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Ho acquistato un’auto elettrica. Ma io pensavo che…

Ho acquistato un’auto elettrica, ma… Può suonare strano a chi è abituato a ponderare l’acquisto di una macchina, ma c’è chi passa all’elettrico senza porsi troppe domande. Dando per scontati troppi aspetti e finendo per scontrarsi con la realtà dei fatti. A volte tornano indietro. Ed è un peccato, perché finiscono per trasformare in limiti i vantaggi, tirando fuori il peggio dall’elettrico. Sono i rischi che si nascondono dietro la scarsa informazione. E non è certo tutta colpa loro,

Ho acquistato un’auto elettrica: sono contento, ma l’autonomia…

L’autonomia è il punto più controverso. I costruttori sanno che è un argomento di vendita molto importante. E cercano di comunicare il dato in modo aggressivo. Si tratta in genere del range omologato nel ciclo WLTP. Ovvero del consumo (rilevato, lo ricordo, a una media di 47 km/h!!) proiettato sulla capacità della batteria. Ora, chi si approccia all’acquisto di un’auto elettrica un po’ distrattamente pretende però che tale dato sia realistico sempre. In qualsiasi condizione di guida, ambientale, di carico, di velocità e di pendenza. Contro qualsiasi legge della fisica. Mi è capitato di sentire, da un dirigente che ha come auto aziendale un’elettrica, queste parole: “Eh, si! Carina quest’auto. Mi trovo bene. Ma col cavolo che fa 520 km! Chi vogliono prendere in giro? Ci sono andato a Firenze e ne fa scarsi 300.” A Firenze ci è andato con una VW ID.4, da Milano, in autostrada, a velocità costante di 130 km/h, con tre passeggeri e temperature vicine a zero. Per quale oscura ragione l’auto avrebbe dovuto fare oltre 500 km?

Il mio consiglio: valutate attentamente l’autonomia dell’auto che vi interessa, ma sulla base del vostro utilizzo. Il numerino della pubblicità è un dato solo indicativo!

Ho acquistato un’auto elettrica: ma che noia ricaricare, col diesel…

Alcuni vorrebbero continuare ad utilizzare la propria auto elettrica come se si trattasse di una termica. Hanno la possibilità di ricaricarla a casa la notte, disponendo di un box  dotato di corrente. Spesso possono farlo mentre sono fuori a cena, o al supermercato. Ma finiscono per evitare tutte queste opzioni. E quando si ritrovano con la batteria al 10% vanno alla ricerca di una ultrafast. Ma poi si lamentano di doverla cercare, identificare, raggiungere e di dover attendere anche 20 o 30 minuti. “Eh, col diesel 5 minuti e ripartivo!“, dicono. “E poi, a questi prezzi, spendevo uguale per il gasolio!” Senza considerare che a casa l’energia è molto più economica e che, per chi è costretto a caricare spesso alle ultrafast, ci sono soluzioni per ottimizzare i costi. Senza riflettere peraltro, sul fatto che stanno facendo un utilizzo assurdo della loro auto. Ricaricando a casa, non dovrebbero preoccuparsi nemmeno di sapere dove siano le colonnine.

Il mio consiglio: l’auto elettrica non è un’auto termica. Potendo, non si porta mai o quasi mai a “rifornire”. Ma si ricarica quando sarebbe comunque ferma e inutilizzata. In più, nessuno ci obbliga a fare il pieno alla fast. Abituiamoci a ricaricare il necessario

Morale: nessuna auto va bene a tutti, dipende da…

In conclusione: nessuna auto è adatta a qualsiasi tipo di utente. Nessuna auto elettrica è adatta a qualsiasi tipo di utilizzo. Negli anni passati abbiamo sprecato tantissima energia. Abbiamo sperperato e continuiamo a farlo. Lo facciamo quando ci muoviamo a bordo di mezzi che sprecano i due terzi del carburante che bruciano. Ma alle volte, almeno al momento, non c’è alternativa. Altre volte però l’alternativa c’è. Ed è persino più economica, confortevole e divertente. Ma per capirlo serve un piccolo sforzo in più. Serve la voglia di non sprecare più energia. Di voler efficientare. Di voler ridurre la propria impronta ambientale. In che modo si può fare questo? Conoscendo a fondo gli strumenti che abbiamo a disposizione. E non dando mai nulla per scontato.


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