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Contro informazione sull’auto elettrica, un’anomalia italiana?

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L'apertura dell'articolo in cui Panorama definisce l'auto elettrica un bluff

Sorpreso per la valanga di contro informazione sull’auto elettrica trovata su Internet,  Lucio ci chiede se questa campagna anti elettrico sia solo in Italia e se la scarsa diffusione delle Bev non sia dovuta anche a questo. Inviate i quesiti a info@vaielettrico.it.  

L’automobilista elettrico? Criminale, incosciente, ricco

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Nicola Porro, giornalista televisivo e blogger, è uno dei più assidui protagonisti della campaga di contro informazione sull’auto elettrica.

punto interrogativoScorrevo i titoli dei video presenti in rete trovati con la parola chiave “auto elettrica” e con rammarico ne ho trovati un sacco con molta contro informazione, fatti da persone che si inventono completamete dati e si improvvisano saccenti dell’argomento. Si capisce chiaramente il messaggio finale: in Italia non si devono comprare queste auto e i numeri infatti lo dimostrano.

Ne risulta molto chiaramente che lo stereotipo del compratore elettrico è:
-Una persona criminale, compra batterie fatte sfuttando persone sottopagate e bambini.
-Un incoscente perchè viaggia su auto che prendono fuoco.
-Una persona ricca perchè i poveri usano le termiche.

E arrivo alla domanda: è solo in Italia tutta questa contro informazione o è presente anche negli altri paesi europei?Lucio Zanata

Bene discuterne, la contro informazione è un’altra cosa

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punto interrogativoRisposta- Il dibattito sull’auto elettrica è vivace in tutta Europa e in tutto il mondo, con la sola eccezione della Cina dove il partito ha imposto una linea e la linea del partito non si discute mai. Che si discuta è cosa buona e giusta: nessuno ha la verità in tasca e tutti hanno buoni argomenti per sostenere tesi anche opposte.

La contro informazione, però, è cosa ben diversa: stravolge la realtà, diffonde fake news, nega i dati di fatto scientifici, strumentalizza o alimenta i pregiudizi, gioca sottotraccia in favore di precise lobby o precisi interessi politici. Non fa appello alla razionalità, ma alla pancia dei lettori-consumatori-elettori più sprovveduti, quindi più influenzabili. Avvelena il dibattito, anzichè alimentarlo.

Lo scandalo Cambridge Analitica vi dice qualcosa?

L’abbiamo vista all’opera su Internet negli Stati Uniti durante la campagna presidenziale poi vinta da Donald Trump e nel Regno Unito durante la campagna referendaria sulla Brexit. In entrambi i casi la regìa fu degli ambienti ultraconservatori repubblicani, poi emersa con lo scandalo Cambridge Analytica. Ambienti ancora attivi nel gennaio 2021 con l’assalto a Capitol Hill e nel periodo della pandemia con il movimento NoVax.

La campagna negazionista sul cambiamento climatico fa parte dello stesso schema e ha per lo più gli stessi protagonisti. Quella contro le auto elettriche ne è un corollario: negata l’emergenza climatica, negate soprattutto le cause,riconducibili alle emissioni di CO2 prodotte dalla combustione degli idrocarburi, la transizione elettrica diventa un vezzo  per radical chic annoiati, inutile e costosa per la gente comune. Imposta dall’Unione Europea per chissà quali motivi, se non in omaggio ad oscuri potentati economici, o addirittura interessi stranieri (cinesi).

E’ iniziata la campagna per le europee 2024

L’obiettivo finale sono le elezioni europee del prossimo anno. Una lettera aperta di Roberto Della Seta (ex presidente di Legambiente), e Francesco Ferrante (vicepresidente del Kyoto Club) pubblicata proprio oggi da Repubblica dà un’interpretazione in chiave politica dell’accanimento tutto particolare con cui la contro informazione sull’auto elettrica si sta abbattendo sull’opinione pubblica italiana.

La tesi è che l’ostilità alla transizione dal termico all’elettrico, al pari dell’insofferenza verso immigrazione, obblighi fiscali e vincoli di bilancio, possa essere, se ben cavalcata, uno dei collanti del fronte unito delle destre estreme e moderate, in vista delle elezioni europee del prossmo anno. In Italia il collante ha funzionato e il fronte unito governa. In Europa potrebbe funzionare.

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Transizione elettrica: c’è ancora tanto da migliorare, ma non facciamola abortire

Cosa ne pensa Vaielettrico? Come abbiamo detto, il dibattito è benvenuto. Anzi, necessario. La tecnologia dell’auto elettrica ha ancora necessità di miglioramenti. L’offerta dei carmaker è ancora sbilanciata verso i segmenti superiori e quella nei segmenti medio bassi è ancora troppo costosa. La rete di assistenza è impreparata e il mercato dell’usato è immaturo.

Anche l’ecosistema che abilita l’uso di massa dell’auto elettrica ha ancora molte lacune. Parliamo di colonnine pubbliche a macchia di leopardo, confusione normativa per l’installazione delle ricariche domestiche, prezzi dell’energia esorbitanti, generazione da fonti rinovabili in crescita troppo lenta.

In queste condizioni la sostituzione di un’auto termica con una elettrica non è alla portata di tutti. Il Politecnico di Milano, nel suo E-Private Mobility Index quantifica nel 30% la quota del parco auto italiano che già oggi avrebbe la possibilità e la convenienza di passare all’elettrico. Noi concordiamo in pieno e lo scriviamo in tutte le salse: oggi l’auto elettrica è per molti ma non per tutti.

Non dimentichiamo la madre di tutte le emergenze

Convinti però che quella climatica sia per l’umanità  la madre di tutte le emergenze e che solo falsificando i conti, come fa la contro informazione, si può negare che la transizione elettrica nei trasporti sia una delle soluzioni, pensiamo che risolverne le criticità sia più saggio che farla abortire.

Nel frattempo ci piacerebbe che quel 29,6% di automobilisti italiani che oggi viaggiano a benzina o diesel pur avendo possibilità e convenienza di passare all’elettrico si sbrigassero ad unirsi allo striminzito 0,4% che già l’ha fatto. Solo così si crerebbero le condizioni perchè diventasse davvero per tutti.

Ma la contro informazione è proprio questo che vuole evitare.

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46 COMMENTI

  1. Potreste ri-pubblicare voi la lettera aperta?
    Non sono abbonato a Repubblica e non capisco perché dovrei pagare 0,25€ a Repubblica per leggere un documento che gli autori vogliono essere di libera lettura.
    Grazie.

    • L’informazione spazzatura può essere gratuita, quella di qualità costa. E’ tanto difficile da capire?

        • La logica è una brutta bestia: se l’informazione di qualità costa, non tutta l’informazione a pagamento è di qualità, anzi spesso l’informazione prezzolata è a pagamento.

      • Caro Massimo, nei suoi interventi Lei e’ solitamente una persona posata e razionale. Ma che Repubblica sia (se ho ben capito) una testata che fa informazione di qualita’ e’ un giudizio interamente soggettivo.

        • Personalmente la ritengo informazione di qualità, al pari di molti altri media che giustamente se la fanno pagare e stano sul mercato da decenni. La linea editoriale è tutt’altro discorso.

      • Ho contattato i due autori attraverso il form presente nel loro sito personale, uno dei due, Francesco Ferrante, si è impegnato a pubblicare la lettera sul suo sito, oltre ad anticiparmi copia della lettera via e-mail.
        Appena verrà pubblicata potrete modificare il link alla lettera aperta.

  2. E il meccanismo è spesso subdolo.
    Si usano persone che hanno sulla carta titoli per parlare di un argomento i quali mischiano con nonchalance ragionamenti scientificamente accurati con frasette o dati inaccurati. Il tutto per poter poi giungere alla conclusione di disinformazione a cui vogliono tendere.
    Chi li segue non ha ovviamente gli strumenti culturali (leggasi scientifici) per riconoscere questi dettagli discordanti e viene quindi portato alla stessa conclusione dell’esperto di turno con una naturalezza tale dal far percepire la tesi come unica e corretta.

    Questi soggetti hanno nelle mani un grane potere ed è triste vedere come lo sprecano. Per cosa? Per chi? Perchè è diventato più importante essere “contro” invece che remare insieme per migliorare la società?

  3. Caro Massimo qui abbiamo un grosso problema lessicale. La CONTROINFORMAZIONE è attività nobile ed importante, ed è proprio quella che fai tu da anni con il tuo prezioso sito web, ed è indispensabile per combattere la DISINFORMAZIONE, che invece domina su tutti i media, inclusi quelli pubblici, non solo i social, e non solo a destra (e purtroppo non solo sul passaggio alla trazione elettrica). La disinformazione può essere attiva, ovvero raccontare al pubblico vere e proprie falsità spudorate, oppure passiva, per esempio non lasciando alcuno spazio oggettivamente informativo sul tema, che faciliti il pubblico a farsi un’opinione bilanciata. Le parole sono importanti (cit).

    • Hai ragione. La contro informazione smaschera le bugie dell’informazione di regime. Nello specifico, però, abbiamo una disinformazione camuffata da contro informazione

  4. Io vorrei complimentarmi con MdE per la risposta nell’articolo, la trovo seria e pacata come dovrebbe essere.
    A tutto vantaggio della comunicazione ed il dibattito desiderato

  5. Questo è un governo abituato a proclami roboanti ed acchiappa voti, dopodiché nel concreto fanno l’opposto al 99% delle volte.
    Questa è l’unica speranza nel medio-breve per l’auto elettrica.

  6. A proposito della fantasiosa e ricorrente ipotesi di abbandono per i campi o in discarica dei 300 kg o più di una batteria per trazione dopo 10-15 anni di utilizzo, faccio osservare che una dozzina di pieni di benzina pesano altrettanto e che un autonobilista “termico” li fa in un anno (o anche meno) tutti gli anni. Ebbene, dove finiscono quei 300 kg/anno di carburante se non in aria? Questo però sembra non interessare a nessuno.

    • L’ultima frase

      “Questo però sembra non interessare a nessuno.”

      dovrebbe esse completata così

      “Questo però sembra non interessare a nessuno dotato di spirito critico.”

      A quel punto dovrebbe essere chiaro il significato demografico del gruppo di individui rappresentato dall’espressione “non […] a nessuno” presente nella frase originale.

      • Da notare che evidenziano anche i costi di esercizio, naturalmente rapportatti ai costi carburante ed elettricità in Svizzera. @vaielettrico, questo è uno strumento che dovreste pubblicizzare e che potreste usare per smentire i detrattori dell’elettrico!

      • Ciao Davide, grazie per gli articoli svizzeri

        ll video dell’articolo che hai linkato, mostra un punto di pareggio energetico (Co2) a circa 27.000.km tra elettriche e termiche che corrisponde al dato del 2023 che conoscevo anche da altre fonti

        invece il tool di calcolo lo avevo provato, si collega ad un tool di un professore universitatario ma sembra realizzato con dati/algoritmi molto vecchi, su alcune vettune dava dei risultati strani, es. attibuiva molte tonnellate di Co2 aggiuntive al solo motore elettrico da 40.kg (es 4 tonn di Co2), praticamente al pari della batteria da 400.kg, non può essere corretto; questa penalizzazione spostava il pareggio calcolato a 80.000.km, come si calcolava appunto vari anni fa

        Per prudenza:
        invito a verifica i calcoli anche con un altro tool; questo per esempio ha un algoritimo non aggiornatissimo (credo del 2020) ma forse già più aggiornato di quello del TCS:

        https://www.greenncap.com/lca-tool/

        Per chi vuole verificare i dati e le assuznioni che utiliza, sono spiegati qui:
        https://www.greenncap.com/wp-content/uploads/Green-NCAP-Life-Cycle-Assessment-Methodology-and-Data_2nd-edition.pdf

        Ce ne sono altri di tool, un’altro che segnalo volentieri per l’impatto grafico abbatnza chiaro ( Co2 al km e costi di gestione in unico grafico) è quello del Mit (americano, ma conmprende anche modelli di nostre auto):

        https://www.carboncounter.com/#!/explore?cars=36713;36236;36228

        • Ok grazie.
          Sull’affidabilità dei dati del TCS non ho idea, loro dicono solo “Stato dell’arte
          Si affida ad inventari recentemente pubblicati per modellare le catene energetiche.” – c’è da dire che tra tutti i tool che hai menzionato è quello piu’ semplice da usare e che fornisce risultati chiari e semplici da interpretare. Se ti interessa posso chiedere direttamente a loro a quando sono state aggiornate le informazioni, sempre che rispondano.

  7. Ci sarà anche parecchia “controinformazione” ma il vero problema é la mancanza di sostegno da parte di chi ci governa.
    As esempio, la possibilità di usufruire di incentivi dovrebbe essere pubblicizzata sui vari media con esempi pratici.
    Si deve parlare semplice altrimenti i numerosi benefici del passaggio all’elettrico rimarranno sempre sconosciuti si più.
    Infine un appunto: per cortesia evitate di mettere nello stesso “calderone” scettici dell’elettrico, scettici del vaccino ed altri gruppi.
    Non è intelligente e nemmeno corrispondente alla realtà.
    Io non ho fatto il vaccino ma sono da sempre interessato alla mobilità elettrica. Come me altri miei conoscenti.

      • É vero che molti siti o riferimenti tendono a cavalcare l’onda della controinformazione, a prescindere dall’argomento trattato.
        Tuttavia, si dovrebbe essere in grado di ragionare con la propria testa caso per caso.
        Ma, forse, è chiedere troppo.

      • Esatto, di solito quando incontro su facebook un No Watt e quasi sempre no vax e spesso anche complottista .

    • Magari si trattasse soltanto di mancanza di sostegno! Purtroppo alcuni esponenti politici remano palesemente contro.

      • Ciao Donato,
        si non è riferito a te o a altri singoli, con motivazioni tue personali

        ma all’aspetto mediatico:

        questi temi hanno delle caratteristiche che li hanno fatti utilizzare come bersaglio, caprio espiatorio, per creare campagne polarizzanti usando sentimenti di scontro esasperrato e sentimenti negativi (denigrazione, odio), per mobilitare più consenso, sempre dalle stesse forze politiche che in mancanza di migliori argomenti usano queste strategie comunicative, che almeno personalmente definisco populiste

        il colmo è che ai soggetti che montano le campagne di comunicazione polarizzanti, secondo me non frega niente del tema in se, stanno trollando non solo gli avversari ma anche i propri elettori, lo usano come pretesto per montare lo scontro e mobilitare attenzione, consenso, ridurre il loro astensionismo alle urne, e anche per distrarre dalle loro mancanze come amministratori

        quando un tema si esaurisce per stanchezza mediatica (non so se ricordi quando un bersaglio politico unificante erano gli “immigrati”, poi alla lunga ha un po “stancato”, si era passti al “crimine”, la “sicurezza nellr strade” etc ), passano ad un altro tema, vaccini, rinnovabili, auto elettriche, ora fan finta anche di “punire” le banche..etc

        mentre se si fermasse un momento il can can, uno avrebbe anche più tempo di far caso, a mancanze su punti importanti, i fondamentali di economia e amministrazione

        per es., al fatto che i decreti semplificativi per le fonti rinnovabili vengono ritardati, e le autorizzazioni agli impianti nuovi idem, hanno 35 persone al ministero per gestire le autorizzazioni di tutta italia.. associazioni di confindustria, non un covo di ambientalisti, per stanarli su questa melina, ricordo si era offerta di aiutarli.. il ministro rispose sdegnato di mantenere i ruoli

        — o tutta una serie di inefficenze nella gestione pubblica ed economica, burocrazia, fisco, sanità, scuola, salvo regalini a qualche categoria.. mi fermo non per non buttarla ancoar di più in politica.. anzi specifico che non faccio un mazzo unico di tutte le destre, ne esistevano anche versioni non così populiste

        Mi associo genericamente alla tua definizione di amministratori incompetenti

  8. Le EV attualmente non sono per tutti è vero ci sono alcune difficoltà da superare è vero normative che non aiutano sulle ricariche condominiali è vero etc ,ma perché essere contro a priori ma soprattutto perché credere a tutte quelle cretinate che si sentono ovunque, e questo vale per tutto,e non usare ogni tanto il nostro cervello dando noi una valutazione un giudizio critico perché usare considerazioni fatte da alti abbiamo così poca stima di noi stessi

  9. L’auto elettrica è il perfetto specchio dell’Italia (o meglio degli italiani)
    L’italiano si lamenta perche la benzina costa troppo, ci sono troppe tasse, il governo non fa mai abbastanza (in qualsiasi settore), la burocrazia, le citta inquinate.. ma in realta è lo stesso italiano che è immobile e c’è quel piccolo 0.4% che vorrebbe cambiare le cose in tutti i settori (industria, carne coltivata, mobilita ecc) ma tutti gli altri gli remano contro.

    e poi ci si stupisce perche l’Italia rimane tagliata fuori da tutto e in media gli stipendi qua da noi non sono aumentati negli ultimi 20 anni come negli altri paesi europei…

    guardate la Cina, rapido sviluppo in tutti i settori, e i taxi in 3 anni sono tutti elettrici (video articolo quattroruote che non è che sia propriamente pro-elettrico)

    • //guardate la Cina…//
      No, grazie: la Cina è tutto fuorché un esempio da guardare.
      È vero che dal punto delle FER e della mobilità elettrica sono decisamente più avanti di tutti, ma rimangono pur sempre un paese sotto strettissimo “controllo” (per usare un eufemismo…) statale.

      • A me però mi dovete spiegare una cosa. Ma voi che vi sentite tanto paladini dell’ambiente com’è che non vi preoccupate del problema dello smaltimento/riciclo delle batterie esauste e inutilizzabili? E’ un argomento del quale non se ne parla eppure è noto che le batterie contengono materiali velenosi tanto è vero che un sistema che usano i carcerati per suicidarsi è proprio quello di ingoiare una pila.
        Ma la pila che basta per uccidere un uomo peserà si e no poche decine di grammi mentre un pacco batterie di una auto elettrica pesa alcune centinaia di Kg. Quindi provate a immaginare il livello di inquinamento che può provocare uno di questi pacchi batterie se il suo contenuto viene disperso nell’ambiente.

          • Ho letto il vostro articolo. Molto interessante. Però a questo punto, al fine di evitare che qualche furbetto possa buttare un pacco batterie in discarica, bisogna che il pacco batterie riporti un numero seriale riconducibile al proprietario. In modo tale che se questa viene dispersa nell’ambiente sia possibile risalire a chi l’ha abbandonata e sanzionarlo penalmente per reato di disastro ambientale doloso.

          • Le case auto hanno obbligo di legge di ritirare le batterie dismesse dall auto. Ogni batteria ha numeri di serie e presto un “passaporto” che ne identifica la storia. Mi dica poi quale “furbetto” riesce a smontare in garage un oggetto che pesa almeno 300 kg ed è grande come un mobile, trasportarlo e abbandonarlo in discarica. Ci provi.

          • 1) da tempo non puoi più rottamare solo le targhe e disperdere o smembrare troppo per ricambi la carcassa di un’auto, neppure termica; se la rottami senza motore o metà telaio o troppo alleggerita di parti, con peso totale che si discosta troppo, il demolitore non la ritira se non fai una denuncia scritta per giustificare i motivi della situazione anomala

            2) se per qualche motivo sarai in possesso di una batteria smontata dall’auto (es sostituita e per qualceh motivo l’usta non ritirata dal costruttore, oppure aquistata usata da altra auto incidentata), ti trovi 300-400kg in un comodo blocco metallico di 2 metri per 1,5m, non vedo perche essere masochisti a cercare di buttarla in un fosso, quando un centro di recupero te la ritira a gratis o in questo caso non escuderei anche pagandoti.. contiene minimo 1500e di valore in metalli riciclabili.. ritirano a gratis anche le batterie al piombo da pochi euro

            3) visto che hai questo animo ambientalista,
            fai un campagna seria per le batterie degli svapo (sigarette elttroniche), il 50% vengono disperse nell’ambiente insieme allinvlucro, per scarsa coscienza dell’utilizzatore

        • Se per questo ci si può uccidere anche bevendo il petrolio: quanti barili di petrolio “brucia” un’auto termica nel corso della sua vita, se l’è mai chiesto?

        • Le batteria auto vengono riciclate; ritengo improbabile che riesca a mangiarne o respirarne una parte

          Purtroppo non vengono riciclati e vanno dispersi nell’ambiente come paricelle e fumi altre sostanze cancerogene e tossiche che non consiglio ne di mangiare, depositate nei terreni e sulle verdure nei campi e nei banchi di vendita, ne di respirare:

          – la cerina, addittivo carburante per filtro scarico vetture diesel
          – olio motore vaporizzato negli scarichi
          – additivi olio motore e particelle metalliche da usura motore
          – 1 tonnellata ogni 13.000km percorsi di idrocarburi e addittivi nebulizzati negli scarichi

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