uno storico anglosassone di nome Paul Ginsborg recentemente scomparso. A mio personale giudizio è giusto seguire gli Stati Uniti in politica estera, perchè siamo un paese della NATO ed abbiamo fatto una scelta ben precisa dopo la seconda guerra mondiale. Una cosa è la politica estera, un’altra la politica interna. La nostra indipendenza energetica riguarda solo noi.

        • -A mio personale giudizio è giusto seguire gli Stati Uniti in politica estera-

          Lo penso pure io.
          Non fosse altro che tutte le alternative attualmente disponibili sono di gran lunga peggiori.

    • A me stupisce, ma anche no, che tutte ste cose facciano presa soprattutto in Italia e all’estero sicuramente meno.
      Ma che pensano che succederà quando fra, diciamo 10 anni, saremo irrimediabilmente rimasti all’età del petrae oleum?

      • Tra 10 anni saremmo i più avanzati di tutti e magari con formule alternative o coadiuvanti all’elettrica…che all’estero ci invidieranno…
        Prudenti si, poveri si, ma stupidi no…

        • i recenti e meno recenti esempi della stupidità italiana in materia economico -industriale annovereranno un nuovo esempio.

          affermazioni come la tua denotano una fiducia cieca in luminose sorti progressive basata su completa ignoranza della fisica e della tecnica, un po’ come gli invasati tecnoambientalisti di qualche anno fa che credevano ciecamente al guru dell’idrogeno.

          ti ricordo che in Italia la TV a colori è arrivata con 15 anni di ritardo con motivazioni che lette oggi generano un misto di tristezza, ilarità e ribrezzo.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: